«Kuri-bou.» la voce lo chiama, e le dita dai capelli scivolano sino ad incontrare la guancia. [...] Ookurikara non risponde nell’immediato, ma l’altro non sente bisogno di mettergli fretta – Tsurumaru sa aspettare, ha imparato a farlo in quegli anni di solitudine cui conosce soltanto pochi e miseri dettagli.
«Non voglio che ti trattieni. Lo sai, vero?»
[...]
«Lo so.»
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