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Autore: Boy Directioner    14/07/2016    0 recensioni
Josh, un ragazzo di quindici anni, parte per una vacanza in Olanda, precisamente ad Haarlem, con la sua migliore amica, Margarette. In quella piccola città vicino la capitale troverà il suo amore della sua vita, non sarà una lei ma un lui. Il loro amore sarà abbastanza forte nonostante tutto?
(Fatti NON TUTTI realmente accaduti)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SUMMERLOVE



Smiley face


20 agosto 2016

10.00 AM.

È tempo di partire, mi dico in testa.

Oggi è il grande giorno, parto per i Paesi Bassi con la mia migliore amica Margarette e sua mamma, Catherine.
Sono agitato, e non poco. Mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno, mi guardo allo specchio, sospiro e inizio a lavarmi.
Sono alto, si, sono moro. Fisso il mio corpo magrolino e bianco poco abbronzato, i capelli sparati in aria e la faccia appena sveglia. I miei occhi color marroni che ogni volta che li guardo paiono sempre più scuri.


Come saranno questi dieci giorni la, in quella piccola cittadina?


Sorrido mentre esco, saluto mia mamma con un accaldante sorriso accompagnato da un buongiorno e lei ricambia. Mia madre poco più bassa di me ma con un grande cuore, è quasi la mia seconda migliore amica, nonostante i litigi le voglio un grande bene. Quasi mi dispiaceva lasciarla da sola con papà.

Faccio colazione velocemente e guardo se ho preparato tutto per il viaggio.

"Joshh, hai lo spazzolino?" mi chiede mia mamma.
"Siii" urlo, mentre cerco il mio cellulare che è attaccato ancora alla presa. Lo prendo e metto il caricatore nello zaino, assieme dei dolcetti per il viaggio in aereo.

Guardo l'orario, merda, è quasi l'ora di andare, prendo il mio zaino assieme la mia valigia e vedo mio padre che mi aspetta alla porta e quindi abbraccio mia madre le dico i miei ultimi saluti, la lascio mentre papà mi accompagna in macchina per andare a prendere Margarette e sua madre, a casa loro.

Mi metto su le cuffie, attivo la funzione shuffle sul telefono e mi parte Summer Love dei One Direction, non li ascolto mai ma questa canzone mi colpisce, non so perché, è una delle mie ballate preferite.
Solitamente ascolto musica pop ultimamente anche un po' di alternativo/indie come per esempio Melanie Martinez e Lana Del Rey, due artiste che ammiro molto.

Guardo fuori dalla finestra, la città tutta in movimento e il sole di agosto che batte forte sulle strade, la melodia di quella canzone accarezza le mie orecchie. Il via e vai delle macchine e il rumore delle moto, finalmente via da questo caos, penso.

Arrivati sotto casa loro, le vediamo subito davanti il portone anche loro attrezzate di valigie.

"Heyy Marghee!" urlo mentre l'abbraccio forte e le accarezzo la schiena.

"Ciao Josh!" ricambia il mio saluto stringendomi di più, sento il suo profumo, era il bagno schiuma alla frutta che le avevo regalato. Mi era mancato quel odore, visto che non la vedevo da un po' Margarette.

La conobbi alle elementari e fin dal primo giorno diventammo amici, ci fu un momento dove ci distaccammo per colpa della scuola secondaria di primo grado, ma in estate della seconda media le chiesi di uscire, non ricordo come ma sapevo che era fondamentale per me, lei è il puzzle mancante della mia felicità. Ora, o meglio finita l'estate, saremo in terza liceo e mi sto rendendo conto come sia veloce il tempo.

Margarette, oppure Marghe per abbreviare, era bionda cenere capelli lunghi, occhi marroncini chiari proprio come sua madre, di statura bassa ma piena d'amore. Il suo viso con linee dolci e quelle guance paffute, è un angelo ma allo stesso tempo non lo dimostra con i suoi piercings all'orecchio e di comportamento certe volte. È meschina la ragazza, atteggiamenti da diva presi da me, e questo non lo rimpiango, anzi mi piace influenzare altra gente.

Un fugace e caloroso ciao a sua madre, le aiuto con i bagagli e dritti per l'aeroporto.

"Allora siete pronti per questi dieci giorni?" domanda mio papà guardandoci attraverso lo specchietto retrovisore.

"Si" urliamo tutti e tre sorridendo.

Arrivati all'aeroporto, lasciamo mio padre il quale mi dice un felice "divertiti". Lo abbraccio e insieme alle altre due andiamo direttamente al gate visto che il check-in lo avevamo fatto online.



In Olanda stiamo dal fidanzato della madre di Marghe, i suoi si sono separati dalla quinta elementare e ora hanno diversi partner. Cosa che Margarette odia, purtroppo è costretta ad accettare. Per me è non la prima volta nei Paesi Bassi, la seconda in realtà, ci sono stato l'anno prima, ad Amsterdam. In questa vacanza alloggiamo ad Haarlem, poco distante dalla capitale.



In aereo siedo vicino a Marghe, la guardo e le accarezzo il viso liscio latteo.

"Sono veramente fortunato per aver un'amica come te" le sussurro appoggiando la testa sulla sua spalla mentre chiudo gli occhi e mi addormento con gli auricolari.

***

Il viaggio non è durato tanto che eravamo già in aeroporto Schipol di Amsterdam, mi era mancata l'atmosfera di questa città, ha qualcosa di diverso e soprattutto mi sento nuovamente a casa. La gente che ho conosciuto lo scorso anno, i luoghi e la cultura in particolare.

Sono talmente innamorato di questo paese che ho iniziato pure a imparare la lingua olandese, ovviamente non sono fluido come l'inglese ma me la cavo nelle frasi basiche.

Faccio un grande sospiro, prendo per mano la mia valigia e la mano di Margarette, lo facciamo sempre e alcune volte ci scambiano per fidanzati cosa che non mi da per niente fastidio, anzi.

"Pronta Marghe?", mi sorride e fa cenno di sì con la testa, le do un bacio sulla guancia e camminiamo verso l'uscita dell'aeroporto dove ci aspetta il fidanzato di Catherine, Joost.

Non avevo mai visto Joost fino a d'ora, ne avevo sentito solamente parlare nonostante lui sia venuto varie volte a casa di Margarette per trovare Catherine e finalmente ho l'occasione di incontrarlo.

"Oi" mi saluta in olandese "sono Joost" porgendo la mano.

"Ciao, Joshua" dico allungando la mia e stringendo la sua.

Di primo impatto vedo che è una persona solare, molto vivace e non sembra così male come diceva Marghe.

Saluta Catherine con un bacio, Margarette pure e ci accompagna verso la sua macchina, direzione Haarlem.

Dista circa quindici minuti dall'aeroporto e siamo già in città. Le piccole strade tortuose e i canali si vedono già, quasi tutti in bici. Respiro l'aria fresca e non inquinata come quella di casa. Non fa caldo né freddo, si stava bene ed è un miracolo visto che l'ultima volta che fui in Olanda il tempo non era uno dei migliori.

Chiudo gli occhi appoggiando la testa contro il vetro e sento solo il rumore della macchina e il parlare dei due fidanzati.

Cerco la mano di Margarette e ci metto sopra la mia, la stringo e intanto la guardo. Le faccio dei piccoli cerchiolini sul dorso della mano, ha una pelle morbidissima, della quale sono sempre stato geloso.

"È la tua prima volta ad Haarlem? Ho sentito che sei stato qua l'anno scorso" dice lui, guardandomi velocemente mentre guida.

"No mai stato qua ad Haarlem, l'anno scorso sono stato solamente ad Amsterdam e ad Utrecht" rispondo sempre sorridendo mentre ricordo Utrecht, li avevo mangiato del pane a forma di striscia con del formaggio, che però non mi ricordo il nome. Mi ricordo però che era buonissimo, il formaggio che si scioglieva in bocca e il pane croccante. Sento già l'acquolina in bocca.

Arriviamo nel quartiere di Joost e veniamo sorpresi da questo silenzio, è calmo e tutte le case sono a schiera, cosa che io amo. Mi da subito l'impatto di essere in Gran Bretagna, è uguale.

Le case uguali, una accanto all'altra, ma all'interno diverse. La cosa che mi ha stupito di più è che sono tutte aperte e quindi dalle finestre si può vedere tutto, insomma, non si ha privacy. Ma Catherine mi disse che, ad Haarlem, la gente si fa gli affari propri, quindi è tutto spiegato.

La macchina arriva in un viale chiamata Neptunestraat e alla fine c'è una piazza quadrata, la percorriamo e sui lati vi sono tutte le piccole abitazioni, delle quali una di queste è la casa di Joost. Scendiamo dalla macchina e prendiamo i nostri necessari.

La casa è bella, veniamo accolti da questo piccolo giardino e le bici parcheggiate a malo modo, tipico olandese. La parte frontale della casa, a sinistra si ha la porta d'ingresso e a destra una grande :finestra, dove si può vedere il salotto, sala da pranzo e la cucina.

Entriamo e veniamo accolti da questo piccolo corridoio con un comodino con delle chiavi e a lato delle scarpe messe in fila alla perfezione. Alla fine di questo c'è una scala che porta di sopra e il salotto con un bagno che non si vedeva dalla finestra. È una casa di tre piani, sopra il salotto ci sono due camere e un bagno e all'ultimo la camera di Joost e Catherine e il ripostiglio.

Margarette ed io andiamo in salotto dove vediamo questo ragazzo, giocare alla Playstation, lo guardo e lo salutò con un "Oi" e lui mi guarda  sorridendomi, si toglie le cuffie e mette il gioco in pausa e si alza dal divano e mi viene incontro:

"Ciao, Quinten" come il padre mi stringe la mano.

"Josh, piacere" lo guardo in faccia, e saluta anche Marghe, nel mentre lo esamino e ritorna a giocare. È bello, il suo viso il suo corpo magro e i suoi capelli marroni chiari che erano in sintonia con i suoi occhi, è più giovane di me sui 14 anni se non sbaglio. L'età del fratello di Marghe, Philip, che non è venuto perché rimasto dal padre.

Mi ero dimenticato che Joost aveva figli, e non ero sapiente di questa cosa fino il giorno prima della partenza quando Marghe mi avvisò via messaggio.

Il fidanzato di Catherine ci da la tenda da montare in giardino, che è sul retro della casa. Si, in quei dieci giorni dovremo dormire in tenda dato che in casa non c'è spazio. È difficile montarla, ma in poco tempo è già sopra, fortunatamente è grande, così grande che riesco a starci in piedi. Dentro mettiamo i due materassi con i sacchi a pelo, una piccola lampada e la nostra valigia.

È quasi ora di cena, Joost e Catherine la preparano, stasera si mangia riso con noci, specialità asiatica come mi hanno detto. In questi giorni non mangerò carne visto che loro due sono vegetariani, dovrò resistere.

Preparo la tavola assieme Margarette che mi da sei piatti che li distribuisco sulla tavola, in cucina prendo le forchette e i cucchiai mentre Marghe si occupa dei bicchieri e dei tovaglioli.

Sei? Siamo solo in cinque in questo momento, almeno così credo. Ci sarà qualcuno sopra ancora?

Ci sediamo con un posto vuoto a capo tavola, cipiglio a Catherine e Joost, "Ralph!" urla lui "è pronto, vieni a tavola" in lingua olandese.

Ah merda, è vero, Marghe me lo aveva detto che Joost aveva due figli, Quinten e Ralph. Immagino come sarà Ralph vedendo suo fratello minore.

Sento i rumori di passi che scendono, dalla tavola si vede la scala, lo vedo..

Respiro profondamente, oh Ralph quanto cazzo sei figo?

È come un angelo sceso in terra, bellissimo. Biondo e alto poco più di me, della mia età. La sua pelle biancastra che si intona con la sua maglietta bianca, quelle gambe lunghe ricoperte dai pantaloni color khaki chiari e Vans blu. Lo ammiro mentre si avvicina alla tavola, vedo bene i suoi occhi che sono di un azzurro scuro tipo lapislazzuli. Impreco tutti i santi, non può essere così bello.

Non penso mai così sulla gente, ma lui ha qualcosa che mi affascina, il suo aspetto fisico è semplicemente perfetto.

Cosa sta succedendo qua? Sono confuso, non posso pensare in questo modo. Assolutamente no.

"Ciao" saluta tutti noi, guardandoci in faccia.

Dannazione la sua voce..

Era soffice, il suo accento olandese che si fa sentire in quella parola italiana.

"Ciao, sono Josh" mi presento dandogli la mano, mi trema ed è anche sudata. La sua mano è morbidissima, anche troppo per esagerare. Mi sorride e china la testa.

Oh Ralph, oh Ralph..

Mangiamo e il silenzio imbarazzante ci circonda, do qualche occhiata ai due fratelli e sorrido internamente. La cena (s)fortunatamente dura poco, do una mano a mettere tutto in lavastoviglie e poi tutti in camera propria, nel nostro caso, in tenda.

***

"Marghe, è figo Ralph" le dico malizioso mentre ci cambiamo in pigiama, non ci ha mai infastidito cambiarci davanti l'uno e l'altro.

"Lo so, Josh, anche mia madre pensa così, crede che sia il tipo perfetto per me."

"Perché non lo è?" dico ridendo, lanciandole la mia maglietta. In effetti loro due non sono male come coppia messi insieme, potevano formare una power couple. "Stupido" ribatte.



Marghe e lui si conoscevano già da tre anni, ma mi disse che non si sono mai parlati. Il bello? È che Marghe è stata ad Haarlem a stare con loro e non si sono detti una parola.



Ci mettiamo dentro i sacchi a pelo, ognuno nel nostro letto, le do la buonanotte e lei mi dice altrettanto.

Nella tenda fa freddo, mi rannicchio in posizione fetale e chiudo gli occhi.

Ho un solo un pensiero:

Ralph.







FINE PRIMO CAPITOLO.





ANGOLO SCRITTORE.


Una nuova storia. Spero che questo primo capitolo vi incoraggi a leggere anche i seguenti che arriveranno. Come dicevo nell'introduzione i fatti sono QUASI realmente accaduti e sono recenti.
Scusate per ogni errore di battitura e grammaticale, fatemi sapere cosa ne pensate.

La foto di copertina è stata fatta da me, pure la foto. heavenisfake è il mio username di Wattpad
   
 
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