Tu sei un soldato!
Il tuo dovere è obbedire!
Sei il martello del Primo Ordine!
Per tutta la mia vita mi hanno ripetuto queste parole. Mi hanno addestrato, plasmato per uno scopo che non sentivo mio.
Non ho ricordi di quello che sono stato, il mondo è lontano. La mia vecchia famiglia non è altro che immagini confuse e sbiadite dal tempo.
Ho imparato ad impugnare un blaster prima ancora di scrivere e memorizzato codici ancor prima di saper leggere. Sono stato sempre considerato un droide. Una macchina composta di carne e ossa anziché di circuiti e sistemi digitali. A volte mi chiedevo quale fosse la differenza tra me e loro.
E ora dopo mesi d’addestramento mi trovo su un mezzo da sbarco, la mia destinazione mi è ignota, la missione invece è molto semplice; sbarcare e conquistare un villaggio di traditori.
Anche se il mio comandante è stato molto vago sul perché siano dei traditori. Se non ho capito male il pianeta dove sono diretto si chiama Jakku.
La navetta sbarca.
Il portellone si apre.
L’aria fresca della sera ci investe con una leggera brezza.
Poi la tempesta.
Il rombo dei blaster in ogni dove, vedo corpi cadere ovunque. Non c’è tempo per pensare. Seguo il mio istinto e mi nascondo, in attesa che accada qualcosa.
Mi giro e vedo uno dei miei compagni che crolla a terra, nonostante il casco riesco a sentire il suo dolore, riesco persino a vederlo.
Poco dopo tutti gli abitanti sopravvissuti vengono radunati, l’ordine del capitano è uno solo.
Al mio ordine!
Fuoco!
Ma io non obbedisco.
È troppo per me.
Non è questo ciò per cui voglio vivere, non voglio essere un carnefice d’innocenti.
Ho deciso.
Da oggi non sarò più FN-2187.
Non sarò solo un numero.
Mai più.