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Autore: _Rewrite    21/07/2016    1 recensioni
Questa one-shot parla di un violoncellista ai piedi della cattedrale di Notre-Dame a Strasburgo (sì, non solo Parigi ne ha una) guardato attraverso gli occhi di un Dio. Con una piccola aggiunta di una ragazza speciale dai capelli rosa che tutti noi amiamo.
Dal testo:
E lui continuava a suonare, sotto il sole cocente mentre i capelli gli ricadevano sul viso nascondendolo quasi del tutto, lasciando intravedere quelle palpebre abbassate su di un volto in pace; mentre la sua musica gridava che sì, lui c’era, era là, parte di quel modo che non conosceva la sua forza, di quell'universo che non avrebbe mai pianto la sua morte su una nave imbandita di fiori che bruciava le sua essenza tra le stelle.
Lui esisteva. Lui viveva.[...]
[...]E Loki la sentì, la percepì con forza quella sensazione.
Loki: il dio delle bugie, il dio del caos, del male.
Loki, il dio delle storie.
Loki stava vivendo.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Sorpresa
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: la storia non si rifà alla trama dei film, bensì segue lo sviluppo successivo dei fumetti, e questo potrebbe comportare SPOILER riguardanti la vita dello stesso Loki. Detto questo, buona lettura!




NOTRE-DAME
 
 
Umani.
Non ne conosceva molti di esseri mortali, ma poteva dire con certezza che avessero qualcosa di diverso da tutte le altre specie, anche se non capiva di che si trattasse.
Inizialmente pensava fossero solo stupidi: puntavano subito il dito al cielo vedendo qualcosa di nuovo e sgranando quei piccoli occhi incuriositi.
Patetici. Forse era colpa della loro breve vita?
Lui, in fondo, aveva vissuto molti anni: talmente tanti che neanche le stelle potrebbero misurarne la durata. Poi cos’era accaduto? Era rinato, immortale sì, come sempre, ma c’era qualcosa di diverso: la sua vita si era incrociata con quella dei midgardiani.
Non avevano niente di speciale, loro: non sapevano fare magie, non erano dei giganti, né dei nani, tantomeno sapevano impugnare un’arma in mano per morire da eroi.
Eppure c’era qualcosa di inspiegabilmente diverso in loro per cui si ritrovava sempre ad osservarli ed a cercarli.
Non aveva mai amato la musica. So che potrebbe non c’entrare nulla con il precedente discorso – e probabilmente è così –, ma davvero, lui non l’aveva mai amata. Ovviamente sapeva riconoscere il dilettevole suono di un bel brano, ma lo reputava un passatempo inutile stare lì, fermo, ad ascoltare.
Ascoltare.
Che bella parola, in quel momento. In quell’attimo in cui dovrebbe essere tutto tranne che tranquillo, sereno, in pace con il proprio cuore che gli urlava tutte le sue colpe e tutto l’odio di sé. Tuttavia non riusciva a non meravigliarsi: era un midgardiano, un inutile midgardiano senza poteri, povero ed ignorante dell’universo e dell’immensità di ciò che gli altri popoli erano capaci di fare in confronto a lui. In cuor suo, però, credeva che lui lo sapesse. Quel violoncellista seduto davanti a quell’enorme chiesa costruita per un Dio a lui sconosciuto, un Dio che probabilmente non poteva ascoltare le loro preghiere o che non avrebbe mai conosciuto di persona. Un Dio che forse non esisteva.
E lui continuava a suonare, sotto il sole cocente mentre i capelli gli ricadevano sul viso nascondendolo quasi del tutto, lasciando intravedere quelle palpebre abbassate su di un volto in pace; mentre la sua musica gridava che sì, lui c’era, era là, parte di quel modo che non conosceva la sua forza, di quell’universo che non avrebbe mai pianto la sua morte su una nave imbandita di fiori che bruciava le sua essenza tra le stelle.
Lui esisteva. Lui viveva.
Cosa siamo in confronto noi Dei? Che ne possiamo capire, noi, di vita? Vivere non significa solo respirare l’aria calda del mattino e chiudere gli occhi sotto un manto di stelle la notte. No, vivere è molto di più.
Vivere è qualcosa che non puoi definire, è una sensazione senza eguali, eppure tu la senti, la percepisci. Tu sai quando stai vivendo e quando non lo stai facendo.
Quel violoncellista: lui stava vivendo. Stava donando amore a chi era disposto a fermarsi un attimo ed ascoltarlo sotto quell’immensa costruzione di mattoni innalzata dalla speranza. Non doveva farlo per forza; avrebbe potuto abbandonarsi alla morte o fare qualcosa di completamente diverso; ma lui aveva scelto di fare qualcosa che desiderava, qualcosa che desideravano tutti.
“Che stai facendo?” una donna con dei capelli rosa raccolti in uno chignon e degli occhiali neri gli si avvicinò, passandogli quello che doveva essere un cornetto caldo e sedendosi accanto a lui, risvegliandolo da quella trance.
“Osservavo” Ascoltavo.
Verity inarcò un sopracciglio e seguì lo sguardo dell’amico. “Guardi il musicista?”
“Sì”
“Non sapevo ti piacesse la musica classica: non sapevo ti piacesse la musica in generale.”
“Nemmeno io”
“Vero” rispose lei dopo averlo osservato per qualche secondo in silenzio: era strano.
Sì, era strano. Stava … sorridendo?
E Loki la sentì, la percepì con forza quella sensazione.
Loki: il dio delle bugie, il dio del caos, del male.
Loki, il dio delle storie.
Loki stava vivendo.
Non era forse questa la storia più bella da raccontare? La bugia più vera? La storia di una vita. La storia di chi vive: come i midgardiani; perché era questo il loro potere.
È questo il loro potere.
Vivere.


“Dove hai preso quel cappello?”
“È un basco: ne vuoi uno anche tu? Si addice all’aria francese.”
“Per niente. Ed è pure ridicolo”
“Sei un’idiota”
“No, sono cattivo”
“Non avresti potuto dire niente di più falso”





Angolo dell’autrice:
Salve a tutti giovani midgardiani! Il mio nome è _Rewrite – o più
semplicemente Giuliana – e, anche se non sono nuova su efp, ho
deciso di creare un nuovo account: non c’è un reale motivo.
Nonostante conosca questo fandom è la prima volta che pubblico
una fanfiction qui. Questa storia è un po’ … parte della mia vita:
ho davvero incontrato quel violoncellista ai piedi di Notre-Dame
(attenzione, la Notre-Dame citata nel testo è quella di Strasburgo,
non di Parigi), ed ho subito pensato che Loki potesse coglierne la
bellezza; e con Verity, il significato (si vogliono un gran bene quei due).
Spero vi sia piaciuta ed attendo con ansia le vostre recensioni:
ovviamente tutti i consigli sono ben accetti!


_Grazie per la lettura!

 
   
 
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