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Autore: Misaki Starlyght    13/07/2016    1 recensioni
|| A r t h u r & U t h e r P e n d r a g o n || P o e s i a H e a d C a n o n ||
Poesia nata in una notte insonne, che racconta in brevi strofe il difficile rapporto tra padre e figlio, plasmato in una vita tra amore e odio, bugie e rimpianti. Leggete e saprete...
Genere: Fantasy, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Igraine, Principe Artù, Uther
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonsalve gente!! eccomi tornata con una nuova piccola poesia, partorita da una notte in bianco. Spero vi piaccia. Leggete e commentate se vi va. Baci Misaki.

collage
G u a r d a m i
 
G u a r d a m i, nascere tra i rantoli e le grida di dolore della donna che tanto amavi. Da quello stesso corpo che un tempo sterile, ora è prospero di vita. Gocce come diamanti solcano la sua fronte, e strette son le mani sulle lenzuola ormai vermiglie. Sangue di vita, sangue di Pendragon. Piccolo mondo, dove amore e dolore si fondono in un unico momento di pura gioia. Eccola in fine dopo il supremo sacrifico, arrendersi all’agognata pace. Prendimi fra le tue braccia padre, per ascoltare il mio primo vagito al mondo, mentre la madre mia tende il suo ultimo respiro. Lo senti? Il vento se lo porta via. L’equo peso della bilancia è ristabilito, una morte per una vita, questo il patto solenne esige e che mai spezzato sarà.

G u a r d a m i, sono qui. Arthur. Ecco il figlio tuo, nato dalla magia come tuo volere. Infausto il destino cui non hai dato ascolto, ed ora ne paghi le conseguenze. Rivedi in me la tua sposa amata e ne rimpiangi la perdita. Ma gioisci poiché sono il figlio maschio tanto desiderato. Il tuo erede giunto in un’era che diverrà leggenda.

G u a r d a m i, crescere fra le mura di Camelot, circondato da torri e sfarzo. Di giorno in giorno divengo più forte finché verrà il giorno della mia ascesa. Mie diventano le arti della spada e della guerra, mentre il tuo odio sale e strage realizzi. Mai più mago o strega varchi il tuo regno, questa da te la dura legge imposta o la morte giunga. Gli anni passano e il rancore prospera, si deposita in te come il veleno di un serpente e coltiva il tuo giardino di fiori avariati. Il tuo cuore avvizzisce e la mente vaneggia. Ti trascinano lontano, verso il fondo più nero.

G u a r d a m i, vivere nella tua tela indisturbato, io che sono fatto della stessa sostanza che tanto disprezzi. E al contempo giungo come tua ancora di salvezza dal mare della pazzia. Poiché sono tuo figlio e ami la carne della tua carne. Oh sciocco, tu che guardi ma non vedi, tu che senti ma non ascolti. Le tue idee funeste ti traghettano sempre più verso una morte già scritta.

G u a r d a m i, mentre ti sfido. Questo è il mio compito. Grande Drago il tuo fuoco si spegne, ed il mio sempre più vigoroso si fa. T’amo e ti odio per il tuo controverso spirito che tra gioie e dolori mi ha insegnato. Finché per mano d’inganno perisci e io ti vedo là traghettare fino alle sponde di Avalon, che al fine pace porta.
  
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