Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: starmars    30/07/2016    4 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Arya Stark è entrata nella casa del bianco e del nero. Dopo aver imparato a combattere e ad uccidere, deciderà di tornare nel continente occidentale per ottenere vendetta.
“Perchè il Nord non dimentica, e di certo non l'avrebbe fatto lei.”
Non sarà la sola a compiere questa scelta. Anche i Targaryen stanno tornando e i regni del Westeros, dopo una pace durata anni, ricadranno in un periodo di tumulti e di guerre.
**La fanfic prende in considerazione le vicende delle prime quattro stagioni della serie Tv, alcune nozioni aggiuntive sono state prese dai libri della saga. Non c'è alcun riferimento alla quinta stagione.**
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Daenerys Targaryen, Nuovo personaggio, Tyrion Lannister
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Era oramai passata una settimana e stranamente avevano attraversato i territori oltre Harrenhal indisturbati. Le terre isolate ricoperte qua e là dagli ultimi residui di neve, villaggi desolati abbandonati, distrutti e dati alle fiamme. Tutto di quel paesaggio gridava guerra in arrivo.

Possibile che ci stiano tenendo un'altra trappola. Rimuginò Aerys. Erano giunti in prossimità dei confini delle vaste foreste che delimitavano l'area di dominio di Approdo del re. Lui e i suoi tremila uomini.

Forse avranno paura di un altro intervento con il drago. Il silenzio di quelle radure gli metteva i brividi, e muoversi avanti e indietro per quei territori con il suo battaglione non avrebbe avuto più un senso se fossero improvvisamente stati scoperti.

“Groleo vieni qui.” chiamò il generale di quei soldati dorniani e lui ubbidiente, si distaccò con il cavallo dagli altri.

“Mio signore. Pare che le sentinelle non abbiano ancora avvistato niente.” lo informò ma Aerys scrutò l'orizzonte attento con gli occhi semi chiusi a fessura, per scorgere in lontananza anche il minimo movimento.

“Dovremo andare in avanscoperta noi. Sono stufo di stare ad aspettare. Cosa c'è al di là di questa radura?”

Il generale lo osservò per un attimo titubante, non sapendo ancora quali fossero le intenzioni del suo principe. “Vostra grazia, al di là di questo campo d'erba ci aspettano altre foreste e qualche villaggio disseminato nel sentiero, fino ad arrivare alla strada del re.” spiegò ancora incerto.

Aerys annuì, ma quello che gli frullava in quel momento in testa non aveva preso ancora bene una forma precisa.

Si voltò verso i primi dorniani dietro di lui. “Se non ci vedrete tornare indietro prima dell'arrivo della notte, vi ordino di venire a cercarci.” comandò imperante e uno dei cavaliere annuì. “Sì, vostra maestà!”

“Andiamo.” disse poi Aerys a Groleo, e con il cavallo grigio prese il sentiero che lo avrebbe condotto oltre quel manto infinito di erba.

Alla fine era stato un bene andarsene dal resto dell'esercito di suo fratello, Daenerys glielo aveva detto molto chiaramente, che sarebbe stato utile per lui cambiare aria, specialmente dopo quello che era capitato proprio con Aegon. Se avesse anche solo lontanamente sospettato quello che lui provava per la Regina di ghiaccio avrebbe cercato di ucciderla. Che cosa provo però realmente per lei? Non lo sapeva ancora con certezza, e dopo averla vista comportarsi così freddamente nei suoi confronti non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato un così duro colpo per lui. Per lo meno quella sua missione sarebbe stata una valida distrazione.

Se Doran Martell fosse venuto a conoscenza di una sua possibile debolezza nei confronti di Arya Stark, non sarebbe più stato incline a perorare la loro causa. Forse era meglio così alla fine, quel suo atteggiamento era stato come uno schiaffo in pieno volto, che lo aveva riportato alla realtà. Lui non avrebbe mai potuto scegliere.

Accanto al suo cavallo, silenzioso ma attento il comandante dei Dorniani lo seguiva ubbidiente. All'improvviso sentirono dei rumori in lontananza e si fermarono entrambi di colpo. “Sarebbe saggio lasciare i cavalli qui, vostra grazia e andare a vedere più cautamente.” parlò Groleo a bassa voce, come se qualcuno nei paraggi potesse sentirli.

“D'accordo.” fece Aerys scendendo dal suo destriero, e lo precedette incamminandosi in quella che sembrava essere l'inizio di una fitta boscaglia. La luce di colpo sembrò affievolirsi molto, tanto folte erano le fronde in alto degli alberi, e procedettero nel più totale silenzio. Solo il vento portò con sé ancora echi e rumori provenienti da una zona che sembrava essere nascosta internamente. Aerys si voltò a guardare il comandante e gli fece cenno indicando davanti a lui. Groleo annuì ed entrambi estrassero le loro spade.

Facendo attenzione a calpestare con meno rumore possibile arbusti o foglie, si presentò presto di fronte a loro un primo insieme di tende. Fecero appena in tempo a nascondersi alla meglio dietro dei tronchi spessi di albero che videro fuoriuscire da una di quelle degli uomini in armatura.

Il Drago moro ne osservò bene i simboli, erano stemmi e colori di casate alleate dei Tyrell e dei Lannister. Si erano nascosti bene nel fitto di quella foresta oscura e impenetrabile nonostante avessero un esercito ben numeroso. Era stato un buon nascondiglio almeno fino a che Aerys non li aveva scoperti.

Comunicarono tra loro due a gesti uno di fronte all'altro. Il comandante aveva un'espressione seria, preoccupata, mentre cercava di far intendere al principe che era meglio andarsene al più presto da lì se non volevano essere scoperti.

Ma Aerys, come se non avesse capito dai cenni e dalle mute parole che boccheggiavano dalle labbra del suo compagno, si acquattò furtivo e procedette all'interno dei confini di quell'accampamento. Groleo cercò di seguirlo sempre tenendo con sé una considerevole dose di preoccupazione, ma con il volto concentrato osservò il suo sovrano entrare dentro una di quelle tende rosse e oro.

Una volta assicuratosi della mancanza di uno qualsiasi dei soldati dei nemici, Aerys iniziò a curiosare lì intorno, perlustrando ogni centimetro.

“Mio signore, cosa volete fare?” chiese il dorniano una volta raggiunto il suo principe.

“Voglio trovare informazioni. Sulle truppe, sul numero dei soldati. Voglio sapere se da qui in avanti troveremo altri avamposti che ci ostacoleranno il passaggio verso Approdo del re.” rispose quasi distrattamente nel frattempo che era impegnato a rovistare in uno dei contenitori che si trovavano sopra ad una scrivania.

Sentì dietro di lui Groleo seguirlo nei gesti, vedendolo di tanto in tanto controllare anche lui gli oggetti più strani, in cerca di chissà quale notizia.

“Principe Aerys guardate.” lo richiamò, e quando il drago ebbe modo di voltarsi per osservarlo, notò che in mano stava tenendo qualcosa. Gli si avvicinò velocemente strappandogli di mano quella pergamena giallastra. “Questo è il simbolo della banca di Braavos.” constatò passando con il pollice sopra i contorni ruvidi del marchio grigio e rotto di quel foglio.

Srotolò quello che sembrava essere un resoconto dei costi di forniture militari.

“La banca di Braavos sta appoggiando l'esercito nemico?” Lo sentì chiedere quasi ingenuamente.

“No Groleo, i banchieri appoggiano chiunque possa dare indietro loro del denaro. Ma la cosa curiosa non è questa.” rispose scrollando la testa. “Ma questa, guarda. Cento mila dragoni d'oro, per allestimento della flotta e per rinforzo delle difese militari.” indicò uno dei punti interessanti e il comandante lo osservò attentamente.

“Rinforzo militare? Non significherà forse che hanno ingaggiato anche mercenari per difendersi dall'assedio ad Approdo del Re?” ma il dorniano sapeva già la risposta ancor prima di aver posto quella domanda.

“La flotta dei Tyrell è stata sconfitta sotto Capo tempesta da quella di Doran Martell, e il fatto che abbiano bisogno di soldati di fortuna per l'esercito significa solo che non possiedono poi così tanti alfieri per ostacolare il nostro attacco.” pronunciò Aerys sicuro delle sue deduzioni. “Adesso dobbiamo solo capire se sono stati collocati altri avamposti. Vieni andiamo, troveremo forse qualcosa una volta sbarazzatoci di tutti questi uomini.”

Era necessario tornare in fretta a dove aveva lasciato l'esercito per poter completare le sue ricerche, che fino adesso si erano rilevate piuttosto utili.

Cercarono di uscire da quella tenda, in silenzio proprio come erano entrati ma appena scostarono i lembi del tessuto rossastro, si ritrovarono di fronte cinque uomini con delle frecce incoccate, puntate esattamente verso di loro. Un sesto soldato gli si parò davanti. “Bene, signori, oggi abbiamo un soldato dorniano e uno Targaryen tra noi.” disse agli altri osservando gli stemmi delle armature di Aerys e di Groleo. “Gettate le spade.” gli ordinò e loro due in un attimo inermi fecero cadere le loro armi.

“Sono sicuro che avranno voglia di far una bella chiacchierata con noi. Portateli al centro dell'accampamento.” L'uomo di media statura con il volto sporco di fango ma i capelli rossi stranamente in ordine gli sorrise sottilmente e in quel momento il drago moro, pensò che fossero entrambi spacciati, ma aveva sempre qualcosa che poteva volgere a suo favore. Non sanno chi sono, pensano solo che io sia un soldato di pattuglia.

Vennero strattonati così malamente che Aerys quasi inciampò, sempre tenuti sotto tiro dagli alfieri dei Tyrell e dei Lannister.

Attraversarono le tende di quel nascondiglio con gli sguardi divertiti dei soldati nemici. Alcuni di loro iniziarono ad applaudire per schernirli. “Bravi, benvenuti nel nostro accogliente accampamento” ridevano, sghignazzando forte.

Aerys cercò di trattenere la rabbia per non rompere la sua unica speranza di salvarsi. Nemmeno quando un alfiere con l'armatura dei leoni gli si avvicinò per sputargli in pieno volto, lui non reagì.

Vide Groleo accanto camminare lì in mezzo a tanta umiliazione cercando di rimanere ugualmente impassibile.

Con gli occhi pieni di odio e di rammarico per aver preso una decisione che adesso gli sembrava tanto stupida, osservò quello che doveva essere finalmente il centro dell'accampamento. Un cerchio di uomini intorno ad uno spazio vuoto e fangoso, nel quale i due vennero fatti inginocchiare.

Lo stesso uomo rossiccio di prima, adesso con una spada in mano iniziò a camminargli davanti. “Pensavamo di esserci nascosti abbastanza bene, qui in mezzo a questo fitto bosco oscuro. Peccato per voi averci scoperto. Chi siete?”

Groleo guardò di sottecchi il suo principe, ma entrambi rimasero assolutamente muti.

“Non avete forse capito che non rispondendo, non migliorerà la vostra posizione?” parlò l'uomo in piedi, e gli si avvicinò di più. “Ho detto, chi siete?”

“Siamo stati mandati da Harrenhal per pattugliare i dintorni. Siamo semplici soldati di fanteria.” rispose infine Aerys, tenendo lo sguardo fisso su quello del rossiccio di modo da sembrare più convincente possibile. Poi si ricordò che persino quella dimostrazione di spavalderia avrebbe potuto tradirlo. Gli occhi, potrebbe notare il viola nascosto nei miei occhi. Così un attimo dopo riabbassò il capo, fissando umilmente il terreno.

“Cosa dovrebbe risparmiarvi dal non essere uccisi in questo stesso momento?” chiese sempre l'uomo e i soldati intorno che li fissavano incominciarono a mormorare trepidanti, come se non vedessero l'ora di assistere allo scorrere del sangue.

Groleo, rimase sempre in silenzio lasciando che fosse sempre Aerys a parlare di nuovo.

“Possiamo darvi informazioni. Cose che il vostro comandante Kevan Lannister ancora non sa.” le parole ebbero un sapore quasi amaro mentre gli uscirono dalla bocca.

“NO!” sentì urlare Groleo. Aerys lo guardò improvvisamente scuotendo la testa, capendo solo in quel momento che per lui non ci sarebbe stata nessuna possibilità.

“Ebbene il vostro compagno a quanto pare non è molto d'accordo.”sghignazzò e il principe ancora osservando quel cerchio di soldati vide negli occhi di ciascuno di loro l'impazienza. “Ora io mi chiedo, quante persone ci vogliono per avere informazioni?” sibilò il soldato ed Aerys ebbe un sussulto mentre lo osservò alzare la spada. In un attimo pensò che non sarebbe riuscito a sopravvivere, e non avrebbe mai potuto entrare vittorioso ad Approdo del Re. Sarebbe stato ricordato così, come l'eterno secondo, un principe morto come un qualsiasi soldato o alfiere, come prigioniero. L'angoscia gli bloccò la gola, ma vide poi come quel colpo non fosse destinato a lui.

Il rossiccio prese in pieno il collo del suo comandante dorniano, e lo sentì gorgogliare, come un fiume che scorre tra le rocce. Lo osservò con un'espressione di sgomento, mentre dalla folla lì intorno a lui si levò un grido di esultanza. Il corpo di Groleo cadde in avanti non appena il soldato estrasse la spada tutta insanguinata.

Aerys cominciò a respirare forte con la bocca socchiusa, come se avesse appena affrontato una corsa in salita, gli occhi annebbiati incantati a fissare in basso, la mente confusa che cercava di riorganizzare i pensieri inutilmente. Poi il freddo del metallo ancora sporco del rosso sangue gli toccò il mento. Il soldato Lannister gli appoggiò la spada sotto la testa, costingendolo a ritornare alla realtà. Gli si avvicinò quasi inginocchiandosigli davanti “Avanti parla adesso, nessuno ti interromperà più. Bada bene di avere informazioni utili altrimenti il tuo corpo si accascerà accanto a quello del tuo compagno. Se quello che dirai sarà soddisfacente, potremmo anche pensare di tenerti come prigioniero.” lo guardò fissandolo con la bocca a pochi centrimentri dalla sua, tanto che Aerys ne percepì il profondo odore marcio e acido tipico di chi beve sempre troppo vino.

Quali informazioni avrebbe potuto dare perché fossero credibili e utili nella mente di un Lannister? Doveva inventare, perché da quando aveva lasciato suo fratello Aegon e Daenerys non era riuscito più a sapere nient'altro sulle loro mosse future. Tanto meno poteva immaginare quali fossero state quelle di Arya Stark che aveva finito col non rivolgergli nemmeno uno sguardo da quello che era successo. Inoltre doveva trovare qualcosa che fosse in grado di alimentare la curiosità di quegli uomini, di modo tale da poter giungere fino all'arrivo della notte, sperando in un attacco improvviso del suo esercito. Ma come poteva sapere quando era finalmente arrivato il tramonto se dagli alberi sopra di loro, non si percepiva la minima luce solare.

“Si stanno organizzando per un assedio ad Approdo del Re sia per via terra che per via mare.” tentò di tastare il terreno, cercando di capire quanto effettivamente quegli alfieri dei Leoni sapevano.

Vide la mano del rossiccio stringersi in un pugno che Aerys temette potesse giungergli in pieno volto, ma poi quello si alzò cominciando a vagare di fronte a lui.

“Queste sono cose che già sappiamo, sarebbero queste le informazioni di cui Kevan Lannister non è a conoscenza? Sappiamo già che la flotta di Doran Martell si sta avvicinando.”

“No aspetta!” provò con un tono fintamente disperato e convincente. “Non ci saranno solo i Martell.”

Adesso aveva attirato tutta la sua curiosità, lo vide, lo stupore e l'espressione di sorpresa che distese i lineamenti sporchi del suo interrogatore. “Di chi stai parlando?”

Chi? Già di chi sto parlando? Si chiese provando a ricollegare tutto quello che aveva sentito, captato in quelle settimane nell'esercito del Nord. Chi è ancora che non è entrato in guerra e a cui Arya non vuole ancora chiedere aiuto? Chi ha una flotta abbastanza consistente da potersi permettere un assedio?

“I Greyjoy!” esclamò convinto più parlando con se stesso che rivolgendosi alle persone lì intorno ad osservarlo.

“Ah i Greyjoy” fece eco ironicamente il soldato rosso. “Quei voltaggabana non sono mai scesi in guerra per nessuno perchè dovrebbero farlo per voi?”

“Hanno stretto un'alleanza con la Regina Stark, questo è quello che so.” rispose sempre sicuro osservando velocemente in alto, sperando di vedere la luce del sole scomparsa ormai dalla volta celeste, ma le cime degli alberi gli preclusero questa soddisfazione.

“Aspetta un momento Meryn!” una voce di un uomo nascosto dal cerchio di soldati si levò nell'improvviso silenzio e tutti si voltarono a guardarlo. Aveva anche lui l'armatura tipica di un alfiere Lannister, con quei colori rossi e oro che si incontravano nel grigio del metallo.

Anche l'interrogatore Meryn lo osservò, mentre Aerys trattenne per un attimo lo sguardo ancora oltre le fronde per scorgere anche il minimo segno dell'arrivo della notte. “Cosa c'è Arthon?”

Arthon Gardall, si fece strada tra gli altri soldati avvicinandosi al principe ancora inginocchio. Lo osservò da vicino e Aerys ebbe un brivido improvviso, una sensazione strana, il presagio che non fosse più al sicuro sotto copertura.

“So chi è questo qui!” disse infine indicandolo e guardando il rosso. “Questo è Aerys Targaryen!”

Quando quel nome fu pronunciato tutti, nessuno escluso, cominciarono a parlare come a voler dire la sua. Non c'era più il silenzio.

NO pensò il drago moro e trattenne il fiato in attesa.

“Come fai ad esserne certo?” prese a parlare sopra il vociare degli altri, il soldato Meryn il rosso.

“L'ho visto nei pressi del Tridente.”

No, non è possibile.

“Stavo pattugliando insieme ai miei uomini le sue sponde quando quei bastardi dei dorniani ci hanno attaccato.”

No.

“Al loro comando c'era questo qui che ordinava di ucciderci tutti. Ma non sono riusciti ad uccidere me. Mi hanno infilzato con la spada sono caduto a terra, sono solo svenuto grazie agli Dei.”

Impossibile, dovevano essere tutti morti!

“Mi sono risvegliato poco dopo e con i sensi ancora in disordine ma stando bene attento a non farmi beccare, ho sentito quelli là chiamarlo principe Aerys. Ne sono altamente sicuro. É lui!” finì quella frase e il silenzio tornò all'improvviso, poi come per ripareggiare i conti, sferrò un pugno al prigioniero ormai smascherato in ginocchio, che perdendo l'equilibrio anche per le gambe ormai indolenzite dalla posizione, cadde di lato.

“Fermo! Se è veramente chi dici che sia, dobbiamo portarlo immediatamente da Kevan Lannister!” lo rimproverò allarmato Meryn, preoccupato adesso per le sue condizioni di salute.

Aerys con ora la faccia pulsante di dolore caldo rimase ancora un secondo in ginocchio, poi ripresosi dalla botta sputò con tutto il disgusto che potè sul volto di Arthon. “Avrei dovuto bruciarvi tutti!” sprezzante oltre la sua logica, perse a quel punto ogni tipo di pensiero che gli aveva imposto la calma di fronte all'umiliazione fino a quel momento, e si alzò in piedi, davanti al soldato con la faccia coperta ora dalla sua saliva vischiosa. Questo lo stava guardando con un odio profondo con la mano sull'impugnatura nella spada, mentre gli altri intorno li osservavano attoniti. Solo Meryn il rosso si avvicinò svelto al suo compagno bloccandogli il braccio.

“Ti ho detto che deve essere portato da Kevan Lannister incolume!” gli diede uno strattone allontanandolo da Aerys.

“E tu cosa pensavi di fare? Combattere a mani nude? Molto regale e molto stupido da parte tua.”

Ma il principe lo guardò furioso, come se si fosse scatenato un inferno dentro di lui. Per un attimo vide negli occhi del suo interrogatore il timore e la paura, che solo lo sguardo truce e fisso di Aerys sapeva provocare in certe situazioni. “Portatelo in una tenda.” Ordinò Meryn dopo poco, quasi incerto. Due uomini lo bloccarono per le braccia, che lui teneva rigide ai lati del corpo. Lo strattonarono con forza, cercando di farlo muovere, ma Aerys sembrò una roccia. “Avanti spostati, adesso sei un nostro prezioso prigioniero!” disse con adesso più sicurezza il rosso, ma lui non si sbloccò, continuandolo a fissare con astio.

Poi all'improvviso la terra sotto di loro parve iniziare a tremare perché tutti gli uomini dell'accampamento si agitarono irrequieti. Da lontano tutti sentirono arrivare delle urla di battaglia, gli zoccoli di cavalli al galoppo pronti alla carica, rami spezzati, spade che venivano sguainate, acciaio che attraversava le foglie e le fronde più basse, scudi che picchiavano strusciando contro i tronchi, corni che suonavano sempre più forte.

Senza che nessuno potesse prepararsi al peggio l'intera cavalleria di Aerys Targaryen invase di schianto l'accampamento dei Lannister travolgendo tutto quello che si fosse trovato nel loro cammino.

Il principe vide i primi uomini sbalzati dall'impatto con quei destrieri lanciati a grande velocità, macellati dalle spade, trafitti dalle lance dei suoi dorniani. Accadde tutto in un attimo come se un fiume avesse rotto gli argini e avesse straripato così i suoi uomini invasero quel piccolo angolo di foresta.

Arthon non ebbe modo di vedere dietro sé un cavallo alla carica che lo prese in piena testa, schiacciandolo poi con tutto il suo peso, riducendolo di fatto ad un corpo con della poltiglia.

Meryn invece non si accorse che Aerys aveva trovato il tempo in quel trambusto improvviso di trovare una spada. Così in un attimo gli attraversò il collo proprio come lui aveva fatto con Groleo e lo fece cadere a terra senza vita guardandolo soddisfatto.

A quel punto nella dispersione più totale, dove cavalli e uomini si intrecciavano e si affrontavano, lui iniziò a vagare, scontrandosi con gli alfieri nemici, uccidendoli senza pietà. Tutta l'umiliazione che aveva dovuto subire, gli stava ora muovendo una rabbia incontrollata. Li avrebbe finiti senza dare loro la possibilità di sopravvivere come Arthon era riuscito a fare a Delta delle Acque.

Sicuro di non voler lasciare nessun uomo illeso, affondava con voracità quella spada fino all'elsa, e poi ripetutamente pugnalava chi gli si parava davanti, in pieno volto.

Concentrato nella sua personale vendetta non sentì sopra di lui un violento sbattere di ali. Cosa che invece altri soldati percepirono.

“Mio signore!” lo chiamò uno dei suoi, ed Aerys dovette fermarsi per dargli ascolto. “Avete udito? Sembrerebbe il drago di vostro fratello.”

Quella frase in un altro momento sarebbe costata cara al dorniano, avendo sottolineato il fatto che Drogon appartenesse ad Aegon, ma fu distratto invece da un ruggito particolare, come se ci fosse stato un eco a ripeterlo.

“Non è Drogon.” affermò con voce greve e ancora quel suono si ripresentò. Ma non era solo un unico rumore terrificante. Erano due. Due uno dopo l'altro a farsi compagnia, così come gli sbattiti delle ali, erano troppo violenti per appartenere ad un solo animale. “Sono due draghi.”

Il mondo sotto le fronde si fermò. Tutti gli uomini ancora in vita alzarono la testa attirati da quell'avvicinamento insolito, e poi di nuovo, il panico si diffuse, prendendo possesso anche dei cavalli e dei soldati del suo esercito quando due figure gigantesche abbatterono sopra di loro i rami, scoprendo il cielo ormai notturno.

I due draghi, Viseryon e Rhaegal, Aerys non li aveva mai visti ma li riconobbe subito non appena atterrarono lì in mezzo alla gente in fuga. Lui invece rimase lì a fissarli incantato. Non sentì niente in quel momento, né l'uomo dorniano di prima che cercava di smuoverlo, né le urla degli altri che venivano bruciati dalle fiamme che sputavano quelle creature.

Tutto nella sua testa si fermò, il suo respiro si affievolì, le sue braccia si rilassarono lungo i fianchi e le sue mani lasciarono scivolare via la spada, mentre i suoi piedi rimasero come incollati al terreno. Sentì solo il calore bruciante dell'incendio divampato lì nel bosco intorno a loro. Uomini e animali che emettevano suoni spaventosi, una volta divenuti delle fiaccole in movimento.

Una forza sovrannaturale gli impediva di muovere le gambe, trattenendolo davanti a quelle maestose creature in avvicinamento. Riuscì solo a distinguere le squame lisce luccicanti per le fiamme che vi si riflettevano, fino che Viseryon il drago dorato spalancò la bocca, e sentì il fuoco vivo avvolgerlo completamente.

 

 

 

 

 

 

 

**Note dell'autrice: POV Aerys, il nostro preferito :D

Bene eccomi qui dopo una meritata vacanza. Sono riuscita a completare il capitolo giusto prima della fine della settimana.

Questo è uno dei miei capitoli preferiti, le situazioni con Aerys rappresentano sempre una bella sfida per me.

Allora...Aerys il curioso, è riuscito a scoprire che l'esercito nemico non è poi così fornito come pensavano che fosse. Ci sono mercenari tra di loro e sarà dunque ancora più facile prevedere una loro sconfitta.

Aerys e le sue supposizioni tanto giuste. Sì Arya cercherà di chiedere aiuto ai Greyjoy, ma ancora non sappiamo se accetteranno o meno un'alleanza. 

Quello che però forse interesserà sapere a tutti voi è l'ultima parte. Il tanto attesissimo ingresso degli altri due draghi. Come avranno fatto ad arrivare? Bene, Aerys una volta in un capitolo più indietro spiegò ad Arya che sarebbero stati presto attirati dalle guerre che si sarebbero combattute, sono arrivati proprio lì vicino a dove si trovano Drogon e Daenerys perché il loro legame non si è mai realmente spezzato. Ora, bisogna vedere se il nostro principe riuscirà a cavarsela, o se ne uscirà fuori un bel arrosto di Targaryen. ^^

"Avrei dovuto bruciarvi tutti!" eccoti accontetato Aerys. Per saperne di più dovrete aspettare settembre. Eh sì, dopo aver visto la scarsa attenzione che ha interessato l'ultimo capitolo, ho capito che sarebbe stato meglio mettere tutto in pausa. Sono capitoli estremante importanti e sarebbe un peccato se non ricevessero il giusto riscontro. Ma capisco che è estate, fa caldo e siamo tutti in vacanza, benissimo!

Detto questo. Come al solito dopo aver scritto così tanti avvenimenti mi ritrovo senza nient'altro da dire quindi ne discuterò con voi ben volentieri.

Ringraziamenti: con questo caldo e la voglia di mare, grazie a chi trova piacevole leggere la storia come un vero e proprio passatempo :D

Grazie a Yekatarina per aver inserito la storia tra le preferite!

Alla prossima, a settembre, buone vacanze!!!!!!

  
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