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Autore: marveladdicteed89    20/07/2016    0 recensioni
"Cinque volte, poi non verrò più da te e mi rifarò una vita.
So che avresti voluto che me ne andassi subito.
Ma dammi ancora cinque volte, Gerard.
Non mi puoi più dare amore e lo so.
Ma almeno dammi cinque volte."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Jamia Nestor, Lindsey Ann Ballato | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mercoledì 5 novembre, ore 20:14

Oggi è l'ultima volta, Gee.
Sai, non mi aspettavo finisse così.
Un giorno come un altro.
Un 5 novembre tra altri tanti 5 novembre della mia vita.
Chi lo avrebbe mai detto che saresti finito nel nulla, in una sera così insignificante, ma che io ricorderò per sempre? Chi lo avrebbe mai detto, amore mio, che anche tu saresti finito nel grande dimenticatoio dell'universo, come un qualcosa di passato che mai e mai sarà di nuovo ancora qui?

Sai, mi sposo con Jamia dopodomani. 
È molto contenta.
L'ho baciata, la baciavo da un po' da quando tu sei qui, perché mi ricordavo di quello che mi avevi detto. Di rifarmi una vita, con lei. Da un paio di mesi, forse. Solo, non avevo il coraggio di dirtelo.
Ma l'altra volta non ti ho mentito, quando ti ho detto che dovevo ancora imparare a conoscere le sue labbra.
All'inizio non sapevo descrivere nemmeno le tue.
Erano della stessa profondità di una galassia, sapevo solo questo.
Le sue non mi sembra.
Ma non saprei.
Non che non abbia sentito niente, in quel contatto.
Ma la mia mente era troppo lontano.
Tutto quello era troppo falso, per poterlo esprimere in un'altra parola che non fosse "falsità". Come una maschera vuota.
Il nulla.
Il bianco.
Qualcuno dice che il bianco dà serenità. Non sono d'accordo. A me il bianco fa paura.
Forse è così che è la sua bocca.
Bianca.

Tanto non succederà niente. So che non ti sveglierai. Forse l'ho sempre saputo ma non l'ho mai voluto credere veramente.
Non sai quanto mi ha fatto male, non sai quanto mi fa male.
Ti resta un giorno di vita, e io sto sprecando la mia unica occasione oggi. Occasione di dirti che ti amo, occasione di rimanerti accanto fino alla fine, occasione di fare qualcosa.

L'ho promesso, poi non verrò più.

Nemmeno al tuo funerale.

Non guarderò mentre ti seppelliscono, mentre ti chiudono in una bara scura e tutti piangono e gettano una rosa rossa o bianca sulla tua tomba.

Quando avrò sceso le scalinate di questo ospedale, non ci dovrà essere più posto per te nella mia mente. I nostri baci saranno cancellati, le nostre notti saranno solo parte di un mondo immaginario e perfetto al quale non avrò mai accesso. Non ricorderò più il sapore della sua bocca, il tocco delle tue mani, il modo speciale in cui pronunciavi il mio nome, le nostre giornate insieme, le tue carezze.

L'ho promesso.

Oggi i tuoi occhi si scontrano contro i miei per un'ultima volta, come due macchine, come quella sera. 
Riesco ancora a sentire le tue labbra che sfiorano le mie e poi si staccano bruscamente.
La cintura che sfrega sul mio fianco e mi tiene incollato al sedile.
E vedo i tuoi occhi, come quelli di un cervo spaventato da fari troppo luminosi. 
E poi lo schianto: rumore, fumo, vetro. Sangue.
Oggi il mio mondo crolla e entra nelle spoglie di una menzogna, una menzogna felice.
Oggi ti ricordo per un'ultima volta, ti lascio un bacio su quella bocca ancora tiepida.
Oggi ti abbraccio ancora, oggi piango e ti scuoto, cercando disperatamente di svegliarti, ti grido addosso "amore, devi alzarti!".
Inutilmente.
Oggi le mie illusioni crollano.

Non sono capace di asciugare le mie lacrime da solo, ti prego, Gee, torna. Non riesco a essere forte, non ho nessuno ora che sei sparito.
Non riesco a rialzarmi.
Non riesco a dimenticare...

Chiudo gli occhi.
Tengo stretto il respiro, lo rilascio nell'aria solamente quando ne ho bisogno, come se potessi donare un po' di ossigeno anche a te, per farti tornare.

Perché mi hai chiesto questo?
Stringo forte il tuo braccio, e rimani immobile, e io mi prendo la testa tra le mani, stringo i denti per non urlare e mettermi a piangere di nuovo, anche se lo sto già facendo.
La tua ultima volontà, al buio. Nessuno dei due sapeva che quella sarebbe mai stata la nostra ultima notte.
Ero sicuro, sicuro che avrebbe potuto andare tutto bene...
Eppure mi sbagliavo: insieme eravamo troppo dolore.
Avevamo bisogno di aiuto, e ci sembrava che ognuno lo desse all'altro, ma ci stavamo annegando a vicenda.
Ma stavamo bene.
Gee, saremmo annegati insieme.
Fino alla morte.
Insieme.
Tu sei andato a fondo troppo in fretta.
E mi hai spinto a galla, lasciandomi riemergere, in un sacrificio disperato.
Ho cercato così a lungo le tue braccia per stringerti di nuovo e tornare a riva insieme, ma tu non c'eri.
Sono rimasto in mezzo all'oceano.
Muto.
Incapace di affondare, incapace di stare a galla nel modo giusto. Incapace di scomparire.
Mi sono lasciato trasportare dalla marea.
A volte il tuo spettro mi appare ancora, nella notte, tra le onde di questa vita orribilmente gelida da quando non ci sei.
Ho vagato così per giorni.
Mi è sembrata un'eternità, senza te, ma con il tuo ricordo ben impresso nella testa, che mi faceva impazzire lentamente.

E adesso la vedo, la riva (finalmente?).
Sembra felice.
Moglie, figli.
Una casa.
Una famiglia.
Sembra felice ed è una splendida bugia.
Vedo la riva e tu sei ancora sotto.

Oggi volto la testa l'ultima volta, per vedere se rimani lì e non sei dietro di me, cercando di raggiungermi. Per vedere se davvero sei morto.

Volto la testa e le onde si infrangono per gli ultimi istanti sul mio petto, agitate, penetrano la mia carne e le sento nel cuore.
Un turbine di emozioni che mi fanno vomitare l'anima.
Dovrei nuotare? Smettere di respirare e lasciarmi andare, raggiungerti? O semplicemente sparire?

Mi volto.

Per un istante penso di annegare.

Poi mi ricordo la promessa.
Sorrido.

Piango.

Come faccio, come faccio a lasciarti andare?

Jamia è già lì.

Stringo la tua mano, il tuo spettro.

Un'ultima immagine, una sola. Da imprimermi nella mente per dimenticarla subito dopo.

La mia testa, lentamente, si gira di nuovo. Verso la spiaggia.

Amore, vorrei che fosse stato per sempre.

Lascio la tua mano.

E poi corro.

Corro, corro via.

Fuori da questa camera d'ospedale.

Nuoto, nuoto veloce, verso la riva.

Mentre lo faccio piango.

Poi, appena tocco la sabbia, mi impongo di smetterla.
Mi asciugo il viso.

Te l'ho promesso, non ti avrei più pensato.

Alzo la testa.

Jamia mi aspetta. Eccola lì, raggiante e luminosa. Bellissima.

- Frank, vieni? Dobbiamo ancora scegliere la torta.

Vado da lei. 
Le prendo la mano.
E la bacio.

  
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