Caro
a Pallade Athena
***
Molto
egli mi ha offeso. Con inganno, frode e arroganza egli ha oltraggiato la
divinità.
Un
mortale ha preteso di usurpare il regno su cui governo io, Poseidon
sovrano dei mari, e adesso pagherà col suo sangue la troppa ambizione.
Fermati, Poseidon! Signore
dei cavalli e delle livide tempeste, trattieni la tua mano.
Rivendico io
la sua vita. Io, Pallade Athena,
la figlia vergine di Zeus che scuote l’egida.
Tu,
dea dagli occhi di civetta, tu che hai a cuore i mortali, perché lo sottrai
alla mia vendetta?
Vedo in lui ingegno e saggezza, e animo forte e
caparbio coraggio. Vedo tutto questo e voglio salvarlo, preservando in lui
l’alito della vita.
Ingegno
e saggezza, dici? Gli umani ne sono forse troppo provvisti e sono diventati
presuntuosi.
Una
guerra egli ha scatenato, con la sua mente contorta creatrice di inganni, e
prima ancora ha ordito complotti all’interno del tuo Santuario.
Dimentichi
questi torti proprio tu, che spinta dall’invidia hai mutato Aracne
in ragno? E che per rabbia hai maledetto l’aulos che
avevi creato, portando Marsia ad un’orribile morte?
E
adesso perdoni lui, traditore, spergiuro e fratricida?
Taci! Ascolta le mie parole, Poseidon
Ennosigaios! Io ho vinta la guerra ed io scelgo cosa
fare, se elargire ai nemici sconfitti misericordia o nera morte.
Civetta
dannata e femmina presuntuosa! Rimpiango di non avere più la forza per oppormi
alla tua decisione. L’anfora ed il sigillo incatenano il mio potere, altrimenti
lui non avrebbe scampo! Già l’ho ferito con il tridente. Tre volte sprizza il suo
sangue dal petto, e presto le onde mie ancelle porteranno a compimento l’opera
di morte.
No, Poseidon, non lo
affogheranno le onde né morirà per le ferite. Egli mi appartiene, bottino di
guerra, perché me ha offeso per prima.
Con
tanta forza lo reclami come tuo? Le sue colpe meriterebbero bel altro che
grazia. Ma forse altri sono i motivi, figlia di Zeus. Tu hai la mente di un
uomo, ma il cuore che hai nel petto è di donna.
Bada a te, signore del mare salato! Non insinuare
con parole di veleno che la mia natura me lo renda più caro di ciò che
dovrebbe.
Benché donna io mi occupo più volentieri di altri
affari; astuzie, opere industriose ed ingegno mi sono graditi, più che
seduzione, malizia e capricci di femmina.
Una possibilità avrà di riscatto, perché non vada perduta
la sua mente preziosa.
Una soltanto, e se non saprà farne buon uso
distoglierò per sempre il mio sguardo da lui.
Ebbene,
sia come vuoi tu, occhi di civetta. Salvalo per ora, ed allontana da lui il
calice amaro della morte ancora per qualche tempo.
Un
fato ben più cupo della mia ira incombe su entrambi voi, su te e tutti i tuoi
guerrieri resi forti dalle stelle.
______________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Salve a tutti, è rimasto qualcuno
o siete scappati via già alla terza riga?
Vi do qualche spiegazione: stavo
rileggendo l’Odissea e mi sono venuti in mente una serie di parallelismi tra Kanon ed Ulisse.
Entrambi hanno fatto incavolare
Poseidone, entrambi sono furbi, ingegnosi, ed Odisseo è “caro ad Athena” proprio per la sua intelligenza.
E quindi da lì è partita l’idea
di Athena e Poseidone che si contendono un Kanon ferito, incosciente e già con un piede nella fossa.
Il banner è tutto merito di Picsart e di mia sorella che me lo ha fatto scoprire.
Ho usato immagini ufficiali
dell’anime per non violare i diritti di altri autori di fan art.
Il bassorilievo è una
ricostruzione del frontone ovest del Partenone, e rappresenta la contesa tra Athena e Poseidone per il dominio sull’Attica.
Grazie per aver letto
Makoto