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Autore: eli the_dreamer    22/07/2016    0 recensioni
Tommy Shelby è solo un ragazzino come tanti. Non per Annabelle Kelly, la "sua" Belle, la ragazza scapestrata di Small Heath che non ha occhi che per lui. E forse Tommy si sta rendendo conto che Belle non è una come tante.
Una storia che inizia nel 1907 e andrà avanti nel tempo.
Dal primo capitolo:
Era sempre stato Tommy, almeno fin da quando era capace di arrossire per la vicinanza di un ragazzo. A dir la verità era sempre stato Tommy sin da quando era solo una bambina.
Non c'era niente, non un singolo dettaglio che lui non sapesse su di lei, ma la cosa che più di ogni altra la faceva sentire speciale, era che sembrava che nessuno conoscesse Thomas Shelby meglio di lei.
Conterrà spoiler fino alla terza stagione nei capitoli futuri.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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Bertram si massaggiò la spalla, con una smorfia di dolore dipinta sul volto. Il segno del proiettile era ben visibile nella sua pelle chiara, appena sopra la A tatuata sul suo petto. La A di Annabelle, la sua adorata sorella.
Sollevò lo sguardo, incontrando così il suo stesso volto riflesso nello specchio.
Gli occhi verdi erano segnati da profonde occhiaie e il viso sembrava stanco, prostrato.
Serrò la mascella e nello stesso istante chiuse i pugni, arrabbiato ed estenuato da quegli stessi pensieri che la notte, affollandogli la mente, gli impedivano di dormire.
Era da quella maledetta sera che l'inquietudine lo assillava, costantemente, senza sosta e continuava ad immaginare, come se avesse potuto davvero vederli, i fratelli Chapman che facevano del male alla sua Annabelle.
Bert deglutì a vuoto, osservando se stesso, il volto pallido e tirato e si abbandonò ad un sospiro pensando che forse quel senso di nausea che non cessava di avvolgerlo era solo suo.
Belle sembrava serena, allegra e spensierata come sempre, forse persino di più e Bertram si era invece fatto carico di quella sofferenza che lei avrebbe dovuto provare.
In realtà Bertram non si stupì più di tanto per quell'atteggiamento. Era una peculiarità di Annabelle non abbattersi mai, risollevarsi e andare avanti come nulla fosse, con un sorriso sulle labbra e una forza che avrebbe potuto spaccare il mondo.
La invidiava per la sua straordinaria capacità di reagire, senza farsi scoraggiare. Annabelle era ciò che lui non sarebbe mai stato: una combattente.
Tuttavia vi era un'altra questione che lo turbava.
Il tradimento di Teddy era stato un duro colpo per tutti e Bertram, benché sapesse che Annabelle non ne fosse innamorata, sapeva che per lei non era stato facile da digerire.
Sapeva anche che un boccale rotto in faccia al traditore per lei non era abbastanza. Tuttavia Annabelle parve aver dimenticato anche quello. Era felice, come non lo era mai stata.

La trovò nel piccolo salotto, seduta sulla consunta poltrona di tessuto, intenta a rammendare una blusa di colore blu e canticchiava, come sempre in quell'ultimo periodo.
“Sei allegra anche quest'oggi.”
Annabelle sobbalzò nel sentire la voce del fratello e si punse un dito con l'ago. Imprecò e si portò il dito alla bocca, succhiando il poco sangue che usciva, poi sorrise “Non dovrei esserlo?” ribatté.
Bertram sospirò nel sederle accanto, pensieroso, forse perfino turbato.
Si passò una mano sui capelli scuri e Annabelle lo osservava, vi era l'ombra di un mesto sorriso sulle labbra di Bertram.
Il ragazzo rimase in silenzio vari istanti prima di voltarsi verso di lei “Sei la donna di Tommy Shelby” disse con voce fievole.
Non era più una domanda, era una certezza. Quella felicità poteva essere dovuta solo a Thomas Shelby.
Annabelle rischiò quasi di spezzare l'ago talmente lo stringeva forte tra le dita.
Non aveva parlato a Bert della notte che passò accanto a Tommy, semplicemente a dormire, né del bacio che si erano scambiati la mattina dopo o di quelli successivi.
Abbassò lo sguardo, sentendosi tremendamente in colpa per non aver parlato con suo fratello.
Lo sentì sciogliersi in una risata melanconica “Tommy non è l'uomo che vorrei per te” Annabelle si voltò a guardarlo di scatto facendo danzare i suoi capelli rossi nell'aria “Ma certo, è meglio un traditore come Teddy Bell” sibilò, gli occhi furenti di rabbia.
Bertram scosse la testa “Mi fido di lui...di Tommy, so che non ti farebbe mai del male” fece una pausa nel tentativo di riuscire a tener ferma la voce, aveva gli occhi lucidi “Ma se venisse a saperlo nostro padre...”
Annabelle si alzò di scatto, frenando il flusso lento delle parole di Bertram “Perché credi che non te ne abbia parlato?” sbraitò, gettando la blusa sulla poltrona con un gesto di stizza.
Gli occhi verdi di Bertram si rabbuiarono ma ad Annabelle parve non importare “Tu hai troppa paura di lui. Gli dici ogni fottuta cosa, Bert” il suo sguardo si addolcì nel vedere l'espressione affranta dl fratello.
Si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla schiena. Fece per parlare ma venne interrotta da lui, dal suo sguardo e dalla sua carezza “Non gli dirò niente, Annie. Te lo prometto. Sei la cosa più cara che ho” sussurrò.
La strinse a se e Annabelle ricambiò quel dolce abbraccio.



Era felice per Annabelle. Aveva finalmente il suo Tommy ed era talmente radiosa da sembrare ancora più bella, ma Bertram era ancora tormentato da ciò che era successo.
Forse Bertram temeva suo padre, ma non temeva i Chapman, non temeva nessun altro.
Il manto blu del cielo della sera lo faceva apparire come un'ombra nelle strade di Birmingham e Bert non avrebbe potuto desiderare di meglio.
Si fermò solo una volta arrivato a Cheapside e dopo aver dato una rapida occhiata al punto dove era stato ferito ormai diversi giorni prima si appoggiò ad un muro di pietra, il berretto calato sugli occhi a celargli parte del viso, illuminato solo dalla fioca luce rossastra della sigaretta che teneva tra le labbra.
Aspettò, rimase ore fermo appoggiato a quel muro, sigaretta dopo sigaretta e quando vide Brett Chapman non aspettò più.
Prese la sua rivoltella dalla fondina e sparò. Un singolo fragore, un singolo lampo di luce, di nuovo il silenzio, di nuovo il buio e poi la fioca luce rossastra di un'altra sigaretta.



“Davvero hai pensato ai miei occhi quando le hai dato il nome?” chiese Annabelle, accarezzando il manto nero di Emerald Fire.
Avevano cavalcato fino all'aperta campagna, dove passavano le notti quando erano bambini.
Tommy rise appena mentre legava la puledra ad un albero “Sì” rispose semplicemente, stringendosi nelle spalle.
Persino nel buio della sera Annabelle riusciva a scorgere l'azzurro di quegli occhi. Erano ridenti in quel momento, come i suoi di fiammeggiante smeraldo.
La leggera risata di Annabelle si spense in quell'ennesimo bacio. C'era ormai familiarità tra le loro labbra e le mani di Tommy erano diventate per Belle una piacevole abitudine da sentire tra i capelli.
Annabelle Kelly aveva davvero lanciato un incantesimo a Tommy, senza nemmeno volerlo, senza nemmeno saperlo e Tommy non aveva cercato un rimedio, nemmeno ora che era diventato un uomo dopo il suo diciottesimo compleanno.
Che lo incantasse pure con gli occhi di smeraldo infuocati, a lui non importava, non finché Belle lo avesse voluto accanto.
Belle si lasciò cadere sull'erba trascinando Tommy con se e le loro risate si dispersero leggere nell'aria, tra le stelle che osservavano, ricambiate, le due rose selvatiche di Small Heath.
Thomas spostò lo sguardo su Annabelle, osservò quel viso ancora un poco acerbo scrutandolo nei minimi particolari. Il naso leggermente all'insù costellato di lentiggini, le sue labbra gentili che spiccavano rosee nel pallore della sua pelle.
Annabelle lo guardò con la coda dell'occhio “Mi stai fissando” disse assottigliando lo sguardo, sospettosa.
Tommy accostò le labbra al suo orecchio “Ti amo” soffiò, un sorriso leggero, dolce, sincero, un sorriso che si vedeva di rado su quelle labbra piene, un sorriso che Annabelle ricambiò in ogni sua sfumatura.
Era la prima volta che Tommy le diceva quelle parole e il cuore le aveva guizzato nel petto, incapace di trattenersi e trattenere quella gioia “Ti amo anche io” rispose e suggellarono una tacita promessa con un bacio prima di addormentarsi sotto un tetto di cielo e stelle.



Annabelle aspettò che suo padre uscisse di casa prima di rientrarvi, in punta di piedi per non svegliare Bertram.
Ma lui era già sveglio. Forse non aveva dormito affatto.
La porta era aperta e Annabelle si arrestò davanti a essa nel vederlo seduto sul letto, la testa tra le mani a fissare ad occhi sbarrati la pistola sul comodino.
“Bert?” con voce flebile Annabelle richiamò l'attenzione del fratello che sollevò lo sguardo, vuoto, su di lei “Ho dovuto farlo, Annie. Anche se ora sei felice, ho dovuto farlo” gli si incrinò la voce nel parlare, vedendo gli occhi preoccupati di sua sorella.
Annabelle deglutì a vuoto “Che cosa...che cosa hai dovuto fare, Bert?” chiese avvicinandosi a lui, frettolosamente ma con delicatezza come se avesse paura che Bert potesse scappare.
Il vuoto negli occhi di Bert si riempì di orgoglio e di paura brillando di una luce scura “Ho ucciso Brett Chapman. Ho dovuto farlo per te”.
Quelle parole congelarono Annabelle sul posto, lì in piedi davanti a suo fratello che la guardava ma sembrava non vederla.
La paura si impossessò di lei e si lasciò cadere sulle ginocchia con un tonfo sordo “Se qualcuno ti ha visto...” le parole le morirono in gola per poi rinascere con più forza “Ti uccideranno Bert” un grido strozzato che si riversò nei suoi occhi colmi di lacrime.
Bertram sorrise “Sei la mia sorellina Annie, non poteva passarla liscia. Non la passerà liscia nessuno di loro” mormorò con voce dolce, ma un tono distaccato, assente mentre la accoglieva sulle sue ginocchia, accarezzandole i lunghi capelli rossi.





Nota dell'autrice: Il titolo di questo capitolo fa riferimento all'omonima canzone dei Faith No More.

   
 
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