Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Alyeska707    14/07/2016    3 recensioni
Duncan vedeva ogni regola come un filo, e i fili o si spezzano o si rompono.
Ma alla fine tra loro due non c’era poi tanta differenza: nessuno avrebbe mai permesso di appartenere a qualcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Addicted to blue hair and blue eyes

Chapter 9.- A new sound

10:23 a.m. “È davvero spettacolare!”
10:23 a.m. “A che ti riferisci?”

10:24 a.m. “Al fatto che è la prima volta che chattare con qualcuno è così… Cavolo, vorrei trovare qualcosa di più bello da dire, ma l’unica cosa che mi viene in mente è… bello.”
10:26 a.m. “Trent…”
Gwen continuò a ridacchiare, osservando il display del telefono, aperto sulla chat col chitarrista, dove continuava a lampeggiare la scritta fastidiosa del: “sta scrivendo”.
La risposta fu quasi immediata: “Sì, sì lo so, scusami. Però è vero!”
Gwen scrisse veloce il messaggio da inviare.
10:27 a.m. “Non mi interessa.”
Ma in fondo le interessava eccome, e sapeva che anche Trent, ovunque fosse, era a conoscenza del fatto che quelle parole, buttate lì, apparentemente distaccate, non corrispondessero del tutto alla realtà. Gwen era una ragazza, le piaceva sentirsi desiderata, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Stava sorridendo e non era a conoscenza del motivo per cui non riuscisse a smettere. Non voleva illudere Trent. Non aveva molte certezze, ma sapeva che non sarebbe mai tornata con Trent. Non poteva. Non per via dei suoi sentimenti; l’affetto per il ragazzo era ancora vivo, ma per principio. La sua visione di equilibrio e giustizia era sempre stata molto rigida e fissa nel suo precario equilibrio. Però comportarsi così, come in quel momento, la faceva sentire serena: nessuna tensione, nessun impegno. Niente a che vedere con quelle giornate, anzi, quei momenti di giornate –tranquillamente contabili sulle dita di una mano-, che aveva passato con Duncan. Pensare a lui continuava a farle uno strano effetto, come uno schiaffo. Forse stava tutto nel fatto che fosse strana, nel fatto che nel periodo che aveva passato in sua compagnia lo era stata ancora di più, che era turbata, il che risultava essere naturale data la realtà dei fatti. Ma forse questo non aveva senso, forse era solo una scusa che vedeva particolarmente convincente.
10: 30 a.m. “Posso chiederti una cosa? È da un po’ che ci penso…”
10:31 a.m. “Spara.”
10:31 a.m. “Tu come fai a conoscere Duncan Young?”

Il cuore di Gwen saltò un battito. Si affrettò a scrivere le prime cose che le passarono per la mente, di getto, senza badare alle parole in loro.
10:31 a.m. “Un fatto strano, ma non è importante, lo conosco appena.”
Mandò il messaggio e subito si sentì libera da un macigno. Dopo percepì la pateticità del testo. Sapeva ignobilmente di scusa. Non che lo fosse, comunque. Non del tutto.
“Ah” fu la risposta di Trent, che poi aggiunse un: “Penso sia un po’ tardi per spiegarti come io conosca lui.”
10:33 a.m. “Sì, lo è.”
10:33 a.m. “Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo.”
“Non ne ho voglia, Trent”
scrisse veloce, riferendosi all’argomento che il ragazzo stava toccando e che lei si ostinava a non voler digerire.
“Sai, la band si è sciolta” sviò il chitarrista. Gwen si limitò a un “Mi dispiace” di circostanza e Trent le spiegò com’era successo il tutto, al fatto che, ad uno ad uno, tutti i membri si fossero defilati, e Gwen arricchiva la chat inserendo monosillabi disinteressati di assenso ogni tanto, del tipo “Ah”, “Mh”, “Certo”, “Okay”.
10:42 a.m. “Spero di trovare una nuova band con cui esibirmi, anche solo occasionalmente.”
10:43 a.m. “E io spero che ci riuscirai.”
10:43 a.m. “Per ora siamo solo in due… io e Duncan, appunto.”
10:43 a.m. “Duncan?”

Le sue dita si mossero in automatico sulla tastiera del telefono. Perché Trent le aveva scritto “io e Duncan, appunto”? E perché l’“appunto”? cosa c’era di ovvio? Lei conosceva solo un Duncan, che sicuramente non era quello a cui stava alludendo il ragazzo. Forse era un amico che le aveva menzionato qualche volta e di cui lei si era prontamente dimenticata, non lo escludeva. Ma la risposta che ricevette in seguito la scombussolò completamente.
10:45 a.m. “Sì, Duncan Young. Abbiamo anche trovato una sala in cui poter suonare, costa poco. È accanto all’Idea Hall. Ci incontriamo oggi pomeriggio per provare qualcosa.”
Poi, dopo neanche una manciata di secondi, Trent aggiunse: “Ti sto invitando a venire.”
 
Aprì la porta con cautela, ancora convinta che si trattasse di uno scherzo. Uno scherzo pessimo, davvero di cattivo gusto. Invece no, i due erano davvero in quella stanza. Trent teneva la sua acustica a tracolla esibendo un sorriso tutto denti in sua direzione, che, ancora sulla porta, riusciva solo a intravedere la cresta verde di Duncan, chino in un angolo a collegare gli amplificatori.
«Gwen! Non posso credere che tu sia davvero qui!» esclamò Trent. I suoi occhi verdi erano tornati accesi come la ragazza li ricordava, sapevano di Primavera, di spensieratezza. Gwen fece qualche passo avanti, non sapendo bene né cosa dire né come comportarsi con Trent, o con Duncan. Si sentiva a disagio, totalmente fuori luogo e non trascorse molto tempo prima che si pentisse di aver accettato l’invito. Si sforzò di sorridere. «Non sono così inaffidabile» lo informò prima di sviare lo sguardo. Dopo incontrò gli occhi di Duncan, che si era rialzato da terra. Erano fissi su di lei, non accennavano a cambiare campo visivo. Gwen lo indicò.
«Credevo che tu ce l’avessi con lui» asserì accusatoria, inarcando le sopracciglia e indirizzando ora l’indice verso Trent.
Duncan alzò le spalle. «Un semplice disguido.»
La ragazza soppesò le opzioni: mettersi a litigare con lui fin da subito o cercare una via più risoluta? Alla fine optò per la seconda e si girò, cominciando a parlare con Trent, che continuava a sorridere.
«Come pensate di trovare gli altri membri?» domandò. Trent aprì la bocca per rispondere, ma il punk lo precedette, avvicinandosi ai due.
«Pensavamo di stampare qualche volantino, attaccarli in giro.»
«Ero convinta che tu avresti volentieri scritto l’annuncio su tutti i muri della città» lo schernì.
Duncan sorrise, riproponendo quel suo ghigno studiato che si divertiva sempre a esibire. Ogni volta che lo faceva, Gwen pensava a quanto ego dovesse nutrire verso se stesso per aver tanta fiducia nella riuscita di quell’espressione. Forse era perché tutte ci cascavano. Poi, come un fulmine a ciel sereno le tornò in mente il loro bacio: le ragioni e le circostanze di tale azione si distaccavano dalla massa e dagli stereotipi, certo, ma anche lei aveva nutrito in parte il narcisismo del punk. Imprecò mentalmente.
«Io lo avrei fatto volentieri, ma Mister-rispettiamo-la-natura, qui a fianco, ha bocciato l’idea.»
Gwen accartocciò le labbra. «Sei un criminale.»
«Non ti piaccio più?»
«Non mi sei mai piaciuto.» Duncan guardò Gwen con aria di sfida, di intesa. Aveva capito perfettamente che lei non aveva intenzione di portare niente alla luce. Avrebbe lasciato i giorni passati con Duncan a marcire nella sua testa, contando, un giorno, di dimenticarli davvero.
«Tu mi piaci.»
«Hai già una ragazza, Duncan.»
«Non mi piaci in quel senso. Non ti esaltare, Gwen.»
Lei alzò gli occhi al cielo. «Volevo solo chiarire che non sono come tutte quelle che si inginocchiano ai tuoi piedi, né ho intenzione di diventarlo.»
«Tu non sei una ragazza» corresse il punk «perché se lo fosti, non staresti a un….» s’interruppe facendo scorrere lo sguardo dai propri piedi a quelli di Gwen «… metro da me, ma a nemmeno cinque centimetri.»
La dark sospirò, mentre il desiderio di vincere quel rapido scambio di frecciatine cresceva vorticosamente in lei. «Se non sono una ragazza, allora cosa dovrei essere?»
Duncan si strinse nelle spalle e chiuse gli occhi, ispirando profondamente prima di parlare.
«Questo non lo so. Forse lo scoprirò col tempo, chissà.»
Gwen gli rivolse un’occhiataccia. Duncan l’accolse ridacchiando, e Trent, tra loro, face vagare lo sguardo prima sull’una, poi sull’altro, perplesso ma per niente curioso, perso nel dubbio. Non stava più sorridendo.  


Due mesi e cinque giorni dopo...
SI, SONO TORNATA! Questo è un periodo carino, quindi mi sento più adorabile e dopo la pubblicazione di ieri mi sono detta: "Perchè non combinare qualcosa anche qui? Sarebbe ora" ed eccomi col capitolo 9!! Spero ci sia ancora qualcuno interessato alla storia, se ci siete fatevi sentire! ^^
Detto questo nulla, magari il capitolo potrà sembrarvi appena sopra la soglia del decente, però ehi, ci ho provato! xD e ora che ho cambiato la rotta della trama... beh, spero di combinare di meglio nei prossimi capitoli! Fatemi sapere cosa ne pensate ^-^

Alyeska707

(so che la scelta del cambio di carattere per la chat Trent-Gwen non era per niente strettamente indispensabile, ma non so, mi andava, oggi sono presa così ^^)

  ◢
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Alyeska707