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Autore: JKEdogawa    19/07/2016    1 recensioni
Una guerra tra culture, l'ultima cosa che il mondo si sarebbe aspettato. Ha mietuto tante vittime, troppe sopratutto innocenti. Troppe secondo gli déi di tutto il mondo. I Mezzosangue, i Faraoni, i Druidi, tutti coloro che sono legati alla religione( e non solo) sono stati segregati in luoghi fuori dal tempo e dallo spazio.
Nico fa parte della Casa di Ade ed aspetta solo che quattro dei suoi fratelli vengano designati dagli déi per combattere in un Colosseo per decretare il più forte. Costretti a combattere e a vedere i propri cari morire, in un macabro gioco che non ha spiegazione.
Non sono Hunger Games, non sono Giochi Romani, sono Olimpiadi Culturali nell'accezione peggiore del termine.
Sarai ancora disposto a lottare in nome di un dio?
[Presenta personaggi di un'opera non ancora uscita e che spera di vedere la luce, inoltre questa FF ha partecipato ad un concorso su Facebook, forse qualcuno l'ha già letta. Comunque, buona lettura.]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nico di Angelo, Quasi tutti, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La mattina non è iniziata nel migliore dei modi.
Basel mi ha svegliato bruscamente e siamo dovuti correre a nasconderci negli alberi prima che i figli di Bia arrivassero a cercarci. Non so perché siano venuti da noi, ma la cosa non mi piace per niente. Bia è la personificazione della Violenza, sorella di Nike(la Vittoria). Probabilmente pensavano che fossimo stati noi ad uccidere i loro cugini visto che ci siamo stabiliti nella loro Base. Comunque siamo corsi via arrampicandoci sui rami e raggiungendo la Base di Irene. Negli spazi precedenti non c'era nessuno, ma i terreni di Tyke ed Ecate sono cambiati, dunque suppongo che i loro figli siano da qualche parte nel Colosseo.
Non ci crederete mai, ma i figli della Dea della Pace sono ancora vivi. Non l'avrei mai detto, ma sono nel loro territorio con due bandiere bianche piantate nel centro e l'erba color arcobaleno.
È strano vederli così, sono straordinariamente tranquilli. Probabilmente non sono i più forti e pensano che molti li lasceranno in pace fino alla fine non ritenendoli una minaccia. Ragionamento molto sensato, in fondo hanno preso dieci su trenta alla prova, il voto più basso di quest'anno.
Superiamo silenziosamente la loro base spostandoci negli alberi al confine con il muro. Non abbiamo tempo per stare con dei pacifisti che si sono persi.
Mi piacerebbe conoscere la mente geniali che li ha fatti entrare nel Colosseo.
Come mi piacerebbe conoscere chi organizza ogni anno le Olimpiadi Culturali per picchiarlo selvaggiamente.
Okay, ho esagerato. Ma un calcio nel suo sedere divino(se è una divinità) non glielo toglie nessuno.
Rimaniamo in silenzio sperando di aver allontanato i figli di Bia abbastanza da elaborare una strategia. Un rivolo di coriandoli arlecchino si alzano in cielo, ma vengono seguiti da una colonna color rosso sangue e da un grido disperato. Ci affacciamo a vedere e notiamo un figlio di Irene con una spada recuperata all'ultimo ferma a mezz'aria. Le mani gli tremano e ha lo sguardo fisso sul nulla, come se avesse fatto qualcosa fuori dalla sua natura.
Non abbiamo il tempo di capire cos'è successo che il Semidio viene incornato, ma non ucciso, da un Toro della Colchide appena spuntato dal centro del Colosseo. Basel ed io ci scambiamo un'occhiata tra il perplesso e lo spaventato, poi iniziamo a correre verso la Base di Acli.
Il Toro sente la paura, percepisce i nostri movimenti, si lancia nella nostra direzione e con una testata rade al suolo l'albero su cui mi trovo. Mi vedo già infilzato nelle corna quando Basel mi prende per il braccio e mi trascina sull'albero dov'è lui. Proseguiamo con il Toro alle costole prima che una nebbia nera ci avvolga completamente. Perdiamo l'equilibrio e rotoliamo sull'erba.
Ricapitolando, sono in una base che non conosco, non si vede niente ed ho perso mio fratello. Perfetto.
Il Toro sbuffa alla mia destra, così mi butto a sinistra.
Pessima idea. Colpisco con il fianco un albero e mi si mozza il respiro. Trattengo un gemito e mi sposto a tentoni constatando che c'è una fila di alberi. Bene, questa dev'essere l'ultima linea prima della Base di Acli. Proseguo cercando di fare meno rumore possibile. Immagino che anche il Toro non possa vedere in questa nebbia che sembra fuliggine.
In altri casi mi troverei bene nell'oscurità, ma questa è insopportabile. Oscura anche il sole e la luce tra gli alberi, come un rettangolo di tenebra.
Tenebre. Certo.
Acli è la dea delle tenebre e dell'oscurità, non mi stupisce.
Un fruscio mi arriva all'orecchio. Mi abbasso schivando un pugnale lanciato verso la mia testa.
Ottimo! Oltre al Toro devo preoccuparmi anche dei Semidei.
Inizio a correre sperando di non prendere alberi o altro. Nell'oscurità più completa è veramente difficile muoversi e, soprattutto, scappare il più velocemente possibile.
Percepisco la parete davanti a me. Salto e la colpisco con i piedi spingendomi indietro. Sono arrivato al capolinea, il peggiore che potessi beccare.
Che faccio? Seguo il muro o m'infilo del bosco sperando che Basel non sia già morto?
Opto per la seconda opzione.
Il sole mi colpisce facendomi male. Corro nuovamente verso la Base di Irene dove uno sei suoi figli è intento ad invocare la pace per tutti. Non voglio ucciderlo, non ho alcuna intenzione di uccidere qualcuno di indifeso e ferito come lo è lui. Rimango immobile a riprendere fiato, poi guardo dietro di me. Nessuna fumata rosso fuoco, forse Basel non è ancora morto. Oppure è già morto e non me ne sono accorto.
Non devo preoccuparmi di lui. Lui è diverso, lui è debole, lui è piagnucolone.
Lui è mio fratello.
Con uno scatto corro nuovamente verso la coltre nera, la spada sguainata davanti a me. Mi lancio senza esitazione e colpisco qualcosa di metallico. Penso subito al Toro della Colchide, ma vengo sopraffatto e scopro che ho colpito un'arma. Dannazione, uno scontro diretto qui sarebbe scomodo. Molto scomodo.
Mi preparo a schivare il più possibile, quando percepisco un cambiamento nel mio avversario. Ha lanciato l'arma in alto e l'ha ripresa. Solo una persona fa una cosa così stupida.
« Basel?» chiedo cercando di distinguerlo in quella nebbia nera. È praticamente impossibile, ma non demordo. Parlo con i morti forse se mi concentro posso anche vedere nell'oscurità...
Sento un grido dietro di me e la nebbia trema un po'. Abbastanza da far passare della luce che rimbalza sull'arma di fronte a me. Pochi secondi, giusto il tempo di notare la forma ricurva di un khopesh.
« Basel!» esclamò risulto. Ora non ho dubbi. Mi lancio in avanti, ma schivo il khopesh prima che mi trapassi da parte a parte.
« Fratello sbagliato, figlio di Ade.» ghigna una voce nel mio orecchio, poi mi arriva un colpo secco dietro la nuca ed inizio a vedere delle lucine intermittenti davanti agli occhi. Ancora confuso rotolo via appena prima che il khopesh mi trapassi il cervello. Mi alzo a sedere, ma un secondo colpo mi spedisce nuovamente a terra. Alzo in tempo la spada per evitare che il figlio di Acli mi tagli la testa. Il clangore del metallo si sente di più adesso.
Non posso stare steso per sempre, ma mi tiene bloccato con quella dannata spada ricurva egizia. Se solo l'alzasse pensando di colpirmi, invece continua a premere, come a sperare di spezzarmi la spada.
Lo zaino sulla schiena, poi, non aiuta.
Oppure sì?
Dovrebbe avere delle cinghie per staccare le bretelle. Devo solo riuscire a tenere forza con una mano, oppure...
Ruoto la lama in modo che sia dal piatto, poi stacco la mano sinistra e con la destra cerco di fare resistenza. Qualsiasi cosa accada almeno non mi ferirò da solo, inoltre farà da scudo abbastanza per attuare il mio piano.
Con la mano libera vado a cercare le cinghie dello zaino. Trovo la prima e la apro con abbastanza facilità. Trovo la seconda e riesco anche con la seconda. Un respiro profondo e scivolo in basso. Sento il khopesh piantarsi nel terreno e, temo, tagliare lo zaino.
Mi alzo pronto a percepire ogni possibile movimento e a parare i fendenti in arrivo.
« Ai piedi!» sento a sinistra, poi il fumo trema e sento il figlio di Acli gridare di dolore. È proprio davanti a me, sento che è a terra. Mi preparo per trafiggerlo quando inciampo su qualcosa e gli cado addosso. Mi pianta l'uncino del khopesh nel fianco, come un amo gigante in un tonno.
« Mossa sbagliata.» rispondo alzando la mia arma e piantandogliela nella gola.
La nebbia nera si disperde in un attimo, poi il ragazzo diventa coriandoli neri e scompare verso il cielo. Solo a quel punto mi accorgo che gli erano stati mozzati i piedi. Mi sposto preoccupato, poi mi alzo ansimante e tengo la spada alta. Basel non si vede, ma non taglierebbe mai i piedi a qualcuno, è brutale.
Il Toro della Colchide arriva mugugnando e scopro mio fratello sulla sua groppa. Gli ha piantato il khopesh nel collo, ma credo si sia incastrato ed adesso è sballottato di qua e di là come una banderuola al vento. Ci mancava solo il rodeo mortale con una macchina metallica.
Faccio per raggiungerlo, ma il taglio al fianco lancia una fitta e crollo in ginocchio ansimante. L'unica è recuperare dell'ambrosia nello zaino, ma fa troppo male per muovermi. Un leggero strappo e non so se resisterò. Sento un clag e vedo Basel volare in aria, poi il Toro imbizzarrito corre verso gli alberi e scompare. Mio fratello mi piomba addosso con l'accortezza di tenere la spada sul petto.
Il fianco da un'altra fitta, così ne approfitto e prendo un po' d'ambrosia dallo zaino di Basel prima che si rialzi. La sensazione di sollievo mi investe e mi rilasso mentre il fratellino si alza chiedendo scusa duecento volte come minimo. Sono troppo preso dalla cura per capire cosa dice e cos'è successo, voglio solo godermi quel momento di pace prima di ricominciare a sopravvivere.
« Siamo fortunati.» sento dire da Basel.
« Perché siamo vivi?» rispondo« Sì, lo siamo.».
« Non solo, il figlio di Thanatos non ci ha uccisi.» scatto a sedere, il mio fianco mi avverte che è una pessima idea fare movimenti bruschi« Anzi, ci ha aiutati. Ha detto che aveva doveva un favore alla Casa di Ade.».
« Ma davvero?» una nuova fitta, possibile che l'ambrosia non sia bastata« Hai una qualche magia curativa?».
« Posso provarci.» mi fa stendere sulla schiena e inizia a scrivere con il pennello facendomi bruciare la ferita. Lo sento trattenere il vomito, poi si allontana« Aspetta un paio di minuti.».
« Tu non sei ferito?» gli chiedo.
« Grazie a te che mi hai fatto da cuscino no.» risponde.
« Visto che mi stai curando siamo pari.» il dolore inizia a diminuire e sento la pelle tirarsi come se si stesse ricucendo« Come hai fatto a piantare il khopesh nel Toro?».
« Nell'oscurità e nel panico ho piantato l'arma a caso, non è stata una buona idea.».
« Direi proprio di no.» confermo. Mi sembra di non sentire nemmeno più la ferita« Di un po', quanto dovremo stare così in vista?».
« Il tempo che la tua ferita si rimargini.».
« Quindi?».
« Prova ad alzarti. Non vedo più niente, ma potrebbe essere solo una cucitura esterna.».
Lentamente mi tiro sulle ginocchia. Il dolore è sparito e sangue non ne esce, però si è formato un bel livido dove sono stato colpito. Una bella chiazza violacea che nascondo immediatamente sotto la maglietta. Provo qualche torsione ed esclamo:« Fantastico! Come ci sei riuscito?».
« Me... me lo ha insegnato un mio amico.» risponde evasivo« Sai, quando bisogna partire per un'impresa è utile sapere anche queste cose.».
« Non è una cosa molto da figlio di Ade.».
« No, infatti lui è...» si blocca dubbioso sulla risposta.
« Un figlio di Asclepio?» provo ad aiutarlo.
« Sì, una cosa del genere.».
Ci sono troppi misteri attorno a Basel, ma non voglio incasinarmi ulteriormente la vita. Siamo nel Colosseo con possibili mostri e nemici ovunque. Il 22 nero brilla al centro del settore di Acli, segno che l'oscurità non c'è più ed i suoi figli sono morti. Dei nemici in meno da temere.
Il figlio di Thanatos dev'essere quello che ha tagliato i piedi al figlio di Acli che mi teneva sotto scacco. Solo lui potrebbe essere capace di quella brutalità, ma perché ha detto di avere un conto in sospeso con la Casa di Ade. Ha parlato di un favore, ma non so di cosa parli. Forse di un'Olimpiade passata, ma non ricordo di figli di Thanatos, anche perché sono entrati solo quest'anno nel Colosseo.
Mi alzo in piedi e mi metto lo zaino sulle spalle. Per fortuna non ha subito danni dallo scontro con il figlio di Acli.
« Sarà meglio incamminarci.» dico serio« La strada è ancora tanta, inoltre non sappiamo se Estia e Persefone sono sguarnite o i loro figli sono ancora vivi.».
« Ricevuto.» annuisce Basel« Ma Estia non dovrebbe essere vergine?».
« Ah sì?» ci rifletto un po', poi alzo le spalle« Bé, se non sono suoi figli sono suoi Sacerdoti, e restano comunque pericolosi.».
« Quanto i figli di Efesto?».
« Credo meno.» e m'incammino verso la Base di Thanatos. Un brivido mi percorre pensando al Toro della Colchide che è corso nella direzione opposta, come richiamato da qualcuno. Conosco un Semidio che potrebbe fare una cosa del genere ed ha già vinto una Olimpiade sbaragliando tutti praticamente da solo.
Adesso dovrebbe avere diciannove anni, età considerevole per uno che ha sconfitto Gea.
Scuoto la testa e mi convinco a rimanere concentrato sul mio obbiettivo mentre superiamo gli alberi. Una distesa di lapidi si apre davanti a noi. Puzza di cadavere mista a fiori esotici ed una spruzzata di nebbia a livello caviglie.
Questa è la Base di Thanatos, la Morte. Uno dei settori incognita di quest'anno. Cosa potrebbe rivelare? Ho paura a scoprirlo. Forse chi entra in questo settore muore all'istante, o se non si sbriga rischia di rimanere avvelenato mortalmente. In entrambi i casi mi dispiacerebbe e non poco morire in modo così stupido.
« Costeggiamo restando in mezzo agli alberi.» propongo. Basel dietro di me annuisce e mi segue. Le spade alte per precauzione mentre avanziamo.
Arriviamo più o meno a metà percorso quando sento qualcosa sbuffare, poi Basel mi spinge via e rotoliamo contro un albero. Un secondo Toro della Colchide si schianta contro una croce celtica mandandola in frantumi, poi punta su di noi con i suoi occhi meccanici graffiando il terreno con lo zoccolo.
Ci prepariamo a scappare quando un terzo toro arriva sferragliando. Massimo due minuti e ci sarà addosso.
« Cosa facciamo?» chiede Basel nel panico.
« Corriamo.» lo prendo per il polso e lo trascino nella zona di Thanatos. Immediatamente mi sento pesante, come se il tempo fosse melassa e nella mia testa vorticassero tante cose da fare. Voglio fare, vivere, ridere di nuovo, ma ho come la sensazione di non avere abbastanza tempo. Inciampo trascinando mio fratello e rotoliamo dentro alla nebbia. Uno sbuffo mi fa spostare istintivamente a destra, appena in tempo prima che uno dei Tori mi incorni per bene. Un'esplosione lo fa saltare in aria, poi Basel emerge e mi raggiunge. Il suo volto mi sembra più stanco e vecchio, come quello di una persona che non ha raggiunto i suoi obbiettivi e sa di essere ormai alla fine.
Ecco il potere di Thanatos, l'invecchiamento precoce.
« Dobbiamo uscire di qui!» esclamo« Adesso!».
Il Toro che è volato in aria precipita su un paio di croci di ferro ed una lapide con foto. Un brivido mi percorre mentre la mia mente realizza di che foto si tratta. Una ragazza troppo giovane per morire, dai capelli neri e la pelle chiara. Improvvisamente ho l'istinto di correre a rivedere quel viso, ma qualcuno mi prende il braccio e mi trascina negli alberi.
« Non posso salvarti sempre la vita, figlio di Ade.» commenta una voce mentre il volto di un ragazzo si forma davanti ai miei occhi. Diciotto anni, capelli color cenere ed occhi seducenti. Credo di non aver mai visto una persona più bella in vita mia, infatti avvampo tanto da sentire il colore rosso che incendia la mia faccia. Lo percepisco come se stessi andando a fuoco. Diavolo, se è bello quel ragazzo!
Rotolo via spaventato da quello che mi sta succedendo, poi faccio un sospiro per cercare di tranquillizzarmi. Devo ritrovare lucidità e capire cosa fare. Farmi un programma.
« Basel!» esclamo« Cavolo, Basel!».
Inizio a girare la testa a destra e a sinistra per cercarlo, poi noto la sua lama puntata verso l'alto. Si alza e si abbassa come il ritmo di un respiro, così scopro che è ancora vivo. Distrutto e sull'attenti, ma vivo.
Mi volto verso il ragazzo dai capelli grigi, ma subito distolgo lo sguardo. È veramente troppo bello per essere guardato, quasi abbagliante. No, non come i figli di Apollo, meno brillante.
« Grazie.» dico a sguardo basso« Ma cosa stava...».
« Base di Thanatos. Insopportabile.» sorride il ragazzo« Soprattutto quelle foto e quei nomi che cambiano in continuo, insopportabile. Mi viene mal di testa dato che su di me non hanno effetto.».
Mi costringo a guardarlo rendendomi conto che tiene una falce nelle mani e dietro la schiena, come se fosse tranquillo di non doverla usare. Di nuovo quella sensazione di passione che sento. Niente da fare, sono fisicamente attratto da lui e la cosa mi da fastidio. Molto fastidio.
Abbasso nuovamente lo sguardo quasi in imbarazzo di fronte a tanta bellezza.
« Quindi tu sei...» provo a dire.
« Conant Benedict, figlio di Thanatos.» risponde annuendo.
« Bè... grazie mille, Conant. Io sono Nico di Angelo.» dico, poi vedo Basel alzarsi e guardarci dubbioso« Ci ha salvato la vita.» un brivido mi percorre nuovamente come una scossa elettrica« I Tori della Colchide!» Conant indica verso la sua zona. Noto delle forme indistinte che corrono da una parte all'altra diventando sempre più rosse fino a sfaldarsi in pezzi di ferro arrugginiti. Si trasformano in polvere e scompaiono.
« Nemmeno i mostri possono nulla contro questo posto, per questo lo odio. Mi basterebbe stare qui dentro ed aspettare che gli avversari entrino. Si autodistruggerebbero. Mi sembra così vigliacco.» spiega Conant« Però non ho voglia di allontanarmi più di tanto, è pur sempre una delle poche armi che ho.» gli indico la falce« Non la so usare bene. Il massimo che so fare è azzoppare le persone. Troppo pesante per puntare alla testa.» mi viene un brivido« Ma tranquillo, non ho intenzione di attaccarvi, a meno che non ci troviamo gli ultimi nel Colosseo.».
« Meno male.» guardo un'ultima volta la sua zona con un misto di attrazione e paura, proprio quella che ho nel guardarlo direttamente« Quindi se ti proponessi di venire con noi.».
« Grazie per l'invito, ma ho altri semidei da salvare. Figli di Apollo, figli di Era, cose così...».
« Sono Sacerdoti di Era, non figli.» lo correggo.
« Ne sei veramente sicuro?» mi guarda con aria di sfida« Bé, chiamali come vuoi.».
« E perché li vuoi aiutare?».
« Tutto a suo tempo, la vostra vita non è ancora alla fine e nemmeno la mia. Avremo tempo per parlarne in seguito.».
« Dai, Nico, andiamo.» dice Basel trascinandomi.
« Aspetta, tu non sei curioso di sapere?».
« Non quando abbiamo da superare Estia e Persefone. Ha detto che c'è tempo e mi fido di lui.».
« Questo non significa che mi debba fidare io, giusto?» un ringhio scuote gli alberi« Ma se ce ne andiamo non piangerò.».
« Tranquilli, me la caverò.» sorride Conant mentre gli alberi coprono la sua figura. Mi rendo conto che Basel ha preso il comando della Casa di Ade, cosa che non gli posso permettere. Lo supero ed inizio a trascinarlo fino alla prossima base. Il 24 nero sull'erba e nessun cambiamento ci da l'amara notizia che i figli(o Sacerdoti) di Estia sono già caduti. Il ruggito scuote nuovamente le chiome, poi dagli alberi spunta un Leone. Non un leone qualsiasi, ma una bestia grande quanto un tir ed il pelo dorato. Spero con tutto il cuore che non sia QUEL Leone.
« Ma non dovevano spuntare dall'altra parte i mostri?» domando preparandomi a difendermi.
« Credo che siano spuntati da entrambe le parti.» spiega Basel stringendo il khopesh« Ma non capisco perché non li ho percepiti.».
« Se non lo sai tu.» il Leone ci ruggisce in faccia« Buono, micione.».
« Il termine corretto sarebbe Re della Savana.» precisa il fratellino facendomi chiedere perché non l'ho ancora ucciso. Credo che i miei occhi spieghino tutto il mio disappunto, perché aggiunge« Ma anche micione va bene.».
« Apertura!» esclamo e per fortuna Basel non è del tutto stupido. Saltiamo in direzioni opposte mentre il Leone si lancia contro di noi. Rotoliamo trovandoci schiena contro schiena.
« E adesso?» chiede.
« Sortita!» rispondo. Ci lanciamo sull'animale che non si è ancora voltato piantandogli le spade addosso all'unisono. Le lame colpiscono il pelo e vengono respinte sparandoci dall'altra parte della base di Estia. Questo non va bene per niente, proprio per niente.
« Male?» chiede Basel mentre il Leone si volta e ci raggiunge con due ampi balzi.
« Molto male, ma è pur sempre un micione.» come diamine mi vengono certe idee« Puoi evocare un gomitolo di lana?».
« Temo di no.».
« Una bistecca grande quanto una 500?» annuisce ed inizia a scrivere sull'erba. Decido che la cosa migliore che posso fare è richiamare l'attenzione del Leone, giusto per dare il tempo a Basel di evocare quella maledettissima bistecca. Con un salto supero quel gatto troppo cresciuto e gli atterro sulla coda. Mi sembra quasi di vedere il pelo rizzarsi scosso dal dolore, poi mi punta gli occhi sanguigni addosso.
Perfetto, ora posso ritenermi un semidio defunto. Chi accidenti me lo ha fatto fare!?
Con un salto schivo una zampata che potrebbe affettarmi in cinque, poi corro nella direzione opposta a Basel mentre il Leone mi segue. Con una scivolata faccio un'ampia inversione a U costringendo il felino a frenare ed andare a sbattere contro il muro del Colosseo. Ulteriormente infuriato, si lancia al mio inseguimento.
« Quanto ti manca!?» grido al fratellino.
« Fatto! Ora corri verso Persefone!» mi risponde dirigendosi verso gli alberi. Lo seguo con un rapido scatto e rotolo tra i tronchi. Il Leone si prepara ad inseguirci quando una bistecca enorme e cruda spunta dal terreno come se venisse sputata fuori. Ci si avventa sopra ignorandoci e noi ne approfittiamo per allontanarci in fretta.
Un pungente odore di fiori ci riempie le narici, poi raggiungiamo un immenso campo fiorito. Sembra un luogo di pace e serenità, un bel posto dove rilassarsi.
Un posto quasi più inquietante della Base di Thanatos.
Basel mi spinge via prima che una spada mi trafigga da parte a parte, poi lo sento gridare dal dolore.
Tento di avvicinarmi, ma la lama mi si punta sotto il mento minacciosa.
Odore di giacinti mi riempie le narici mentre un ragazzo biondo mi guarda raggiante, poi abbassa l'arma.
« Nico, stai bene?» mi chiede con una voce che mi fa rabbrividire. Ora capisco da dove viene l'odore di giacinti.
È l'odore di Will Solance.

Babam! Rieccomi bella gente... e Ade.
Ade: Simpatica come sempre vedo. -.-
Dettagli, passiamo alle recensioni.
Ade: Non ce ne sono, per questo mi chiedo come mai stai aggiornando.
Luna: Perché ho aggiornato io e quindi aggiorna anche lei.
Te pareva che non dicesse la sua? -.-
Comunque, con le recensioni mi rifarò nel prossimo cappy... anche perché nessuno odia la Solangelo.
Luna: Veramente io...
Lo ritenevi Fanservice, ma ti sei ricreduta leggendo Apollo, lo sappiamo.
Luna:*si deprime e si angolizza*
A parte questo piccolo siparietto... grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra preferite, seguite, ricordate e a tutti voi che vi siete fermati a leggere. ^^
Per il prossimo aggiornamento probabilmente ci vorrà un po' di più benché il capitolo sia già pronto. Studio, vacanze e canale YT di recensioni varie(per lo più letterarie) da aprire mi terranno un po' impegnata, ma non temete. Tempo un mesetto e aggiorno... sperando che qualcuno nel frattempo recensisca. ;)
Con questo è tutto, gente!
Ci leggiamo presto, ciao ciao. ^^
JKEdogawa, Ade e Luna Celeste Sognanti
   
 
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