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Autore: Erina91    29/07/2016    5 recensioni
“cos'è quel sentimento che provo ogni volta che incrocio lo sguardo di Satoshi? Sento una gran tranquillità quando mi trovo tra le sue braccia e il tocco dolce di Satoshi mi sembra davvero piacevole. Perché provo certe sensazioni?”
Erina stava leggendo per l'ennesima volta il suo manga shoujo preferito che parlava della storia d'amore tra Satoshi e Sumiko. Tutte le volte che lo rileggeva si emozionava come una bambina e le brillava gli occhi nei momenti ricchi di sentimento. Per chi conosceva apparentemente Erina, l'avrebbe descritta come una sedicenne fredda e distaccata, dal temperamento critico e altezzoso, il cui scopo era quello di giudicare solo dal punto di vista esteriere poiché nata in una famiglia d'alta classe sociale. Ma Erina Nakiri era molto più complessa di quel che appariva e questo solamente la sua migliore amica Hisako Arato ne era a conoscenza. Erina era una persona abbastanza fragile dentro, sentimentale.. e celeva un passato che avrebbe voluto dimenticare. Pairing: Soma x Erina (Sorina)
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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My Sweet Chef



La camera di Soma, in confronto alla sua al dormitorio d'Elite, era molto più raccolta ed intima.
Aveva uno spazio confort di cui facevano parte letto e divano; una piccola ala cucina che era così stretta da chiedersi come i movimenti culinari potevano risultari fluidi, ma evidentemente a lui bastava l'essenziale. Mentre il bagno privato era anch'esso di scarse dimensioni, tuttavia possedeva gran parte dell'occorrente utile.
Essendo abituata da tutta la vita a vivere nelle condizioni più agiate e comode che esistessero faceva fatica ad accettare quella semplicità, ma da una parte era anche piacevole poiché la faceva sentire più vicina al mondo di Soma.
Per esempio, lui non possedeva una vasca da bagno con l'idromassaggio ma una scontata doccia anche se larga rispetto al normale, eppure non era così spiacevole farla; anzi.. svegliarsi la mattina dopo una stupenda notte come quella che avevano trascorso e farsi una veloce doccia era in qualche modo interessante.
Si era svegliata prima di Yukihira, che ancora dormiva beato sotto le coperte, non era mai stata una grande “dormigliona” e raramente superava le 9.00 di mattina a letto.
Non gli aveva chiesto il permesso per fare una doccia, ma in fondo non era la prima volta che dormivano insieme e lei usava il suo bagno privato per lavarsi.
Si vergognava se ripensava a quanto la notte d'amore tra loro era durata, quanto si erano amati e vezzeggiati a vicenda, e soprattutto del suo non riuscire a smettere di sorridere per quello che era successo. Quasi quasi non avvertiva nemmeno lo scrosciare dell'acqua da quanto si sentiva ancora invasa dalle emozioni di quella notte. Sicuramente era stata la notte più bella, sebbene non fosse neanche la prima. Però entrambi avevano sentito che il coinvolgimento della notte scorsa era stato assai più passionale ed esplosivo, probabilmente perché aveva accettato i suoi sentimenti e seguito il suo cuore per la prima volta.
Dunque, il suo stato di benessere e leggerezza non era dettato solamente dalla notte appena passata, ma aveva anche radici psicolgiche di fondo: era in pace con se stessa.
L'indecisione dei mesi scorsi si era finalmente placata perché lei aveva fatto la sua scelta tra famiglia e amore, e aveva scelto quest'ultimo.
Aveva scelto Yukihira e si sentiva bene per quello. Nonostante i pensieri degli anni trascorsi con suo padre erano ancora presenti e “picchiavano” feroci, aveva ottenuto una vera gioia nella sua vita e questo soprattutto grazie all'esistenza di Yukihira. Lui l'aveva salvata comunque, anche se lo shokugeki con suo padre fosse finito con la vittoria di Azami. Yukihira le aveva fatto capire che era giusto scegliere come vivere la nostra vita e con chi per conto proprio. Sorrise ancora.
Meccanicamente chiuse la doccia e si avvolse attorno l'accappatoio color cioccolato (si era fatta portare la sua roba al dormitorio Stella dopo aver deciso dove dormire quella notte). Era imbarazzata all'idea di uscire dal bagno di Soma in accappatoio, perché mai si sarebbe immaginata di vivere un momento del genere.
Non se ne dovette preoccupare molto, poiché quando uscì dal bagno Soma aveva gli occhi ancora chiusi.
Le scappò un sorriso quando notò che nel frattempo si era mosso tra le lenzuola ed era rimasto senza esso a coprirlo.
Percorse il corpo nudo di Yukihira, dato che aveva solo indossato il boxer dopo fatto l'amore, e ogni desiderio si accese nuovamente in lei.
Scosse la testa vergognandosi da come si sentiva una maniaca.
Controvoglia diede la schiena a Yukihira e cercando di fare meno rumore possibile nello spostarsi nella stanza per paura di svegliarlo, si sciolse la crocchia arrangiata che si era fatta dopo essersi asciugata i capelli, facendo cascare le pesanti e profumate ciocche lungo il corpo.
Passò all'accappatoio e lentamente fece calare esso lungo le spalle nivee, pronta ad indossare uno dei vestiti che si era fatta portare al dormitorio.
-Erina.. è molto bello vederti fare lo spogliarello davanti ai miei occhi.-
Lei sussultò sorpresa dal suo tono scherzoso, non aspettandosi che Yukihira fosse sveglio visto che pochi minuti prima dormiva come un ghiro.
Si girò verso di lui, nuda, e lo vide voltato di fianco, con una mano a sorreggersi la guancia, e la stava contenplando mentre si toglieva l'accappatoio.
Lei a arrossì di botto. -da quanto sei sveglio, Soma-kun?-
Si stupì lei stessa di averlo chiamato per nome senza pensarci troppo.
Anche il volto di Yukihira si illuminò per l'emozione, sentendo il suo nome pronunciato dalle sue labbra.
-vedo che ti stai abituando a chiamarmi per nome.- sorrise infatti. -comunque.. sono sveglio più o meno da quando hai iniziato a far calare l'accappatoio.-
-potevi dirmelo, idiota!- esplose lei imbarazzata.
Lui scoppiò a ridere. -perché avrei dovuto? Mi piaceva e poi era troppo divertente il pensiero che tu non ti fosse accorta di nulla.- ghignò birichino.
-sei proprio scemo.- borbottò impacciata lei.
-come hai dormito?- cambiò discorso, lui.
-un po' scomodo il tuo letto rispetto al mio, ma direi abbastanza bene.- confessò timida, -e poi c'eri tu..- aggiunse sottovoce.
Lui sorrise. -mi fa piacere, perché anch'io ho dormito benissimo! Andrebbe ripetuto.-
-vacci piano con la fantasia, Yukihira, prima devi vincere lo Shokugeki con mio padre.-
-lo so. Lo farò, Erina.- la fissò serio. - adesso vieni qui!-
-cosa vuoi fare?-
-secondo te?- domandò sbarazzino.


 
****


Soma non riusciva a distogliere lo sguardo dal bellissimo corpo di Erina.
Fino a qualche mesi fa, mai si sarebbe immaginato di arrivare ad un livello di confidenza tale con lei, così tanto da vederla nuda in camera sua. Se ci pensava era incredibile.
Nemmeno riusciva a credere che lei fosse la sua ragazza: bella, intelligente, affascinante, fiscale al punto giusto e ovviamente incredibilmente brava in cucina.
In realtà era nel dormiviglia fin da quando aveva sentito aprire la porta del suo bagno e lei era apparsa in camera sua in accappatoio.
Il fruscio dei suoi movimenti, anche se pacati, lo avevano distolto del tutto dal sonno e quando gli aveva dato le spalle era rimasto incantato e silenzioso ad osservarla mentre faceva calare sensualmente_o almeno a lui così parse_ l'accappatoio, scoprendo la sua pelle liscia e profumata e facendo cascare la sua massa di capelli in un gesto involontariamente ammaliante e seduttivo. Era stupenda. Era bellissima.
In poco tempo, i bellissimi momenti della notte trascorsa tornerano a fare capolino nella sua testa accendendogli la voglia di lei. Il desiderio folle di toccarla.
Si sedette sul materasso, la fissò penetrante, portò una mano avanti per invitarla a venire verso di lui.
Erina inizialmente sgranò gli occhi, poi, quasi incosciamente e dopo aver idossato un paio di slip, si avvicinò a lui e infilò tra le sue ginocchia e le sue gambe solide, esattamente nello spazio aperto. Lui avvolse le mani attorno alla sua vita, in basso, e affondò il volto nel suo ventre e vicino all'ombelico, ispirando il suo profumo alle violette. Era così snella, la sua pelle era talmente liscia e morbida da creargli dei brividi mentre l'accarezzeva e la assaggiava, e aveva un buon profumo.
Aveva avuto paura di perderla con tutto quello che avevano passato e quanto aveva rischiato per riuscire a raggiungerla. Ce l'aveva fatta ad evitare che si sposasse con un uomo che non voleva, ma era stata dura anche per lui mantenere la lucidità per ragionare e non farsi sopraffare dal terrore di non vederla, poterla sfiorare più.
Aveva un ottimo autocontrollo delle sue azioni, ma pure lui era umano ed era stato sempre teso, agitato, nervoso in tutti quei giorni da quando erano tornati a scuola e non l'aveva vista e special modo quando non aveva sua notizie. Al momento che l'aveva trovata, in quel hotel, si era sentito sollevato e tutta l'angoscia che l'aveva travolto nei giorni scorsi si era lentamente sciolta e solo ora_proprio mentre lei era lì_tutti i sentimenti che aveva trattenuto, il terrore provato, stavano uscendo fuori perché si era un attimo rilassato. Non riusciva nemmeno lui a capire cosa sentiva, ma era talmente felice di vederla in camera sua, rincuorato dal poterla baciare e stringere ancora, che quasi gli veniva voglia di piangere. Sapeva che doveva vincere quello Shokugeki per poter essere veramente libero di stare con lei.
Se doveva essere sincero, però, la leggera preoccupazione che sentiva in quel momento per lo scontro di quel giorno non era niente in confronto a quella che aveva provato nei giorni passato. Lei adesso era lì, aveva scelto lui in ogni caso, ed era proprio questo pensiero a tranquillizzarlo.
Sentiva davvero il bisogno di dirle quanto era stato male, perché aveva nascosto fin troppo le sue emozioni.
Lei portò le mani tra i suoi ciuffi e iniziò a scombinarglieli come faceva sempre.
Lui raccolse un respiro prondo e la strinse più forte che poteva:
-non ci credo che sei qui, Erina.- fiatò appunto, -eppure riesco a toccarti.-
Lei sembrò colpita da quelle parole. -cosa ti prende all'improvviso?-
-sono stato male in quei giorni che eravamo separati tornati a scuola e tutte le volte che mi respingevi a causa della tua famiglia. È stato difficile anche per me non farsi sopraffare dall'angoscia. Se l'avessi fatto non sarei riuscito a salvarti e così mi sono imposto di andare avanti, combattere, mettere da parte il terrore che avevo di perderti.- cominciò, -ora che sei qui, che posso stringerti, che sei la mia ragazza.. tutto ciò che ho provato in quei momenti sta riemergendo. Anch'io sono umano, sono determinato, è vero, ma quello che provo per te.. cavolo Nakiri, sono così sollevato!- esclamò, abbassando gli occhi a terra. -ho avuto paura. Se non fosse andata come speravo, l'avrei rimpianto per sempre.- continuò. -so che oggi dovrò fare quello Shokugeki con tua padre, ma credimi se ti dico che la preoccupazione che sento adesso non è niente in confronto a quella provata nei giorni scorsi. Ho anche pensato che non ce l'avrei fatta a salvarti, in alcuni momenti, è stata dura anche per me. Molto.- concluse guardandola dritta negli occhi: erano lucidi, sembravano davvero tristi per quello che lui le aveva appena confessato.
In alcuni attimi sembrava voler dire qualcosa, ma richiudeva subito la bocca distogliendo lo sguardo.
-perché mi hai voluto dire come ti sei sentito?- infine chiese.
Lui le afferrò la mano, la portò più vicina a sé.
-non voglio che pensi che sono perfetto o così emotivamente freddo, oppure troppo forte.
Ci tenevo a farti capire che non è stato facile perché sono stato male quanto te. Volevo che tu lo sapessi.- sorrise dolcemente.
Lei portò gli occhi a terra. -credevi che non me ne fossi accorta? Ho osservato i tuoi occhi tutte le volte che ti respingevo: erano davvero feriti e sofferenti.
Ammetto che mi sorprendevo ogni volta che mostravi la tua determinazione, perché mi chiedevo come facessi ad essere tanto forte, ma non ho mai pensato che tu fossi emotivamente freddo. Mi hai sempre mostrato, a parole e a gesti non importa, quanto tenevi a me.
So di averti fatto stare davvero male; quindi, non sono tipo di dirlo, però.. mi dispiace per quello che ti ho fatto passare.-
Lui sorrise comprensivo: le era grato per lo sforzo che aveva fatto per scusarsi. 
-lo so, Nakiri. L'importante è che tu sia qui adesso.-
Lei arrossì e timidamente prese l'iniziativa raggiungendo le sue labbra per baciarlo.
Il tocco fu delicato, tenero, eppure capace di scatenere in lui sensazioni potenti.
Iniziò a carezzarle braccia e gambe, in maniera così delicata da sembrare che fosse una piuma a farlo.
Da seduto dal letto, leccò e baciò il suo petto, le spalle, il suo ventre e poi tornò verso le sue labbra fini per unirsi in un bacio passionale e travolgente, in cui ogni parte delle sue labbra_anche all'interno_ era gustato dalle sua bocca, morsicchiato dai suoi denti, assaporato nelle sue morbizza e audacia.
Quando si staccarono controvoglia, Erina lanciò un'occhiata all'orologio che puntava le 10.00.
-dobbiamo sbrigarci, tra un paio di ore dobbiamo essere nel salone.-
Lui vide che si era fatta nervosa e mentre la osservò raggiungere la sedia dove vi era il vestito che avrebbe indossato, si alzò dal letto e l'abbracciò da dietro per rassicurarla:
-non roderti l'anima perché sei preoccupata che lo Shokugeki vada male..- iniziò portando le labbra verso il suo orecchio -..non ho intenzione di perdere. Fidati.- le sussurrò.
-me l'hai già detto, Yukihira. Con le tue carezze non mi aiuti, mi fai solo avere più paura e desiderarti di più.- ammise paonazza.
Lui ridacchiò arrossendo visibilmente:
-non mi perderai.- affermò, -vorrei stare ancora un po' qui, ma dobbiamo vestirci.-
Detto questo le scoccò un bacio leggero sulla guancia e andò in bagno per farsi una rapida doccia.
-se vuoi aspettarmi fuori, fa pure.- la invitò da dentro il bagno.



 
****


Erina sospirò e cercò di mettere da parte l'agitazione. Aveva fame, così decise di aspettare Soma fuori per fare una veloce colazione.
Non era abituata a passeggiare per i corridoi del dormitorio Stella che rispetto alle sue stanze era davvero poco raffinato e più vecchio.
Ripensò a tutto quello che lui gli aveva detto per farle capire come si era sentito e, anche se l'aveva immaginato e se n'era accorta, era comunque doloroso sapere apertamente quanto lui era stato male per lei. In fondo non avrebbe mai smesso di sentirsi in colpa; tuttavia, aveva ragione lui, ormai era acqua passata e finalmente lei aveva fatto la scelta più giusta della sua vita. Doveva fidarsi delle capacità di Soma.
Doveva credere che avrebbe vinto lo Shokugeki. Alla fine lui non l'aveva mai delusa. Tutto ciò che diceva/voleva lo otteneva.
Sì.. doveva stare tranquilla e camminare a testa alta, Soma avrebbe vinto.
Nel frattempo che cercava di convincersi che sarebbe andato tutto bene, si scontrò con Isshiki realizzando troppo tardi che il corridoio che aveva appena percorso e la parte da cui stava venendo portavano solamente alla camera di Yukihira e avvampò collegando che l'amico del suo ragazzo avrebbe subito intuito qualcosa, sveglio com'era; difatti, appena la vide, spalancò gli occhi colpito.
-pensavo che avresti dormito nella camera vuota che ti aveva dato Fumio. Siete già arrivati al punto di convivere?- ghignò.
Lei lo fulminò seccata, arrossendo. -non credo siano fatti che ti riguardano dove dormo.-
Lui scoppiò a ridere divertito. -allora chiederò spiegazioni a Yukihira-kun.-
-provaci e sei morto, Isshiki!- sbottò irritata.
-stavo scherzando, Nakiri.- la rassicurò sorridendo. -sono contento per voi, in realtà.-
Dopo quelle parole si calmò e tirò un sospiro di sollievo.
-ci vediamo, Isshiki-kun.- fece sbrigatica.
-se cerchi qualcosa da mangiare basta che vai nella cucina principale.- le urlò lui.
Lei non gli rispose e seguì le sue indicazioni.

Adocchiò Megumi Todokoro correrle in contro un'ora dopo, con le guance rosata a causa dello sforzo.
-Erina-sama.. c'è Arato-san che la cerca nella hall del dormitorio.-
Non era sorpresa di sapere che era lì, Hisako si preoccupava sempre per lei e sicuramente voleva sapere come si era trovata al dormitorio Stella e soprattutto come si sentiva ora che mancava poco allo shokugeki tra Yukihira e suo padre.

La raggiunse e la sua amica le sorrise premurosa:
-Erina.. tutto apposto? Volevo passare per sapere come stavi.-
-è proprio da te, Hisako.- abbozzò un sorriso.
-come hai dormito? So che c'era una camera disponibile solo per te.-
Sinceramente avrebbe preferito non affrontare quell'argomento dato che l'aveva già fatto con Isshiki poco fa ed era stato abbastanza imbarazzante.
Hisako si fece perplessa vedendo che lei non le rispondeva.
-non ho dormito in quella stanza.- confessò impacciata, optando per la verità.
La sua amica assottigliò gli occhi scioccata e cercò di formulare una domanda in maniera alquanto goffa.
-certo che ci date dentro per essere appena agli inizi.- andò a fuoco.
Anche Erina arrossì vistosamente. -odio queste tue affermazioni, Hisako.- borbottò.
-pure a Hokkaido..?- insisté ancora, Arato.
-smettila con certe domande!- tuonò imbarazzata. -tutti i giorni dopo il 31.- bisbigliò.
Calò un silenzio tombale e teso tra le due ragazze.
-siete scandalosi.- boccheggiò Hisako, cercando di trattenere una risata.
-ok! Adesso basta! Chiudiamo qui il discorso, Hisako!-
Alla fine lei scoppiò a ridere comunque.
-è bello vederti così rilassata, Erina. Tutto sommato credo che sia merito di Yukihira.
Sono sicura che avrà molta cura di te.- commentò, al termine della spassosa risata.
-lo penso anch'io.- disse lei arrossendo, -devo credere nelle capacità di Yukihira.
Non ho idea come finirà con mio padre, ma devo fidarmi di lui.-
-sì, devi fidarti di Yukihira-kun.- sostenne l'altra, -nemmeno io so come andrà, ma sono convinta che i suoi sentimenti per te lo aiuteranno a vincere lo Shokugeki.
Takumi ha ragione e anche Alice. Andrà bene.-
Erina annuì decisa.
-forza Hisako! Avviamoci agli spalti.-



 
****


Il salone dove si sarebbe svolto lo Shokugeki era affollato, tantissima gente aveva saputo che ci sarebbe stato uno scontro tra lui e il padre di Erina, e interessati erano venuti per assistere ad esso. Il padre di Erina era molto conosciuto e anche Soma lo era, dato che da quando si era iscritto alla Tootsuki si era fatto notare per la sua stramba cucina e soprattutto molti sapevano attraverso i giornali rosa che tra lui ed Erina c'era del tenero.
Avrebbe preferito che la gente restasse all'oscuro della loro relazione, ma purtroppo Nakiri era troppo famosa e troppo conosciuta per non fare scalpore come notizia.
Si sentiva abbastanza agitato, poiché c'era in gioco il suo rapporto con Erina e se avesse perso sarebbe stata la fine; tuttavia si era convinto di nascondere le incertezze perché altrimenti sarebbe finita davvero male. Fortunatamente quella mattina stessa si era sfogato con lei e un po' della tensione accumulata in tutti quei mesi era scesa.
Adesso doveva semplicemente concentrarsi nello shokugeki e vincere. Avrebbe dato il massimo.
Avvertiva gli occhi addosso delle persone, degli studenti e non solo dagli spalti e sapeva che Azami era a pochi passi da lui e lo stava controllando.
Sentiva le sue iridi minacciose trapassarlo e per quanto fossero fastidiose doveva trovare la forza di ignorarle.
Lui e Erina si guardavano dal lontano. Lui dal basso, lei dell'alto. Intuì che era tesa dal suo stuzzicarsi i pollici e dal volto pallido.
Lo guardava agitata, le parlava con gli occhi, ma da una parte aveva anche una luce speranzosa.
Stava cercando di fidarsi di lui e questo lo rilassò molto, perché lo aveva già fatto anche il giorno prima.
Alla fine credeva in lui e questo gli bastava per dare il meglio di sé.
Accennò un sorriso verso di lei, in maniera da tranquillizzarla, e lei sembrò capire il messaggio e fissarlo decisa.
Avrebbe vinto ad ogni costo.
Ad un tratto entrarono nel salone i giudici, seguiti dal preside.
I giudici sarebbero stati cinque, ma stranamente la quinta poltrona era vuota. Il motivo per cui lo era fu spiegato dopo da Senzaemon:
-purtroppo il quinto giudice ha avuto un problema e non potrà essere presente, ci serve un sostituto. Noi del consiglio abbiamo deciso di deciderlo sul momento.-
Azami era piuttosto infastidito da quel contrattempo, ma poco dopo sembrò avere un'illuminazione e lanciò un'occhiata pungente verso gli spalti; non fu difficile immaginare chi guardò: Erina. Soma la vide tremare e distogliere lo sguardo.
Per caso voleva far giudicare Erina?
Era proprio un sadico senza cuore: a quel pensiero, non riuscì a trattenere un'espressione rabbiosa e le sue supposizioni furuno confermate poco dopo quando l'uomo parlò:
-vorrei tanto che fosse mia figlia Erina a giudicare.- nascose un ghigno malefico.
Anche Senzaemon sembrava essersi scaldato davanti a quelle parole, ma purtroppo non poteva pronunciarsi perché avrebbe messo a rischio la sua posizione.

In cima, sugli spalti, Erina di fronte a quella richiesta non sapeva cosa rispondere.
Accanto aveva Hisako che le mise una mano sopra la spalla cercando di fornirle sostegno.
Si trovava in mezzo a Hisako e Isshiki, quest'ultimo la fissò pensieroso e le disse:
-Nakiri.. se non te la senti troveremo sicuramente qualcun altro.-
-non sarà facile convincere suo padre.- intervenne Hisako.
-se non ci fossero alternative lo farò.- decise infine, lei.
-nessuno ti può costringere a farlo.- si unì Alice, a pochi passi dalle loro sedie.
-il giudice deve essere per forza imparziale, è fondamentale, tu sei troppo coinvolta.- continuò Isshiki. -finiresti per dare un voto in base a ciò che vuoi.-
-lo so. So quale sono le regole degli Shokugeki.- asserì dura, Erina.

-allora cara figlia, accetti?- insisté suo padre, dal centro del salone.
Erina stava per rispondere di sì, ma si intromise Eleonore prima che lo facesse:
-lo faccio io, Azami. Giudicherò io.-
Anche Alice si sorprese dell'intervento di sua madre ed Erina, per la prima volta, si ritrovò grata a sua zia.
Chissà perché l'aveva fatto?
L'uomo inizialmente fu seccato dall'intromissione della sorella, però prima che ribattesse la voce profonda di Senzaemon Nakiri percorse tutto il salone:
-se sarà Eleonore va bene, no Azami? È un ottimo giudice.-
Erina sgranò gli occhi meravigliata.
Com'era possibile che addirittura due membri Nakiri fossero venuti in suo soccorso?
Soprattutto non si aspettava l'intervento di suo nonno.
Comunque, da una parte aveva sempre pensato che lui la proteggesse di nascosto.
Non riusciva a credere che la situazione della sua famiglia si stava trasformando.
Forse sarebbe davvero cambiato qualcosa nelle regole?
-d'accordo allora.- stabilì infine Azami, piatto.
Eleonore scese dagli spalti e prese il posto del giudice assente.

Erina cercò il volto di Soma e i due si guardarono ancora una volta.
Lui le strizzò l'occhiolino per rassicurarla e in seguito il preside prese di nuovo parola:
-il piatto scelto per questo Shokugeki sarà il ramen.-

 
****

Ramen eh? Rifletté Soma. si aspettava che il piatto da preparare sarebbe stato qualcosa di più sofisticato e invece era un semplice ramen.
Certo.. doveva trovare la maniera di renderlo elegante lo stesso, ma avrebbe cucinato qualcosa di assolutamente sensazionale che avrebbe stupito il pubblico.
Avrebbe infilato in quel piatto tutto l'amore provato per Erina, aggiungendo come al solito un suo tocco personale.
Si trascinò verso la sua postazione sistemando tutto l'occorrente e scegliendo gli ingredienti per cucinare.
Lui e Azami si lanciarono un'occhiata di sfida. Senzaemon diede loro il via per cominciare a cucinare.

Erina lo guardava scegliere gli ingredienti, aggiungerli alla pentola sicuro e preciso. Maneggiare l'attrezzatura con agilità e decisione.
Sapeva perfettamente quello che faceva e quanto importante fosse che vincesse quello Shokugeki, eppure non smetteva di sorridere mentre cucinava.
Amava farlo ed era dannatamente bello quando era all'opera.
Ormai l'aveva visto tante altre volte farlo, ma quel giorno pareva ancora più eccitato.
Più seguiva i suoi gesti, più si convinceva che la vittoria sarebbe stata sua.

Passò un'ora prima che i piatti di suo padre e Azami furono completi.
Era arrivato il momento dell'assaggio. C'era bisogno che tre su cinque giudici approvassero il piatto di Soma e l'ansia inizò ad assalirla appena le due scodelle furono adagiate sul bancone degli assaggiatori.
Uno a uno assaggiarono i due piatti e in entrambi i casi furono apprezzati.

-questo ramen ha profumo davvero delizioso, oltre ad essere stupefacente e originale.- dichiarò uno dei giudici, assaggiando il ramen di Soma.
-oltre a questo, il piatto del sig.no Yukihira, mi ha scaldato il cuore.- disse una donna. -mi sono sentita davvero felice dopo averlo mangiato. Non so cosa sia stato.-
Soma arricciò un sorriso soddisfatto: era quello che voleva trasmettere.
-anche il sig.Nakiri non si smentisce mai. Questo ramen è assolutamente perfetto.- commentò un altro giudice.

Erina, più sentiva i commenti più si agitava, perché per ora nessuno aveva espresso un giudizio così incisivo da farle capire chi avrebbe vinto. Doveva aspettare il punteggio.
-bene! Ora che l'assaggio è finito..- riprese suo nonno -..un attimo di pausa per scrivere la scelta. Avete a disposizione 15 minuti per decidere quale ramen preferite.-
I minuti che trascorso dalla fine dell'assaggio alla scelta della preferenza, ad Erina risultarono eternamente lunghi e soffocanti.
Distrattamente afferrò la mano di Hisako alla ricerca di coraggio, che sorridendo gliela strinse.
Il silenzio che regnava nella sala prima della scelta fu incredibilmente teso.
Quanti minuti erano passati?
Si chiedeva Erina.
Quanto mancava al giudizio?
L'attesa era angosciante.
Doveva fidarsi delle capacità di Soma. Avrebbe vinto.
Nonostante provasse a convincersi, finché il voto non arrivava non riusciva a controllare i battiti del suo cuore e si chiedeva quanto in realtà anche Yukihira fosse agitato.
Finalmente, appena i quindici minuti trascorsero, il risultato dello Shokugeki arrivò.
Erina decise di chiudere gli occhi prima che passasse l'ultimo minuto per paura di quello che avrebbe visto, avvertì solo il boato partire dagli spalti e Hisako scuoterla bruscamente per svegliarla. Un minuto poteva essere così lungo?
-Erina guarda!- esultò Hisako. -guarda!- ripeté.
Da quanto era eccitata, capì che probabilmente Soma aveva vinto.
Le parole di suo nonno le confermarono la vittoria di Soma:
-con questo, dichiarò che la vittoria dello Shokugeki va a Soma Yukihira.-
Finalmente aprì gli occhi guardando lei stessa il punteggio 3 su 5 sullo schermo.
Dallo stupore e dal sollievo non riuscì a trattenere una lacrima di gioia.

Yukihira aveva vinto. Era libera. Non ci credeva. Potevano stare insieme.
-te l'avevo detto, cuginetta!- la scuoté Alice sorridendo. -adesso sei libera.-
Lei non riusciva a spiccicare parola, guardava solo Yukihira che fece a sua volta.
-Yukihira-kun.. potresti spiegarci il tuo piatto ora che hai vinto?- lo invitò Senzaemon.
Lui annuì. -certamente!- esclamò. -è un semplice ramen, nulla di ché, ci ho messo tutto me stesso per farlo perché per me era veramente importante.
Il profumo che avete sentito e il sapore? Semplice.. ho usato le violette, i fiori.
Sapevo che in alcune zuppe essi vengono usate per aromatizzare e oltre a questo danno anche un leggero sapore dolce anche se non troppo, dato che il piatto è salato. Oltretutto, penso che sia il mio fiore preferito.- ridacchiò divertito, lanciando un'occhiata verso Erina che arrossì furiosamente.
Aveva usato le violette perché gli ricordavano il suo profumo.
Non sapeva come controllare l'imbarazzo. Abbassò gli occhi a terra emozionata.
-ecco cos'era questo profumo così buono.- si aggiunse Eleonore.

-non posso credere che degli stupidi fiori come quelli abbiamo surclassato il mio ramen.- spuntò irritato, Azami. -non c'è niente di elegante e perfetto nel piatto di Yukihira.-
-non direi proprio, sig.Nakiri..- esordì la seconda donna della giuria -..è vero che il suo piatto era perfetto e buonissimo, ma gli mancava qualcosa. Qualcosa che il piatto di Yukihira invece aveva. Non saprei dirle cosa, ma il piatto del ragazzo era speciale. Semplice ma unico, sembrava preparato per qualcuno di speciale perché è stato cucinato con cura, dolcezza e passione. Come se fosse qualcosa di prezioso. Rendere il piatto qualcosa di prezioso è molto più importante della perfezione dal mio punto di vista.-
L'uomo si aprì in un espressione infastidita e si voltò verso Soma con aria frustrata:
-hai vinto, Yukihira-kun.-
Detto questo uscì dal salone iracobdo, non prima di lanciare un'occhiata gelida alla figlia_che la fece rabbrividire_ e anche alla sorella, che aveva votato per Yukihira, andandosene adirato per la sconfitta e sotto gli applausi euforici della giuria e della gente attorno, sugli spalti.

Erina non riusciva a descrivere il sollievo che l'aveva invasa quando vide suo padre andarsene e lasciarla libera come aveva pattuito Soma per lo Shokugeki.
“Mi hai salvato la vita Yukihira” pensò fra sé e sé, sicura di avere un'espressione rilassata e le guance candidamente rosate.
Sia Hisako che Alice le sorrisono e poi vide correre gran parte del gruppo da Soma.
Lei ancora non aveva la forza per farlo: doveva metabolizzare quello che era successo, confermare che non stava sognando.
Soma aveva davvero vinto lo scontro ed Erina non ci credeva. Non credeva di poter stare con lui senza che qualcuno glielo impedisse. Mai si sarebbe aspettata di poter fare le sue scelte, anche in amore, lontano dagli spaventosi occhi di suo padre, che dopo essere stato umiliato da Yukihira se n'era andato furioso e senza dire una parola.
Li shokugeki erano sacri, la vittoria era di Soma, e nessuno poteva mettere in discussione quello che lui e suo padre avevano stabiito in caso di vittoria.
Adesso Azami non aveva più alcun tipo di influenza su di lei e ciò che l'aveva stupita era che anche suo nonno sembrava sollevato dalla vittoria di Soma.
Alla fine aveva sempre desiderato il suo bene, fin da quando era piccola, e in fondo fin dal principio era sicura dentro di lei che suo nonno l'avrebbe protetta.
Il fatto che suo nonno fosse felice per la vittoria di Soma, era la prova che fin da quando le aveva detto dell'incontro arrangiato aveva pensato a come aiutarla e a come salvarla. Molto probabilmente aveva chiesto aiuto anche a Soma e, benché fosse sicura che lui sarebbe venuto comunque a salvarla anche se Senzaemon non glielo avesse chiesto, era abbastanza certa che ci fosse lo “zappino” di suo nonno.
Soma era ancora al centro del salone, circondato dagli amici che dopo la sua vittoria schiacchiante erano scesi dagli spalti per fargli i complimenti di persona, solo lei era rimasta in cima ad osservarlo festeggiare a distanza: un sorriso incantevole e disarmente sulle labbra, un'espressione rilassata e felice, gli occhi ambra luminosi.
Era assolutamente bellissimo e dire che era il suo dolce chef quello che stava guardando, colui che l'aveva fatta innamorare perdutamente e grazie ai suoi forti e sinceri sentimenti l'aveva salvata da un futuro che l'avrebbe fatta soffrire, dai fantasmi del suo passato e dalla suo presente monotono e scontento. Esatto.. il suo dolce chef aveva salvato il suo passato, il suo presente e il suo futuro con i suoi sentimenti, con la sua insistenza, con il suo comportamento egocentrico, la sua vena carismatica, la sua capacità di coinvolgimento. Il suo carattere allegro, vivo, modesto e teneramente fastidioso. Amava tutto di lui.
Era in piedi, sugli spalti, lo guardava ridere con gli altri, sicura di avere un espressione e un sorriso deliziosi.
Voleva scendere anche lei, abbracciarlo più forte che poteva, dirgli “grazie” di tutto, baciarlo finché non aveva più fiato.
Voleva condivere tante attività con lui.
Voleva cucinare insieme, collaborare con lui, sostenerlo.
Voleva semplicemente stare insieme a lui per sempre.
Adesso poteva. Nessuno glielo impediva.
Intanto che lo guardava, Soma finalmente alzò gli occhi verso gli spalti alla ricerca di lei. Quando la trovò le sorrise radioso, soddisfatto, alzò il pollice con strafottenza.
Si sfilò la fascia dai capelli con agilità e l'accompagnò con la mano in alto, stringendola, strizzandole l'occhiolino.
-adesso sei mia Erina Nakiri!- le urlò dal basso, facendo girare tutte le persone attorno a lei e non solo.
Arrossì fuoriosamente, si guardò attorno imbarazzata e sotto gli occhi incuriositi degli spettatori. Come al solito era eccessivo e presuntuoso, sospirò arresa, afferrò la sua massa di capelli biondi facendola cadere di lato in un gesto sensuale ed elegante e rispose all'affermazione di Soma:
-come sempre sei altamente egocentrico e fastidioso..- si aprì in un risolino contenuto e grazioso e trovò il coraggio di scendere dagli spalti per andare da lui.

La gente che si era accerchiata davanti a Yukihira si spostò facendo strada ad Erina ed entrambi si ritrovarono al centro del salone.
Si guardarono dritti negli occhi e cautamente lei si portò davanti a lui. -..ma proprio perché sei così che ti amo.- gli sussurrò all'orecchio mentre lo abbracciava.
Lui incastrò il volto nel suo collo, fra i suoi capelli, stringendola per la vita con delicatezza.
-non mi aspettavo che mi stringessi in mezzo a tutta la scuola, Erina.- dichiarò lui, sottovoce, sentendosi per la prima volta a disagio. Non era un disagio spiacevole, però, era emozionato; questo significava che Erina aveva desiderato rendere pubblica la loro relazione, indipendentemente dalle reazioni dei presenti.


 
****


Soma si aspettava che dagli spalti sarebbero partiti commenti delusi, invece si sorprese di ascoltare degli applausi non indifferenti, poiché tutti sapevano quanto fosse esperto Azami come cuoco e il fatto che Soma lo avesse sconfitto aveva attivato in loro il rispetto per lui.
Pian piano, infatti, Soma stava iniziando a guadagnare rispetto dai compagni della Tootsuki e forse, ora che tutti sapevano che Erina aveva scoperto in lui lati positivi che l'avevano fatta innamorare, visto quanto popolare lei era, sarebbe stato più accettato dagli studenti.
In ogni caso, battendo Azami, aveva dimostrato di avere talento o altrimenti non ci sarebbe riuscito.
Non seppero quanto rimasero ad abbracciarsi al centro del salone e al momento che si fu svuotato rimasero solo i loro amici.
-dobbiamo fare una festa!- esclamò Yoshino.
-concordo!- approvò Alice. -ma dove la facciamo?-
-al dormitorio stella potrebbe essere un'idea?- propose Takumi.
-se la proprietaria non ha nulla in contrario.- si unì Hisako.
-..e se dopo ci date tutti una mano a rimettere.- precisò Ryoko sorridendo.
Hayama, accanto a lei, ghignò divertito.
-allora direi di muoversi con i preparativi!- esclamò Isami.
-vogliamo veramente far lavorare Yukihira-kun e Nakiri?- si intromise Isshiki.
-pensiamo noi a tutto. I festeggiati sono loro.-

Erina e Soma non avevano ancora detto nulla, quando il secondo disse:
-per me non c'è problema a dare una mano per la festa. Tu che dici?-
Arricciò un sorriso verso Erina, sfiorando le dita delle sue mani.
Lei non era ancora abituata a quell'atmosfera vivace e affettuosa e per un attimo non seppe cosa rispondere.
-se proprio ci tenete a festeggiare.- accettò confusa.
Soma le sorrise: vederla così sorpresa era davvero piacevole ed era sicuro che pian piano si sarebbe sciolta anche con gli altri.
Non riusciva a descrivere la felicità che sentiva in quel momento, da adesso in poi lui e Erina potevano stare insieme alla “luce del sole”.
Erano ufficialmente una coppia. Era contento che adesso poteva vivere la sua vita senza stare alle dipendenze di suo padre, poteva stare con lui come entrambi volevano. Potevano uscire insieme senza farlo di nascosto. Parlarsi senza dover stare attenti a quello che dicevano. Potevano fare l'amore quando ne avevano voglia.
E ancora.. potevano unirsi in delle effusioni passionali senza preoccuparsi di essere visti da qualche parente o guardia del corpo della ragazza.
Non riusciva a descrivere quanto era emozionato, ma sicuramente fare una festa per esprimere la loro unione sarebbe stata un'ottima idea per aiutarli a realizzare pienamente quello che era successo.
Stringeva la sua piccola mano con dolcezza, come a voler imprimere ciò che era avvenuto, per sentirla e avere la certezza di non star sognando quello che avevano appena vissuto. La sensazione di leggerezza che sentivano.



 
****


Lui e Erina, tornati al dormitorio e con l'aiuto dei loro amici, non ci misero molto a creare un'atmosfera festosa con bibite tradizionali e stuzzichini cucinati da loro.
Un po' di musica e il Karaoke. Il dormitorio Stella si fece animato e confusionario, ma così allegro da strappare sorrisi anche a Erina, che pian piano iniziava a sentirsi a suo agio con gli studenti del suo dormitorio. Gran parte del tempo, oltre a chiacchierare con Takumi, Megumi e Ryou, guardava Erina incantato da lei e dal suo buonumore.
Quella sera, tra l'altro, non indossava uno dei suoi vestiti eleganti con la quale l'aveva vista nel corso dei banchetti organizzati da suo nonno, si era vestita molto semplice: pantaloni neri, abbastanza fini, larghi in fondo e una camicetta gialla a pallini bianchi incastrata in essi, che risaltava discretamente i suoi seni e la parte sopra del suo corpo.
I lunghi capelli sciolti e lasciati al naturale, del lieve trucco.
Anche se non indossava uno sfarzoso vestito, appariva comunque splendida davanti ai suoi occhi. Sorrise estasiato da lei.

La serata proseguì vivace e cerimoniosa, divertente e ironica, in cui anche Erina conobbe meglio i suoi compagni di dormitorio.
A mezzanotte in punto, Fumio_l'anziana responsabile del dormitorio_decise di interrompere i festeggiamenti, poiché la mattina dopo avevano lezione e dovevano andare a letto se volevano alzarsi. Un po' tristi dovettero spegnere luci e musica, dopo aver ripulito tutto quello che avevano distrutto e usato per addobbare la hall, e lui e Erina si ritrovarono nel mezzo del corridoio che li avrebbe divisi: la camera che Fumio aveva dato ad Erina era dalla parte opposta a quella sua.
Il resto dei suoi compagni era già andato a letto e nel corridoio erano rimasti solo loro.
Lei si bloccò di colpo, con lui di fianco. -allora ci separiamo qui?- domandò timidamente.
Soma ridacchiò. -come preferisce, Erina-sama.- ironizzò lui.
-Yukihira.. mi metti sempre in difficoltà! Perché per una volta non puoi essere te a scegliere?- ribatté imbronciata.
-perché se scegliessi io, sai bene cosa ti proporrei.- ridacchiò.
-allora proponilo, idiota!- sbottò lei.
Lui scoppiò a ridere nuovamente e le strinse la mano:
-Erina-sama.. gradirebbe dormire con me anche stanotte?-
Lei gli diede una gomitata. -smettila di scherzare! Questa finta formalità è fastidiosa.- replicò stando al gioco.
-va bene. Allora.. che ne dici? Mi segui?- le sorrise radioso.
Lei annuì portando gli occhi di lato.


 
****


Arrivati in stanza, Erina non lasciò subito la mano di Soma.
Si ritrovarono al centro della camera del ragazzo, guardandosi con intensità.
Lei non riuscì a trattenere un sorriso, che rivolse al suo dolce chef. Sorriso che fu subito ricambiato.
Non sapeva cosa dire, quindi fu lui a parlare per primo:
-dunque Nakiri.. ora siamo ufficialmente una coppia, sai?-
-già.- bonfonchiò imbarazzata.
-ci segniamo la data?- ghignò sbarazzino. -14 settembre, giusto?-
-giusto.- concordò lei, afferrando la mano di Soma con più forza.
Voleva sentirlo. Alzò gli occhi verso di lui e le parole le uscirono da sole:
-grazie per avermi salvata.- disse. -ma anche se l'hai fatto, non montarti troppo la testa.- puntualizzò altezzosa.
Lui rise ancora. -non te lo posso garantire.- replicò divertito.
Erina si alzò sulle punte e dolcemente raggiunse i suoi ciuffi rossi, per poi sfiorargli le labbra con dolcezza. Lui rispose immediatamente al bacio.
Erina ricordò per l'ennesima volta, mentre ascoltava il suo contatto, mentre si amavano in silenzio.. le parole che lui aveva detto a suo padre quando aveva interrotto l'incontro pre matriomoniale riguardo al volerla sposare in futuro. Era da ieri che voleva sapere quanta verità ci fosse dietro a quell'esplicita affermazione, ma tra una cosa e l'altra non aveva trovato il tempo di chiedergli spiegazioni. Ora che stavano insieme, che erano una vera coppia, si ritrovò a pensare che il pensiero di sposarlo l'aveva sfiorata e, dati i suoi forti sentimenti, desiderava davvero poterlo fare in futuro. Avevano appena iniziato a stare insieme, ma dopo ciò che avevano affrontato nel corso di quei mesi, come lui l'aveva protetta, come si erano sostenuti a vicenda; quanto si amavano, quanto sessualmente si desideravano_e anche in quei momenti sembravano trovarsi bene sotto l'aspetto intimo_beh, sicuramente al momento era sicura che Soma Yukihira era il ragazzo giusto per lei.
Se fosse stato possibile, in un futuro, non le sarebbe dispiaciuto diventare sua moglie.
In poche parole, era curiosa di sentire se anche lui ci pensava sul serio.
Soma la vide distratta, meno coinvolta dalle loro effusioni perché pensierosa, così si staccò da lei e le alzò il mento:
-tutto bene?- chiese premuroso.
-mi chiedevo, Soma-kun..- iniziò incerta e timida, alla ricerca delle parole giuste -..se dicevi sul serio quando hai detto di volermi sposare in futuro.-
Concluse la frase più velocemente che poteva, dato che ancora non era abituata a sciogliersi.
Lui arrossì leggermente e si grattò la nuca imbarazzato.
Lei lo vide distogliere lo sguardo perché incapace di sostenere il suo.
-non dico frasi a caso, Erina.- poi rispose sottovoce.
Anche lei di conseguenza, dopo quella risposta affermativa, arrossì di botto.
-capisco..- boccheggiò.
-ovviamente non intendevo adesso, ma ecco.. se tu volessi diventare mia moglie, un giorno, non mi dispiacerebbe.- ammise, -poi, chiaro, non ti costringerò se non vuoi.-
-non ho ancora detto niente, stupido..- protestò lei, paonazza.
-è un sì?- allora la incitò lui, sorridendole.
Portò le labbra fini al suo orecchio, mordicchiandogli leggermente l'obulo, lasciandolo spiazzato dai suoi movimenti audaci e gli bisbigliò:
-neanche a me dispiacerebbe..- arrossì fin sopra i capelli, poco dopo.
A Soma si illuminarono gli occhi dall'emozione e spontaneamente la “schiacciò” contro il suo petto, carezzando i suoi capelli.
-ti amo, Erina Nakiri.- disse, sfregando la sua guancia contro quella soffice di lei, facendole il pizzicorino con i suoi ciuffi indomabili.
-lo so.- rispose lei, stringendolo a sua volta.
-non scapperai più, vero?-
Lei lo fissò dritto negli occhi.
-non lo farò.- dichiarò sincera, -però preparati.. ti farò rigare dritto e per accontentarmi come si deve dovrai faticare molto. Sono abbastanza complessa.-
-non lo metto in dubbio!- esclamò lui, ridacchiando. -ma non credere che io sia tanto facile. Lo sai, no? Sono testardo.-
-lo so. Proprio per questo sei insopportabile.-
Dopo questo ironico scambio di battute, si unirono in un bacio profondo legati da un abbraccio travolgente.
-hai messo davvero le violette nel ramen?- riprese lei, arrossendo, quando si staccarono dal fuoco ardente causato da quell'intensa presa.
Lui portò il naso vicino a quello suo, all'insù, lo sfiorò con dolcezza e le rispose:
-certo che l'ho fatto: è diventato il mio fiore preferito!- alludendo a lei come il suo fiore preferito, visto che profumava e sapeva sempre di violette.
A quel punto, lei avvolse le braccia attorno al suo collo e si baciarono ancora.
Anche quella notte fecero l'amore tutto il tempo. Tutta la notte.
Eccolo lì, il suo dolce chef.





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Angolo autrice: ecco a voi il nuovo e ultimo capitolo. Vi confesso che sono un po' triste per essere arrivata a fine, ma come ho già detto ad altri, scriverò altre longfic Sorina perché amo questa coppia alla follia! <3 <3 e non credo che, proprio per questo, riuscirei a smettere di scrivere su di loro. Cosa ne pensate dell'ultimo capitolo?
Lo scontro con Azami non è stato molto lungo. Vi è piaciuta l'idea di Soma di usare le violette nel piatto? ovviamente, mi sono informata su questo.
Sapete che vengono davvero usate in cucina per aromatizzare alcune zuppe (il ramen è molto simile a una zuppa XD)? *-* quindi, l'idea non era poi tanto campata per aria.
Avevo in mente il piatto dello Shokugeki da un po', quindi spero che abbiate apprezzato l'idea. Ma fatemi sapere voi! ;D
Rispondo a chi ha recensito di recente, appena ho un attimo, ma penso presto :D. Intanto, ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto chi non ha mai smesso di seguirmi e recensirmi! <3 senza il vostro sostegno non ne sarebbe uscita una fanfic tanto piacevole, quindi è tutto merito vostro! *___*
Non potrò mai ringraziarvi abbastanza, per quanto mi avete aiutato. Spero di non avermi deluso con l'ultimo cap. Alla fine è un Happy Ending (io sono per i finali così, quelli tristi mi fanno troppo piangere ç_____ç e poi vi ho fatto soffrire abbastanza in tutto il corso della fanfic XD ahahah :P).
Non ho messo ancora l'indicazione "conclusa" perché tra qualche giorno posterò anche l'epilogo (se c'è un prologo non può mancare un epilogo, no? ;D) e mostrerò non solo Soma e Erina. Comunque, non lo definirei un cap, perché sarà sicuramente più corto di tutti i cap che ho postato (altrimenti non sarebbe un epilogo XD).
A quel punto metterò veramente la parola fine alla fanfic, per poi iniziarne presto un'altra :).
Grazie ancora a tutti! vi adoro! *_______* <3 <3
Questo capitolo è dedicato a Moka-chan! *-* grazie mille delle tue belle recensioni!! <3 <3 ti rispondo il prima possibile! <3

A presto! un bacione! Erina91


 
  
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