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Autore: Charlie_Rock    20/07/2016    5 recensioni
Justin è sempre stato affascinato dal cielo. Ora è sul tetto della Kinnetik, aspettando che Brian finisca di lavorare. Ha le cuffie dell'mp3 nelle orecchie e una canzone che sul palato lascia il retrogusto della malinconia inonda i suoi timpani, rendendolo sordo a tutto il resto; non abbassa gli occhi a terra, non incontra il profilo dei palazzi, anche se il collo comincia a dolergli, e per qualche minuto non conosce altra realtà che non sia il tramonto di una fresca giornata di fine ottobre.
(Un momento post 5x13)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Queer as Folk
Parte: 1/1
Personaggi: Justin Taylor, Brian Kinney (menzione di Chris Hobbs)
Pairing: Justin/Brian
Rating: PG
Warning: Post 5x13 e un briciolo di fluff
Note: Tempo fa, ormai quasi cinque anni se non anche di più, pubblicai questa fic da un altro account che poi ho cancellato. Da poco mi sono dedicata nuovamente alla visione di questo meraviglioso telefilm ed ho deciso di rimettere mano a questa piccola Shot che comunque mi piaceva. E' senza pretese, ma sarebbe ovviamente gradito un vostro riscontro. Bye.
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, non ho alcun diritto e non scrivo a scopo di lucro.




skies





Justin è sempre stato affascinato dal cielo: ama passare ore a guardarlo. Adora stare sveglio le notte, fino al mattino, per vedere l’alba con i suoi colori pallidi, che lenta illumina il cielo, quando luce e ombra si incontrano e brillano le stelle mentre le nuvole si tingono di vermiglio. Ama osservare il tramonto, con le sue infinite sfumature di una miriade di colori diversi. È affascinato dal cielo notturno, dal nero profondo e avvolgente e dalle stelle brillanti come diamanti, piene di mistero e custodi dei desideri degli uomini. Potrebbe passare una giornata intera, con il naso all’insù, ad osservare le variazioni cromatiche dal mattino alla notte, a guardare le nuvole spostarsi e mutare, a seguire il tragitto degli stormi di uccelli neri, che cambiano forma, armoniosi come una melodia.

A New York, invece, quando alza la testa vede solo palazzi di cemento e vetro.

Ma ora è sul tetto della Kinnetik, aspettando che Brian finisca di lavorare. Ha le cuffie dell'mp3 nelle orecchie e una canzone che sul palato lascia il retrogusto della malinconia inonda i suoi timpani, rendendolo sordo a tutto il resto; non abbassa gli occhi a terra, non incontra il profilo dei palazzi, anche se il collo comincia a dolergli, e per qualche minuto non conosce altra realtà che non sia il tramonto di una fresca giornata di fine ottobre.

L’azzurro pallido dell’orizzonte s’in scurisce, gradualmente, fino a diventare azzurro cielo e poi un lavanda scuro. Il sole non è più visibile, nascosto dalla curva delle blu montagne lontane, ma le nuvole sono ancora macchie di colore, simili a pennellate su tela, di un rosa e arancione acceso. Justin si sente come se stesse osservando un quadro, una bellissima, enorme, opera d’arte. Se Dio esiste, pensa, deve essere per forza un’artista. Il cielo di quel giorno, probabilmente, è una delle sue opere migliori, e Justin si ritrova stupidamente a chiedersi se Dio abbia anche dato un nome a questo dipinto.

Trasalisce quando una cuffia viene improvvisamente sfilata al suo orecchio, vorrebbe girarsi ma la sua schiena aderisce al petto di qualcuno e una mano si posa sul suo fianco tenendolo fermo. Il momento di smarrimento dura solo un attimo, perché poi un mento si poggia sulla sua spalla e il respiro inconfondibile di Brian s’infrange contro il suo orecchio.

-Cosa ascolti, Raggio di Sole?- Brian si mette l’auricolare prima che Justin risponda, e fa una smorfia. –Ancora questa canzone tremendamente romantica?- Domanda, mentre le note di ‘Save the last dance for me’ rimbombano del suo orecchio destro.

Justin si gira verso l’uomo, sorridendo come solo lui sa fare. E a Brian sembra che il suo piccolo raggio di sole abbia illuminato la sua vita, colorandola, anche se fino a quel momento non si era accorto che era tutto in bianco e nero.

-Io amo questa canzone!- Esclama il biondo, circondando il collo del suo amante con le braccia. –Tra tutte le canzoni che abbiamo ballato, è quella che mi piace di più… Rappresenta noi più di tutte le altre.-

-Rappresenta anche Chris Hobbs che ti spacca la testa.-

Justin scuote energicamente il capo. –Rappresenta la prima volta che hai dimostrato davvero che tenevi a me. Rappresenta il mio sorriso mentre, davanti a tutti, dimostravo chi ero veramente, con al mio fianco la persona che amo. Non ha nulla a che vedere con quel cazzo di Chris Hobbs! Non può rovinare anche il ballo più bello della mia vita!-

Brian sorride e accarezza lentamente i capelli di grano di Justin. Rimangono in silenzio, si osservano, si sorridono e senza accorgersene hanno cominciato ad ondeggiare lentamente al ritmo della musica.

Justin si rende conto che la sua vita è proprio come quella canzone. Potranno essere gli altri a stringerlo e a farlo sorridere, mentre sta a New York, ma non si dimenticherà in quali braccia starà alla fine, non dimenticherà gli anelli, le scuderie e la promessa di ritornare.

Quando le loro labbra s’incontrano , per Justin sentire il sapore della lingua di Brian nella propria bocca è come ricominciare a respirare. Le loro sagome abbracciate si stagliano contro il cielo; dietro di loro una nuvola rosa e arancione e una luna piena che splende già, anche se il buio tarderà ancora ad arrivare.

Justin è certo che se questo fosse un quadro lo chiamerebbe ‘amore’. Chissà che titolo gli darebbe Dio, invece.





Note conclusive: Io sono una di quelle che vede il finale aperto in maniera positiva: ci vuole un'ora e venti minuti di aereo per andare da New York a Pittsburgh, e 5 ore di macchina. Non è una cosa così incredibile, e sono sicura che dopo il primo periodo in cui Brian si sarà fatto le sue brave seghe mentali Justin gli avrà fatto capire che la sua residenza in un'altra città non è un addio manco per niente.

Grazie per aver letto fino alla fine.

  
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