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Autore: callingonsatellites    13/07/2016    2 recensioni
(trama iniziale leggermente modificata)
Un tranquillo soggiorno nella -per lei tristissima- città di Londra per Kenny, fotografa "nomade" con fisso in testa il pensiero di un paio di occhi che non riuscirà a dimenticare, ma forse nemmeno a rivedere. Meno male che un simpaticissimo hater cercherà di rovinare l'esistenza sia a lei che alla band più famosa del momento, i Tokio Hotel. Riuscirà, in compagnia del vampiro più melodrammatico e del cantante più stridulo del mondo a scovare il nemico misterioso? E soprattutto, rivedrà gli amati occhioni stratruccati che le hanno rubato il cuore?
-crossover-
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(applauso per il titolo a caso-canzone dei Sex Pistols che stavo ascoltando :D yeee)
 
Bene people! Oggi vi regalo un EasterEgg (SI’, anche se non è Pasqua) sulla demenza assoluta dei nostri quattro amiconi giappogermanici. Quindi preparatevi con i popcorn e ringraziatemi per lo spoiler :D
 
-Quindi … mi stai dicendo che lo stallone sarebbe il tipo del servizio di Vogue?
 
Kenny e Alex avevano deciso di passare la serata a mangiare hot dog seduti su una panchina in un parco in parte alla strada.
 
-Mh-hm- annuì lei con la bocca piena.
 
-Ma … e cosa ci faceva a casa di … Nena?
 
-E’ la fua cantante pfefevita da quando efa piccolo.
 
-Ok, ma io non irrompo all’improvviso a casa di Madonna perché è la mia cantante preferita.
 
A Kenny andò quasi il boccone di traverso. –Pensavo ti fosse passata la febbre da Madonna!
 
-Annejade Campbell, io seguo Madonna da quando sono stato in grado di camminare.
 
-Il brutto di essere cresciuto senza uomini in casa.
 
-Lascia perdere e rispondi alla mia domanda!
 
-No, coso, ovvio che no- riprese lei. –Ma lui è un cantante di fama internazionale piuttosto bravo nell’ottenere quello che vuole.
 
-E questo cosa c’entra?
 
-C’entra che … che un giorno le ha chiesto un autografo, poi una foto e sono diventati amici per sempre!! Che cazzo ne so i …
 
-Ma bon jour garçons! Mi posso aggregare alla conversazione?
 
I due si girarono di scatto, in modo che il terzo arrivato si trovasse davanti due cosi, infagottati nelle felpe perché di sera ad Amburgo all’ombra fa schifosamente freddo, con gli occhi spalancati e le labbra sporche di maionese.
 
… ma facciamo un passo indietro.
 
#
 
Dopo essere riuscito a scappare dal cortile, il nostro amato vocalist si diresse con la sua andatura ballonzolante verso il centro, in cerca di qualche negozio Prada dove comprarsi una sostituta alla cintura persa.
E fu proprio ballonzolando che incrociò un duetto piuttosto ambiguo, gironzolante per le strade della città in sella ad un’improbabile Vespa giallo limone, che si urlava a vicenda nonostante fossero a pochi centimetri l’uno dall’altro.
 
-Dovevi girare a destra! No, ho detto destra! Occristo, ma mi ascolti quando parlo?
 
-Ci sto provando! Non ho scelto io questo catorcio più rumoroso di un motopic, diamine!
 
-Almeno rallenta!
 
-EEEHHH?!
 
-Rallenta ho detto! … CRISTODDIO, FERMATI!
 
-Ma che problemi hai?!
 
-Non vedi che c’era qualcuno in mezzo alla strada?! …
 
-Non è colpa mia se con questo casco non ci stanno gli occhiali! …
 
-La smetti di scaricarmi tutte le colpe del mondo?! Inizia a chiamarmi Pandora, già che ci sei! …
 
-Pandoro? Che cazzo c’entra il Pandoro? …
 
… e avanti così. Bill cercò di richiamare la loro attenzione, ma a quanto pare erano troppo impegnati a litigare. Non aveva grossi problemi a seguirli a piedi, dato che il motorino, a forza di partire e fermarsi, andava avanti pressoché a passo di lumaca con l’artrite.
 
-Ragazzi? …
 
-Ma non ce la fai a schiacciare quell’accelleratore?
 
-Se mi stai appiccicato in quel modo non riesco nemmeno a guidare, fra un po’ …
 
-Ragazzi …
 
-E che palle, basta rompere!- urlarono i due in coro, voltandosi verso il cantante.
 
-No, aspetta. EH?
 
-Ciao ragazzi. Pensavo foste a Mag.
 
-Bill, che cazzo ci fai in Germania, ad Amburgo, in mezzo alla STRADA?
 
-Beh, vi siete visti voi? Un ubriaco fatto di ecstasy guiderebbe meglio. Ma poi, se è lecito chiedere … perché una Vespa gialla? Insomma, Gus, se proprio dovevi comprarti una moto …
 
-Non l’ho scelta io. L’ha presa Georg al noleggio.
 
-E a cosa vi serve una Vespa a noleggio, se posso sapere?
 
-Lunga storia. Piuttosto tu perché non sei a svuotare boutique a Los Angeles?
 
-Avevo voglia di una vacanza.
 
-Una vacanza dalla vacanza? …
 
-Uhm, sì.
 
-Ti sei portato dietro anche tuo fratello per caso?
 
-Uffa, però, sempre tutti a chiedere di Tom. Nessuno che ogni tanto si interessi solo a me. Non è giusto. Il mondo è ingiusto! Scommetto che è solo perché sono…
 
-Sì, sì Bill, lo penso anche io. Allora, dove hai mollato il bro?
 
-In aeroporto. Credo sia ancora a dormire sulle valigie come un barbone. Beh, magari gli hanno anche lasciato qualche verdone …
 
-Per curiosità, cosa facevate prima di venire qui?
 
-Guardavamo la tv deprimendoci sul divano. Perché?
 
Il bassista scosse la testa. –Nah, per sapere. Coraggio, Sali che andiamo a prendere il pelandrone.
 
-Ma … in tre? Insomma, ragazzi, siete sicuri che non sia pericol- due paia di braccia lo tirarono sul motorino prima che potesse aggiungere altro, e poi partirono sgommando verso l’aeroporto.
 
#
 
-Bene, signori, se avete un motivo coi fiocchi per cui siete seduti in tre su una Vespa pensata per un solo passeggero, con uno di voi senza casco e un’andatura a zigzag alla velocità di ottanta chilometri orari, forse non vi metto una multa.
 
-Una motivazione c’è!- se ne uscì Bill da dietro la schiena di Georg. Avvicinò pericolosamente la faccia a quella dell’agente che li aveva fermati a pochi chilometri dall’aeroporto.
 
-La ascolto.
 
-Ma lei è proprio tonto se non l’ha capito. Non posso mettere il casco! Altrimenti mi rovinerei il trucco. Ma lei ha solo la vaga idea di quando mi ci voglia per imbastire su un make-up del genere?! E poi andiamo, per spostarmi mi servono come minimo due guardie del corpo. Sa, il mio eccessivo splendore suscita spesso comportamenti selvaggi nella gente che mi sta intorno.
 
-Ovvio. E mi spiega perché il suo splendore non lo porta in giro su una bella limousine, invece che invadere le strade a bordo di una Vespa giallo limone?!
 
-Quella è colpa di Georg- strillarono Bill e Gustav in coro. –L’ha scelta lui!
 
L’agente spostò lo sguardo sul diretto interessato; che provò un grande desiderio di sparire sotto terra.
 
-Cos’ha da dire a sua discolpa, sceglitore della Vespa?
 
-Io … voglio un avvocato.
 
-Mh- mugugnò l’agente, lasciando in pace Georg e scribacchiando sul blocchetto per le multe. –Per il momento le serviranno solo ottanta euro per la multa- borbottò sventolandogli il foglietto davanti alla faccia.
 
-Ma … è colpa mia adesso? …
 
-Certo, Ge. È sempre colpa tua- intervenì mieloso il vocalist, rivolgendo una sfarfallata di ciglia al bassista sull’orlo della crisi di pianto.
 
Nel frattempo Gustav fece levare di torno l’agente e i suoi soldi “sporchi della sofferenza delle altre persone” (con l’aggiunta di una faccia indignata).
 
-Bene, adesso che si fa?- chiese poi, volgendosi verso gli altri due.
 
-Mi pare ovvio. Riprendiamo la strada- affermò Bill inforcando gli occhiali da sole.
 
-Sì, certo, così ci facciamo ribeccare e buttiamo via un altro centone.
 
-Hai altre idee?
 
-Sì- intervenne Georg. –Gustav riporta questa cosa indietro e prendiamo un taxi.
 
-EH?! NO! Col cavolo! La riporti tu, casomai! Mica l’ho scelta io.
 
-Ma tu la sai guidare.
 
Il batterista sbuffò rumorosamente, per poi risalire in sella al motorino.
 
-Un giorno mi spiegherete perché- disse il vocalist, fissando Gustav che cercava di far ripartire il motore porconando.
 
-Un giorno- asserì Georg.
 
-Maaaa … è tanto lontano dove l’avete presa?
 
-Un po’. Avremo i nostri venti minuti da aspettare.
 
-Ma non stiamo meno a lasciarla qui, scusa?
 
-Ma sei matto?- strillò Georg. –Quello del noleggio mi strozza, come minimo.
 
-Gli hai lasciato documenti?
 
-Uhm … no- mugugnò pensieroso.
 
-E allora!
 
… sì, esatto. Mollarono la povera Vespa sul marciapiede, appoggiata ad un cipresso mal cresciuto, e se ne andarono allegri verso l’aeroporto in taxi.
 
#
 
Insomma, in breve, recuperato il chitarrista … come? Oh, certo. Parliamo di come “recuperarono il chitarrista”.
 
-Bene, adesso basta solo sperare che Tom non si sia mosso da dov’era- annunciò Bill aggiustandosi la giacca con aria da film americano di serie D.
 
-E tu ti ricordi dov’era, giusto?- fece Georg avvicinandosi in modo un po’ meno teatrale.
 
-Certo … - il terzetto si avviò verso le porte scorrevoli dell’aeroporto. -… che no!
 
-Quindi il piano quale sarebbe?
 
-Beh, questo: fate quello che faccio io- mormorò lapidario il vocalist. Per poi raggiungere in quattro falcate una hostess con un megafono in mano -probabilmente il microfono dell’aeroporto era stato danneggiato. Ci si arrangia come si può, no?-, strapparglielo e annunciare, dopo essersi arrampicato agilmente in cima ad una scala mobile:
 
-TOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOMMMMM? SVEEEGLIA CAAAARO, SONO IO E SONO VENUTO A PRENDERTI CON I G&G … SIAMO QUI ALL’INGRESSOOOOO! ALZA QUEL TUO CULETTO DA NEONATO E MUOOOVITI, TESOOROOO!
 
-Ah … e noi dovremmo fare quello che fa lui?- mormorò intanto Georg al compare, rimasto a basso a fissare l’amico che strillava cose oscene davanti ad un sacco di gente.
 
-Certo … però devi fare finta che stia semplicemente guardando, cercando di nascondersi il più possibile dalle persone che lo circondano. Muoviti, Geo, fai quello che fa lui- rispose il batterista, rimasto in silenzio fino a quel momento.
 
-Gus-Gus, i tuoi piani di spionaggio fanno pena.
 
-Lo so. Idea migliore?
 
Il bassista scosse la testa.
 
-Allora fai come dico io.
 
… il fantomatico e ricercato Tom venne fuori dopo cinque minuti buoni che Bill strillava nel megafono; barcollando, messo peggio di un barbone insonne, con due bagagli alla mano e tanta voglia di tirare quattro porconi di quelli seri.
 
-Bill, si può sapere che cazzo stai facendo lì sopra?- chiese, con la voce roca di sonno.
 
-OH! TI HO TROVATO. SAI, TI STAVAMO CERCANDO. APPENA IN TEMPO PRIMA CHE LA SECURITY MI SBATTA DENTRO, GRAZIE, TOMI. ADESSO SCENDO. MUOVITI, I G&G TI STANNO ASPETTANDO FUORI. IN TEORIA.
 
Il chitarrista scosse la testa. Impossibile riuscire a capire cosa ci fosse nella mente di suo fratello, meglio obbedire e non farlo arrabbiare.
Si diresse in silenzio verso l’uscita, incurante sotto gli occhi di tutti che lo squadravano peggio di un criminale diretto al patibolo; seguito a ruota dal fratello che nel frattempo era scivolato giù dalle scale, aveva ri-mollato il megafono in mano alla scioccata hostess ed era sfuggito per un pelo agli omoni della sicurezza infilandosi in mezzo alle camicie sudaticce e i distintivi consumati.
Insomma, se volete un quadro della situazione, avevamo un quartetto piuttosto discutibile –un batterista imbambolato, un bassista agitato con l’aspetto di  un ex-testimonial di Pantene, un barbone sonnolento con la faccia da fattone e uno stallone androgino probabilmente cacciato dalla passerella a calci perché considerato non comportalmente idoneo ad un pubblico criticante-, spiaccicato sul divanetto posteriore di un taxi amburghese che urlava indicazioni a destra e manca al tassista mentre decideva dove andare.
 
Alla fine, vennero scaricati dietro un albero.
 
-Bene- borbottò Tom spolverandosi la felpona. –Adesso cosa avresti intenzione di fare, mister Sveglio Le Persone Nel Bel Mezzo Di Sogni Paradisiaci Perché Devo Fare La Diva In Centro Ad Amburgo?
 
-Io direi di cercare un ristorante, ho fame- soggiunse immancabile Gustav.
 
-Io voglio solo sedermi- si lamentò esausto Georg.
 
-Bene!- esclamò Bill con l’aria di quello che sta per mettersi a dare ordini. –Quel chiosco di hot dog è perfetto per mangiare- urlò indicando un carretto da cui saliva una puzza di fritto e wurstel. –Laggiù c’è una panchina- disse poi spostando il dito inguantato, smaltato e inanellato (assieme a cui si muovevano con una sorprendente sincronizzazione le teste dei tre musicisti) verso un parco. -… e io ho una persona con cui parlare!
Detto questo, svolazzò verso una panchina occupata da due ragazzi stretti nelle loro felpe –tsè, stranieri … mai abbastanza preparati per il clima tedesco!- con due hot dog colanti di salsa in mano.
 
#
 
-Bill?
 
-Lo stallone?
 
-Io?
 
I tre si squadrarono per un attimo perplessi.
 
-Ok, ricominciamo.
 
-Sì, direi di sì.
 
-Ok, allora: Ciao ragazzi!
 
-Bill!- esclamarono i due mangiatori di hot dog in coro, esibendo una bella espressione entusiasta.
 
-Parlavate di me?
 
-Come fai a saperlo?- chiese Alex.
 
-Tsk, innocente ragazzo … - Bill e Kenny scossero la testa. –Lui sa tutto. Sempre e comunque.
 
-Ah. E come fa?
 
-Come sarebbe a dire “Come fa”?!- fece scioccato Bill. –Io sono Bill Kaulitz! Insomma … lo splendore corporale e cerebrale, la meraviglia assoluta, il sogno proibito di ogni creatura! Io sono IO!- snocciolò, indicandosi e facendo svariate giravolte.
 
-Capito?!- fece –seria- Kenny. Alex li fissava perplesso.
 
-Uhm … sì.
 
-Bene!- esclamò il vocalist battendo le mani soddisfatte, per poi sedersi vicino alla rossa. Anzi, distendendosi letteralmente sopra di lei. –Cosa hai fatto negli ultimi due mesi senza di me?- chiese lagnoso, guardandosi le unghie.
 
-Beh, io … - Kenny di fermò a pensare, osservando il cielo mentre gli grattava la testa a mo’ di micio viziato. –Niente che non fosse la normale routine. Ho fatto foto, photoshoppato le foto che avevo fatto, inviato i servizi alle varie riviste, conosciuto gente … - il pensiero andò alla faccia quadrata di Robert che si divorava la Nutella rimasta in dispensa. –Fatto colazione in giro in compagnia di gente poco affidabile.
 
-Tipo?
 
-Tipo vecchi amici … -questa volta pensò ai quattro criminali travestiti da musicisti hardcore che invadevano casa sua alle due di notte perché la loro camera d’hotel era rimasta senza luce. –E attori a caso.
 
-Eh? Che genere di attori a caso?- chiese il vocalist facendo la faccia da geloso.
 
-Attori a caso- ribadì Kenny fingendosi risoluta. –‘Scolta, non dirmi che non ti sei fatto nessuno in questi due mesi perché non ci credo.
 
-Uhm- fece Bill tornando alle unghie.
 
-Ecco, vedi? Comunque stai tranquillo. È solo un attore a caso.
 
I due stavano facendo l’allegra coppietta in viaggio romantico indisturbati; quando la Terza Presenza –ossia il povero e dimenticato Alex- sentì il bisogno di manifestarsi e far notare la sua esistenza.
 
-Scusate, ragazzi …- intervenne timidamente alzando una mano. –Se volete, io … posso spostarmi un po’ più in là, ecco …
 
-Ah, nessun problema, fai come ti pare- fece Bill con la più sfrenata aria da Regina Della Sfacciataggine agitando una mano.
A quel punto, Alex sentì ufficialmente il bisogno di alzare il posteriore e portarlo lontano da quel coso lamentoso che lo metteva in soggezione e finirsi il suo hot dog in pace.
 
Quando si fu allontanato, Kenny chiese:
-Ma non ti preoccupa Alex? Insomma, siamo sempre insieme. Io mi preoccuperei se tu avessi una ragazza sempre appiccicata.
 
-Ma Alex non ti è sempre appiccicato- iniziò il vocalist, con l’aria dello Sherlock Holmes che sta per snocciolare tutte le sue intuizioni genialoidi. –E’ solo un tuo collega, oltre che tuo amico da un pezzo. Non siete mai andati l’oltre tirarvi le patatine fritte al fastfood. Inoltre lui è fidanzato, ed è anche … - si interruppe un attimo per pensare, per poi aggiungere in modo ancora più sfacciato e lamentoso di prima: -troppo timido, volubile e impressionabile. Troppo scemo per una come te.
 
-Oooohh- fece ammirata Kenny, molto simile ad una bambina che guarda i fuochi d’artificio mentre fa i grattini in testa al suo gatto super-intelligente. –Ma graazie, lo considero un complimento.
 
-Oh, non c’è di che- rimasero un attimo in silenzio, facendo calare l’atmosfera ad un livello quasi romantico. Gli aceri che filtravano la luce della sera, le coppiette che passeggiavano strette uno nell’altro, gli uccellini che cantavano e qualche foglia che volteggiava piano prima di appoggiarsi dolcemente a terra, Gustav che tirava un ruttone e Tom che insultava le persone poco dietro di loro … se fossero andati avanti così la situazione sarebbe potuta degenerare in fretta: credevano di non ritrovarsi, o di ritrovarsi in modo sbagliato. Come se dopo il breve tempo di “calma dopo la tempesta” seguente al loro incontro qualcosa fosse potuto cambiare, qualche pezzo potesse essersi riincastrato in modo sbagliato, qualche carta avesse potuto piegarsi e far cadere tutto il castello. Una paura tremenda che fremeva nella testa di tutti e due: ma a quanto pareva, lì sotto la luce arancione del tramonto ad Amburgo, con le siepi parlanti, i cani ringhianti e i ciliegi e gli aceri, nulla era cambiato. Ogni pezzo era al posto giusto. Sarebbero potuti rimanere lì per sempre, fregarsene del mondo esterno e vivere soli nel loro piccolo e perfetto universo; lui che cantava le sue canzoni e che elencava le sue teorie di vita e lei che gli grattava la testa piano, annuendo a quelle teorie che era forse l’unica sulla Terra e nell’Universo in grado di capire. Perfetto, non avevano bisogno di nient’altro e nessun’altro … sarebbero rimasti lì per sempre e si sarebbero trasformati in una statua di granito rosa, o in un olivo come nei miti greci. Perfetto e per sempre. -… e poi scusa, tu ti preoccupi del rapporto tra me e Georg? Prova ad analizzare la situazione … è la stessa cosa.
 
-Uhm, sì. Domanda stupida. Scusa tanto.
 
-Oh, niente.
 
Yea guys. Lo so, lo so che vi state chiedendo dov’è finito il nostro simpatico psicopatico nascosto che trama tentando di accoppare i nostri simpatici amiconi. Tranquilli, non è andato in ferie, presto –forse anche nel prossimo capitolo- lo vedremo ricomparire. Gehehhehe. Preparatevi al peggio, people! >:D Ma intanto godetevi questa pillola di romanticismo mieloso e fatevi un bel giro in spiaggia. Mi raccomando la CREMA SOLARE, non vorrei mai che faceste la fine dei poveri emo pallidini come me che per un giorno in piscina di bruciano faccia, spalle e decolleté. Mi sto spellando come un pollo al forno.
… a proposito di spiaggia e polli al forno, volevo avvisare il gentile pubblico leggente (?) che a partire da venerdì –dopodomani- fino a lunedì 25 –quindi, se non ho sbagliato i calcoli, non il prossimo ma quello dopo- sono in giro a prendere il sole. Evviva. Ciò significa che riavrò il contatto con il popolo di EFP a partire da lunedì 25. Dunque, spero di riuscire ad aggiornare anche You Can Remember prima di partire, e se no … eh, ciccia, vi tocca aspettare un po’. Ma credo di potercela fare. *forse*
Ps. Oggi ho conosciuto la mia Terza Sorella Alien. Un applauso al mio angioletto custode che ogni tanto pensa a me. ^3^
… bene, ciancio alle bande! Saluti, bacini, occhiali da sole e renne felici a tutti coloro che leggeranno e lasceranno un commentino simpatico! :***** Baci dalla vostra cariiiiiissssssssima                 Lisa :D
   
 
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