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Autore: soffio di nebbia    12/07/2016    1 recensioni
Finirà mai tutto questo?
Arriverà mai un giorno in cui potrai di nuovo trascorrere un’intera notte serena?
Un’altra volta.
L’ennesimo pianto, le ennesime grida che squarciano il silenzio sacro della notte.
Le ennesime luci che si accendono all’improvviso, troppo minacciose, troppo violente, scacciando le tenebre come un lupo selvaggio.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se solo potessi salvarti


Finirà mai tutto questo?
Arriverà mai un giorno in cui potrai di nuovo trascorrere un’intera notte serena?
Un’altra volta.
L’ennesimo pianto, le ennesime grida che squarciano il silenzio sacro della notte.
Le ennesime luci che si accendono all’improvviso, troppo minacciose, troppo violente, scacciando le tenebre come un lupo selvaggio.
La notte… la sacra, dolce, placida notte.
Ho sempre amato la notte.
La notte in cui tutto è avvolto da una spessa coltre di tenebra.
La notte in cui tutto tace e le parole vanno pronunciate sottovoce per non disturbare il sonno degli innocenti.
È il momento in cui le madri stringono i figli al seno mormorando un canto sommesso, e gli amanti si donano l’un l’altro sospirando desideri d’eternità.
Ogni istante si dilata all’infinito e la realtà entra in una dimensione di sovrannaturale quiete che ci dona rifugio nei momenti di maggior disperazione.
Troppo spesso ormai la sacralità di questi istanti viene infranta dalle tue grida terrorizzate.
Dov’è finito l’abbraccio rassicurante delle tenebre?
Dov’è finita la ninnananna silenziosa delle stelle?
Nulla di tutto questo sembra più esistere per te, e così per nessuno di noi.
La notte è temuta solo da chi porta il peso di un enorme rimorso, e tu sei condannato alla sorte di chi ha commesso i più squallidi tra i crimini.
Ti sei appena riaddormentato dopo essere stato strappato dall’ennesimo incubo.
Tra le pareti vibra ancora l’eco delle tue grida e della voce concitata di Ikki che cerca di calmarti.
Vorrei tanto abbracciarti, lo sai?
Vorrei stringerti a me e dirti che d’ora in avanti andrà tutto bene, ma non oso farlo.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta che mi hai concesso un contatto fisico?
Ormai non permetti a nessuno di toccarti. Fatta eccezione di Ikki siamo tutti banditi dal tuo spazio vitale.
È un contatto ti soffoca.
Non riesco a cancellare dalla mia mente il giorno in cui mi hai cacciato rabbiosamente dopo che avevo tentato di abbracciarti. Non dimenticherò mai il tuo sguardo che sembrava volermi incenerire sul posto e la tua voce tagliente che mi intimava di allontanarmi. Tutto il tuo corpo era scosso da un violento tremore e quasi non riuscivi a respirare.
Solo allora mi sono reso conto che invece di darti conforto stavo per scatenare in te un attacco di panico.
Quel giorno sei stato in grado di terrorizzarmi, e anche tu l’avevi capito.
Ti sei messo a piangere e hai cominciato a chiedermi scusa.
Non ti ho più toccato da allora.
Sei così cambiato, Shun.
Ti sei fatto silenzioso. I tuoi occhi sono spenti e troppo spesso arrossati dal pianto e dalla stanchezza.
Hai gli incubi quasi ogni notte. Ti agiti nel sonno fino a quando non giunge Ikki a salvarti, e ti riaddormenti solo quando ormai sei troppo stremato per restare sveglio.
Eppure qualche volta spunta un mezzo sorriso sulle tue labbra: quando odi le risa allegre di alcuni bambini che giocano in un parco, quando un cucciolo ti si avvicina scodinzolante per farti le feste, oppure quando Seiya se ne salta fuori con qualcuna delle sue battute idiote (a volte mi chiedo come faccia ad essere tanto infantile, ma in cuor mio lo ringrazio per questo).
Accolgo ogni tuo sorriso come l’acqua che sgorga da una sorgente ormai quasi del tutto prosciugata.
Il terrore può avere un effetto devastante sulla psiche delle persone.
E spesso il terrore incide nella coscienza degli innocenti lo stesso marchio che segna in eterno l’animo dei peccatori. È questo il sigillo che accomuna vittime e carnefici, ed è per questo che troppo spesso sono gli innocenti a sentire su di sé il peso di una colpa immotivata
Il sacrificio degli innocenti. Un atto antico quanto il mondo.
Questa volta il destino ha scelto te. Non ha reclamato il tuo sangue, ma quello dei nemici della pace che tu stesso avresti ucciso in nome di un bene superiore. Non ha reclamato la tua vita, ma ti è stato chiesto di vivere per accogliere in te una divinità di morte.
Al peso della responsabilità di tanto sangue versato si aggiunge anche il tormento di questa memoria che ti assale dai recessi dell’inconscio, una memoria che ti perseguita come un fantasma, sussurrandoti parole che ti accusano di essere un mostro.
Non è stato il tuo corpo ad essere sacrificato, ma la tua anima.
Viviamo in una realtà sadica e spietata.
Tu lo sapevi, ma hai accettato tutto.
Non sei uno schiavo del destino, perché per quanto gli eventi ti abbiano spinto in una certa direzione sei stato capace di rivendicare la tua facoltà di scegliere prima di offrirti spontaneamente all’altare della Giustizia e lasciare che la tua anima venisse calpestata e dilaniata più e più volte.
Non è stata la rassegnazione a pilotare le tue azioni, ma un’accettazione consapevole di enorme dignità.
E questo non può che farti onore.
Le conseguenze di ciò che hai dovuto subire le stai pagando adesso.
Non riesci a trovare pace, e quel che è ancora peggiore è lo sguardo che ci rivolgi ogni volta che qualcuno ti rivolge la parola. Uno sguardo colpevole, come se volessi scusarti per la tua fragilità e sentissi di non avere il diritto di stare tanto male.
È terribile vederti così, e la consapevolezza di non sapere come aiutarti lo è ancora di più.
Ma troverò un modo. Fosse l'ultima cosa che faccio, lo troverò.
Per la prima volta nella mia vita mi so cosa significa mettere da parte tutti i propri crucci per dedicarsi completamente a qualcun'altro.
Forse sei stato proprio tu ad insegnarmelo.
Io sono sempre stato egoista. Ho sempre pensato solo ai miei problemi, ma tu ci sei sempre stato. Anche mentre il destino ti prendeva a calci, tu eri pronto a salvarmi quando mi vedevi vacillare, e ora che sei tu ad avere bisogno di me io non ti volterò le spalle.
Anche se non mi permetterai di avvicinarmi, io farò tutto ciò che mi sarà possibile per alleviare i tuoi tormenti.
Non importa se sarà difficile, non importa quanto ci vorrà.
Ho deciso che voglio regalarti la felicità che meriti, e giuro che lo farò.


Settembre 2014
 

  
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