“Quando è il cuore ad essere
ferito,
non esce sangue.
Così la persona non si rende conto
di dove sia la ferita.”
Tokyo Babylon
“Perchè
non posso vivere nei sogni?”
Tokyo Babylon
Playground school bell
rings again
rain clouds come to play again
Esco da scuola respirando piano l’aria del primo autunno. Come cambia in fretta il tempo, un giorno c’è il sole e l’altro piove, eppure io non vedo che pioggia. Forse è l’autunno a rendermi triste, o forse felice non sono stato mai.
Quest’anno ho gli esami d’ammissione all’università, quindi niente squadra di basket e questo mi dispiace. Giocare m’impediva di pensare e rendermi conto di non valere nulla. Finché ero nella squadra di basket, potevo rendermi utile e per qualcuno ero importante, anche solo per sedare le continue risse. Ma ormai è un capitolo chiuso.
Mi sento come un bruco che non diventerà mai farfalla.
Inizia a piovere. Ho dimenticato l’ombrello a casa. Mi bagnerò, ma forse la pioggia riuscirà dove neppure io sono riuscito ad arrivare.
Alzo gli occhi al cielo. È così buio da far paura. Mi stringo forte nel mio giaccone e cammino.
has no one told you
she's not breathing?
hello i'm your mind giving you someone to talk to
hello
Accanto a me fuggono, impazziti, gli altri studenti. Mi scivolano attorno senza neppure guardarmi, senza vedermi. Sono invisibile ai loro occhi. Vorrei tanto gridare: “Ehi! Sono qui! Mi vedi?” ma a che servirebbe? A nulla. Quindi torno ad indossare il sorriso perfetto del bravo ragazzo. La mamma chioccia... il bravo studente. Mai nessuno è andato oltre. Si sono mai chiesti chi sono veramente? Si sono mai chiesti che cosa faccio in casa, nella mia camera, quando nessuno mi vede? O mi odiano o mi amano. È così che si dice, è vero? Eppure io sono solo odiato. Perché?
Sorrido sempre quando cammino, ma non perché ami la vita, solo perché, se un giorno dovessi morire, vorrei che la gente mi ricordasse così. Incontrare uno sconosciuto sorridente per strada rende felici e rendere felici gli altri mi fa sentire meno inutile.
Torno a casa con i vestiti zuppi d’acqua.
Piccole gocce si susseguono veloci in una ritmica corsa verso il pavimento.
Li guardo incantato. Resterei così per ore. Ore a non fare nulla. A guardare
solo il succedersi lento degli avvenimenti, ma non posso, perché tutti si
aspettano qualcosa da me. Tutti si sono fatti di me un’immagine intoccabile,
indistruttibile. Se anche divenissi me stesso
(ma chi sono davvero io?)
si volterebbero dal lato opposto. Farebbero finta di non vedere, di non
capire.
Entro in camera e getto la cartella in un
angolo.
Mi copro gli occhi con le mani.
Chi sono io? C’è un posto... un solo fottutissimo posto al mondo per me?
Esiste un posto in cui posso essere me stesso? Un luogo in cui non mi
chiedano, non mi domandino. Un luogo in cui chiunque mi guardi veda ME e non
l’immagine che di me si è creato?
Sono solo.
A casa non c’è mai nessuno. Una volta era la squadra a riempire le mie
giornate. Gli allenamenti... le partite... le liti continue fra quei due
cicloni.... Erano momenti per me irripetibili che cercavo, con tutte le mie
forze, di protrarre a lungo. Mi attaccavo con le unghie a quegli attimi
d’infinito e quando uscivo con Akagi ero felice, perché la sua amicizia
riempiva la mia giornata, ma poi tutto finiva e tornavo a casa.
Vuoto e buio.
Akagi... il mio primo vero amico, l’unico che
abbia mai avuto.
Adesso studiamo insieme per l’ammissione all’università. C’incontriamo dopo
la scuola e andiamo a studiare, sempre a casa sua. Lì c’è sempre sua madre
ad accoglierci. Biscotti, the e libri di scuola. È una casa calda ed
accogliente. Arriva Haruko e mi fa sempre mille domande alle quali ricerca
duemila risposte. E poi torno a casa, ma non m’importa, perché la luce che
mi sono lasciato alle spalle mi riscalda sempre.
Akagi non mi fa mai domande. Non mi ha mai chiesto nulla, né mai io ho
provato il desiderio di rivelarmi. Voglio che tutti mi ricordino bene. Per
questo sorrido sempre. Mi difendo così.
Ogni tanto mi accompagna alla fermata del metrò... altre volte riesce a
convincermi a restare a cena da loro. Hanno una bella famiglia lui ed
Haruko, sono fortunati.
“Se tu non fossi mai nato...”
“Sei una persona inutile...”
“Cosa sei nato a
fare?...”
“Sei
e resterai sempre un fallito.”
<< Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! Non voglio pensarci! >>
Ora Akagi è a letto con l’influenza. Non
possiamo studiare insieme. Io mi sento un po’ solo.
So cosa dicono di noi in giro. So che pensano che siamo... amanti più che
amici. Li sento bisbigliare dietro le mie spalle, le stesse persone che mi
guardano con sufficienza... che mi odiamo... perché sono “sempre felice”...
troppo “perfetto”... troppo buono.... Vorrei far loro vedere davvero la
perfezione di cui parlano. Genitori sempre assenti, presenti solo per
mortificarmi. Un fratello che mi odia e vorrebbe che morissi, che non fa che
ricordarmi la mia nullità, la mia inutilità.
Se loro sapessero fino a che giunge la mia ipotetica perfezione.... ma
preferisco che mi odino piuttosto che sappiano. Preferisco sorridere
piuttosto che piangere, davanti a loro, davanti a tutti.
Akagi è il mio migliore amico. Io e lui ci
conosciamo dalle medie. Lui è la roccia che mi permette di non affogare. Non
sono innamorato di lui, né lui di me. E’ buffo... è come se chiedessero a
Yohei se è innamorato di Hanamichi.
E poi... e poi io non amo neppure me stesso. Come potrei amare
qualcun’altro? Uno come me deve stare solo, perché è una persona marcia.
Vile. È un mostro inutile. Sono solo un mostro. Di quelli che spaventano i
bambini sotto i letti o dentro gli armadi. Sono... sbagliato.
if i smile and don't
believe
soon i know i'll wake from this dream
don't try to fix me i'm not broken
hello i'm the lie living for you so you can hide
don't cry
Non credo che sia qualcosa di rotto... semplicemente quando sono stato creato, qualche pezzo era difettoso...
Chiudo gli occhi.
Non voglio pensare, non voglio più pensare.
Suona il campanello. Una... due... tre...
quattro volte. Poi ne perdo il conto, fino a che quel fastidioso rumore
cessa.
Affondo il viso nel cuscino e piango. Non ci devo pensare! Non ci devo
pensare! Non ci devo pensare! Perché non funziona? Perché maledizione!?
Sono una bugia. Sono una menzogna. Proprio come dice la canzone.
Vorrei chiudere gli occhi ed addormentarmi. Semplicemente dormire e non
svegliarmi più. Perché la gente è crudele. Ti etichetta, ti giudica dalle
apparenze. Si ferma alla prima immagine di te. Perché al mondo non esiste
l’amore, non esiste l’affetto. Non c’è nulla per cui valga la pena di
vivere... e soffrire... e lottare... e vivere ancora.
Sto dormendo? No. L’interruttore del dolore è ancora acceso. Lo sento.
<< Ehi Kimi! >>
Cosa... ?
<< Kimi maledizione! Lo so che sei dentro! Vuoi aprire la porta che fuori
piove? >>
La voce di His... Mitsui!
Mi affaccio alla finestra e lui mi guarda arrabbiato. È fradicio. Corro
subito ad aprire e anzi prendo un ombrello e gli vado incontro.
<< Ma sei matto! Che ci fai qui con questa pioggia? >>
<< Il matto sei tu! Perché non mi hai aperto prima? Come hai fatto a non
sentirmi? >> mi dice mentre entriamo.
<< Stavo dormendo. >>
<< Dormivi? >> dice sollevandomi il volto con una mano: << Dai tuoi occhi
sembrava che stessi piangendo... >>
Perché?
<< Piangendo? Ma dai Mitsui! Non dire scemenze! >>
Lo accompagno in camera. Entro in bagno a prendere degli asciugamani e
rovisto nell’armadio per cercare qualcosa da fargli indossare.
Mi parla. Mi dice che ha marinato gli allenamenti. Era una giornata “così” e
non gli andava di allenarsi. Ha detto che mi ha cercato ma non mi ha
trovato. Gli chiedo della squadra e dei giocatori. Mi parla di Hanamichi e
dei suoi progressi. Mi dice di Rukawa e della sua “apertura al mondo” come
la chiama il rossino. Mi racconta di Ryota e di quanto sia euforico dopo
essersi messo con Ayako.... Io gli porgo dei vestiti asciutti e lui entra in
bagno.
<< Perché sei venuto? >> gli chiedo da dietro la porta.
<< Ti cercavo. >>
Perché?
<< Volevo stare un po’ con te... >> mi dice rientrando.
Perché?
<< Parlare... come ai vecchi tempi... parlare e capire... >>
Perché qualcuno dovrebbe desiderare la mia compagnia? Perché qualcuno
dovrebbe stare vicino ad un rifiuto come me?
“Mi fai schifo.”
“Vorrei non essere tuo fratello, la stessa idea mi fa
ribrezzo!”
“Non avrei mai dovuto avere figli!”
<< Perché? >> chiedo senza rendermene conto.
<< Perché mi piace stare con te. >>
<< Non dovresti. >>
<< Perché? >> stavolta è lui a chiedere.
<< Perché sono un mostro. >>
<< No. >> scuote la testa e mi si avvicina: << Sei solo un ragazzo come
tanti altri. Un ragazzo che per non soffrire sorride. >>
<< Mi odiano. >>
<< Non ti conoscono. >> mi prende il viso fra le mani.
<< Sono sbagliato... >>
<< No. >>
<< Sarebbe stato meglio se non fossi nato. >>
<< No. >>
<< Se morissi sarebbero in molti a gioirne. >>
<< Io no. E neppure Akagi o Ayako o Ryota... o tutti gli altri ragazzi della
squadra. Il signor Anzai... i nostri avversari... i compagni di classe....
Smettila di mentire Kimi. Ti vogliamo bene per quello che sei e non per
quello che mostri. Ti vogliamo bene perché ci sei sempre quando abbiamo
bisogno di qualcuno con cui parlare. Ti vogliamo bene perché ci aiuti quando
n’abbiamo bisogno. Ti vogliamo bene perché sorridi, anche quando non
vorresti. Ti voglio bene perché sei tu e nessun altro. >>
Cos’era questo rumore? Era forse la mia maschera che, cadendo, è andata in
frantumi? Era forse il rumore del mio dolore che si spegne? O forse il cuore
che ha smesso di soffrire? O forse...
<< Piangi se ne hai voglia... io ti starò vicino... >>
Mi aggrappo a lui. Lo sento abbracciarmi e stringermi forte.
Era tutto ciò di cui avevo bisogno.
<< Per me tu sei importante. >>
Era tutto ciò che desideravo.
<< Io... ti amo perché sei tu. >>
Era tutto ciò che bramavo: essere amato perché sono semplicemente me stesso.
suddenly i know i'm
not sleeping
hello i'm still here
all that's left of yesterday
No.
Non sto dormendo. Sono sveglio.
Non sto sognando. Sto vivendo.
<< Kimi... la vita è fatta di scelte. Sei tu che decidi della tua vita. >>
<< Hisa... >>
<< Non dico che dovrà essere oggi... né domani... solo... quando te la
sentirai. Dovrai scegliere se continuare a mentire e soffrire o vivere e
combattere. >>
<< Non ce la faccio... da solo... ho provato... >>
<< Ma tu non sei solo. Ci sono io. >> mi alza il volto e deposita un bacio
leggero sulle mie labbra: << Scegli Kimi. Tu solo puoi cambiare la tua vita,
se lo vuoi. Puoi continuare a vivere così, mentendo e nascondendoti, o
affrontare la vita e cambiarla. >>
Sento la sua mano tremare un attimo fra i miei capelli.
La vita è fatta di scelte... spero solo di fare quella giusta.
Mi allontano un attimo da lui. Mi guarda con dolcezza, uno sguardo che non
ho mai visto sul viso di nessuno. Gli accarezzo i capelli corti e gli
sorrido.
<< Io ho già fatto la mia scelta. >>
Owari
Kimi: O___________O
Hisa: O____________O
Autrice: oh beh! Almeno questi due non parlano! Ho il tempo di svignarmela!
^__^
Secondo voi cosa ha scelto Kimi? Ho lasciato
la frase in sospeso, perché la vita è davvero fatto di scelte e tocca a voi
scegliere. Io la mia l’ho fatta.
Spero di non avervi annoiato o depresso.
Prometto di tornare alle altre ff e alla risposta delle mail! Perdono! >.<
E’ che questa ff premeva per nascere e... non ho potuto non ascoltarla! Da
domani riprendo in mano le altre ff, promesso! ^_^
Ah! Dimenticavo! È nato il “Comitato per la diffusione delle Senkosh e Mitko”! Andate a visitarlo ed iscrivetevi!! Abbiamo fondato pure la Senkosh fanlist! ^___^ Se adorate i puccini come me e la sis allora non potete non visitare il nostro sito (interamente sulle spalle della mia sissola! ;___;)! Fra le altre cose troverete le sue ff! *_______________* Leggetele perché sono bellissime. Non sono tutte, perché molte (le più belle *//////*) sono ancora nel suo pc e nel mio! ^O^
Un baciottolo!