Clarke era stanca. Era davvero stanca. Stanca perchè non riusciva a dormire per i costanti incubi. Stanca perché si sentiva la causa di centinaia di morti. Clarke era stanca,ma più che stanca si sentiva "vuota". Erano passati molti giorni da quando per l'ultima volta era stata davvero felice,era con Lexa. Tutti i giorni passati in Polis l'avevano fatta stare un po' meglio,ma il dolore,la tristezza e il senso di colpa la invadevano,sempre. Si sentiva in colpa per aver ucciso persone innocenti. Si sentiva in colpa per non essere rimasta dalle persone a cui teneva. Si sentiva in colpa per non essere stata la leader di cui la sua gente aveva bisogno. Ora da giorni vagava senza una meta e con lei non c'era nessuno. A volte le sembrava di sentire Lexa e costantemente si ricordava ciò che si erano dette,cioè che la vita era molto più della semplice sopravvivenza. Sentiva come di star facendo tutto,tranne ció che diceva quella frase perché ormai la sua,era una routine molto ordinaria. A volte quando si sentiva triste chiudeva gli occhi ripensando a tutto ció che successe con Lexa,dal loro primo bacio casto,al suo tradimento a Mount Weather e al loro vero bacio. Pieno di desiderio,passione e amore. Ogni tanto le sembrava di sentire la sua voce,che tanto la faceva sentire al sicuro,perchè in quel tempo passato con lei si sentiva a casa. Poi dopo i pensieri felici le veniva in mente che Lexa non era più lì con lei. Ricordava che se n'era andata tra le sue braccia,dopo un'ora di amore,vero e sincero. Anche Lexa,era morta a causa sua e questa era una delle cose peggiori per Clarke. A volta la sognava,sognava Lexa che condannava Finn, sognava Lexa che se ne andava dalla montagna, sognava Lexa che rischiava di perdere la vita combattendo contro Roan e poi Lexa che prima nel suo letto e poi nella Città Della Luce andava via. Averla rivista,sapendo che quella era davvero l'ultima volta fu traumatico per Clarke. La rese ancora più triste sapere che,per la seconda volta si era sacrificata per lei. Tornata da quello strano "viaggio",mentre vedeva che tutte le persone con lei abbracciavano i loro cari aveva sentito,per la prima volta, davvero bisogno di Lexa. Clarke aveva solo diciotto anni,e sulle spalle aveva una responsabilità enorme: la sua gente. Lei non aveva mai desiderato quello e un giorno sperava davvero di non dover più niente a nessuno. Clarke voleva solo uno spiraglio di sole nella sua buia vita. Solo qualche goccia di felicità.