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Autore: Hades_sama    18/07/2016    0 recensioni
Una raccolta di aneddoti di vita (reale) divertenti e con una calda sfumatura per ogni diversa situazione.
Un tentativo di vedere il "lato nero" in maniera più...positiva, cercando di mostrare il bicchiere mezzo pieno della situazione. Il tutto accompagnato da un buon consiglio/proverbio [Dohko ringrazia]
Raccolta revisionata.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1calore

Titolo: Le apparenze ingannano.

Personaggi: Aquarius Camus, Scorpio Milo

Contesto: Ipotetico post-Hades con i Gold vivi

Prompt: Bottiglia da vino dal collo lungo

Sentimento Dominante: Rabbia

 

«Come hai potuto!!!»

All’Undicesima Casa dello Zodiaco un grido agghiacciante stava mettendo sotto sopra l’ordine del silenzio che vigeva in quel luogo. Cosa che rispose a quella voce sforzata da graffiare le corde vocali; non importava quanto il timbro di Scorpio Milo potesse raggiungere decibel insopportabili all’udito, Aquarius Camus non avrebbe mai dato ascolto a quelle parole che lo accusavano… di cosa, poi? Non lo aveva ancora ben chiaro.

«Mi hai tradito! Chi è?! Con chi mi hai messo le corna!!! Traditore doppiogiochista!!!»

«C-come?»

Il francese aveva abbandonato la sua aria altezzosa e distaccata perché quelle accuse sputategli addosso dal greco lo lasciarono esterrefatto; lui… cosa?!

«È Shura? No, improbabile. È troppo ligio al dovere per potersi “distrarre” dai suoi allenamenti. È Aphrodite? Ah! Oh, Athena!!! Mi rifiuto anche solo di pensare di essere stato cornificato da quella primadonna isterica!!! È Shak… perché lo sto considerando??? Sono messo male!? Eh!!! Non sarà mica Saga…?»

Raggiunto il limite di sopportazione, Camus afferrò ambedue gli spallacci dorati della Gold Cloth di Scorpio, interrompendo quell’imbarazzante monologo. Fissò i suoi occhi indaco in quelli di ghiaccio del greco, assumendo un’aria autoritaria e che non ammetteva repliche.

«Di che diavolo stai parlando?»

Come se quelle parole potessero essere uno Scarlett Needle, il volto del Saint dello Scorpione assunse un’aria ferita e incredula; il labbro inferiore venne stretto dagli incisivi, mentre le sopracciglia parvero divenire un’unica arcata tanto si avvicinarono. Il volto si allontanò da quello del compagno, come se quella vicinanza minasse il suo stato mentale o gli portasse via l’ossigeno.

«Allora è Saga…»

Allo sguardo impassibile al movimento, se non fosse stato per il sopracciglio sinistro che si inclinò verso l’occhio, Milo scattò: la sclera(1) iniziò a divenire di un rosso intenso, probabilmente nel tentativo di trattenere quelle lacrime che gli stavano pizzicando gli occhi, insistendo nell’uscire. La fronte si aggrottò e sulle tempie apparvero due vene che pulsavano talmente con vigore che il francese temette che sarebbero potute scoppiare. Le labbra dapprima tenute serrate si stirarono in una smorfia canina, digrignando i denti e facendoli quasi stridere tale era la forza impressa nel morso. Le guance tinte di un’intensa tonalità cremisi, seconda solo alla Scarlett Needle di quell’uomo. Era in arrivo una scenata isterica tipica di uno Scorpione (lo scorpione che conosco io è incredibilmente permaloso ed egocentrico N.d.A.), e Camus se ne accorse immediatamente: lasciò la presa e fece qualche passo indietro, prima che i suoi timpani venissero distrutti dall’urlo disumano del greco.

«Con Saga?! Complimenti!!! I traditori stanno bene con i propri simili!!! Razza di filibustiere come ti sei permesso di farmi questo?! Non te la perdono! Non con Saga!!! Che ha più di me a parte qualche cm di altezza?! È forse più bravo a baciar-»

«Milo! Di che parli?»

«DI QUELLE!!!»

L’unghia scarlatta dell’indice destro si puntò sulle labbra gonfie e rosee del francese, che in quel momento comprese tutto… e si portò una mano alla bocca per evitare di scoppiare a ridere in faccia al greco. Ma quanto poteva essere geloso?

Calmatosi dall’ilarità, si ricompose e si rivolse al compagno che aveva la testa che gli fumava talmente tanto che poteva essere usata come piastra per affumicarci il salmone.

«1- Che prove hai per accusarmi? 2- Non pensavo soffrissi di complessi di inferiorità. 3- Lo conosci il significato della parola “filibustiere”? Non mi pare centri molto con la questione… 4- Aspettami qui; torno subito.»

Dettò ciò si diresse all’interno del corridoio che conduceva agli alloggi privati del Guardiano del Tempio, per tornare con in mano un oggetto di vetro che mise davanti agli occhi esterrefatti del greco. Notando il completo smarrimento del compagno, Camus si decise a svelare l’arcano.

«Beh, non la riconosci? È con lei che ti ho messo le corna.»

«UNA BOTTIGLIA?!»

«Beh, oggi era una giornata particolarmente calda e la scalata per giungere sino al mio Tempio mi aveva messo molta sete. Lei era sulla mia scrivania, ma non era accompagnata dal solito bicchiere (che avevo messo a lavare) così ho bevuto dal collo stretto, a canna, tutto d’un fiato. Per via dell’apertura piccola e della foga con cui ho bevuto, le labbra mi si sono gonfiate ed arrossate per il mio gesto davvero barbaro… quindi il mio bacio l’ho dato a lei.»

Se avesse potuto, la mascella di Milo si sarebbe staccata.

 

(1): parte bianca dell’occhio.

 

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

Beh, questa cosa era da un po’ che mi frullava in testa, e purtroppo questo è un aneddoto della mia fortunata vita; per carità, se mi capitano cavolate simili faccio i salti di gioia, ma se sono all’ordine del giorno diventano alquanto fastidiose… comunque spero di avervi fatto divertire un poco.

Ah, la bottiglia incriminata è accanto a me ;)

Ciao a tutti.

 

Questa storiella è stata scritta il 24 gennaio 2016. La raccolta è un modo per farmi perdonare per la mia improduttività di questo ultimo periodo; necessito urgentemente di una vacanza.

Chiedo venia a tutti.
   
 
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