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Autore: DollDolores    29/07/2016    2 recensioni
[..]-Padroncino,- bisbigliò – è assai sconveniente giudicare un libro dalla copertina. È da quando siamo giunti quì che tra il tanfo di pesce e sudore sento un profumo molto allettante. Non mi stupisco che lei non lo percepisca, ma le assicuro che in giro c’è un anima molto appetitosa, e senza dubbio sarebbe il soggetto più indicato per servirvi. Si fida di me?-.
Ciel chiuse gli ochi con fare rassegnato, sbuffò e decretò. -E sia.-.[..]
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis, Snake, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Era una pallida mattina di fine Febbraio, le vetrate della residenza Phantomhive erano lievemente appannate a causa del tepore emanato dal caminetto acceso nell’ufficio del giovane Conte. Ciel Phantomhive rovistava le varie scartoffie accumolate sulla bella scrivania. Era molto pensieroso, il lavoro da sbrigare in quel periodo era molto e ultimamente aveva dovuto lasciare la residenza nelle mani dei suoi servitori, per ritrovarla letteralmente sottosopra al suo ritorno. Sebastian poteva certo occuparsi di tutto appena rincasato, ma non era piacevole rientrare a casa e trovare il servizio dei piatti più costoso in frantumi, la cucina ridotta in cenere e le piante, I fiori e quant’altro, marci per l’eccessiva abbondanza d’acqua o secchi per la totale assenza di cure. Il vecchio Tanaka faceva ciò che poteva, età permettendo, ma per la maggior parte del tempo se ne rimaneva seduto a sorseggiare del tè, e Snake non si era ancora ambientato bene, e il suo aiuto era pressocchè inesistente. Sentì bussare alla porta, emise un sospiro e entrò Sebastian con un vassoio ricco di pietanze in mano. Cioccolata calda e pasticcini, un buon modo per distrarsi un attimo da tutte quelle preoccupazioni. Il Maggiordomo stava per cominciare, come consueto, a elencare le varie leccornie da lui preparate specificandone il nome e gli ingredienti, ma Ciel lo fermò prima che potesse iniziare.
-Sebastian, prepara il mio cappotto e la carrozza. Dobbiamo partire per Londra, saremo di rientro per l’ora di cena.-
Il Maggiordomo lo guardò perplesso per un attimo, dopodichè annuì. -Yes, my Lord. Ma se mi permette, perchè questa improvvisa urgenza di andare a Londra?-
Ciel bevve un sorso di cioccolata calda e afferrò un pasticcino. -Ho riflettuto molto sul da farsi, e ho deciso di cercare un aiuto per mantenere l’ordine nella Residenza in mia assenza. Sono stufo di dover rimediare a tutti I pasticci combinati da quei tre, è una perdita di tempo e di denaro.-
-Padroncino, ma non abbiamo appena..-
-Snake? Non fa molto per aiutare qua dentro, e ho bisogno di due braccia e soprattutto di un cervello forti. Ci sono molti garzoni pieni di energia e di voglia di lavorare al meglio lungo il fiume, sicuramente qualunque lavoro che potrei offrire si rivelerebbe migliore di passare intere giornate al freddo a scaricare e caricare casse pesantissime per pochi spiccioli.-
Sebastian non era affatto convinto di ciò, ma gli ordini impartiti dal conte non potevano essere messi in discussione, quindi adempì. Nel giro di pochi minuti si trovavano già sulla carrozza in direzione di Londra. Lungo il fiume c’era una fitta nebbia e un gran freddo, anche il più flebile respiro dava vita a una piccola nuvoletta bianca, il ghiaccio ricopriva la strada lastricata, e sicuramente, quello non era un ambiente adatto alla nobiltà. Un forte odore di pesce marcio alleggiava nell’aria, era pieno di uomini grandi e possenti che si davano da fare a spostare casse apparentemente pesantissime, tra imprecazioni e sbuffi, per poi caricarle su carrozze o su piccole imbarcazioni. Il Conte arricciò il naso con una punta di disgusto, e si mise a camminare in mezzo alla piccola folla di lavoratori, squadrandoli bene uno ad uno. Stava per indicare un uomo alto due metri, molto muscoloso e con una brutta cicatrice sul volto, quando Sebastian gli si avvicinò all’orecchio.
-Padroncino,- bisbigliò – è assai sconveniente giudicare un libro dalla copertina. È da quando siamo giunti quì che tra il tanfo di pesce e sudore sento un profumo molto allettante. Non mi stupisco che lei non lo percepisca, ma le assicuro che in giro c’è un anima molto appetitosa, e senza dubbio sarebbe il soggetto più indicato per servirvi. Si fida di me?-.
Ciel chiuse gli ochi con fare rassegnato, sbuffò e decretò. -E sia.-.
Lo stupore non fu poco quando il dito di Sebastian si pose sulla traiettoria di un soggetto che sicuramente stonava nella sinfonia della situazione.
-Hai voglia di prendermi in giro forse?- disse Ciel con rabbia. Il maggiordomo stava indicando un ragazzino con un enorme cappello di stoffa verde piantato fino al naso, che lasciava vedere solo una bocca carnosa e il mento, un enorme cappotto di tela e lana strappato in più punti e del calzoncini lisi che arrivavano fino a metà ginocchio da cui spuntavano due gambe fini, pallide e aggraziate, che andavano a finire in due pesanti zoccoli di legno. Sebastian scosse la testa e assunse un’espressione seria. Ciel si rassegnò. Dopotutto, il fiuto del suo Maggiordomo non aveva mai fallito.
-Ehi tu. Si tu ragazzino col berretto.-.
Quello si girò.
-Spiacente , mio signore, ma ho già del lavoro da sbrigare e..- la sua voce era profonda, e allo stesso tempo delicata, sembrava un attore che imposta il timbro a seconda del personaggio da interpretare. -Non vorrai contraddire la mia parola.- Il ragazzino imprecò, posò il suo carico sulla strada ghiacciata e camminando faticosamente con gli zoccoli si presentò davanti al conte, facendo una lieve riverenza. -Comandi.-, disse piatto.
-Bene, ti voglio offrire un lavoro. E questo lavoro non consiste nello spostare carichi. Avrai vitto, un letto dove dormire, vestiti puliti e appropriati , in cambio ovviamente di obbedienza e impegno per quanto riguarda ciò che ti sarà ordinato di fare.-.
Non si può certo sapere se al ragazzino si fossero illuminati gli occhi o meno, ma la bocca prese una piega simile a un sorriso, facendo intravedere dei denti bianchi, dritti e puliti.
-Dice sul serio?-.
-Ti sembro in vena di scherzare?-. Il ragazzino appoggiò un ginocchio a terra e abbassò la testa. -Accetto, senza alcun indugio, mio Signore.-.
-Bene. Da questo momento sei un servitore del Casato Phantomhive, di cui io, Ciel Phantomhive, sono conte. Come ti chiami ragazzino?-.
-Mi chiamo A...ehm..Andrej.-. Il conte percepì una lieve esitazione nella voce.
“Indugia anche sul suo stesso nome. Spero che Sebastian non si sia sbagliato, anche se ho diversi elementi che mi spingono a dubitare di questa scelta.” Sebastian fece un cenno di saluto al nuovo servitore, e I due seguirono Ciel fino alla carrozza, per dirigersi verso la Residenza.






"""""Angolo di Dol""""" Salve, mi scuso in anticipo per la lunghezza forse eccessiva del capitolo, e ringrazio di cuore chi ha avuto la pazienza di leggerlo per intero. Sono nuova, questa è la mia prima storia, spero che sia senza errori di battitura e che non risulti noiosa, ma vi prometto che con lo svolgersi degli eventi le cose si faranno molto interessanti. Recensioni, sia positive che negative sono ben accette, poichè le considero costruttive. Aspetto le vostre opinioni, per ora mando un grosso bacio a tutti e a presto per un nuovo capitolo.
   
 
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