Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Misa_Sykes    26/07/2016    1 recensioni
Questa storia narra di un amore estivo così forte da distruggere tutto ciò che gira attorno ai protagonisti, un uragano. Questo racconto l'ho scritto all'età di 14 anni e dopo 3 anni ho preso la decisione di pubblicarlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Le persone sono così stupide” pensava Misa. Camminava su un muretto, lontano da tutti i suoi ‘amici’. Aveva la pelle chiarissima, un pantalone nero con una canotta degli SlipKnot, aveva i capelli legati in una coda, lasciavano cascare solo il ciuffo davanti agli occhi truccati di nero, aveva spesso un rossetto rosso che metteva in risalto la sua carnagione biancastra. Si sedette un po’ più avanti e staccò la spina, si stese con le cuffiette e la musica a palla, poi chiuse gli occhi. Voleva solamente andarsene da lì, voleva scappare, voleva andare in un posto dove ci fosse gente come lei, voleva andarsene e basta. –Perché allora non va via?- vi chiederete…beh, è semplice. C’era una persona, UNA SOLA persona che la legava in quel posticino da due soldi, una sola persona in grado di farla rimanere lì e quella persona era l’unica che lei sia mai riuscita ad amare. Esteticamente lui non era il suo stereotipo di ragazzo, anzi, non lo era per nulla, ma lei si era innamorata di lui in ogni caso, e per lei lui era il più bello del mondo. Amava davvero tutto di lui. Amava i suoi difetti, i suoi pregi, i suoi attimi di stupidità, amava il modo in cui si faceva perdonare dopo una litigata, amava le sue coccole, i suoi baci, i suoi abbracci, amava la sua voce, sentirlo cantare di prima mattina seduto sulla spiaggia con la chitarra e il vento che gli sfiorava la pelle, amava i suoi respiri pesanti, i suoi sorrisi, le sue battute squallide, il suo carattere scostante da tutti, la sua natura da solitario, i suoi attimi di dolcezza…amava davvero tutto di lui. E lui? Lui amava Janet. Avete presente quelle ragazze che non escono senza tre quintali di trucco? Quelle che per uscire si mettono mezze nude? Quelle che sprecano più tempo a prepararsi che a stare in compagnia? Quelle che senza telefono non potrebbero vivere? Quelle che se la tirano? Ecco, una di quelle era Janet. E lei usava lui in un modo impressionante. E lui la amava con tutto il cuore. E Misa soffriva. Misa si arrendeva ogni giorno di più, si sentiva ogni giorno più morta, era ogni giorno più decisa ad andarsene. E lui non capiva quanto Misa ci teneva a lui, non capiva che l’altra non gli si addiceva. Non riusciva a capire che lui e Misa erano uguali. Erano due persone all’apparenza così scostanti, ma con una grande voglia di amare, non capiva che doveva restare con Misa. 
Misa era seduta sul muretto, rivolse lo sguardo verso l’alto, ora gli era difficile anche deglutire, non poteva permettersi di piangere in pubblico. “Misa non piange, Misa è forte” si ripeteva, ma non funzionava. Sentì la prima lacrima bagnarle il volto, così si girò e iniziò a camminare verso gli scogli. Appena fu completamente sola, scoppiò in lacrime. Misa non piangeva quasi mai, tranne quando entrava in crisi. Aveva la testa tra le ginocchia, sentì una mano sulla sua spalla, si asciugò in fretta gli occhi e si girò. Era lui. Appena lo vide non trattenne le lacrime e si mise con la testa tra le mani per nascondere il volto. Lui le alzò la testa e con un fazzoletto le asciugò le lacrime e la abbracciò. Appena lei smise di piangere lui le diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Sì, perché lui era come le stagioni, veniva, andava, svaniva per poi ricomparire tempo dopo e Misa, con il cuore in mano, lo lasciava entrare e uscire tutte le volte che voleva. E ci moriva dentro. “Come sono stupida” si disse, poi prese le cose e tornò a casa. Una volta a casa continuava a pensare ad Alex e al gesto di quella sera, si chiedeva come fosse possibile che un idiota del genere la facesse stare così bene, si chiedeva perché avesse fatto quel gesto dato che il giorno prima l’aveva trattata uno schifo. Era stesa sul suo letto con la musica, a luci spente e guardava in alto. Ad un certo punto partì Until The End di Adam e pensò “questa allora perché dedicarmela? Perché?” sentiva l’adrenalina che saliva e saliva. Si alzò, andò in bagno per non far sentire l’odore al padre e si accese una sigaretta. Tremava. Le succedeva spesso quando era arrabbiata. Rientrò in camera e come se nulla fosse successo prese il quadernetto e iniziò a scrivere.
“Anche questa sera mi sono ritrovata a scriverti un’altra lettera. Perché? Alla fine mi odi, no? Alla fine mi hai usato solo per fare sesso, o mi sbaglio? Alla fine non provi nulla e NON HAI MAI provato nulla per me, giusto? Eppure io rimango qui a scrivere come la stupida aggrappandomi ai ricordi senza andare avanti sperando che le cose ritornino come prima.  Mi fai sentire stupida. Che senso ha essermi stato vicino quando non avevo nessuno, avermi salvato dalla caduta su un camion di lame per poi mollarmi dopo quattro mesi su un camion con lame più taglienti dell’altro? Che senso ha fingere dei sentimenti? Io non ti capisco…prima dici di amarmi e poi mi odi, prima mi fai volare e poi mi fai cadere, prima mi porti in paradiso e poi mi lasci all’inferno. Si può sapere perché? Dov’è finito quello che ho conosciuto io? Dimmi almeno dove l’hai sepolto, dimmi almeno quello…                                                                    -La ragazza dal cuore di marmo.”
“La ragazza dal cuore di marmo”…si firmava sempre così, era stato Alex ad assegnarle quel soprannome, la chiamò così perché lei disse che non si era mai innamorata e lui esclamo scherzando “ed ecco a voi la ragazza dal cuore di marmo!” anche se sapevano bene entrambi che nemmeno lui sapeva cos’era l’amore. Si rigirò tra le mani quella lettera per un po’, la leggeva, la correggeva, la rileggeva e la correggeva ancora, poi si alzò, buttò il quaderno sul , poi riaccese l’MP3 e si buttò sul letto sperando di addormentarsi.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Misa_Sykes