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Autore: notoveryou    20/07/2016    3 recensioni
Dicono che il cane sia il migliore amico dell'uomo. Ma se facesse anche da Cupido?
(SCISAAC)(ACCENNI STEREK)(AU)(TUTTI UMANI)
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo


Hale Publishing, New York, 9 AM (venerdì)


“Te lo ripeto ancora una volta, Isaac, hai capito?”

Derek rivolse al suo nuovo assistente l'ennesima occhiataccia. Nuovo, si fa per dire: Isaac era stato assunto a tempo indeterminato da quasi un anno e aveva già lavorato per sei mesi come tirocinante alla casa editrice di Peter e Derek Hale, ma questo non impediva a quel musone del suo capo di trattarlo come se fosse alle prime armi. Isaac sospirò e fece un cenno di assenso, l'ennesimo.

“Certo che ho capito, Mr. Hale. Dunque, come ha ripetuto negli ultimi dieci minuti...” Derek lo interruppe con una specie di ringhio ma Isaac lo ignorò, sfogliando le pagine del suo taccuino. “Il programma per la sua settimana di assenza è il seguente: punto numero uno, assicurarsi che tutto sia in perfetto ordine per la presentazione del nuovo libro di Brown questo giovedì; punto numero due, ordinare tutti i manoscritti dell'anno 2015 in copie rilegate per l'archivio, punto numero tre... oh, questo è divertente. Il punto numero tre dice che devo chiamare, e cito testualmente, quell'idiota di Cliff e dirgli che le sue copertine nuove fanno schifo e che farà meglio a prepararne di altre gratuitamente se non vuole chiudere ogni rapporto con noi.”

Isaac alzò la testa dopo aver letto quelle parole, un sorrisino di scherno sul suo viso. Derek però rimase impassibile e, affondate le mani in tasca, si voltò a fissare il panorama di New York che si estendeva davanti ai suoi occhi grazie alla vista mozzafiato del suo studio.

“Devi essere convincente e fargli capire che questa volta facciamo sul serio. Non accetteremo nulla che sia meno che perfetto! E comunque” proseguì, tornando a guardare l'assistente mollemente seduto alla sua scrivania - non hai segnato l'impegno più importante.”

Isaac aggrottò la fronte e si grattò la nuca con la matita, perplesso. “Di cosa sta parlando? Sono qui dalle otto e abbiamo discusso soltanto di copertine e idioti.”

“Sai che sto andando via con mio marito, vero? Una settimana solo io e lui.”

Isaac annuì, annoiato. “Certo che lo so, non fa altro che parlarne da mesi.”

Per tutta risposta, sulle labbra di Derek si allargò un sorriso, o forse era una smorfia più simile ad un ghigno. Isaac non riuscì a decifrarla.

“Andremo in Giappone e porteremo ben poche cose con noi.”

“D'accordo... e allora?”

Derek non rispose ma sollevò la manica della giacca e prese ad osservare il proprio orologio, che ticchettava i secondi incessantemente. Un secondo dopo, una specie di boato riempì la stanza.

“NO! SE LO SCORDA! ASSOLUTAMENTE NO! TUTTO MA NON QUELLO!” Isaac era saltato dalla sedia, rosso in viso e assolutamente fuori di sé. Derek si lasciò andare alla prima vera risata del giorno, e sollevò il polso per mostrare il quadrante dell'orologio ad Isaac.

“Diciassette secondi, ci hai messo meno tempo di quanto pensassi a capire.”

Intanto Isaac andava su e giù per la stanza come un folle, scuotendo continuamente la testa.

“La prego, Mr. Hale! Posso fare qualunque cosa, ma non può chiedermi di badare a quella... roba!”

Subito Derek si accigliò. “Ehi, bada a ciò che dici. Stai pur sempre parlando del cane di mio marito.”


A sentire quella parola, Isaac non riuscì a trattenere un gemito. “Ma sa quanto detesto i cani! E poi sono allergico, dannazione! A-l-l-e-r-g-i-c-o!”

 

“Andiamo, hai soltanto paura. Questa potrebbe essere l'occasione giusta per superare il tuo problema. Inoltre Foxy è un cucciolo adorabile.”

 

“Già” pensò Isaac tra sé. “Adorabile quasi quanto i suoi padroni.” Era incredibile che Derek potesse considerare cucciolo quel mostro, ed era ancora più assurdo che dovesse prendersene cura lui! Isaac e gli animali erano agli antipodi, si detestavano a vicenda e si evitavano quanto più possibile.


Derek non smetteva di fissarlo così Isaac sbuffò e alzò le mani, in segno di resa. “D'accordo... d'accordo, ha vinto lei. Non devo fargli il bagno o cose del genere, vero?”

Derek rise. “No, devi solo portarlo fuori tre volte al giorno, farlo stancare e dargli da mangiare ad intervalli regolari così sarà contento e non disturberà il tuo sonno abbaiando tutta la notte.”

In quella frase Isaac poté cogliere il tono seccato di chi ha passato più di una notte sveglio a causa del cane, e non riuscì a fare a meno di sogghignare.

 

Lahey's Cozy Dorm, New York, 7 AM (domenica)

Stiles esitò prima di bussare al campanello, e guardò con aria perplessa il suo affascinante marito – che quel giorno era a dir poco una gioia per gli occhi, in tenuta casual con tanto di giacca di pelle e occhiali da sole – che teneva le braccia incrociate al petto, perplesso e divertito al contempo.

“Lahey's Cozy Dorm? Oh cielo, Derek, che succederà a Foxy in questo posto?”. Come a voler sottolineare il proprio disappunto per essere stato trascinato via dalla propria comoda cuccia, il suddetto Foxy – un adorabile quanto mastodontico husky bianco – prese a grattare con le zampe contro la porta, impaziente di muoversi.

“Cosa? Ma no, stai tranquillo, Isaac Lahey è un tipo a posto. Avrà pensato che appendere un'insegna del genere alla sua porta potesse essere divertente”. Dallo sguardo accigliato che aveva, Derek sembrava trovarlo tutt'altro che divertente, ma non si scompose: era fondamentale che Stiles si fidasse di Isaac, altrimenti non gli avrebbe mai affidato Foxy e addio viaggetto romantico insieme.

Stiles, però, non sembrava troppo convinto. “Pensi che sia una buona idea affidarlo ad un tuo dipendente? Non era meglio una pensione? Quella della clinica Deaton è fantastica, e Scott avrebbe potuto dargli un'occhiata, di tanto in tanto.”

Derek scosse energicamente il capo. “No, Scott ha già tanto da fare e non mi è sembrato corretto dargli una preoccupazione in più.”

Stiles sogghignò. “Beh, non mi sembra che tu ti sia fatto problemi a dare la preoccupazione al tuo sottoposto.”

Fu il turno di Derek di sogghignare. “Che dire... è anche a questo che servono gli assistenti, no?”.

Entrambi ridacchiarono e poi finalmente bussarono alla porta.

 

Lahey's Cozy Dorm, New York, 4 PM (domenica)

Isaac era decisamente soddisfatto: nove ore con il mostro e le cose stavano andando alla grande! Forse non era così negato con gli animali, dopotutto. Quando Derek e suo marito erano entrati in casa sua gli erano apparsi piuttosto restii a lasciare il cane con lui, perciò si era sforzato di sembrare affidabile ed esperto, e anche se il suo capo sapeva benissimo che non era così, almeno aveva evitato di dire a Stiles della sua assurda fobia per i pelosi quattrozampe. Isaac sospettava che Stiles non si sarebbe mosso da casa se avesse saputo che l'assistente di suo marito era un pericolo costante. Prima di chiamare il taxi per l'aeroporto l'avevano riempito di confezioni di cibo raffinato e appunti vari, nel caso in cui avesse incontrato qualsiasi tipo di difficoltà. Per fortuna avevano pensato davvero a tutto.

La prima passeggiata era andata bene, tutto sommato, perché Foxy aveva rischiato di farlo cadere soltanto due volte e questa era decisamente un'ottima percentuale, per Isaac.

Di lì a poco lo avrebbe portato di nuovo a spasso, e l'idea quasi lo rallegrò perché, in fondo, non gli dispiaceva avere un po' di compagnia in quella casa vuota, pur trattandosi di una palla di pelo candida – eccezion fatta per una macchia grigia sul muso.

 

“Dì ai nonni che farò tardi. E che aspetto un figlio dal demonio, scegli tu il nome...”

Isaac, stravaccato sul divano, stava riguardando per l'ennesima volta un vecchio episodio di Gilmore Girls. Era un fan sfegatato della serie, anche se erano in pochi a saperlo. Solo la sua migliore amica Erica e il marito Boyd, probabilmente.

Pensando a lei, che era convolata a nozze l'anno prima, inevitabilmente si interrogò sul perché la propria vita sentimentale fosse invece calata a picco con la prospettiva di non rialzarsi più. Sapeva di avere un bell'aspetto e di saperci fare, eppure non aveva ancora incontrato nessuno che lo colpisse sul serio, e di saltare da un letto all'altro non ne aveva più voglia. Era maturato, sì, ma questo non gli impediva di sentirsi solo.

Perso nelle proprie elucubrazioni, improvvisamente si accorse che Foxy non era più acciambellato ai suoi piedi. Si alzò dunque per cercarlo e capì che era vicino quando udì un uggiolio proveniente dalla cucina.

“Foxy?” chiamò, entrando nella sala. “Foxy, dove ti sei cacc... OH CAZZO!”.

Ciò che gli si parò davanti agli occhi era anche peggio degli scenari orribili che si era figurato accettando l'incarico, o meglio l'ordine, di Derek: l'husky era accucciato accanto al tavolo, le orecchie basse e gli occhi tristi, e non smetteva neanche per un istante di lamentarsi. Il vero problema, però, era che accanto a lui giaceva la ciotola ormai vuota dell'impasto per i biscotti al cioccolato che Isaac aveva lasciato incurantemente sul tavolo.

Se c'era una cosa che Isaac sapeva dei cani, è che il cioccolato faceva loro molto male, e poteva addirittura essergli fatale.

“E adesso cosa faccio? Cazzo. CAZZO!”. Dopo una manciata di secondi trascorsi ad imprecare e maledire coppie felici e cane-munite, si ricordò che nel quaderno che gli aveva dato Stiles c'era anche il numero di un veterinario. “Per ogni evenienza”gli aveva detto, ma di sicuro non si aspettava che ne avrebbe avuto bisogno. E Stiles, così come Derek, non avrebbe mai dovuto sapere niente di quell'incidente, altrimenti la sua vita sarebbe stata rovinata per sempre.

Corse a recuperare il libricino e il cellulare, sfogliò febbrilmente le pagine fin quando non giunse ad una delle centrali, dov'era scribacchiato il nome “Scott” seguito da un numero. Che diavolo significava solo Scott? Non poteva aggiungere un cognome o almeno il nome dell'ambulatorio? Non c'era un indirizzo, niente. Isaac respirò a fondo e poi compose il numero.

Dopo un minuto di snervante attesa, una voce tranquilla e calda prese la chiamata. “Pronto?”

Se l'uomo dall'altra parte della cornetta pareva rilassato, lo stesso non si poteva dire di Isaac che invece sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro.

“Io... salve. Chiamo per Foxy e... non so bene cosa fare, sta male. Lei è Scott? Su questo quaderno c'è scritto Scott, non ho idea di chi sia ma mi deve aiutare!”.

Inaspettatamente, dall'altro capo del filo il veterinario ridacchiò. “Si calmi, la prego. Sono Scott, dell'ambulatorio del Dr. Deaton. Se sta parlando di Foxy immagino che stia badando al cane di Stiles e Derek, sbaglio?”.

Isaac si stupì per il tono confidenziale che l'uomo aveva usato per parlare del suo capo e del marito ma sulle prime non ci badò, troppo agitato per pensarci.

“Sì, esatto. E se li conosce gradirei che non gli dicesse nulla di questo... questo piccolo incidente. Non voglio perdere il lavoro, la prego...”

“Signore, mi dica cosa è successo a Foxy. Anzi, lei è...?”

“Isaac Lahey, sono Isaac Lahey.”

“Bene, Isaac, mi dia quante più informazioni possibili.”

Isaac prese a girare intorno al cane, la cui posizione era rimasta pressoché invariata.

“Dunque... il fatto è che stavo preparando dei biscotti e nell'attesa che il forno arrivasse alla giusta temperatura ho lasciato l'impasto a riposare sul tavolo e... e il cane l'ha mangiato.”

“Accidenti” rispose il veterinario, cercando di non scomporsi. “I dolci possono causare dei problemi non indifferenti ai cani. Deve portare Foxy qui subito.”

Isaac ululò dalla disperazione. “Come faccio? Non ho un'auto e non so neanche dove sia il suo studio, Scott! Sono completamente nel pallone, la prego, venga qui e impedisca che questa sia la mia ultima settimana di vita!”.

Dovette sembrargli davvero disperato, perché Scott sospirò e poi ribatté: “D'accordo, mi scriva il suo indirizzo sempre a questo numero e la raggiungerò il prima possibile. Dobbiamo agire subito.”

Un istante dopo riagganciarono e Isaac si stese sul pavimento, così da poter fissare Foxy nei profondi occhi blu. Il cane parve leggere nello sguardo di Isaac il senso di colpa che lo stava attanagliando, perché allungò una zampa per appoggiarla sulla sua mano.

In quel momento Isaac fu pronto ad ammettere a sé stesso che non era la paura di mettersi nei guai con Derek a tormentarlo, quando l'idea che a quella creatura accadesse qualcosa: nonostante fossero insieme da poche ore, Foxy l'aveva già aiutato a non sentirsi più solo.

 

Pochi minuti dopo qualcuno suonò alla porta e Isaac corse ad aprire, con gli occhi un po' arrossati di chi ha a malapena trattenuto le lacrime. A quel punto gli occhi li dovette sgranare, invece, perché non riusciva a credere a ciò che stava vedendo: quello che aveva davanti, presumibilmente, era il veterinario Scott, nonché l'essere umano più bello che avesse mai visto in vita sua.

  
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