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Autore: IllySan    18/07/2016    1 recensioni
Nuova Fanfic , dedicata al mio personaggio preferito di POI: Root....e se dopo la scomparsa di Shaw, la signorina Groves, decide di stravolgere la sua vita, trasferendosi in Italia? E se proprio lì incontrasse qualcun'altro?
Qualcuno di "Normale", talmente normale da stregarla?...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Nuovo personaggio, Root, Sameen Shaw
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un’estenuante e pesante settimana di lavoro, finalmente arrivò il week-end tanto atteso dalla Gagliardi, che decise giustamente di dedicarsi un po’ di tempo;
meritava di rilassarsi ma soprattutto meritava di staccare la spina e alleviare le stress,
sia fisico che psicologico... E cosa c’era di meglio di un massaggio rilassante?
Non era mai riuscita a trovare del tempo per lei, aveva da sempre messo la famiglia,
i parenti, gli amici, l’amore, prima di tutto e per quanto poteva esserne onorata e gratificata per quel suo comportamento, o meglio, bisogno di fare del bene,
per quella sua modalità di vita, ogni tanto era anche giusto essere un po’ egoisti, no?
…Ogni giorno era una continua routine, ogni giorno era diventato sempre più pesante
e sfilzante.
Quel sabato mattina faceva un caldo esagerato, così dopo aver fatto la spesa,
essere andata alla posta per pagare le bollette, affrontando un intrepida fila che come al solito arrivava fino fuori ai parcheggi, rientrò; si diede coraggio e si convinse anche a dare una pulita all’appartamento...
Controllò l’ora e l’orologio segnalava le 12.00 in punto, e adesso cosa avrebbe potuto fare?
Si buttò immediatamente in doccia, aprendo l’acqua fredda, con l’intento di rigenerarsi,
poi una volta terminato, scese a controllare la posta: un volantino colorato e spiccante richiamò la sua attenzione, così si mise a leggere curiosa...


<< Fa al caso mio...Ma chi te c’ha mannato? >> Esordì pimpante in romanaccio.


Tornò di sopra e si vestì velocemente, convintissima di provare quel nuovo centro estetico appena aperto vicino casa e sperò di essere ancora in tempo e specialmente,
pregò che facesse orario continuato.
Se avessero fatto la pausa pranzo, si sarebbe sparata all’istante; in quale altro momento avrebbe potuto approfittarne?


<< L’orario non è dei più consoni, però...non sembra essere chiuso... >> Sussurrò parlando da sola, trovandosi difronte al locale; il sole e la stanchezza le stavano dando alla testa, questo era poco ma sicuro.

Quando aprì la porta, un campanellino accompagnò il suo ingresso.
Un uomo sulla cinquantina era posizionato dietro il bancone, alla cassa, accogliendola immediatamente con un bel sorriso, anche se non poteva essere definito il Brad Pitt della situazione: biondo, non tanto alto e leggermente in carne e con degli occhiali decisamente grandi rispetto al suo volto, ma dall’aria non doveva essere noioso e antipatico, anzi...
 
<< Salve signorina. Prego, mi dica, come possiamo aiutarla? >>
 
<< Buon pomeriggio! >> Esclama sorridendogli di rimando, sistemando la tracolla del suo marsupietto.
<< Sarei intenzionata a fare un massaggio, non so se… >> Ma si bloccò esitando, preoccupata...era troppo timida.


<< Oggi? Cioè, ora? >> Chiese l’uomo, sfogliando l’agendina, sicuro di sé.
Doveva essere il capo della baracca.
 
<< Sì. >> Annuì, impietrita.



<< Venga, non mordo mica. >> Scherzò lui, ridacchiando, avendo notato subito quel suo essere tesa ed imbarazzata.


<< Mi scusi... Insomma... >>


<< Non l’ha mai fatto prima? >> Domandò arrivando al punto, il 50enne.



<< Esatto... non mi sono lasciata mai toccare da estranei... >> Precisò arrossendo, Ila,
evitando appositamente il suo sguardo.

<< Se è possibile ovviamente. Non ho prenotato, è stata una scelta last-minute. >> Aggiunse dispiaciuta.



<< La capisco, anch’io ero come lei... ma deve solamente chiudere gli occhi e svuotare la mente, e i nostri ragazzi la condurranno sull’isola che non c’è. >> Proferì lui, senza malizia, rassicurandola.



<< L’ha scelto lei il nome del centro? >> Ridacchiò Ilaria, riferendosi all’insegna.


<< Da cosa l’aveva capito? >>
C’aveva preso in pieno: era simpaticissimo.


<< Ma comunque...dammi del tu, Chiamami Claudio. >> Fece carinamente lui.



<< Va bene...grazie. Io sono Ilaria. >> Rispose l’altra, serenamente.



<< Bel nome! Diciamo che... è il tuo giorno fortunato, Ilaria! >> Dichiarò chiudendo l’agenda.
<< Io stavo giusto per andare via, chiudiamo tra una 40inta di minuti, ma la mia assistente si occuperà di lei. >>
 
La sua assistente?



<< E’ una donna? >> Chiese di getto, la Gagliardi.



<< Si, è meglio o peggio? >> Ribattè Claudio, probabilmente capendo la motivazione.



<< Non lo so...forse avrei preferito fosse lei, ehm...fossi tu ad occupartene.
A primo impatto la ritengo una persona capace e socievole, e soprattutto molto gentile...Sicuramente non mi sarei trovata a disagio… >> Spiegò timidamente.

<< Ma capisco i suoi vari impegni. Dovrò accontentarmi, sarà per un'altra volta. >> Commentò più tranquilla la ragazza, per non pesare; il suo malumore, la sua sentita solitudine non doveva infettare chi le stava accanto.
 
<< Ma quanta fiducia, ti ringrazio! Però non preoccuparti, davvero. Mi piaci e non lascerei una bambina indifesa nelle grinfie di qualche cacciatore o cacciatrice. Non te ne pentirai, lei è la più dotata di tutto il centro estetico. In tutti i miei anni di lavoro non ho conosciuto mai una come lei. Ti lascio in buone mani, fidati! Poi me lo verrai a ridire, e, se ho ragione, ci rivediamo per altri trattamenti, se mi sbagliavo, ti devo un soggiorno completo,
come la vedi? >> La sfidò affettuosamente e sempre con estrema educazione.



<< Perfetto, ci sto! Accetto. >>



<< Allora adesso ti saluto, devo scappare. Mi raccomando... passa a trovarmi. >>



<< Buona serata e grazie mille e scusami ancora per l’orario. >>


<< Non ti preoccupare, avverto la mia prescelta e poi verrai guidata da lei! >> Le sorrise nuovamente; con quel suo carattere aperto e solare era davvero impossibile non sentirsi bene a pelle.
Era contagioso.


<< Magari fossero tutti così. >> Soffiò Ilaria, affranta dal mondo che la circondava.


Fuoriusci dal bancone e si allontanò in un lungo corridoio, fino a sparire in una stanza;
la numero 69.
Era un caso o un segno?
Pensò maliziosamente e da imbecille la giovane, sogghignando per quell’immagine ultraterrena appena avuta.

Successivamente tornò seria e prese a guardarsi intorno; doveva ammettere che alla fine le era andata proprio bene: quel posto era bellissimo, pulito, profumato e cosa principale, era accogliente.
Almeno il proprietario lo era, supponeva lo fosse anche il restante dello staff.
Difficilmente sarebbe potuta andarmi meglio.
 
Si accomodò sul divanetto all’ingresso e accavallò le gambe, attendendo il suo ritorno;
ci sarebbero voluti alcuni minuti a dir poco, e così sfogliò qualche rivista ammazzando il tempo, ma senza leggere realmente il contenuto, giusto le figure.
Neanche la forza per leggere aveva, era stremata.



<< Eccomi. La mia collega sta preparando la camera, poi ti chiamerà lei. >> L’avvisò l’uomo, facendola balzare per lo spavento; si era assentata.
La voce dell’uomo la riportò alla realtà.


A quel punto Ilaria lasciò la rivista e si tiro su, seguendolo nuovamente dietro al bancone.
 
<< Ti faccio già la ricevuta. Hai già deciso la tipologia di massaggio?
Completo, parziale, rimodellante, linfodrenante? >>
Ecco perché era il capo: era estremamente preparato.
 
<< Ehm... sinceramente mi sono persa nelle sue parole... >> Iniziò la mora, interrotta subito dopo da un colpo di tosse fatto apposta; gesto che le fece capire cosa avesse sbagliato per essere rimproverata.

<< ...nelle tue parole... Non ci sto capendo nulla, e gradirei un semplice massaggio,
niente di più. Faccio un lavoro fisico deleterio per muscoli, tendini e nervi, quindi...
Cosa mi consigli? Vorrei solamente alleviare un po’ di stress, e placare i dolori...nulla di particolare! >> Disse lei, apertamente e con ingenutà.
 
<< Oh, povera piccola... cos’hai fatto di male per finire così? >> Replicò Claudio, realmente dispiaciuto e colpito, mentre Ila scrollò le spalle non sapendo cosa rispondere.

<< Okay, allora ti segno un bel massaggio completo e rilassante, okay? >> Le propose e l’avvertì, trascrivendo intanto le sue parole.



<< Ottimo! >>



<< Il prezzo è di 50 euro, ma visto che sei nuova e ti ho preso a ben volere, facciamo 30! Un po di sconto non ha mai ucciso nessuno. >> A quella frase, Ilaria rimase pietrificata e confusa:


<< Sta scherzando? >>


<< Se mi dai di nuovo del lei , giuro che ti raddoppio il prezzo di base! >> Fece lui, severo.

<< Oddio, scusami. Ma... >>



<< Sono serio! Potresti essere mia figlia...e da quanto ho potuto capire ti fai il mazzo e ti campi da sola, quindi... mi sentirei troppo in colpa... non posso rubare dei soldini ad una bambina... >>  Sorrise a 32 denti l’uomo, portandosi le mani sul cuore durante il dialogo.
Mmh...
Dalle movenze...

<< E poi... tra di noi ci si aiuta , no? >> Ammiccò facendole l’occhiolino.


Cosa voleva dire?
TRA-DI-NOI?
Cioè?


Poi ci arrivò, anche se a scoppio ritardato.

<< Vuoi dire... aaaaaah! Ho capito. Non poteva capitarmi di meglio allora,
mi reputo fortunata! >> Esclamò Ilaria, divertita ma sincera.
Anche lui era come lei.
Anche lui pregava nella stessa parrocchia.
Anche a Claudio piaceva lo stesso sesso.



<< Fortunatissima. >>



Nel frattempo la Gagliardi afferrò il portafogli e ne tirò fuori le banconote, porgendogliele:

<< Devo darti i miei nominativi? >> Domandò.



<< Ti ho già segnata con: Ilaria/Cimice. Tra parentesi, una di noi.
Mi ricorderò assolutamente. >>



Aveva avuto la conferma: non era sano di mente.
Poteva essere normale?
Certo che no.
 
Strappò la ricevuta e gliela porse.


<< Ecco a te! >>
 
<< Grazie...e goditi il massaggio! >> Prese il cappotto e le sue cose.
 
Le sue parole in un certo senso l’avevano tranquillizzata, ma quando uscì dal centro e la lasciò sola, in attesa dell’apparizione dell’altra donna, un ansia la invase:

<< Speriamo che sia almeno bruttina... ci manca solo che sia una figa da paura,
e me ne scappo a gambe levate. Voglio evadere dai miei problemi, non aumentare la mia frustrazione. >> Disse parlando da sola come al solito, camminando avanti e dietro.
Lesse delle brochure, osservò la vetrina degli smalti e continuò a guardarsi intorno;
non riuscì a stare ferma un secondo…
Decise poi di prendere il cellulare e mettersi a giocherellare con esso per far passare un po’ il tempo e non pensare, ma dieci minuti a seguire sentì una voce metallica che la invitò di raggiungerla: ultima camera, in fondo a destra.
Era ovvio che poteva essere soltanto la donna che si sarebbe occupata di lei a breve.
Semplice.
Si alzò in piedi molto lentamente e fece un respiro profondo, strofinandosi le mani, agitatatmente, per poi fare come le era stato appena detto e prima di varcare la soglia, bussò educatamente alla porta; le buone maniere erano tutto.
 
<< Prego, prego. >> Le disse quella voce.
Perché qualcosa non le quadrava?
Cos’era quella stranissima sensazione di allerta?


Entrò in stanza e finalmente la vide e capì perché i suoi sensi stavano impazzendo.
Quasi rimase abbagliata dalla sua bellezza, esterrefatta, non poteva crederci...
Snella, ma formosa e curata, con un evidente corpo da modella, con dei lunghi capelli scuri, ben raccolti in una coda e...che sorriso!
 
<< Root? >> La richiamò Ilaria ancora sotto shock.
<< Che ci fai tu qui? >> Domandò successivamente con il poco fiato che le era rimasto.



<< Ehi, ciao! Io, ci lavoro...te l’avevo detto o no che me ne ero andata da quel locale? >> Rispose tranquillamente, sorridendole.
 
E senza sapere il perché, Ilaria le porse di rimando la ricevuta; probabilmente non ce n’era neanche bisogno, ma la donna la prese e la lesse, per poi tornarla a guardare.
 
<< Benissimo, può iniziare a spogliarsi Signorina Gagliardi! >> Esclamò professionalmente, la bruna, senza mai distogliere lo sguardo dalla mora che naturalmente nel frattempo era rimasta incantata ad osservare il movimento delle sue labbra mentre pronunciava il suo cognome: fù qualcosa di terribilmente attraente.

<< Massaggio completo, vuole proprio farmi tardare... >> Aggiunge scherzosa la Groves;
ma la stava prendendo in giro trattandola come se fosse una normalissima cliente?
Okay, colse la sua ironia, però improvvisamente si sentì nella posizione di doverle delle scuse...e per cosa poi?
Cosa si stava aspettando dopo il guaio che avevano fatto una settimana prima?
 
<< Mi dispiace... se vuoi ti ordino il pranzo... >> Propose facendo una smorfia, poggiando il marsupio su una sedia libera.
<< Non è stata una cosa voluta e organizzata...probabilmente dovrei rimandare. >>
 
<< Ma no, stavo scherzando. >> Proferì senza problemi, Samantha.
 
Ilaria non ebbe nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi, questa donna era troppo per lei, in tutti i sensi e il solo pensiero che ben presto avrebbe dovuto massaggiarla… AIUTO!
Beh, un signore più anziano e meno attraente, e persino gay sarebbe stato decisamente meglio.
Nessun tipo di coinvolgimento, invece chi le doveva capitare?
Ma poi...proprio ROOT?
Un altro mestiere non poteva cercarselo?
 
<< Quindi... devo spogliarmi? >> Domandò stupidamente, balbettando.
Di certo non l’avrebbe massaggiata da sopra i vestiti.
<< Nel senso… Devo spogliarmi, tutta? >> Tentò di riprendersi, maledendosi mentalmente.
Ancora peggio.
 
Root sorrise e il suo viso assunse un’altra smorfia divertita.

-Meglio che la smetta di sorridermi in quel modo, non mi aiuta affatto.-



<< Non sei pratica, vedo... >> La sua fù una giustissima osservazione.
<< Sì, devi spogliarsi tutta. In seguito, le sue parti intime verranno coperte da degli asciugamani, non preoccuparti. >> Spiegò non facendo trapelare neanche una piccola emozione o un altrettanto pensiero...
 
<< Ah, ho capito... ma perché tu? >> Se ne uscì all’improvviso, non metabolizzando ancora.
 
Nuda.
Davanti a lei.
Di nuovo.
Non chè non l’aveva mai vista, anzi, forse anche troppe volte in passato, però,
la situazione tra di loro non era una delle migliori...
Non avrebbe creduto che si sarebbe dovuta spogliare completamente, piuttosto credeva che sarebbe rimasta in intimo, o per lo meno in topless, ma fortuna che si era totalmente depilata, ci mancava solo questa per raggiungere il top dell’imbarazzo.
 
<< Vuoi che ti chiami Luigi, il mio collega? Per me andrebbe più che bene, così vado a fare la mia pausa... >> La provocò da stronza, sfidandola con lo sguardo.
Lo avrebbe realmente fatto?
Dopo essersi imbucata in casa sua e l’averla “sbattuta” sul tavolo?
Senza alcuna dolcezza?
Si era lasciata usare per l’ennesima volta...



<< Come desideri! >> Commentò delusa e irritata Ilaria, evitando adesso di incrociare quei suoi occhi.



<< Mi piacerebbe, ma purtroppo non posso accontentarti, Cimice.
Sono l’unica rimasta nel Centro. Se vuoi al massimo posso voltarmi. >> Rispose la bruna,
con un leggero tono inacidito.
 
-Come se non ti avessi vista nuda già un milione di volte. Conosco a memoria ogni centimetro della tua pelle... e chi se la scorda.-


Ilaria arrossì e si toccò i capelli, o almeno quei pochi che le erano rimasti;
era così evidente il suo disagio?
 
<< Sì, grazie. >> La liquidò la mora.
La tensione era arrivata ad un livello inverosimile e a breve avebbe superato il limite,
di questo ne era più che certa.
 
Root la rassicurò facendole un cenno con la testa e poi si voltò dal lato opposto,
mantenendo la parola data, mentre la giovane tirò un lungo respiro e cominciò a togliersi pian piano i vestiti di dosso.
A termine di quell’impresa piegò il tutto con accortezza e lo poggiò sul divanetto accanto al lettino.


<< Fatto? >> Chiese la Groves, continuando a darle le spalle, ticchettando con la gamba,
facendo rimbombare il rumore del suo tacco a spillo numero 12, a terra.
Anche lei nervosa?
Come mai?
Si stava spazientendo per caso?
 
<< Sì. >> L’avvertì Ila, approfittando della sua distrazione per darle un’occhiata fugace:
indossava una canotta nera e un leggins bianco, che lascia poco spazio all’immaginazione;
troppo trasparente per i suoi gusti.
Suppose che sia la divisa da lavoro, ma non ne fù poi tanto sicura, soprattutto non avrebbe messo la mano sul fuoco che, su altre donne, le avrebbe trasmesso lo stesso effetto.
Quel pantalone era così aderente che fù praticamente impossibile non accorgersi di un piccolo dettaglio: sotto, indossava un perizoma.
Inghiottì pesantemente quando si immaginò di sfilarglielo coi denti.
Scosse la testa e chiuse gli occhi; le stavano bruciando.
-Porco diavolo in catene...speriamo non se ne sia accorta.-


<< Stenditi sul lettino a pancia in giù. >> Le ordina, utilizzando sempre un comportamento professionale, non sfociando sul personale, ma alle orecchie della Gagliardi sembrò aver usato un tono...perverso, malizioso...
Adesso le seghe mentali cominciavano a sprecarsi.
Naturalmente Root, conoscendola e adorando veramente quel lavoro, aveva compreso perfettamente il suo attuale stato d’animo ma chissà per quale motivo, stava facendo di tutto per renderle la situazione ancora più scomoda.
 
Ascoltando le sue parole, Ilaria si distese di conseguenza sul lettino, sistemandosi nella posizione a me più comoda; non fù poi così difficile trovarla, visto che il lettino su cui si era adagiata era perfetto: comodo, morbido e con schienale reclinabile, ma ormai non si sarebbe meravigliata di nulla, l’intero posto era di alta qualità, a partire da una certa personale...

L’atmosfera che si creò fù eccezionale: illuminazione soffusa, giusta temperatura
e candele profumate, e solo quest’ultime riuscirono già a trasmettere l’idea di relax,
per non parlare poi, della musica di sottofondo...
Ilaria se lo sentì: quel posto sarebbe diventato sicuramente il suo paradiso personale.
 
<< Rilassati... non ti farò del male! >> Disse Root, girandosi verso di ragazza, guardandola sul viso, ma nemmeno un secondo dopo, lasciò sfuggire il suo sguardo su quel corpo nudo.

Ilaria apprezzò e trattenne una risatina divertita.
Poteva fare la stronza quanto voleva, provocarla per tutta la durata del massaggio,
ma si sapeva che entrambe avevano un debole per l’altra, era inevitabile.


 
<< Ma io non ho paura di te... >> Esordì la Gagliardi, beffardamente, lanciandole un occhiatina eloquente e di sfida.
 
<< Buono a sapersi...a questo punto non tratterrò le mie doti, Ilaria. >> Soffiò il suo nome in un modo che, non pensò nemmeno l’avesse detto.
<< Sarà indimenticabile... il tuo primo massaggio... >> Aggiunse eroticamente,
riferendosi a tutt’altro, era palese, per poi posizionare un asciugamano sul fondo schiena della cliente.
<< Ti sei chiesta cosa ti abbia portata qui? Proprio adesso? >> Domandò inaspettatamente,
abbassando di alcuni toni, la voce, rendendola ancora più sensuale e roca del solito.


<< No...ma credo sia stato il fato! >> Rispose Ila, spontaneamente, mentre l’altra regolava lo schienale.


<< E il fato ti ha condotta da me...guarda caso. >> Sussurrò ancora la bruna, riflettendoci.



<< La sfortuna mi perseguita. >> Commentò la mora, sfottendola e stando al gioco.



<< Ah , si? E’ così che la pensi? >> Reagì l’altra, incupendosi.



<< Mi piace il tuo nuovo modo di esprimerti e di dosare l’ironia. Nonostante...beh,
i nostri trascorsi, stai riuscendo a mettermi a mio agio e non è una cosa semplice.
Sai oramai che sono una persona molto chiusa, introversa ed estroversa nello stesso tempo, quando non conosco le persone e quando ho qualcosa da ridire con loro, e che solitamente fatica ad aprirsi completamente con il prossimo, specialmente all’inizio, ma da quando ho messo piede in questa stanza mi sento diversa. Serena... Sarà l’atmosfera, chissà. >> Si aprì la vent’enne, fissando il soffitto.
 
<< Ora una domanda essenziale: olio al rosmarino, olio di mandorle o olio alla vaniglia? >>
 
Ilaria rimase un po’ dispiaciuta nella sua non risposta, ma tirò un sospiro di sollievo;
credeva chissà quale quesito era pronta a porle.
 
<< Sai che non devi farmi decidere. Sono indecisa e vado nel panico... >>Sputò d’impulso.
 
<< Tra? >>



<< Mandorle e Vaniglia, ovviamente. >>



<< Intenditrice. Chiudi gli occhi e scegline uno. >> Ordinò nuovamente la più grande, scambiandosi i due prodotti nelle mani in modo che la moretta non ne conosca la posizione.


Ilaria obbedì.

Aspettò un paio di minuti e allungò la mano destra, spostandosi verso sinistra,
ma non vedendo, non toccò la bottiglietta ma bensì la mano di Root; una scarica elettrica le percorse la spina dorsale e non solo.
Ma non fù la sola, anche l’hacker percepì la stessa cosa.



<< Mandorle. Ottima scelta. E’ uno dei miei preferiti. >> Disse con evidente difficoltà,
con l’intento di rompere il ghiaccio.
<< Solitamente gli uomini optano più per il rosmarino e le donne, di una certa età per la vaniglia. >> La informò, mentre l’essenza di mandorla giunse dritta alle narici della giovane, lasciandole quindi intuire che se ne fosse versata un po’ sulle mani.
 
<< Qual è la differenza? >> Chiedo a quel punto Ila, curiosa, mettendo in mostra tutta la sua ignoranza in quel campo.
<< Proprio non me ne intendo di queste cose. >> Aggiunse colpevole.
 
<< L’olio di mandorle è tonificante e le sue proprietà sono ottime per la protezione cutanea. L’olio al rosmarino è una fragranza rinomata per la stimolazione della circolazione sanguigna...e la vaniglia, beh... è una specie di... rinfrescante... >> Spiegò non potendo essere più chiara di così.



<< Devo dire che, anche dopo queste caratteristiche che mi hai elencato,
sono contenta della scelta. Voglio tonificare. >> Esordì Ilaria, venendo poi sorpresa dal tocco delle tue mani, che inaspettatamente le strapparono un dolce e leggere gemito beato.
 
Root posò le sue mani sulla parte inferiore della gamba di Ilaria e scivolò verso i piedi:
la Gagliardi mai avrebbe immaginato potesse essere così piacevole.


<< Credevo ci pensasse Faith a farti tonificare. >> Proferì l’adulta con gelosia,
avvolgendo uno con entrambe le mani e utilizzare i pollici per fare pressione,
prima sull’avampiede, poi sul tallone.
 
<< Non ricominciare...e poi è un po’ che non la vedo...e non la sento.
Sono praticamente scappata senza salutarla. >>



<< Lei fece lo stesso. Se lo merita. >>
 
<< Sarà... >>

 
  
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