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Autore: _The Little Dreamer_    13/07/2016    1 recensioni
Mini One-shot
[1.349 caratteri]
Kurt ha capito dalla vita che ci sono persone che sono nate per fare le cose e il restante si limita a guardare gli altri, mentre lui si punisce per rimanere fermo e quella che chiama amica gli ruba l'amore della sua vita.
Qualcuno cui non sa dire addio e neanche un semplice e secco "no", perché quando si provano ancora dei sentimenti verso qualcuno, si farebbe di tutto pur di stare al suo fianco, pure soffrire ogni giorno.
***
«Il sonno senza incubi lo avvolse, consapevole di non essere solo come me quando avrei varcato la porta l’indomani. Rubo giusto un sorso dalla bottiglia e mi lascio cullare dai ricordi ancora una volta, prima di sussurrare “Ti amo... ” e fregandomi del mio ormai bruciato orgoglio, tradendolo senza pudore.
E avrei giurato di sentire un “Anch’io... ” ma ormai mi fido poco del mio udito, ingannato a sua volta dalla mia mente troppo fantasiosa e speranzosa di sentirmi dire quelle parole tanto agognate.»
***
«Perché Blaine Anderson tempo fa rappresentava il mio tutto e adesso è solo il niente.»
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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You'll never know.

 

Let's not talk about it
Rest your head up on my shoulder.

Good wife - Mika.


 
Durante tutta la tua vita ti riempiono sempre di realtà ricoperte di buoni propositi e tantissime bugie dette a fin di bene, come per tenerti protetto e all’oscuro da quella che costituisce la pura e semplice verità.
Così ho imparato a scoprire da solo ogni singolo angolo del mondo, comprendendo che alcuni nascono per fare e ottenere qualunque cosa essi desiderano con tutto se stessi, mentre il resto può limitarsi a guardare.
E adesso che ci penso probabilmente faccio parte di questo restante.
Ogni giorno mi guardo allo specchio e riesco a scorgere solo l’immagine di un uomo infelice e destinato a rimanere per sempre solo, escludendo quei pochi amici che sono rimasti sempre al mio fianco.
Ed è con questa convinzione che mi guardo un’ultima volta allo specchio e salgo in macchina per raggiungere l’altra parte della città allo scopo di vederlo di nuovo, come se fossi uno stupido ragazzino di quindici anni cui piace farsi del male e del bene allo stesso tempo, fingendo che sia tutto perfetto, ma non è così.
Probabilmente perdo un battito quando vedo tra le dita della mia mano le chiavi di casa sua, perché ricordo ancora con quanta convinzione me le diede nel caso in cui ci fosse un’emergenza, cercando di convincermi con un secco e convinto: “Lo sai che mi fido solo di te, Kurt”.
Per questo non posso obbligarmi a restare sotto le coperte con la testa poggiata sul mio cuscino caldo una buona volta, perché Kurt Hummel non conoscere la possibilità di rispondere con un semplice “no”.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, posso giurare di aver sentito il cuore fare un rumoroso e assordante crack, mentre il silenzio intorno a me è interrotto da lievi singhiozzi e lamenti quasi impercettibili.
Avrei preferito non scontrarmi con l’immagine che mi si presenta davanti subito dopo: c’è lui che resta con il viso nascosto dalla luce, tenendolo sepolto contro lo schienale del divano in cui è rannicchiato in posizione supina. Mi avvicino, perché sento il bisogno di fissare i suoi occhi color miele e nocciola che quando sono avvolti dalle lacrime diventano più verde scuro come fossero un fitto bosco dal quale proteggersi.
Perché Blaine è un insieme di tantissime cose: la felicità estrema e subito dopo la tristezza più assoluta, il paradiso e l’inferno senza passare dal purgatorio neanche per un istante, il dolce più succoso e l’amaro che ti fa storcere la bocca al limite del possibile.
Perché Blaine Anderson tempo fa rappresentava il mio tutto e adesso è solo il niente.
Eppure sono qui, sapendo di non sopravvivere senza fissare il suo sorriso per un secondo in più e rispecchiarmi nelle sue iridi chiare che mi sanno parlare più delle sue parole.
E poi il mio destino si è limitato a portarmelo via, lasciando che lo svolgere degli eventi si compia e non posso fare nulla per cambiare anche solamente un piccolo particolare per evitare il peggio, raggiungendo il baratro, scontrandomi inevitabilmente contro il suolo. Fa male, questo ancora lo ricordo benissimo.
Saper respirare e poi svegliarsi senza ricordarsi più come si fa.
E semplicemente so in cuor mio che posso contare sulle mie uniche forze. Alla fine ci si alza, dopo tanto tempo, questo lo so per certo.
Mi sveglio dal mio sonno fatto di pensieri e mi limito a un semplice sussurro che risveglia qualcosa dentro di me senza neppure volerlo o averlo chiesto.
 
“Blaine... ”
 
Sento che si muove sotto il leggero tocco della mia mano, posata contro un suo braccio – non sul fianco, perché non è più tuo – e sospiro sereno quando finalmente il mio sguardo si scontra con quello suo.
 
“Hai fatto presto”.
 
E non sento nessuna insicurezza tra le sue parole, solo una pura constatazione dei fatti.
“Mi hai fatto davvero preoccupare” gli dico lentamente, mantenendo la voce bassa e confidenziale, permettendomi di sorridere solo alla fine. “Non era mia intenzione, avevo solo bisogno di parlare e non conosco nessuno migliore di te per questo” mi risponde, spiegandomi finalmente il motivo per cui mi ha chiamato e poi continua con “Tu mi conosci meglio di chiunque altro”.
“E allora raccontami tutto, io resto zitto finché non hai fin –” inizio a dire, ma finisce che mi sovrasta con la sua voce sempre ferma e calda e sento il cuore sciogliersi piano piano a ritmo delle sue frequenti pause.
“Rachel mi ha lasciato e si è portata Tracy fino al Messico, forse per raggiungere quello stronzo di commesso dello Starbucks. Mia figlia ha solo due anni, ti rendi conto Kurt?” spiega con tanta rabbia che percepisco sul suo corpo, mentre le sue spalle sembrano storte e tese per il nervoso.
E ricordo ancora come aveva lottato per prenderselo, non preoccupandosi di rubarmi l’amore da sotto gli occhi, come se non gli importasse che eravamo migliori amici fin dai tempi del liceo.
E ricordo pure le lacrime versate quando mi dissero il nome che avevano scelto per la bambina, lo stesso sognato da me per il figlio che volevo con lui in un futuro ormai dimenticato.
E non scordo facilmente la fitta allo stomaco quando mi telefonò per dirmi della gravidanza, quella falsa messa in scena quasi da attore nel congratularmi con entrambi seppur stessi soffrendo.
E non scordo neppure lo sguardo dispiaciuto di Blaine, facendomi credere in un momento di follia che si fosse pentito e mi amasse ancora come un tempo, come mi aveva promesso quella serata, mentre restavamo seduti uno accanto all’altro per poi darmi uno dei baci più lunghi e passionali che ci avessimo mai scambiato.
A volte le persone ci passano sopra, ma non dimenticano mai.
Io non faccio nessuna delle due cose e piango, soffro e grido ancora rivolto verso il muro, come se mi ascoltasse per davvero.
E adesso vorrei farlo, mentre tengo Blaine tra le mie braccia: il caldo della sua pelle che passa attraverso la stoffa dei suoi indumenti mi sta affogando nel dolore, ma trattengo ancora per un poco.
Se solo me lo avesse permesso e adesso non lo saprà mai che non lo avrei scambiato per nessun altro, lo giuro su tutto ciò di più caro io abbia, persino su me stesso. Lo giuro.
Se solo mi avesse dato tempo in più per dimostrargli che me ne sarei fregato della sua scarsa paga, perché m’importava solo di vedere quel sorriso splendente entrare dalla porta della nostra casa ancora una serata in più, sentendogli raccontare come aveva sorpreso tutti con la sua musica.
Eppure eccoci qui a piangere entrambi, solo che io non lo mostro e lo faccio in silenzio.
Ancora una volta resto a guardarlo mentre lui lo fa per davvero.
E probabilmente per provare un pizzico della felicità che avevo dentro di me quando toccavo la sua pelle liscia, dovrò aspettare un’altra vita, magari una in cui entrambi saremo più fortunati e sapremmo lottare per guadagnarci il nostro amore.
In questo momento, lo giuro, lo amerò per sempre, anche se non sarà mai mio.
E lo sento che le parole in questo momento sono solamente inutili, quindi “Poggia la testa sulla mia spalla, sfogati e ti prometto che starai meglio. Resto qui finché tornerai a sorridere, te lo prometto Blaine”.
“Davvero, come farei senza di te, non lo so” mi risponde, limitandosi a passarmi una bottiglia di Wisky, guardandomi con occhi brillanti per poi sentire la pressione del suo capo chiedere il permesso alla mia spalla di appoggiarsi solo un poco, mentre chiude gli occhi per addormentarsi.
Il sonno senza incubi lo avvolge, consapevole di non essere solo come me quando avrei varcato la porta l’indomani. Rubo giusto un sorso dalla bottiglia e mi lascio cullare dai ricordi ancora una volta, prima di sussurrare “Ti amo... ” e me ne frego del mio ormai bruciato orgoglio, tradendolo senza pudore.
E avrei giurato di aver sentito un “Anch’io... ” ma ormai mi fido poco del mio udito, ingannato a sua volta dalla mia mente troppo fantasiosa e speranzosa di sentirmi dire quelle parole tanto agognate.
Lo guardo giusto un secondo in più, prima di chiudere gli occhi in un bacio datogli sulla guancia.
 


Angolo di un'autrice che non sa più parlare.
Ciao!
Finalmente sono tornata dopo tantissimo tempo che non pubblicavo nulla su questa sezione e mi dispiace molto.
Questa è una fanfiction con zero pretese, perchè sa di fare un poco pena.

A fine giugno sono andata al concerto di Mika e quindi mi sono buttata ad ascoltare attentamente tutto il suo album, così mi è caduta all'occhio Good Wife, che è di una bellezza assurda. Quindi questo serve a dirvi che la storia si basa su questa canzone - ho fatto la brava e ve l'ho messa già con la traduzione.
E nada, ultimo avviso e poi sparisco.
Come ho detto già nella mia pagina autore, che per chi non lo sa è questa qua, divisa con la dolce e disponibile Gaialor, questa sarà la mia ultima fanfiction sul fandom di Glee, ma non mi sono mai piaciuti gli addii, perché non è detto che un giorno mi alzerò dal mio letto e deciderò di tornare a scrivere sui Klaine ♥
Quindi tutto qua, spero davvero di tornare presto e nel mentre possiamo contattarci in pagina, oppure tramite un semplice messaggio. Mi farebbe davvero piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate, in modo da farmi un'idea su dove devo migliorarmi - lo giuro, non mordo nessuno e sono davvero un cutiepie.
Detto tutto questo... arrivederci ♥

| The Little Dreamer.
 
 
  
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