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Autore: Kiryel    28/07/2016    0 recensioni
Una risata leggera e cristallina esce dalla tua bocca mentre mi rivolgi di nuovo lo sguardo. –Avresti potuto chiedermelo prima!- dici prendendomi la mano e avviandoci verso il salotto.
-Avresti potuto farlo prima, senza aspettare che te lo chiedessi io- ti rispondo di rimando con aria di sfida.
-Touché- rispondi quando, prima di svoltare l’angolo, mi tiri con delicatezza a te per offrirmi un altro bacio a fior di labbra.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Rieccomi con una storia un pò particolare.

Questa volta non si tratta solo di un capitolo, vi chiedo di non fermarvi al primo capitolo e leggere fino alla fine =)

Le recensioni, anche se negative, sono sempre ben accette per una crescita personale.

Buona lettura e come colonna sonora per questo primo capitolo vi consiglio : https://www.youtube.com/watch?v=jFxtn_BQauk&index=5&list=PLFWZ_47OVtmXWeR7gEEtoJDv5OX0pgXB7

 

Touché, tra sogno e realtà

Capitolo 1

 

.Mia.

-Dai Mia vieni di là!- dici avvicinandoti al letto in camera tua dove ero poggiata. Non mi va di vederti, perché vederti  con lei mi fa male, perché pensavo di interessarti almeno un po’, poi vedo come la guardi e mi dico che in realtà è tutto frutto della mia fantasia.

-No, non mi va…-  ti rispondo girando il viso verso il muro.

Perché ti comporti cosi? Non capisci che mi fai male? Penso mentre una lacrima scende solitaria e spero con tutto il cuore che tu non veda.

-Mia…- mi chiami.

Cavolo mi hai vista! No, non posso farmi vedere così, non debole, non con te, non dopo tutto questo.

-…vieni!- continui dopo poco prendendomi il polso con decisione e facendomi alzare. Io ti guardo negli occhi e, non so con che coraggio, ti propongo un affare.

-Vengo ad una condizione!-  mi guardi incuriosito ed io continuo. –Però mi devi promettere che la farai, se no non te la dico- cerco di proteggermi in qualche modo, mi sono esposta troppo, ma ormai il guaio è fatto.

-Dimmi.-

-Promettimelo- ti chiedo quasi implorando.

-Te lo prometto-  dici guardandomi negli occhi mentre il mio cuore perde un battito.

Cavolo quanto sei bello e quanto sono stupida!

Penso abbassando lo sguardo, che rialzo dopo pochi secondi, e, prendendo un respiro profondo, ti dico diventando rossa in viso -Baciami!-

Tu mi guardi sorpreso, spaesato, incuriosito, preoccupato… mille emozioni in pochi secondi colorano il tuo sguardo, una dopo l’altra, ed io sento il mondo cadermi addosso. Quindi con gli occhi ormai lucidi, l’avverto perché iniziano a bruciarmi, libero il polso e mi avvio alla porta.

La sto per varcare quando avverto di nuovo la tua forza sulla mia mano. Mi blocco, non riesco a guardarti, se ti guardo so che inizierò a piangere e non posso, non con te, ma tu non ti fermi e mi tiri verso di te posizionandomi di spalle al armadio.

-Dove vai?- mi chiedi mentre io ho ancora lo sguardo inchiodato al pavimento. Rimaniamo così in silenzio ed immobili fin quando non mi alzi in mento e mi guardi, con uno sguardo sorpreso notando una seconda lacrima che ribelle scende dai miei occhi.

Poi tutto succede in un secondo, ci guardiamo, tu piano piano ti avvicini a me, vedo il tuo viso sempre più vicino, avverto il mio cuore correre ormai senza pudore. Questione di pochi secondi e le tue labbra toccano le mie, ci baciamo inizialmente in modo semplice per poi approfondire quel contatto tanto desiderato.

È bellissimo! Penso tra me e me, fino a quando, ormai con il fiato corto, ci stacchiamo, rimanendo comunque in quella posizione, fronte contro fronte, sguardo nello sguardo.

Stiamo riprendendo fiato, tu mi stai guardando come se in realtà mi vedessi per la prima volta e ci baciamo di nuovo.

Questa volta sono stata io ad aver fatto il primo passo, io mi sono avvicinata a te e ciò ti ha sorpreso.

Questa volta la tua mano, che prima mi bloccava il polso, porta la mia al livello del tuo collo lasciandola li, mentre la tua scende sui miei fianchi.

Chissà se hai percepito la mia inesperienza? Forse non sono stata tanto brava, ma se così fosse perché continuare? Mille pensieri affollano la mia mente, fin quando qualcuno non blocca quel momento meraviglioso, quasi paradisiaco.

-Ehy ragazzi…- ci chiama Daniele. Io rossa in viso abbasso lo sguardo mentre tu, invece, continui a tenermi saldamente i fianchi e guardi tuo fratello contrariato. -… Oh! Scusate, prego continuate pure.- continua, rivolgendoci uno sguardo tra il divertito e il felice, per poi offrirmi un occhiolino e andarsene così come era arrivato.

Una risata leggera e cristallina esce dalla tua bocca mentre mi rivolgi di nuovo lo sguardo. –Avresti potuto chiedermelo prima!- dici prendendomi la mano e avviandoci verso il salotto.

-Avresti potuto farlo prima, senza aspettare che te lo chiedessi io.- ti rispondo di rimando con aria di sfida.

-Touché-  rispondi quando, prima di svoltare l’angolo, mi riti con delicatezza a te per offrirmi  un altro bacio a fior di labbra.

Arrivati al divano mi fai sedere e dopo aver preso il tuo telefono dal tavolo ritorni in camera tua.

Torni dopo poco con un meraviglioso sorriso sul viso e, dopo aver soffermato per un attimo i tuoi occhi su di me, ti rivolgi a tuo fratello. -Dani, Mia ed io andiamo a far la spesa alla mamma.-

-Va bene.- risponde sorridendo e continua – Se per le ragazza va bene, noi potremmo andare a farci un giro in centro.- propone guardandole.

- Io voglio andare con loro.- dice Nicol ed io quasi la fulmino con lo sguardo.

-Mi dispiace Nicol, noi andiamo in moto.- rispondi, poi mi guardi e dici –Andiamo?-

-Si.- ti rispondo prendendo le mie cose e la mano che mi hai offerto. –A dopo!- saluto mandando un bacio a tuo fratello.

 

 

-Vieni andiamo a chiedere alla Laura se hai bisogno di qualcosa.- dici dirigendoti verso il negozio di tua madre di fianco casa tua.

Io ti guardo stranita e ti chiedo -Ma hai detto…- non riesco a finire la frase perché il sorriso malandrino che mi stai offrendo mi fa saltare un battito. Tu ti accorgi della mia reazione e inizi a ridere, arriviamo al negozio e apri la porta sempre tenendomi per mano.

Tua madre ci guarda  -Salve ragazzi!- saluta entusiasta

-Buongiorno.- saluto cercando di lasciare la tua mano, ma tu non me lo permetti e, anzi, la stringi ancora più forte.

-Mamma senti noi andiamo a farci un giro in moto. Per le ragazze siamo andati a fare la spesa per te.- le dici guardandola con un pizzico di preoccupazione.

Tua madre ride e poi dice – Va bene! Ma a patto che passiate a prendere almeno il pane per stasera. Per il resto me ne occupo io.-

-Affare fatto!- dici avviandoti alla porta e portandomi con te.

-Lele?-

-Si?- ti giri verso tua madre

-Mi raccomando.-  dice quasi fulminandoti con lo sguardo, preoccupata mi rivolgo verso di te, che le rispondi semplicemente con un occhiolino.

Usciti dal locale ci dirigiamo verso il tuo garage e mentre camminiamo dici –In casa mia ti adorano tutti! E sono preoccupati che possa in qualche modo ferirti.- senza guardarmi.

Io mi fermo perché colta di sorpresa da ciò che hai detto e tu finalmente mi guardi. Ho lo stomaco sotto sopra, la paura di ciò che potrebbe succedere inizia man mano ad insediarsi in me e con la voce preoccupata ti chiedo  -Lo… faresti?-

Tu mi vieni in contro con uno sguardo dolcissimo e dopo avermi offerto un bacio rispondi –Mai!-

Ma non potevamo sapere che quel mai un giorno si sarebbe frantumato in mille pezzi, non potevamo sapere che in quel momento non eravamo soli, che due occhi ci stavano guardando e che lei era lì e già architettava la sua vendetta.

 

 

Mentre scendiamo le scale del tuo garage l’ansia mi assale, devo ammetterlo ho paura della moto, ho paura di cadere, della velocità, ma tu mi guardi, sorridi come solo un bimbo di dieci anni può fare, ed io non ho il coraggio di dirtelo, quindi continuo a camminare contorcendomi le mani.

Tu forse te ne accorgi perché me le dividi, poi fermandoti mi guardi e chiedi - Se vuoi prendiamo la macchina?-

Ci guardiamo, sono combattuta, voglio ma ho paura, ti direi che voglio andare in macchina ma cavolo voglio venire in moto con te, voglio sentire il vento tra i capelli, poi voglio abbracciarti e se salgo in moto sarò costretta a farlo… che faccio?! Chiedo tra me e me.

Mi guardi, mi offri una mano e dici - Ti fidi di me?-

-Si… Ma…-

-Fidati…- dici salendo in moto e offrendomi la mano per far salire anche me. La guardo, poi guardo la tua moto, cavolo quanto è bella! Penso, poi riguardo ancora te e accetto il tuo aiuto. Io salgo, tu mi posizioni le braccia in modo che ti abbraccino toccando le spalle e guardandomi continui -… Tieniti forte- mentre un sorriso furbo ti caratterizza il viso.

Dopo aver indossato entrambi i caschi, accendi la moto e parti, io per paura ti stringo ancora più forte e tu in risposta sorridi, anzi ridi, una risata cristallina, pura, una risata che contagia anche me, nonostante l’ansia.

 Non so quanto tempo sia trascorso, ne dove siamo, so solo che per tutto il tragitto non sono riuscita a pensare a nulla, il vento, la velocità, l’abbracciarti, l’averti davanti mi ha completamento mandato in tilt il cervello e… - Ehi Mia? Tutto bene? – mi chiedi preoccupato, girando per quanto possibile il viso per guardarmi, da quel tuo modo di fare capisco che forse non è la prima volta che mi chiami e che io ero troppo “fuori” per sentirti.

Ti guardo e dopo esser tornata sulla terra ferma rispondo -Credo di si…- mentre accetto di nuovo il tuo aiuto per scendere.

Qualcosa però va storto, la testa mi gira lievemente e le gambe quasi non reggono il mio peso, quindi stringo ancora di più la tua mano e poggio l’altra sulla moto cercando sostegno. Tu preoccupato scendi di fretta dalla moto, metti il cavalletto e torni a guardami.

-Ehi apri gli occhi.- dici.

Non mi ero neanche accorta di averli chiusi, una volta riaperti ti guardo e dico –Sto bene, sto bene! Credo solo di non aver respirato.- quasi ridendo e tu, dopo avermi guardato stranito, mi fai compagnia ridendo di gusto, per poi baciarmi.

-Lele, così non migliori di certo la situazione- dico non appena ci stacchiamo e tu continui a ridere prendendomi la mano. -Ma dove siamo?- ti chiedo dopo essermi ripresa del tutto.

 -È un parco.- mi rispondi mentre assicuri la moto, poi continui –Ti va di farci un giro?-

Il pomeriggio passò così, semplicemente stando insieme, senza fare nulla di eclatante ma solo qualcosa ti tranquillo e in parte romantico. Ad un certo punto, però, il tuo telefono squilla.

-Ehi Dani.- saluti, poi continui -Ottimo, ma…- mi guardi, anzi mi squadri e poi concludi -Si direi di si. Quindi non andiamo più dal panettiere? Ok, a tra poco.-

-Successo qualcosa?- ti chiedo preoccupata non appena la chiamata termina.

-No no, solo che la mamma ha cambiato programma. Pizza in famiglia!- mi guardi sorridendo.

Terrorizzata chiedo -In famiglia? Intendi noi e i tuoi vero?-

Scoppi a ridere e -Certo che no! Minimo siamo una quindicina di persone.- ti avvicini furbo a me e prendendomi il viso tra le mani -Dai non ti mangiano mica! Ora però dobbiamo andare, l’appuntamento è tra un’ora e dobbiamo farci la doccia e prepararci.-

Sbarro gli occhi e mi avvio alla moto -E ora cosa mi metto?! Sto odiando tua madre, sappilo!- ti informo mentre arrivata aspetto te, che a differenza mia cammini lentamente e ridi di quella situazione, ai tuoi occhi buffa. Io ti guardo e mostrandoti un sorriso continuo -E dai però, fai presto e non ridere!-

   
 
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