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Autore: nikidon92    18/07/2016    0 recensioni
Ciao a tutti! questa è la mia prima fanfiction! il protagonista è il mio adorato Lip, con l'ingresso di un nuovo personaggio. la storia comincia dal secondo anno di università di Lip. Ci sono un po' di variazioni rispetto alla serie originale e avvenimenti che in realtà non sono presenti nella serie. In più è presente un leggerissimo Cross over, giusto per rendere la storia un po' più interessante... Detto questo, vi auguro buona lettura!
p.s.: sono ben accetti consigli e opinioni positive e negative ^-^ ciau!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2

Lip

Vedere Ian mi sorprese. Era molto tempo che non mi faceva visita. Da quando era tornato con Mickey aveva trovato un equilibrio e una quotidianità che difficilmente rompeva. Rimasi quindi stranito quando mi disse che aveva portato una ragazza con sé. Mi raccontò chi era e come l'aveva conosciuta: una storia bizzarra e incominciai ad immaginarmela. Dalla descrizione di Ian doveva avere la mia stessa età, mora non molto alta e da quello che mi aveva detto neanche troppo carina. Vedere la stessa ragazza che avevo raggirato poche ore prima davanti al dormitorio non mi stupì più di tanto, aveva proprio l'aria da imbranata! Lei al contrario sembrava leggermente incredula, ma voleva nessuno lo notasse. Ian ci presentò e noi ci stringemmo le mani
-Piacere Lip, io sono Bea- sottolineò il mio nome con una certa enfasi, io le sorrisi. Aveva un'aria strana quella ragazza… Come se nascondesse qualcosa. Mangiammo alla mensa dell'università, parlando del più e del meno e alla fine Ian andò via. Dopo la presa in giro, mi sembrò il minimo accompagnare Bea alla sua stanza
-Guarda che ormai l'ho trovata, non ho bisogno della guida
-Lo so, ma volevo farmi perdonare
-E pensi che basterà così poco?- le sue labbra si aprirono in un sorriso. Guardandola meglio, non era così male: non era la solita ragazza perfetta, aveva una bella scollatura, mentre i jeans fasciavano le sue cosce un po' pienotte. La cosa che mi metteva in leggero imbarazzo erano i suoi occhi: profondi, castani, scrutavano i miei come a voler scoprire qualcosa.
-Allora, Bea… che segreto nascondi?- Neanche l'avessi insultata mi guardò seria, con aria preoccupata senza dire una parola -Hey, guarda che scherzavo, rilassati-  abbassò lo sguardo
-Grazie per avermi accompagnata, vado a stendermi
-Hai… hai bisogno di qualcosa?
-No, grazie
-Senti…- la fermai di nuovo sulla soglia -Stasera c'è una festa per i nuovi arrivati, non puoi restare chiusa in camera
-Non credo di farcela
-Hai qualcosa di più interessante da fare?
-Puo' darsi
-Non fare la preziosa… Sappiamo entrambi che starai davanti il pc a guardare qualche stupido film romantico- mi guardò offesa
-Possiedi una gentilezza sopraffina…
-Non volevo essere gentile
-Direi che ti viene naturale
-Allora, vieni o no?
-Senti, lasciami in pace, addio- entrò sbattendomi la porta in faccia.
 

Bea

Okay… Respiro profondo, dovevo resistere. Quel ragazzo aveva la capacità di imbarazzarmi, non che ci volesse molto… Nello stesso istante in cui mi aveva proposto di andare alla festa io sapevo già che sarei andata, ma non volevo dargli soddisfazione. Erano le tre passate, avevo il tempo esatto di darmi una restaurata… Non ricordavo più quando fosse stata l'ultima volta che partecipai ad una festa, dovevo rimettermi in sesto. Optai per un vestito blu, appena sopra il ginocchio con uno stivaletto comodo.
 Mentre ero sotto la doccia squillò il telefono, uscii, evitando di scivolare,  e mi affrettai a rispondere
-Pronto?- ci furono alcuni istanti di silenzio -Pronto?
-Beatrice- la sua voce era ancora un ricordo vivo nella mia mente
-Che cosa vuoi?
-Vorrei sapere come stai
-Come vuoi che stia? Io… Io cerco di ricominciare da zero. Devi lasciarmi in pace Jane.
-So come ti senti
-TU! Tu non sai un cazzo!
-Dove sei? Voglio parlarti
-Non voglio né vederti, né sentirti, né parlarti. Cancella il mio numero e sparisci dalla mia vita!- riagganciai, le mani mi tremavano e le lacrime stavano per rigarmi il viso. Mancava poco alla festa, non avevo tempo per piangermi addosso, quindi finii di prepararmi e uscii dalla stanza, chiudendo a chiave. Quello che mi ritrovavo davanti era un campo di battaglia in cui le armi erano alcool, canne, musica a palla e corpi struscianti.

 

Lip

L'avevo già vista. Era appena uscita dalla camera e stava andando nel corridoio opposto a dov'ero io. La ragazza bionda che mi ritrovavo addosso improvvisamente non mi fece più alcun effetto: me la scollai di dosso e seguii Bea. Dire che mi piaceva era una grossa parola, più che altro mi incuriosiva. Presi una birra al volo, ma la persi di vista, la cercai per i corridoi ma era come scomparsa. Mi girai attorno: niente, svanita!
-Non mi piacciono gli stalker- mi girai di scatto e lei era lì, proprio davanti ai miei occhi
-Non lo sono, ti stavo solo portando da bere- le offrii la birra
-No, non bevo
-Ma da te avrò solo risposte negative?
-Probabilmente- ci fissammo per qualche istante, poi lei abbassò lo sguardo. Istintivamente, senza farci caso le sollevai il mento, in modo che i nostri occhi si ritrovassero
-Di cosa ti vergogni?
-Non capiresti
-Ne sei proprio sicura? Prova almeno a fare un tentativo, dicono tutti che sono un buon ascoltatore- restò in silenzio, valutando la mia proposta, non lasciava cadere lo sguardo e io
cercai di fare la faccia più convincente che avessi
-Non posso farlo- mi girò le spalle e fece per andarsene. La presi per un braccio e la tirai verso di me
-Oh, andiamo!! "non posso, non bevo, non capiresti" no, no, no! Per una volta potresti lasciarti andare… Sei al college, cazzo! Devi festeggiare! Guardati attorno: nessuno pensa a ieri, 
né a domani, esiste solo il divertimento, solo il momento. Puoi farlo qui. Nessuno ti dirà qualcosa o ti giudicherà- prese improvvisamene il bicchiere e bevve la birra in un solo sorso
-Va bene così?

-Hey, hey, hey- le tolsi il bicchiere dalle mani -non credi che possa bastare?- era passata un'intera notte e per una che non beveva, Bea ci era andata pesante
-Chi sei tu, mia madre?- sì, era totalmente sbronza, dovevo convincerla a tornare in camera
-Bea, vieni con me?
-Dove?
-Vuoi un'altra birra?- non se lo fece ripetere due volte e appoggiata al mio braccio incominciò a fare qualche passo…
Arrivati alla sua stanza era praticamente in catalessi, provai ad aprire ma era chiusa -Bea, Bea dove hai le chiavi?- la sua risposta, neanche a dirlo fu un biascicamento di parole senza senso. La cosa più semplice era portarla in camera mia. Salimmo le scale con una certa difficoltà ma alla fine arrivammo in camera. Si sdraiò sul letto, io le tolsi le scarpe e mi spogliai. Ero ancora in bagno quando sentii urlare in camera
-No! Non dirlo a nessuno, ti prego- tornai di corsa per vedere che stesse succedendo: lei era ancora stirata, con i capelli in disordine, gli occhi chiusi. Continuò a parlare -Devi lasciarmi in pace. John non esiste. Lui non c'è- mi sdraiai accanto a lei, incuriosito dai suoi discorsi notturni e in poco tempo mi addormentai anche io.

   
 
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