Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Fiore del deserto    22/07/2016    4 recensioni
L’autunno è colorato, matto e, al contempo, saggio. Il momento perfetto per tenere conto di ciò che abbiamo fatto, di ciò che non abbiamo fatto, e di ciò che vorremmo fare il prossimo anno. Le foglie variopinte sono le fiaccole che illuminano la via delle decisioni, il profumo della pioggia aiuta a ricordare antichi impegni. E la coscienza di Alice verrà messa a dura prova con il bivio che le si para davanti, tra una vita di sogni e tra la fredda realtà, le fantasie di una bambina e le responsabilità di una giovane adulta. E' tempo di decidere, Alice.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e il Cappellaio'
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Ciao a tutti!
Sì, oggi doppio turno! Ve lo meritate!
Forse, non ci saranno chissà quante risate come nel capitolo precedente, ma nel prossimo vi assicuro che ci saranno.
A proposito, grazie ancora a tutti voi!
Un BACIONE e BUONA LETTURA!


 
Era stata una vera fortuna che Alice e il Cappellaio si fossero allontanati dai loro amici, in modo da non poter sentire che cos’altro fosse venuto in mente di aggiungere a quei mattacchioni di Mally e del Leprotto.
Se già avevano avuto i brividi nel sapere dei cavalli, dei paggetti, delle damigelle e del vestito grande come una mongolfiera ( come lo aveva definito all’inizio il Cappellaio ), come avrebbero reagito se avessero sentito dei fenicotteri ammaestrati che avrebbero lanciato un diluvio di petali di rose rosse e bianche al passaggio degli sposi?
Alice e il Cappellaio, mano nella mano, ritornarono e vennero accolti dai loro amici, che già non vedevano l’ora di dire loro le altre nuove – bizzarre - idee appena aggiunte.
Ma i due scossero la testa.
- Io e Alice dobbiamo parlarvi. – disse solo il Cappellaio.
- Bene. – disse Mally – Perché anche noi vogliamo parlarvi. –
Il Cappellaio e Alice si guardarono velocemente negli occhi, sperando di non sentire altre assurdità.
Si sbagliarono.
- Prima di tutto, - disse il ghiro – volevamo dirvi di quanto noi siamo felici per voi due. –
- Siamo tutti felici! – piagnucolavano Pincopanco e Pancopinco pieni di commozione.
E, a seguire, anche il resto dei loro amici – esclusa la riservatissima Iracebeth – aveva espresso il loro affetto verso i due promessi.
Era stato l’unico momento di sobrietà che avevano assistito e, volendo, colti da quella tenerezza, il Cappellaio aveva quasi dimenticato di dover affrontare Iracebeth e gli altri circa i bizzarri preparativi del matrimonio.
Alice, accortasene, gli diede una leggera gomitata per spronarlo.
- Va bene... – il Cappellaio prese fiato – Ascoltate, io e Alice siamo molto grati di quello che volete fare per noi... –
Ma il Leprotto lo aveva fermato all’istante.
- E allora apprezzerete anche quello che abbiamo fatto proprio adesso per voi. – il Leprotto tirò fuori dalla tasca un foglio di carta arrotolato.
Quando lo srotolò, una lunghissima striscia di carta si era estesa fino a toccare terra.
- Che cos’è? – Alice sperò si trattasse della lista del menù.
- Le promesse di nozze. – dissero i gemelli all’unisono.
- Cosa? – esclamò acutamente il Cappellaio e Alice era sul punto di svenire come colta da un infarto.
- Lo abbiamo scritto insieme. – aggiunse Bill raggiante.
- Tutti noi. – disse Mally.
Solo Stregatto, McTwisp ( i quali si erano messi una zampa al volto ) e Bayard avevano uno sguardo mortificato.
Alice e il Cappellaio non volevano crederci: si erano addirittura presi la libertà di scrivere le promesse di matrimonio?
Alice, con una calma assurda, cercò di mantenersi buona.
- Ma questo dovremmo farlo io e il Cappellaio. –
- Oh, Alice. – proseguì il Leprotto – Qualsiasi cosa vogliate dire non sarà niente in confronto a quello che abbiamo scritto qui. –
Sorpresi e offesi, il Cappellaio e Alice si guardarono. Speravano che tutto fosse solo uno scherzo.
Il Leprotto si era schiarito la voce e iniziò a leggere.
- Allora, questo è quello che dovrà dire Alice:
Oh, ma che giorno felice
per me che sono Alice,
il Cappellaio sposerò
e un matrimonio in grande farò.
I nostri più cari amici ci hanno aiutato
di far di questo giorno un giorno magico e fatato.
Tra tè e pasticcini,
risate e cappelli carini,
da brava moglie gli darò tanti bambini...”-
Alice lo fermò all’istante, aveva sentito anche troppo.
Cercò, comunque, di mantenere la calma.
- Ma non posso dire queste cose. –
- Perché no? – chiese Mally.
- Sono cose molto personali. – cercò di spiegare Alice – Io e il Cappellaio dobbiamo dirci quello che ci detta il nostro cuore. –
Iracebeth ridacchiò appena.
- E che cosa vorresti dire di più bello di quello che abbiamo scritto, sentiamo? –
Mirana, in quel momento, avvertì qualcosa. Era come se si fosse resa conto che stessero valicando troppo la linea che c’era tra l’aiutare Alice e il Cappellaio e quella di lasciarsi prendere troppo la mano.
Alice, poveretta, tentò un ultimo appello.
- Io voglio solo dire... “Cappellaio, è con te che voglio passare il resto della mia vita”. –
Fatta eccezione per il Cappellaio, Mirana, McTwisp, Stregatto e Bayard, tutti quanti – Iracebeth in particolare -  erano scoppiati a ridere fragorosamente.
Mally si era tenuto la pancia per il troppo ridere, il Leprotto rotolò per terra.
- E’ la cosa più scontata che abbia mai sentito! – si smascellava Mally.
- Aspetta, aspetta. – rideva istericamente Iracebeth avvicinandosi alla basita Alice, alternando acute risate – Tu credi davvero che tutti gli invitati se ne stiano lì a sentirti dire “Cappellaio, è con te che voglio passare il resto della mia vita”? –
Le risate non si fermavano.
- Non puoi dire così, Alice. – si spanciava il Leprotto – Sei senza fantasia. -
Alice aveva perso la pazienza e, ferita dal fatto di non essere stata presa sul serio per tutto quel tempo, si allontanò da tutti quanti, lasciandosi persino il Cappellaio indietro.
Mirana, Stregatto, McTwisp e Bayard si preoccuparono: avevano ben capito di quanto Alice si fosse sentita offesa.
Purtroppo, lo stesso non valeva per Iracebeth, il Leprotto, Mally, i gemelli e Bill, i quali continuavano a ridere.
- Dove va? – chiese il Leprotto cercando di riprendersi.
Il Cappellaio tirò un sospiro.
- Forse è solo un po’ stanca, le vado a parlare. –
Finito di dire ciò, si imbatté all’inseguimento di Alice.
 
La poverina se ne stava appoggiata sulla corteccia di un albero ricurvo, quasi del tutto spoglio. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
Era stata così felice all’idea di doversi sposare con il Cappellaio ed ora i suoi amici le avrebbero rovinato tutto?
Si asciugò gli occhi quando sentì il Cappellaio raggiungerla.
Non gli diede nemmeno il tempo di guardarla negli occhi, che già lo aveva affrontato a muso duro.
- Le mie congratulazioni, Cappellaio. Ti sei fatto davvero valere! –
- Mi dispiace, Alice, ma non sono riuscito a bloccare il loro entusiasmo... – Tarrant tentava di giustificarsi - Voglio dire, sembravano così felici. –
- Io, invece, sono davvero irritata. – Alice era sull’orlo di una crisi di nervi – Hanno anche scritto le nostre promesse, cos’altro faranno? Organizzeranno la nostra luna di miele? –
Il Cappellaio, poveretto anche lui, cercava di non perdere il controllo.
- Andiamo, Alice. Volendo sarà solo per un giorno... –
- Non sarà solo un giorno. – non vederlo collaborare, Alice si arrabbiò maggiormente – Sarà il giorno più importante della nostra vita, lo vuoi capire, Cappellaio? –
- Dimmi tu cosa devo fare! – la sua voce aveva assunto un tono più simile ad una supplica, piuttosto che ad un urlo nervoso – Sono nostri amici e lo sai come sono fatti. Se dovessi dire loro come la pensiamo, rischierei di spezzar loro il cuore. La capocciona, invece, mi farà tagliare la testa e poi la userà come portafiori.-
Alice si rassegnò.
- Sai cosa ti dico, Cappellaio? – la sua voce era bassa e arresa – Non fare più niente. Non sposarmi nemmeno. – gli diede le spalle e fece pochi passi in avanti per allontanarsi.
Ma il Cappellaio la fermò all’istante, afferrandole la mano.
- Ti prego, Alice. Non dirai sul serio? –
Alice lo guardò con fare addolorato.
- Cappellaio, - era molto, molto seria – se non riesci ad affrontare la Regina Rossa e gli altri... allora non sei in grado di sposarmi. –
Quelle tristi parole avevano segnato la coscienza del Cappellaio.
La parte più sana di lui gli sussurrava che la povera Alice avesse tutte le ragioni.
Sii uomo! gli diceva.
Alice aveva ragione: se non fosse riuscito a farsi valere per il suo matrimonio, allora non sarebbe stato degno di lei, di essere suo marito.
Lasciò che Alice si allontanasse, voleva lasciarla da sola.
Sarebbe andato lui stesso a parlare con gli altri.
 
Quando ritornò, ritrovò il Leprotto ancora intento ad aggiungere altri dettagli sulle promesse di matrimonio. Ridevano ancora per quello che aveva detto Alice.
Solo dopo un po’ si accorsero dell’arrivo del Cappellaio.
Tarrant li avvertì che doveva parlare con tutti loro.
- Alice è molto arrabbiata. –
- Perché? – chiesero tutti quanti all’unisono.
Tutti, tranne Mirana e quelli del gruppo dei coscienziosi ( ovvero, Stregatto e gli altri due quadrupedi ), i quali si erano già immaginati una cosa del genere.
- Perché il matrimonio le è scivolato dalle dita. – spiegò il Cappellaio.
- E’ solo un po’ agitata. – tagliò corto Iracebeth – Tutte noi donne lo siamo all’inizio. Ma vedrai che si calmerà quando arriverà il grande giorno del vostro perfetto matrimonio. –
- Beh, sì... – continuò il Cappellaio – Sarò anche perfetto, ma non è il matrimonio che vuole. E nemmeno io lo voglio. –
C’era stata una sorpresa collettiva, come un fulmine a ciel sereno.
Iracebeth gli si parò contro, affrontandolo col suo enorme testone.
- Come sarebbe? Posso sapere quale parte del matrimonio non vi piace? –
- Tutto quanto. – rivelò il Cappellaio coraggiosamente.
- Ma cos’ha che non va? – chiese Mally – Sarà un matrimonio perfetto. –
- Sì, Mally. – continuava il Cappellaio – Ma non è quello che vogliamo noi. Io e Alice vogliamo una cerimonia molto semplice. Vogliamo che l’attenzione ricada su di noi. Non sulle damigelle, sui cavalli, sui paggetti, sul vestito a mongolfiera e sulla calzamaglia. – arrossì e impallidì insieme al pensiero di dover indossare quella roba che gli avrebbe fatto vergognosamente risaltare le intimità - Soprattutto sulla calzamaglia. –
Iracebeth stava per mettersi nervosamente le mani alla testa.
- Fammi capire. Volete rinunciare a tutto? Volete che l’attenzione ricada solo su voi due e sui fenicotteri che vi lancino i petali? –
- No! – quasi urlò il Cappellaio, che fino a quel momento non aveva saputo nulla dei fenicotteri. Ci mancavano solo quelli.
- Mi stai dicendo di no?! – tuonò la Regina Rossa.
- Sì! – precisò il Cappellaio.
- Stai dicendo di sì o di no? – chiese il confuso Leprotto.
- Sì, - sottolineò il Cappellaio – sì, sto dicendo di no! –
- Fatela finita! – ordinò Iracebeth e poi ritornò a rivolgersi al Cappellaio – Sembri piuttosto determinato. –
- Mi dispiace, ma sono irremovibile su questo. –
- Non capisco! – ringhiò Iracebeth – Vogliamo fare in modo che il vostro sia un matrimonio in grande e voi volete rinunciare a tutto? Chi altro potrebbe avere questa possibilità? Milioni di Sottomondiani pagherebbero per avere un matrimonio del genere, anziché festeggiare il tutto sopra un banale altare, con un sovrano a celebrare la loro unione e con pochissimi invitati che assistono al tutto, senza aggiunta di dettagli e nella noia totale... –
Il Cappellaio non la fece continuare.
- Il modo in cui festeggiano milioni di Sottomondiani è bellissimo. Ed è così che vogliamo fare io e Alice. A noi non importa di fare un matrimonio lussuoso. Vogliamo solo rendere speciale il nostro matrimonio con la stessa semplicità di cui siamo innamorati.–
Era molto raro vederlo così serio e così sicuro delle sue idee.
Finalmente, tutti quanti avevano capito che razza di guaio avessero combinato ed ebbero dei grandi sensi di colpa.
Tutti tranne la testarda Iracebeth.
- Ma dai, Hightopp, pensaci. – la Regina Rossa tentò di dissuaderlo – Pensa all’immenso castello, i cavalli, l’epicità del salvataggio. Sarà un matrimonio assolutamente fantastico. –
- Mi dispiace, Maestà. – il Cappellaio era determinato, ma si mantenne calmo ed educato – Ma non è il matrimonio che vogliamo io e la mia Alice. Ed io farò di tutto pur di vederla sorridere. E spero che tutti voi veniate al nostro semplice matrimonio... altrimenti, io ed Alice ce ne faremo una ragione. – la sua voce aveva assunto uno strano tono di nostalgia – Vi ringrazio comunque tutti quanti. – guardò tutti i loro amici, i quali non nascondevano espressioni carichi di sensi di colpa – Spero di vedervi nel nostro matrimonio. –
Conclusa la frase, il Cappellaio si allontanò a passo veloce, lasciando che i suoi amici e la Regina Rossa continuassero a guardarlo con aria colpevole.
Forse, anche Iracebeth si era resa conto di cosa avesse combinato.
 
 
 
  
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