Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: sabdoesntcare    16/07/2016    3 recensioni
I fratelli Holmes si ritrovano a dover affrontare una bizzarra missione. Ma riusciranno a portarla a termine?
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anthea, John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il detective si alzò pigramente dal letto, grattandosi i ricci quasi a voler liberare i sogni rimasti intrappolati all’interno delle morbide spirali color del caffè.
Non era in vena di far colazione: c’era qualcosa di molto più importante da fare, perfino più importante del lavoro. Si vestì in pochi minuti, salutò frettolosamente la signora Hudson e scese in strada diretto con passo sicuro verso la macchina di Mycroft, sapeva che lo stava aspettando.

“Allora, dove sono?”
“A casa mia Sherlock, dove credi che possano essere?”
“Perché non li hai portati?”
“Non potevo portarli tutti, non essere ridicolo.”

Partirono nonostante le lamentele del più piccolo degli Holmes, che non capiva perché il fratello dovesse sempre rendere tutto così difficile. Forse ci provava gusto a sapere che sarebbe arrivato troppo tardi, pensò.
Era ancora l’alba e a Londra si gelava. Si maledì per aver deciso insieme al fratello di mettere in atto quel piano, nonostante fosse stato lui stesso a proporlo.
Dopo mezz’ora di viaggio finalmente arrivarono nella enorme dimora di Mycroft, c’era un piacevole tepore e il divano sembrava perfetto per continuare le proprie frammentate ore di sonno, eppure sapeva che non era il momento.

“Allora? Siamo già in ritardo.”
“Se tu non stessi ancora dormendo ti saresti accorto che li ho appena messi sul tavolo. Avanti, scegli.”
Per un attimo si sentì sprofondare. Certe figure non gli capitavano almeno dai tempi del liceo, in ogni caso decise di scacciare velocemente la vergogna, non aveva tempo per le competizioni intellettive. Nonostante la fretta rimase a riflettere a lungo, osservando con attenzione ciò che il fratello gli aveva posto davanti. Era una scelta importante – una scelta per la vita. Certo non la sua, ma tant’era.
“Avanti Sherlock, non avevi detto che eravamo in ritardo?”
“Aspetta.” Disse facendo il suo solito gesto per zittire chi, come spesso accadeva, interrompeva il suo intenso flusso di pensieri con inutili commenti.

“Perfetto. Prendo questo.”
“Molto bene. Anthea ti riaccompagnerà a casa.”
“Abbiamo mezz’ora di viaggio davanti. Che probabilità ci sono che succeda qualcosa?”
“Buona fortuna.” Disse Mycroft, sorridendo sarcasticamente.
Sherlock roteò gli occhi, uscì di casa e salì in macchina con l’assistente di suo fratello.
Fortunatamente in quella mezz’ora nulla di negativo accadde ed il nostro eroe mattutino riuscì a tornare al 221B sano e salvo. La Hudson era sulle scale e cominciarono a parlarsi a distanza di 8 scalini senza fare nessun suono, simulando (ed esagerando) i movimenti facciali per facilitare la lettura delle labbra all’altro.
A guardarli sembravano dei cavernicoli che tentavano di comunicare dove fossero le noci di cocco più vicine, Mycroft ne sarebbe stato deliziato.

“John è sveglio?”
“Cosa?”
“È SVEGLIO JOHN?”
“No, no!”
“Allora salgo?”
“Sì, ma fai piano!”


Sherlock salì a rallentatore le scale, sudando freddo al pensiero di rischiare di mandare tutto all’aria col minimo rumore. Certo, non si era svegliato fin’ora nonostante l’andirivieni, perché farlo adesso?
Probabilmente perché John aveva un talento innato nell’arrivare nel posto sbagliato al momento sbagliato, pensò.
L’importante missione dei fratelli Holmes andò a buon fine, Sherlock riuscì a sedersi sulla propria poltrona senza che John si svegliasse ed uscisse dalla propria camera. Mandò la Hudson a preparare il the per John mentre lui metteva al proprio posto quanto ricevuto da Mycroft.
Presto sentì la voce della Hudson e il tintinnio del servizio da the in camera di John e le domande assonnate di quest’ultimo nel vedersi metà letto vuoto.

“Dov’è Sherlock?”
“Stamattina si è alzato presto, ti sta aspettando in salotto. C’è una cosa che deve mostrarti.”  
Il detective vide John entrare in salotto confuso, spettinato più del solito e ancora con il the in mano.
“Che c’è Sherlock? Perché non sei rimasto a letto?”
“Non vuoi finire prima il tuo the?”
John si assicurò che la Hudson fosse ancora in camera sua così che non potesse sentirli, per poi sussurrare con tono scherzosamente irritato:
“No che non voglio finire prima il mio the. Stamattina il mio ragazzo ha deciso di lasciarmi solo a letto senza nemmeno un po’ di… hai capito. Spero che tu abbia un’ottima motivazione, signor Holmes.”
Sherlock prese delicatamente il cesto che aveva nascosto dietro la propria poltrona, mostrando il gattino all’interno.

“Buon compleanno John.”
Il dottore rimase per un attimo senza parole, commosso. Mise via il the e corse a baciare il suo – grazie al cielo, finalmente – fidanzato, per poi accarezzare il micetto. Era davvero piccolo.

“Mycroft ha trovato una cucciolata di fronte casa sua, la madre sembra fosse morta investita.
Ha deciso di tenerli tutti, ma siccome il tuo compleanno era vicino e sapevo che volevi un gatto, ho deciso di tartassarlo finché non me ne ha concesso uno. Devo dire che è stato difficile convincerlo, nonostante ne abbia comunque parecchi da crescere.”
John rimase stupefatto. “Mycroft che rimane attaccato a dei gattini?”
Sherlock sorrise. “Non è la prima volta, ma se sa che ti racconto questa storia sono un uomo morto.” Così dicendo poggiò il cesto accanto alla poltrona, il gattino si era addormentato non appena aveva sentito il tocco di John.
Quest’ultimo ormai divorato dalla curiosità gli sorrise maliziosamente, per poi commentare con un “avanti, uomo morto. Sono tutt’orecchie.”
“Pensa alla privacy del povero Mycroft!”
“Quando mai ti è importato della sua privacy?” per estorcergli le informazioni si chinò su di lui, baciandolo delicatamente sul collo più volte.
“Mi stai convincendo a fare cose ben diverse dal parlare di mio fratello, lo sai?” disse Sherlock ridendo.

John incurante dei commenti iniziò ad alternare i baci – sempre meno delicati – a leggeri morsi su collo e spalla.
“Dai Sherlock Holmes, per una volta sei tu quello sotto interrogatorio” disse poi, scherzoso.
Sherlock si morse leggermente il labbro, la situazione stava prendendo una piega ben diversa da quella iniziale.
“Signora Hudson” urlò all’improvviso con voce tremante e ironica “credo che sia ora della spesa”
Risero entrambi, e il dottore – ormai più entusiasta della reazione di Sherlock che dall’idea di qualche racconto insolito su suo fratello maggiore – decise di mettere una mano sotto la camicia di Sherlock, facendolo sussultare.

Arrossì leggermente in viso e ormai cosciente che non avrebbe resistito a lungo, tentò di nuovo di urlare, stavolta quasi con tono supplichevole.
“Signora Hudson! Signora! La spesa! Vada a fare la spesa…” la voce tremava e andava a calare al ritmo dei baci di John, se non li avesse lasciati soli sarebbe stato un problema suo, dato che la razionalità del detective stava per scomparire a breve.
Fortunatamente quasi mezzo minuto dopo sentirono la Hudson urlare “Sto andando Sherlock, sto andando! Non sono mica stupida!” trattenendo a stento le risate.

Si sentì chiudere la porta, e da quel momento il cervello di entrambi si spense.
Qualche minuto dopo, in un breve momento di lucidità il dottore commentò “Sarà meglio andare in camera, potremmo svegliare il gatto.”
Si trascinarono frettolosamente in camera, chiudendosi la porta alle spalle. Tutto ciò che rimase dentro furono risate, baci, frasi stupide ma divertenti dette influenzati dagli ormoni e che nessuno avrebbe sentito, perché tutto il mondo era fuori e andava bene così.
In quella fredda mattina a Londra, John Watson festeggiò il suo compleanno.

Ovviamente, fu uno dei più felici compleanni che si potessero immaginare.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: sabdoesntcare