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Autore: Rokudaime Hokage    20/07/2016    0 recensioni
Ciao a tutti coloro che leggeranno questa storia.
Č la prima volta che scrivo ispirandomi ai libri della saga di Percy Jackson.
Sono dunque qui per provare a cambiare un po' le cose e immaginare cosa secondo me potrebbe essere successo sull'isola di Ogigia.
Come protagonisti ovviamente ci sono Leo e Calypso, la Caleo, coppia che io amo.
Calypso si innamorerą di Leo?
Leo riuscirą a sopportare "l'irritante" Calypso?
Tra litigi, fraintendimenti ed altro, ce la faranno ad uscirne "insieme"?
Buona lettura!
P.S: il rating potrebbe salire.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Bondage, Incompiuta
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                                                                                         CAPITOLO I       
                                                              
                                                                               L E O


L'accoglienza che Leo aveva avuto da quella irritante reginetta di bellezza non era stata delle migliori,si era confinato nella sua officina improvvisata sulla spiaggia per ..quanto? Uno o due giorni forse,non riusciva a capire quanto tempo fosse passato,poichč proprio quest'ultimo  era difficile da comprendere su quell'isola,proprio come gli aveva detto Calypso,sempre col suo tono disprezzante.
Quel giorno Leo non l'aveva proprio vista,come al solito d'altronde,il desiderio di quella ragazza non era certo quello di farsi notare da uno come lui. Gli portava da mangiare tutti i giorni,come se si preoccupasse che non morisse di fame,tutto qua,niente di pił.
Aveva lavorato tutto il giorno,cercando miracolosamente di trovare un modo per andarsene da li',dato che,come aveva ben capito,quella stupida zattera non aveva per niente intenzione di venirlo a prendere da quella stupida isola,e sapeva anche che questa non sarebbe mai arrivata se la bella Calypso non si fosse,come dire,innamorata di lui,e ció era praticamente impossibile.
Leo optó per il piano B : affidare tutto al suo ingegno sperando che lo avrebbe aiutato in qualche modo.
Si sentiva frustrato,irritato non solo per la situazione,che naturalmente non gli piaceva affatto,ma anche per il comportamento di Calypso,il quale peggiorava di gran lunga le cose,non che gli importasse di ció che lei pensasse di lui,ovviamente! Soprattutto,peró, Leo era devastato da un senso di oppressione e ansia,non riusciva a percepire lo scorrere del tempo, sapeva che i suoi amici non se la passavano bene e che avevano bisogno di lui,se lo sentiva! Ció, dunque, lo portava a lavorare sempre pił freneticamente,rinunciando ( cosa stranissima ) al cibo per giorni.
Quel giorno fu identico ai precedenti,rimase digiuno per l'intera giornata,lavorando sodo fino a che si rese conto che il sole era tramontato da un pezzo e la luna splendeva in cielo.
Si fermó un attimo,asciugandosi il sudore dalla fronte con un braccio.
Come tutti i giorni indossava i suoi soliti vestiti da lavoro, solitamente sporchi e infiammati in alcuni punti.
"Si č fatto davvero tardi" - borbottņ tra se' ,poi il suo stomaco emise un rumore familiare - 
"... E ho anche fame!"
Si pulģ le mani per quello che potette,poi si diresse verso il tavolo degli attrezzi per rimettere a posto alcune cose nella cintura; era davvero stanco.
" Avrei bisogno di un bagno e qualcosa da mangiare..."
"Mh-mh"
Non riuscģ manco a finire il pensiero che un suono quasi gutturale alle sue spalle lo indulse a girarsi.
Rimase per qualche secondo a bocca aperta,mentre sentiva le sue guance arrossarsi e ringrazió gli Dei che fosse buio.
Dietro di lui c'era Calypso,indossava un vestito bianco,senza spalline ma che si allacciava dietro al collo,era lungo,con uno spacco sulla gamba destra e una cinturina dorata alla vita. Aveva i sandali sempre dorati e una coroncina sempre dello stesso stile sulla testa,portava i capelli biondi sciolti,con alcuni boccoli che le ricadevano sulle spalle e altri,pił piccoli che le scendevano leggermente sul viso.
Leo non sapeva se fosse per l'abbagliante bellezza o perchč non se lo aspettasse,fatto sta che si fece quasi cadere un cacciavite da mano per lo stupore.
Calypso portó le braccia alla vita non appena lui si giró, rimettendo la sua espressione tra l'irritata e l'imbronciata.
"Senti uomo-fuligine, so che qui č impossibile morire, ma tu vuoi sfidare le leggi della natura! Non mangi da tre giorni circa...non che mi importi,ovvio."
Lo disse quasi con noncuranza, la sua espressione era seria,come se volesse sforzarsi di mostrare diffidenza.
Alle sue parole Leo si sveglió da quella specie di trance e la guardó cercando di essere quanto pił indifferente possibile.
" Oh sai Raggio di Sole, ma, sai com'č, il mondo va a pezzi e io non voglio certo restare qui,e visto che la tua stupida zattera non arriva, io non ho intenzione di stare con le mani in mano ... quindi cerco un modo per andarmene da questo posto."
Lei lo guardó torva ,poi gli puntó il dito contro.
"PRIMA DI TUTTO non chiamarmi 'Raggio di Sole' e poi anch'io desidererei che te ne andassi,ma GLI DEI .. " - Guardó il cielo con irritazione,e lui ripensó al discorso che gli aveva fatto all'inizio facendogli capire all'istante che lui non era il tipo di eroe che lei volesse ricevere -
"..non pensano la stessa cosa! " 
Tornó a guardare Leo con la stessa espression di sempre.
"Ora se hai intenzione di non divenire uno stecchino,sei pregato di seguirmi, altrimenti.."
Fece per andarsene.
Quando si giró di spalle,si accorse che il vestito di lei lasciava scoperta tutta la schiena,e Leo riuscģ a scorgere la sagoma del seno di lei, non che fosse un pervertito, ma erano cose che ,beh ..si notavano,ecco! Ció lo fece arrossire di nuovo.
"Aspetta.."
Lei si fermó e si giró in attesa di una risposta.
" Okay okay, CARA , ma sai anch' io non sono, ehm.. , felice di stare qua mentre i miei amici rischiano la pelle."
Fece una piccola pausa, distogliendo i suoi occhi da quelli di lei, quasi come se non riuscisse a sopportare il peso del suo sguardo, poi la fissó di nuovo. 
" E vorrei davvero fatti ritornare alla tua routine, sai eroi che vanno e vengono, cose cosģ.."
"Questa era cattiva..."
Pensó e si pentģ subito di aver detto quelle parole non appena le pronunció, perchč lei gli si avvicinó stizzita, lo guardó con disprezzo dritto negli occhi.
" Sai cosa penso Leo Valdez? Sai cosa? Penso che tu abbia il cervello complemente abbrustolito e sporco ,proprio come i tuoi vestiti! "
Lo disse a denti stretti,e la cosa fece rabbrividire Leo, ma era troppo vicina, lui sentiva quel suo bellissimo odore di cannella, ma ció non miglioró la situazione.
Calypso gli si allontanó un po',ma non distolse il suo sguardo da quello di Leo , questi riuscģ a percepire un pizzico di malinconia,forse tristezza, mista a rabbia negli occhi di lei.
"Forse,anzi sicuramente,non sai come fa male subire le conseguenze di una maledizione.."
Lo disse quasi con compassione, guardando la terra e per un attimo Leo pensó che sarebbe scoppiata in lacrime, ma non lo fece.
"Ora, se hai fame sei pregato di seguirmi, e bada, non lo faccio per pena o perché voglia aiutarti, ma solo per ripagarti di aver aggiustato i miei attrezzi da giardino."
Dopodiché si incamminó verso il sentiero che portava alla sua casa,e Leo la seguģ in silenzio.
Pensó che era stato perfido a dire quelle cose,e che forse aveva davvero il cervello incenerito o coperto di fuligine. Ma lo aveva sempre saputo : non era mai stato bravo con gli esseri organici, figuriamoci con quelli complicati come le donne.
"Grazie per i tratti generici,papą"
Non era la prima volta che 'ringraziava' suo padre per ció, ma pensó che nonostante tutto avrebbe dovuto scusarsi con Calypso.
Raccolse quel poco di coraggio che gli rimase.
"Calypso"
Lo disse quasi sussurrando, come se quel nome fosse stato un sortilegio che non riusciva a pronunciare.
"Che vuoi?"
C'era rabbia e dispiacere nel modo in cui rispose,ma Leo non si meravigliņ,aveva sbagliato.
"Mi..mi dispiace, non volevo ferirti"
Calypso fu per qualche secondo in silenzio, e Leo pensó di aver fatto un errore a parlare e che forse avrebbe dovuto aspettare che si calmasse in un certo senso.
" Tre sillabe Valdez : I - DIO - TA.
 Ecco cosa sei."
Lo disse con convinzione e ció rattristó un po' Leo, anche sapeva che avesse ragione.
Peró era strano, come se fosse dispiaciuto del fatto che la ragazza lo pensasse per davvero.
Scacció quei pensieri all'istante scuotendo la testa. Forse i suoi ingranaggi aveva bisogno di essere oliati.
" Non mi importa di certo di quello che pensa Miss Irritazione, ovvio che no!"
Non sembró molto convinto, ma continuó a camminare mantenendo la bocca chiusa quanto pił possibile per non peggiorare le cose.




 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti ,come ho gią accennato nel l'introduzione, č la prima volta che scrivo ispirandomi alla saga di Rick Riordan,ciononostante ci ho provato, scegliendo come protagonisti Leo e Calypso.
Spero vivamente che mi facciate sapere le vostre opinioni riguardo il primo capitolo, che mi comunichiate le vostre idee anche sul continuo della storia, qualsiasi cosa vogliate, anche commenti negativi, perchč č soprattutto da quelli che una persona si forma!
Adiooosss!
Un bacione.

-Rokudaime Hokage
   
 
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