Un anno.
Era passato ormai un anno dalla morte di Arthur, da quando finalmente avevo portato la pace a Camelot.
Ne ero felice, anche se dentro di me, per colpa dell'assenza di Arthur, non faceva altro che infuriare una tempesta.
Ginevra era una brava regina, il popolo l'amava, ma avrebbero fatto di tutto per riavere il loro re. Tutti ne sentivano la mancanza, io più di tutti.
Quella notte feci un sogno. Il primo nell'ultimo anno. 
Ero ad Avalon, guardavo l'acqua muoversi lentamente e intanto il ritmo del mio cuore accelerava. Ad un tratto sentii qualcuno alle mie spalle, ma per qualche inspiegabile motivo non riuscivo a girarmi.  
«Chi sei?» Chiesi allo sconosciuto.
«Ma come, idota, non mi riconosci?» Quella voce, l’avrei riconosciuta fra mille.
Arthur. Il mio Arthur.
Mi voltai e finalmente potetti guardarlo: quegli occhi, quei capelli, quel viso, quel corpo, mi erano mancati così tanto.
Lo abbracciai. Lo strinsi così forte da soffocarlo quasi. Lo sentii ridere. Ah, quella risata.
«Hey, Merlino, mi sei mancato anche tu.»
«Arthur, questo è un sogno, vero?»
«Non è un sogno, ma non è nemmeno la realtà.» Ad un tratto il sorriso sul suo volto si spense.
«Mancate molto a tutti.»
«Anche loro mi mancano, ma soprattutto mi manchi tu.» Le sue guance si colorarono di rosso. Il respiro mi si mozzò.
«C’è una cosa che ho sempre voluto chiedervi. P-Prima di morire… Quel bacio, cosa ha significato per voi?» Gli chiesi con tutto il coraggio che avevo in corpo.
Lo ricordavo bene, quel bacio. Quello che ci eravamo dati prima che morisse. Finalmente avevo l’occasione di chiedergli cosa aveva significato per lui.
«Vuoi saperlo davvero, Merlino?» Mi disse «La verità è che desideravo farlo da tempo ormai. Ho tentato di tenere nascosti i miei sentimenti, perché non sapevo se tu ricambiassi e poi nessuno avrebbe voluto un re omosessuale, giusto? Così ho sposato Ginevra, perché mi sembrava la cosa più giusta da fare per il mio popolo. Ma ogni giorno, ogni volta che tu eri accanto a me, non desideravo altro che baciarti. E piano piano questo mio sentimento non faceva altro che diventare qualcosa di più di una semplice attrazione fisica.» Prese un profondo respiro «Mi sono innamorato di te, Merlino. Io ti amo e ti amerò per sempre.»
Piangevo. Piangevo e non riuscivo a smettere. «Arthur» Gli risposi fra i singhiozzi «Non sapete per quanto tempo ho aspettato questo momento.»
Mi venne vicino e mi abbracciò. «Io vi amo e questa cosa non potrà mai essere cambiata. E quando Albione si troverà nel momento del bisogno, voi risorgerete e io sarò al vostro fianco. Perché voi siete e sarete re una volta e re in futuro.» Ci sedemmo sull’erba.
«Allora speriamo che Albione abbia bisogno di me al più presto.» Rise, ma c’era molta tristezza nelle sue parole. «Ora, Merlino, tienimi. Tienimi solo.» E così lo tenni. Stretto a me. Così stretto da non lasciarlo mai.
Poi mi svegliai di colpo e la realtà dei fatti mi colpii come un pugno nello stomaco.
Alzai lo sguardo e lo vidi lì, in piedi davanti a me, intento a fissarmi.
«Ricorda, quando Arbione avrà bisogno di me, noi due saremo di nuovo insieme. E fino ad allora, tienimi. Tienimi, per favore.» Sussurrò.