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Autore: Folg_89_Franko    20/04/2009    1 recensioni
Dopo la Guerra con Hades la vita riprende momentaneamente il suo corso, ma nuovi e vecchi avversari si faranno vivi, pronti per scatenare nuove battaglie. E il Leone d'Oro dovrò compiere una dolorosa scelta, che cambierà il destino di uomini e dei. Aggiornamenti ogni lunedì.
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leo Aiolia, Nuovo Personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Atene, giorni nostri

Il sole splendeva vigoroso e lucente nel meriggio di Atene, facendo risaltare ancor più, se possibile, lo splendore dei marmi bianchi cui erano costruiti le strutture del Santuario di Athena, ritornato all’originario splendore dopo la sua riedificazione.
Ricostruzione avvenuta in seguito ai danni ingenti che il loco aveva subito nel giro di un lasso di tempo relativamente breve.
La statua della Dea brillava di nuova luce, completamente restaurata e come essa la Tredicesima Casa e tutte le Case precedenti, la bianca scalinata e ogni struttura del complesso in stile classico.
Ai piedi delle Dodici Case si trovava un immenso spazio circondato da possenti mura, colmo di arene, costruzioni per l’allenamento e colonne, oltre il quale si estendeva l’abitato.
Una vera e propria città del periodo greco classico, pulsante di vita e protetta dalla Vergine Athena, un luogo mistico e celato al resto del mondo da cui proveniva una considerevole parte di coloro che avrebbero prestato servizio presso il Santuario stesso.

E proprio da una delle vie che davano verso lo spiazzo uscì un gruppo di bambini e bambine, rigorosamente l’uno dietro l’altro, aventi un’età non superiore ai dieci anni.
Erano tutti avvolti in una tunica bianca e indossavano semplici sandali, in mano un quaderno ed una penna per gli appunti della lezione che tra poco avrebbero frequentato.
Nell’assolato silenzio l’improvviso suono delle campane presenti nella torre delle ore risuonò forte e cristallino, informando tutti che tre ore erano passate dal mezzogiorno ed era tempo di tornare ognuno alle proprie mansioni.
Gruppi di adolescenti uscirono dalle mense e dai luoghi dove si erano raccolti, pronti per altre estenuanti ore di allenamento, nella speranza che un giorno gli sforzi sarebbero stati ripagati dall’ambito onore di indossare una sacra corazza tra le ottantotto di quelle al servizio della dea Athena.

I bambini scivolarono silenziosi in mezzo ai ragazzi, senza essere ostacolati o urtati da questi, fino a quando non giunsero ad un tempio, da anni non più in uso, di medie dimensioni, ove entrarono, trovando un lieve refrigerio all’ombra delle possenti e fregiate colonne.
Avanzarono silenziosamente giungendo nello spazio dove avrebbero svolto la loro lezione, quella che una volta era la cella principale dell’ex edificio sacro.
Si sedettero ognuno su un piccolo sgabello, davanti ad una lavagna, in attesa dell’insegnante.
Questi giunse poco dopo, preceduto dal suono dei suoi passi veloci che si diffondeva facilmente tra le colonne, con la semplice tenuta da allenamento e alcune protezioni, divisa che molti combattenti anche se Cavalieri indossavano al Santuario.
“Benvenuto Maestro” dissero i fanciulli, porgendo un lieve inchino di capo all’insegnante, un giovane dal fisico possente e scolpito e i tratti decisi, i capelli castani portati un po’ lunghi e dei profondi occhi verde scuro, che vigili osservavano l’ambiente circostante.

“Buongiorno a voi” rispose questi gentilmente, sebbene la voce apparisse maggiormente adulta rispetto a colui che la possedeva, un ragazzo apparentemente diciannovenne.
Questi contò rapidamente i fanciulli presenti, per poi cominciare la lezione, partendo da un ripasso della spiegazione del giorno prima, rivolgendo ad un biondino la prima di alcune domande a salto, atte a verificare l’apprendimento dei piccoli allievi.
“Dimmi Leykos, cos’è il cosmo?” chiese il giovane a bruciapelo ad un piccolo in prima fila.
“Il cosmo è l’energia primordiale originata dal Big Bang che generò l’Universo ed è presente in qualsiasi essere vivente” rispose questi.
“E questa energia si può usare come? Rispondi te, Perdix” disse, rivolgendosi ad una bambina dai riccioli castani che era alle spalle del precedente interpellato.
“Il cosmo si può usare tramite la forza di volontà come fanno i Cavalieri, ma occorre allenarsi in maniera adatta per poterlo utilizzare senza il rischio di subire effetti collaterali” disse la bimba, forse la migliore alunna del gruppo affidato a quell’insegnante.
“Molto bene. E dimmi, solo i Cavalieri sanno usare il cosmo?” chiese il maestro sempre a Pernix.
“Ehm… credo di no. Molti si allenano e imparano ad usare il cosmo per ricevere un Armatura, ma solo alcuni vengono scelti, quindi ci sono persone che lo sanno usare ma non sono Cavalieri…”
“Esattamente. Non solo i Cavalieri di Athena sanno utilizzare il cosmo, ma anche gli déi e molti guerrieri devoti loro, come ad esempio i Sette Generali degli Abissi di Nettuno o i prodi protettori di Asgard, la città del Nord sotto la tutela di Odino. Tuttavia esistono delle profonde differenze nel saper usare il cosmo e di queste differenze parleremo oggi. Preparate carta e penna”

Il giovane attese un paio di secondi, dando modo agli alunni di prepararsi per prendere gli appunti, poi si schiarì la voce e ricominciò a parlare.
“Come sapete esistono delle differenze nella capacità di usare il cosmo e nei Cavalieri di Athena tali disuguaglianze hanno portato alla suddivisione dei combattenti in tre categorie. Chi me le sa dire, tu per caso Okys?” domando il maestro rivolto ad un altro alunno.
“Sì maestro. Gli ottantotto Cavalieri di Athena sono divisi in tre categorie, in base alla loro potenza. Ci sono i cinquantadue Cavalieri di Bronzo, sopra di loro abbiamo i ventiquattro Cavalieri d’Argento e infine i dodici Cavalieri d’Oro, che presiedono le Dodici Case del Santuario e l’accesso alle Stanze di Athena e del Grande Sacerdote”
“Uhm, buona spiegazione. I Cavalieri di Bronzo hanno come principale caratteristica il poter attaccare con colpi portati alla velocità del suono, mentre i Cavalieri d’Argento posso raggiungere il doppio di tale velocità”
“Oh…” mormorarono i ragazzini, stupiti da tali affermazioni.
Sapevano tutti che i poteri dei cavalieri erano incredibili, ma non erano ancora a conoscenza di quali fossero i limiti di tali capacità.
“E i Cavalieri d’Oro?” domandò Perdix, porgendo la domanda che tutti i bimbi volevano avevano sulla punta della lingua ma nessuno osava pronunciare.
“I Cavalieri d’Oro possono muoversi alla velocità della luce e hanno padronanza del cosmo tale da permettergli di interagire sugli atomi stessi che compongono la materia” spiegò il maestro, lasciando ancor più allibiti i piccoli, che fin da quando potevano ricordare erano addormentati dalle madri con le storie sulle imprese dei Cavalieri, in particolare quelli d’Oro, i più vicini alla dea.
“E ditemi, voi li conoscete i Cavalieri d’Oro? Tutti i membri dell’attuale generazione vivono stabilmente al Santuario da un paio d’anni…”
“Certamente maestro” risposero i bimbi in coro, in quanto tutti al Santuario conoscevano i Dodici Custodi che proteggevano la Terra dalle minacce.
“E ditemi, chi sono?” chiese il maestro, senza nascondere un lieve sorriso.
“Io lo so! Io lo so!” disse Leykos sbracciandosi “sono Mu, Aldebaran, Shaka, Aiolia, Kanon, Milo. Poi ci sono i cinque che erano precedentemente Cavalieri di Bronzo, ovvero Seiya, Shun, Ikki, Hyoga e Shiryu e poi c’è l’ultimo…”
“Non ti ricordi come si chiama?” chiese il maestro, lasciandosi sfuggire un ennesimo sorriso.
Il bambino fece finta di riflettere alcuni istanti, poi indicò con il dito il proprio maestro “l’ultimo Cavaliere d’oro siete voi! Il vecchio Doko della Bilancia!” gridò il bambino, per poi correre via tra le colonne, mentre il resto del gruppo scoppiava in una fragorosa risata.
Il cavaliere incrociò le braccia e non inseguì il ragazzo, sicuro che poco dopo sarebbe ricomparso, portato seco da un amico di cui aveva percepito la presenza.

E la cosa infatti avvenne, poco dopo aver udito il rumore di un impatto seguito poi dal suono di passi cadenzati che si avvicinavano.
Il bimbo ricomparve poco dopo, sollevato di un mezzo metro abbondante da terra, in quanto la sua bianca tunica era tenuta con fermezza da una mano destra avvolta in una scintillante corazza d’oro.
Un ragazzo dai lunghi capelli di un color violetto molto tenue e due grandi nei poco sopra la spaziatura delle sopracciglia avanzò nella stanza, tenendo nell’altra un paio di lettere bianche, chiuse ognuna in un sottile filo rosso.
“Questo è un tuo allievo Doko?” chiese Mu con voce calma e profonda, poggiando il ragazzino a terra vicino al Cavaliere che presiedeva la Casa della Bilancia.
“Sì Mu e scusa del disturbo. Leykos è a volte molto vivace. Alunni salutate il nostro ospite” disse il cavaliere privo della corazza, mentre gli alunni porgevano i saluti al nuovo arrivato.
“Significa che possiede molte energie, dote importante per un futuro cavaliere…” disse il custode della Prima Casa, arruffando i capelli del piccolo alunno.
“Cosa ti porta da me, Mu?” domando Doko.
“Spero di non disturbare, ma tenevo a consegnarti questa missiva il prima possibile” disse consegnando una delle lettere al suo parigrado “è la tua convocazione per il Chrysos Synagein che si terrà questa sera. Lo sai, sono solo formalità…”
Doko presa la lettera e ne estrasse il contenuto, gli diede una rapida letta per poi richiuderlo e infilarsi il tutto in tasca.
“Scusi signor Mu, ma cos’è il Chrysos Synagein?” domandò uno dei bambini al guerriero avvolto nella scintillante corazza dalle possenti corna.
Mu accennò un sorriso per poi abbassarsi fino al livello del bambino, togliendosi l’elmo e tenendolo cinto con il braccio sinistro, mentre la mano destra andava ad appoggiarsi sulla spalla del piccolo interlocutore, un po’ intimorito di poter parlare di persona con un Cavaliere d’Oro che non fosse il maestro Doko con cui avevano ormai preso confidenza.
“Vedi ehm… scusa come ti chiami?” domandò Mu.
“I-io sono Tacys…” rispose il ragazzino.
“Bene Tacys. Il Chrysos Synagein è una riunione straordinaria dei Cavalieri d’Oro, convocata dal Grande Sacerdote o in questo caso da Athena stessa, nella quale tutti i Dodici si riuniscono nella Sala d’Oro della Tredicesima Casa. È una cosa molto importante, per questo ho voluto consegnare la convocazione al vostro maestro…”
“Ah…” rispose il bimbo, che aveva perso parte della spiegazione, rapito dallo splendore e dalla bellezza della corazza indossata dal suo interlocutore, nella quale si era come immerso seguendo le fini cesellature e le armoniose linee che il prezioso metallo disegnava.
“Bene, grazie Mu. Bambini potete andare, la lezione per oggi è finita” disse Doko, invitando Mu a seguirlo, mentre si dirigeva fuori dall’edificio, in direzione delle Dodici Case.

Questi lo seguì e i due camminarono fianco a fianco per alcuni minuti, fino a giungere presso la Casa dell’Ariete, nel cui spiazzale il fratello minore Kiki era indaffarato a controllare delle armature riparate dal fratello maggiore il giorno prima.
“Come sono venute le riparazioni?” domandò Mu al fratello.
“Bene direi. Adesso vado a chiamare i loro proprietari” disse il ragazzino con un largo sorriso, cominciando poi a saltellare di qua e di là, correndo alla ricerca dei guerrieri che aveva chiesto l’assistenza e l’operato di suo fratello.
“Dimmi Mu, devi consegnare altre convocazioni per il Chrysos Synagein ai cavalieri che presiedono le Case che dovrò attraversare per giungere alla mia, la settima?” domandò Doko, mentre i due attraversavano la Casa dell’Ariete.
“No grazie, amico mio. Io, Shaka e Aldebaran eravamo con Athena sull’Altura delle Stelle quando ci ha comunicato la decisione e quindi abbiamo già provveduto. E comunque al massimo incontreresti solamente Kanon, visto che adesso il Cavaliere del Toro è fuori ad allenare le nuove reclute, Aiolia si sta esercitando con Seiya e gli altri mentre Shaka è in meditazione nel Giardino dei Sala. Milo è al momento fuori dal Santuario in quanto deve compiere delle commissioni molto importanti per Athena presso Sorento” rispose Mu, fermandosi sul retro della costruzione.
“Allora a questa sera Cavaliere” concluse Doko, salutando l’allievo del suo vecchio amico Sion.
Erano ormai le quattro del pomeriggio passate e con calma cominciò a salire la gradinata, diretto alla Casa che presiedeva, sebbene fosse spesso assente per il suo soggiorno forzato e  voluto a Goro Ho, dove tanti ragazzi erano stati da lui allenati.
Si sarebbe fatto un bel bagno defaticante e poi una bella dormita, in quanto nella mattinata aveva sostenuto un’intensa sessione di allenamento con il suo ex allievo Shiryu, ora suo parigrado.
Dopodiché sarebbe salito fino alla Nona Casa, quella del Sagittario che era al momento presieduta dal Cavaliere che indossava l’armatura delle ali dorate, ovvero Seiya, dove avrebbe pasteggiato insieme ai cinque ex Cavalieri di Bronzo per poi dirigersi tutti insieme alla Tredicesima Casa.
Arrivò dopo una lunga camminata alla sua Casa e si voltò per osservare lo spettacolo che offriva la vista del Santuario dall’alto, ormai illuminato dal sole del tramonto in quanto aveva impiegato oltre tre ore nella salita, ore in cui aveva vagato a lungo per i ricordi di oltre duecentocinquanta anni di vita vissuta in nome di Athena.
E pensare che due anni prima erano quasi tutti morti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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