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Autore: Black White Dragon    24/07/2016    4 recensioni
Questa raccolta di OS parla di tanti "pezzi di vita" di Percy e Nico.
Dal titolo potete supporre intorno a cosa ruotano questi slice of life ;)
[Percico a palate]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Percy/Nico
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- ATELIER -
 
Il camerino in cui si stava spogliando era troppo piccolo, per i suoi gusti. Aveva urtato l’appendiabiti alla sua destra almeno cinque volte e per altrettante volte aveva rischiato di far cadere i vestiti che ci aveva man mano appoggiato sopra.
Percy finì di svestirsi e rimase in boxer. Fissò il completo che la commessa aveva preparato per lui. Era quasi completamente bianco, immacolato. Era sicuro che durante la cerimonia l’avrebbe sporcato in qualche modo, ma ci teneva a vestirsi di bianco, e anche molto. D’altronde c’era una persona, nel camerino di fianco al suo, che si stava provando il suo stesso identico completo solo di qualche taglia più piccolo, e non poteva che esserne felice.
Dopo una buona dose di imprecazioni riuscì a indossare tutto, tranne la cravatta. Non l’avrebbe mai ammesso davanti a nessuno, ma non era capace di fare il nodo Windsor, che era quello che avrebbe avuto durante la cerimonia. Era impedito a fare quello semplice, figuriamoci il Windsor.
Si infilò anche le scarpe (non senza fatica), poi scostò la tendina e finalmente uscì da quello spazietto claustrofobico con la cravatta nera in mano.
Sua madre era seduta su una sedia blu senza braccioli. Non appena lo vide si aprì in un sorriso radioso, poi vide suo figlio con la cravatta in mano. «Vieni qui» disse Sally alzandosi, cercando di non ridere.
Prese la cravatta dalle mani di Percy e con mani esperte fece il nodo alla cravatta. Poi si allontanò e guardò il figlio dall’alto in basso, sorridendo. «Stai davvero molto bene, Percy. Tanto tanto…»
Sally continuava a guardare suo figlio orgogliosa, mentre Percy si sentiva un po’ in imbarazzo, anche perché non si era ancora visto allo specchio, dato che in camerino non c’era.
Sua madre si riavvicinò a lui e gli girò intorno alla ricerca di qualche imperfezione, ma non ne trovò alcuna. Anche il colletto della camicia era stranamente a posto, così tornò a guardare il figlio da lontano. «Ah, Percy… mi verrebbe da dire che sei uno schianto!»
«C’è uno specchio?» chiese Percy, nella speranza si fermare altri commenti inopportuni che sua madre sarebbe stata capace di fare.
Sally glielo indicò, sorridendo.
Il ragazzo si avvicinò alla parete dall’altra parte della stanza e guardò il suo riflesso. Si osservò e analizzò, cercando un qualsiasi dettaglio fuori posto. Non era abituato a vestirsi elegante ed era sempre stato convinto di non star bene con quei completi perfetti. Tuttavia si dovette ricredere e pensò che effettivamente stava un pochino bene.
Sentì dei passi dietro di lui e si voltò. Nico era appena uscito dal suo camerino e studiava dall’alto il completo bianco che indossava, identico a quello di Percy: la cravatta nera era perfettamente annodata (perché Nico era capace di fare il nodo, a differenza di Percy) e si chiudeva attorno al colletto della camicia bianca; sopra di essa portava un gilet monopetto bianco che era quasi completamente coperto dalla giacca a due bottoni, anch’essa bianca, con un fazzoletto nero ben ripiegato infilato nella pistagna; infine indossava dei pantaloni di velluto bianchi che si stringevano alle caviglie e delle scarpe Oxford eleganti nere.
Era stato Percy a insistere sul fatto che entrambi si sarebbero dovuti vestire di bianco al loro matrimonio. Dopo aver guardato insieme alcune foto di matrimoni gay, avevano visto che la maggior parte delle volte uno della coppia era vestito di bianco e l’altro di nero. E il nero veniva indossato dall’uomo alfa, per così dire.
A Percy non stava bene. «Siamo due uomini» aveva detto, «e nessuno di noi viene prima dell’altro… quindi secondo me dovremmo entrambi vestirci di bianco.»
«Speravo nel nero, in realtà» aveva controbattuto Nico.
«Non ho intenzione di vestirmi da funerale al nostro matrimonio, sappilo…»
Nico aveva riso. «Vuoi davvero il bianco?»
Percy aveva annuito.
Nico ci aveva pensato su qualche secondo, poi aveva affermato, sorprendendo Percy: «E bianco sia!»
E ora, in quell’atelier di abbigliamento elegante da uomo, Percy si congratulava mentalmente con se stesso per aver insistito sul bianco, perché Nico stava davvero bene, ma talmente bene che Percy sentì lo stomaco stringersi dentro di lui, come se si stesse innamorando una seconda volta. Era la stessa sensazione che aveva provato le prime volte che si erano frequentati, quando ancora non stavano insieme e Percy sentiva un’attrazione indicibile per quel ragazzo chiuso e tenebroso che ancora non poteva avere.
«Ti dona il bianco» disse Percy al suo fidanzato (quasi marito), riprendendosi.
Nico alzò la testa, accorgendosi solo in quel momento della presenza di Percy. «Taci!»
Percy si mise a ridere, mentre Nico si avvicinava allo specchio.
Il ragazzo contemplò per la prima volta la sua immagine riflessa e sospirò. «Credo di non aver mai indossato dei vestiti così candidi in tutta la mia vita.»
Percy lo guardò attraverso lo specchio. «Però ti stanno bene. Molto bene.»
Nico guardò gli occhi del suo fidanzato nel riflesso. Sospirò di nuovo, poi sorrise. «Forse sto un po’ bene, okay?»
«Da quando ammetti le cose?»
Nico alzò gli occhi al cielo. «Non sono in me in questo momento, quindi goditela finché puoi!»
Percy gli si avvicinò e gli lasciò un bacio sulla tempia. «Allora che dici, possiamo sposarci vestiti così?»
Nico si voltò verso il suo fidanzato e lo guardò negli occhi. Gli mise una mano sul petto, poi la fece salire fino ad arrivare al collo. «Anche tu stai molto bene» disse sussurrando. «Fin troppo.»
Nico non faceva quasi mai dei complimenti a Percy, succedeva che glieli facesse solo quando sentiva che proprio aveva bisogno di farglieli, che se li meritava, che doveva farglieli.
Fece di nuovo scendere la mano sul petto di Percy, proprio all’altezza del cuore.
«Ti amo» gli disse Percy, senza pensarci.
Percy vide gli occhi di Nico luccicare, mentre una miriade di brividi gli percorreva la spina dorsale.
Nico si mise in punta di piedi e soffiò, a un centimetro dalle sue labbra, senza staccare lo sguardo dal suo: «Anch’io ti amo.»
Si baciarono dolcemente, chiudendo gli occhi e assaporando uno la bocca dell’altro.
Quando si staccarono, rimasero a fissarsi per qualche secondo, contemplandosi a vicenda.
Qualcuno interruppe quel momento intimo tra i due.
«Se vi baciate così al matrimonio, farete svenire come minimo le prime tre file. Fate venire il diabete!» esclamò Sally Jackson dietro di loro.
I due ragazzi si voltarono a guardarla, imbarazzati. Si erano completamente dimenticati di lei…
La donna disse: «Nico, dovresti vestirti di bianco più spesso.»
Poi fece loro l’occhiolino, si incamminò e uscì dal negozio sorridente.
Percy sospirò, invece Nico si mise a ridere.
«Adoro tua madre!» esclamò Nico.
«Anche io… a volte» disse Percy ironico.
Nico si alzò in punta di piedi e lo baciò.
Quando si staccarono, Nico gli chiese: «Hai imparato a pronunciare il tuo futuro cognome?»
«Dee Enghelou
Nico lo squadrò per qualche secondo. «Tra quant’è il nostro matrimonio?»
«Tre settimane e tre giorni.»
«Bene, entro tre settimane e tre giorni dovrai avere imparato a pronunciare ‘Di Angelo’ decentemente.»
Detto questo, Nico si diresse al suo camerino e tirò la tendina.
Percy fissò per qualche secondo in direzione del camerino del suo fidanzato, poi si mise a ridere e andò a cambiarsi, pensando che l’italiano non era proprio il suo forte.
 
FINE
 

NdA
Lo so che avreste tutti preferito Jackson come cognome, però a me Nico Jackson non piaceva per niente, quindi ho optato per Percy Di Angelo, scusate haha
Niente… spero che la OS vi sia piaciuta.
Lasciate una recensione se volete!
 
Black White Dragon :)
   
 
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