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Autore: DeadlyNadder 92    31/07/2016    3 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Perché non arriva?"

"Sta percorrendo le scale, Tufo. 
Stai calmo, non agitarti."

"Per favore ragazzi, Vör sta cercando di consacrare l'Altare."

"Cosa?
Non l'abbiamo mai fatto!"

"L'ha richiesto Madguts. 
Rispettiamo il volere del padre della sposa, per cortesia."

"Gambedipesce ha ragione, cerchiamo di stare zitti e tranquilli...."

Tranquilli.
A quell'ultima parola la bionda vichinga scappò letteralmente via per lasciare il posto a Madguts che avrebbe, in via eccezionale, sancito il matrimonio. 
L'Ingerman la vide schizzare verso il portone principale, fece con la mano il segno di stare zitti dato che Hel stava arrivando. 
Difatti ecco il corteo della sposa entrare, a passo lento, all'interno della Sala.
Aveva il cuore che batteva letteralmente all'impazzata, non aveva la benché minima idea di come dargli una calmata. Se continuava in questa maniera sarebbe morta ancor prima di aver sposato il vichingo.
Il suo sguardo si imbatté sul terreno ghiacciato, una scia color ciliegio la condusse al fianco di Tufo che se la guardava letteralmente perso. Era cosi bella con quell'abito, avevano fatto realmente un bel lavoro. 
La ragazza alzò il capo, i suoi occhi si imbatterono sul compagno. 
Lo trovava letteralmente meraviglioso vestito in quella maniera, sembrava un dio e, agli occhi di Hel; lui era realmente un dio.
Gli invitati si portarono attorno a loro, lasciarono solamente una parte scoperta cosi che, chi desiderasse andare via, poteva farlo tranquillamente.
I minuti trascorrevano velocemente, Hiccup si guardava intorno portando lo sguardo su Vör che agitava lentamente il capo non capendo perché ci stesse mettendo cosi tanto. 

"Sei sicura che non se ne è andato via, piccola?"

"Si, sono sicurissima.
Ha detto che doveva consacrare da se la sua spada da dare ad Hel..."

"Usa una spada?
Lo vedevo più come un tipo da mani...."

"Non puoi immaginare che arsenale si è portato dietro.
Quando sono andata a prenderlo sono rabbrividita letteralmente..."

"Mi domando se abbiano scelto il sacrificio...."

"Domanda sciocca, caro.
E' ovvio che l'abbiano scelto, sono sanguinari entrambi."

Sussurrò a bassa voce la dèa che andò a coprirsi la bocca per non scoppiare a ridere. Hel si voltò a guardare tutti i presenti, si soffermò a guardare ognuno di loro; una persona prima di tutto.
Vör.
I suoi occhi azzurri si posarono sull'ex amica che, proprio ora, portò la sua attenzione su di lei sorridendogli dolcemente.  
Anche con quei semplici indumenti composti da una maglia a maniche lunghe blu notte, un gilet di pelle marrone lavorata a mano e, sopra le spalle un mantello di stoffa blu e nera tenuto fermo da una catenella che gli ricadeva sul petto, non mancò neanche di notare i pantaloni marroni e i manicotti che richiamavano il gilet; insomma, anche vestita maschile agli occhi di Hel sembrò essere veramente bella.
Vör riportò l'attenzione su Gambedipesce, gli fece presente, a bassa voce, che il 'celebrante' stava arrivando e che Hel ancora non si era accorta di chi fosse.

"Siamo qui, in un giorno dedicato alle dèe Frigg e Freyja per celebrare il matrimonio tra..."

Iniziò ad annunciare Madguts mentre si posizionò dietro all'altare mentre guardava; con occhi addolciti la sua Principessa.
La vichinga si voltò velocemente verso di lui rimanendo a bocca aperta. Si limitò solamente ad indicarlo con una chiara espressione sbalordita.

"Tu...
Cosa...
Insomma...
Diamine...!
Qui?"

"Hel, tranquilla.
E' tutto a posto...."

"No!
Non può essere tutto a posto!
Questo... Questo coso inclassificabile cosa cavolo ci sta facendo qui?"

Domandò tutta agitata la ragazza che andò a fissare Hiccup incredula.
Che l'avesse invitato lui? Soprattutto concesso di celebrare le SUE nozze senza chiederle se voleva o meno?
Tufo l'afferrò per le spalle saldamente, la voltò verso di lei e gli disse di stare, ancora una volta, tranquilla. Lei non lo guardava neanche, la sua attenzione era focalizzata sul padre che la guardava solenne.
Non riusciva a capire se era uno scherzo oppure un sogno. L'uomo accostò la mano al suo volto, l'afferrò delicatamente e gli lasciò un bacio sulla fronte suscitando una chiara espressione interdetta alla ragazza. 
Vör fece segno all'uomo di continuare, che non doveva preoccuparsi di quel che sarebbe successo e che, semmai qualche incidente trovava luogo, loro sarebbero stati pronti ad attenuarlo.
Madguts si scostò tornando al suo posto.

".... Testa di Tufo Thorston e Hel Lokidottir...."

"Madgutsdottir...."

Disse a bassa voce la ragazza sospirando.
Quella era una cerimonia ufficiale non poteva usare un altro cognome, sarebbe come mentire agli dèi e richiamare su di loro la malevolenza degli altissimi.
Il celebrante, dopo un sorriso che venne intercettato da tutti quanti all'infuori di Hel, tornò a parlare.

".... Hel figlia di Loki e Madguts....."

"Aspetta un attimo, devo sapere una cosa!"

"Hel, se continui cosi verrete sposati nel futuro!"

"Solo una cosa, per favore!"

­­­­­­"Moccicoso, per cortesia.
Questo è anche un incontro per chiarire le cose tra loro due, non è vero Tufo?"

Se doveva essere sincero, Tufo non si attendeva neanche che l'uomo si degnasse di venire; ma, vedendo la realtà dei fatti e delle precedenti chiacchiere fatte con il padre della sposa, lui poté tranquillamente confermare che, tutto sommato, oltre ad essere il loro matrimonio era anche un modo per riconciliare padre e figlia.
Hel guardava pregante tutti i presenti, l'unica che sembrava essere serafica e tranquilla; pienamente fiduciosa su Madguts fu Vör stessa.

"Tu....
Tu e la mamma...."

".......
Ti abbiamo sempre amato.
Lei non ha avuto la possibilità di dimostrartelo, ma ti amava realmente tanto."

"Allora perché tutto questo?
Perché mi hai portato a voler scappare da quel mondo?"

"Su questo ci vorrebbe tua madre, lei sapeva parlare bene anche se a volte ricorreva alle mani....
Hella, noi volevamo per te una vita da indipendente.
Dovevi essere una donna fiera e orgogliosa, doveva ritenere il genere maschile utile solo per procreare. 
Se qualcuno doveva succedermi al potere, quella dovevi essere tu. Dovevi essere spietata, cinica, senza scrupoli; dovevi dimostrare che le donne erano persone forti più alcuni uomini.
Io e Loki avevamo pensato per te un futuro ricco, priva di infelicità. E' per questo che desideravamo che crescessi come una Donna delle Dèe. Loro sono forti, determinate, coraggiose e non si perdevano in smancerie. Uomini di qualsiasi calibro erano solamente un oggetto.
Quelle donne restituivano lo stesso trattamento che veniva inferto ad altre donne, trattavano il genere maschile come merce di scambio. Tu dovevi essere una di loro non una bambolina inerme delle mie terre....
Per questo motivo avevo preso la decisione di farti crescere in mezzo alla crudeltà, al dolore e alla disperazione; vedere quelle cose ti avrebbero reso più forte."

"Bene, adesso che tutto è chiar--- Ahio!"

Urlò Moccicoso che subì un pugno sulla spalla della moglie che ascoltava attentamente le parole dell'uomo.
Hiccup scosse il capo, cosi come fecero i restanti invitati; non sarebbe mai cambiato quel rovina momenti toccanti. 
Hel ascoltò ogni parola che il padre disse, ora riusciva a capire tante di quelle cose; riuscì realmente a comprendere il perché di tutte quelle scene al quale aveva dovuto assistere. Quella era solamente un modo per renderla una donna forte e priva di emozioni, cosi che il mondo non potesse donarle altri mali. 

"Perché non parlavi?
Perché non mi rivolgevi parola trattandomi male?"

"Perché cosi ti avrei portato ad odiare il genere maschile e, quindi, un passo in più per divenire quello che desideravamo."

"Rispondi alla prima domanda."

"Hel, tesoro, non forzarlo.
Se non vuole dirlo ci sarà un motivo, non credo che tante cose debbano essere dette ehm... davanti a tutti. Sono pur sempre cose private, cose che dovreste sapere solo tu e lui...."

"E la biondina li giù che non sapendo nulla sa tutto."

"Sono propr--- Ehi! Non è colpa mia se ti leggo nell'anima!
Ma guarda tu questo bisonte mezzo morto, tsk!"

Commentò inacidita la dèa che abbozzò sul volto un visibile ed esilerante broncio che fece ridere tutti i presenti... Hel compresa.
Ma non tanto dato che riportò, ancora una volta, lo guardo sull'uomo che, per la prima volta, rideva realmente divertito.

"Allora?"

"Madguts, credo che abbia il diritto di saperlo...
Digli quel che ti dissi, apriti.... almeno con Hella."

"Eravamo solamente dei bambini, entrambi avevamo 16 anni quando tu venisti al mondo. 
Ero cosi... cosi...."

"Stupido per capire...."

"............
Ero cosi felice di tenerti tra le mani, quando dissi "E' cosi piccola..." lei... lei..."

"Non è stata una buona idea....
Bene, rimandiamo questo argomento e celebriamo le nozze.
Madguts, o le celebri tu e reprimi le lacrime oppure prendo il tuo posto e ti limiti a dare a tua figlia la spada."

"Me lo dici un altra volta... papà....."

Vör, una volta aver puntualizzato al Capo che doveva comportarsi da uomo e non disperdere acqua come un pozzo rotto si alzò dirigendosi verso Hel a cui, con timore, posò la mano sulla spalla per poi ritrarla immediatamente una volta aver visto il suo sguardo omicida.

"Quello che devi sapere solamente è che non ti ha mai odiato.
Lui odia solamente il fatto di non essere riuscito a donarti una famiglia felice, come quella che volevi."

"E allora la signora Berry?"

Chiese a gran voce la vichinga che rivolse la domanda al padre che riprese possesso di lui grazie al piccolo intervento della dèa.

"Quella non era un altra mamma?
E anche la signora Jyöle? E la signorina Heksört?"

"No, nessuna di quelle tre erano mie mogli.
Berry era la tua badante, Jyöle e Helsört erano solamente le tue insegnanti."

"Quindi quando loro mi scansavano perché volevo un abbraccio..."

"...Era per il fatto che gli avevo vietato di avere ogni contatto amorevole con te. 
Se tua madre non poteva avere la possibilità di abbracciarti neanche delle sconosciute dovevano averla."

"E tu sei stato sposato solo con la mamma?
E perché mi avevi venduto come merce da scambio quando diventavo adulta?"

Domandò ancora una volta Hel mentre si avvicinava al padre.
Tufo e gli altri si guardarono con una chiara aria di complicità. Chissà perché ma tutti quanti avevano in mente l'insana idea di farli riavvicinare.

"Ovvio, anche se la sposai a 13 anni e non sapevo nulla di lei eccetto nome e patronimico ero rigoroso alla tradizione.
La amai dalla prima volta che la vidi, lei era cosi violenta, sadica, intelligente, astuta, furba, riusciva a rendere divertente anche la cosa più cruenta al mondo.
Non ti ho mai venduta, Hella.
Quella era solamente una scusa."

".......
Per farti odiare?
Se si, tranquillo. Ci sei riuscito senza troppi problemi.
E... E perché le tratte del tuo villaggio richiedevano che una donna potesse ricevere attenzioni affettuose unicamente se quella offre certe prestazioni?"

"Altro modo per tenerti lontana dai maschi e incattivirti.
In casa avevamo due modi di eseguire le regole. Quelle indette dal Villaggio di Loki e quelle mie. Queste osservanze continuarono anche quando ella ci lasciò.
Quelle di tua madre dicevano che la donna doveva rimanere pura solamente quando ella decide di mettere al mondo il primo figlio e, se la cosa non accadeva, aveva il diritto di viaggiare e riprodursi quanto voleva sino a quando il suo ventre non ospiterà il seme di un uomo.
Quelle mie indicevano che una donna doveva rimanere vergine sino a quando il padre non avesse trovato il marito adatto alla figlia. Questo accadeva solamente se il prescelto superava diverse prove create appositamente sulle qualità che esso vantava di avere. L'ultima era la più importante, se non superava quella veniva destinato ad essere la prossima vittima sacrificale agli dèi.
Ma semmai superava quella, doveva raggiungere la futura sposa attraversando carboni ardenti."

"Poco gentili mi dicevano...."

"E questo cosa c'entra, scusa?"

"Non eri stata venduta a nessuno, dovevi solamente andare a vivere qualche settimana sull'Isola delle Dèe cosi che loro ti avrebbero istruito sulle loro abitudini e credenze."

"E allora chi era quello li... Come si chiamava....
Ah, non me lo ricordo... aspetta.... aveva un nome che iniziava con la J...."

"Jarl?
Era solamente un messaggero dell'Isola delle Dèe inviato da un altra amica di tua madre, Syn."

"Quindi....."

"Quindi adesso possiamo procedere con il matrimonio."

"Tu...."

"Per ogni cosa, Hella, si. 
Ti abbiamo amato e ogni cosa che abbiamo architettato, detto, fatto, era solamente per donarti una vita migliore."

"Io...
Possiamo fare queste benedette nozze?
Vorrei sposare Hel entro domani."

Annunciò spazientito Tufo che incrociò le braccia al petto fissando malamente Madguts.
Poteva aspettare quanto volevano, le questioni di famiglia prima di ogni cosa, ma desiderava anche mettere la fede al dito alla ragazza e non voleva farlo tra quarant'anni. 
L'uomo fissò male a sua volta il Thorston che sostenne senza alcun ripensamento il suo sguardo.

"Bene....
Siamo qui riuniti, in quest'oggi consacrato alle dèe Freyja e Frigg, il matrimonio tra Testa di Tufo Thorston e Hel figlia di Loki e Madguts.
Che gli dei prendano posto tra le nostre file, che ci concedano la benedizioni di accogliere tra noi gli altissimi...."

Disse seriamente l'uomo mentre venivano fatti entrare gli animali da sacrificare in nome degli dèi appena invocati.

"Una capra per il dio Thor, un cinghiale per il dio Freyr e...."

"TORNA INDIETRO MAIALA CHE NON SEI ALTRO!"

Urlò a perdifiato Hoss mentre rincorreva una scrofa che doveva essere sacrificata alla dèa Freyja.
Ma quest'ultima scappò via precipitandosi letteralmente davanti a Vör dove si sedette a fissarla. La ragazza si guardò intorno con aria interrogativa, non sapeva minimamente per quale assurdo motivo quell'animale si fosse accomodato innanzi a lei.
Valka e Stoick, loro due si che sapevano per quale motivo stava succedendo tutto quello. Difatti furono gli unici che si guardarono in silenzio andando a confermare a vicenda le presupposte tesi che avevano esposto la sera prima.
L'uomo afferrò violentemente la corda attorno al collo del suino tirandolo verso di lui; quei grugniti che l'animale emise provocarono nella vichinga dei profondi singhiozzi. 
Si affrettò solamente a spingere via Hoss, togliere la corda e assicurarsi che stesse bene. Successivamente si avvicinò al povero 'scortatore' di animale e afferrarlo per la maglia tirandolo violentemente a se; il tutto rigorosamente davanti agli occhi dei presenti che assisterono alla scena con aria divertita.
Ogni Villaggio aveva un 'buffone' e, quello loro, era proprio Hoss e il fratello. Smossa dall'imbarazzo del momento, la ragazza lo lasciò andare alquanto male tornando, subito dopo, a testa bassa e rossa in volto al suo posto.

"....Una scrofa per la dèa Freyja.
Che abbia inizio il Blót."

Disse unicamente l'uomo che, dopo aver santificato precedentemente gli animali, ricevette tra le mani il Hlaut (sangue sacrificale) e il Bjóru (birra sacrificale) andò a cospargere le vittime di questi 'ingredienti'.
Con gesto secco, abituale a certe situazioni, il rude Capo andò a recidere la gola degli animali, dove, subito dopo, raccolse il loro sangue in una ciotola che, ancor prima, Vör andò a consacrare appositamente per quell'occasione.
Posò la ciotola sull'altare consacrato in pietra e, dopo poche parole a santificare quel medesimo sangue, lo andò a schizzare sulla coppia nuziale e sui loro ospiti; il tutto previa un mazzetto di ramoscelli d'abete che andò a bagnare in quella scodella medesima.
Vör posò la spalla su quella del ragazzo, aveva letteralmente gli occhi che gli si chiudevano. Non sapeva perché, tanto meno il come ma faceva fatica a respirare; come se avesse un nodo alla gola.
Gambedipesce le portò il braccio attorno alle spalle, la strinse a se e gli chiese se tutto andasse bene; lei annuì solamente prima si portare la mano sugli occhi e stropicciarli. Gli sarebbe di certo passato quel momento, dopotutto poteva essere tranquillamente stress psicologico; non l'avrebbe mai e poi mai accomunato con il sacrificio della scrofa avvenuto proprio davanti a lei.
Fece un profondo respiro prima di rimettersi in posizione iniziale tornando, successivamente, a guardare la cerimonia.
L'uomo invocò le dèe delle promesse matrimoniali, della fertilità e dei giuramenti; a questo punto del rito; Madguts tramite un pugnale donatogli da una persona cara alla figlia, in questo caso da Vör stessa, andò a incidere sugli avambracci dei futuri coniugi due tagli convocando Freyja, cosi da benedire il loro amore. 
Fatto questo, sia Hel che Tufo andarono a far combaciare i tagli in modo tale da far unire il proprio sangue. 
Una volta che il sangue venne unito e, i due, agli occhi della Dèa Suprema, erano una coppia; adesso poteva ricorrere con la cerimonia base. 
Madguts porse alla figlia la propria spada, ella, la accolse tra le sue mani delicatamente prima di fare scendere la mano sull'elsa stringendola.

"Bruta, la spada di tuo padre."

"No.
I nostri genitori usavano entrambi la spada di nostra madre; può andare tranquillamente bene solo quella.
Forse, l'unica vittima che merita di presidiare a questo matrimonio è lei. Non lui."

Disse fermamente la bionda Jorgenson che lanciò a terra la spada del padre guardando con serietà il fratello che non sapeva che dire.
Si, era realmente fiero della sua sorellina e, questo, Madguts se ne accorse.
Diede un colpo di tosse, mancava ancora cosi poco per portare a compimento il matrimonio, perché perdersi in sciocchezze proprio ora.
Tufo tornò a guardare la ragazza, alzò la spada e la portò tra di loro sporgendola verso di lei.

"Testa di Tufo, vuoi prendere Hel come tua moglie; sotto lo sguardo degli dèi?"

"Io, Testa di Tufo Laverne Glenr Thorston accetto e desidero con tutto il cuore prendere come moglie Hel."

"Hel, vuoi prendere Testa di Tufo come tuo marito, sotto gli occhi severi e il giudizio invariabile degli dèi qui presenti?"

"Io, Hel Sòl figlia di Loki e Madguts, prendo come marito Testa di Tufo Glenr, giurandogli fedeltà e eterno amore.
Che gli dèi si appuntassero questa promessa, non mancherò alla parola data in presenza loro."

Concluse con solennità la vichinga che andò a incrociare la propria spada con quella del ragazzo innanzi a lei.
L'omaccione dall'aspetto assai burbero adagiò sulla punta delle spade i due anelli consacrati, subito dopo, i due li presero per farli indossare alla dolce metà. 
Gli occhi dei due sposi divennero larghe lastre di ghiaccio brillante i cui dentro si poterono vedere i numerosi sentimenti che i due stavano provando in quel preciso momento. 
Madguts, nel vedere lo sguardo della figlia comprese solamente una cosa: Non sarebbe mai riuscito ad odiarla, lui l'amava più della sua vita poiché ella era la copia della madre; l'unica al mondo che era riuscito ad amare veramente.
Una volta che gli anelli furono scambiati i due vichinghi portarono l'attenzione verso l'uomo che si lasciò sfuggire un vago sorriso.
Quello era un anello semplice, dalle linee pulite. Una classica fede d'argento con un piccolo brillante al centro. 
Rappresentava tutto quanto. Un amore senza troppe pretese, tranquillo e per nulla turbolento; lui era l'argento, una lega non presa molto in considerazione, il più delle volte scansata per le scalze qualità, mentre la sua luce era proprio quel diamante che stringeva gelosamente a se.

"In nome degli dèi qui presenti, posso presentarvi una nuova coppia a Berk.
Che la vostra vita sia abbondante e che goda dei frutti che gli dèi vi donano, che la fertilità..."

"Deve essere difficile per lui parlare della fertilità della figlia...."

"Caro, lo è per ogni genitore. Padre soprattutto." 

Disse a bassa voce Bruta confidandolo a Moccicoso che, alla sola idea di dover parlare della figlia come veste di futura moglie rabbrividì letteralmente. La cosa non gli piaceva per nulla al mondo.
Dato che aveva tra le braccia la sua Principessina, la strinse fortemente a se facendole giurare che non sarebbe mai e poi mai diventata una donna grande e, successivamente, una moglie. La bionda scosse il capo, gesto che precedette quello di portarsi la mano sulla fronte. Con quale coraggio chiedeva una cosa simile a sua figlia, piccola com'era non avrebbe di certo capito cosa volesse dire il padre; eppure, la giovanissima Lofn comprese immediatamente tant'è che glielo promise. 

"....Venga accolta nel ventre della giovane Hel, che la ricchezza dei campi e dei mari vi porti fortuna e una vita priva di stenti.
Signore, Signori... Capo....
Sono lieto di presentarvi i coniugi Thorston."

Non era una bella cosa, per nulla al mondo lo era.
Non sarebbe mai stata una bella cosa chiedere fertilità della propria figlia ad ogni dèa esistente; tanto meno immaginarsi la notte di nozze che lo portarono a ricadere nella sua solita aria disinteressata e scostante.
Solamente quando si ritrovò Hel davanti, con il capo alzato e gli occhi di una serietà quasi omicida l'uomo riuscì a riavvicinarsi a quella dolcezza che allontanò immediatamente. 
'Grazie... papà.' disse solamente la giovane donna mentre porgeva la mano al padre.
Cosa si aspettava Madguts? Un abbraccio? Un bacio affettuoso? Una carezza? Una risata? Probabilmente si. Anzi, di certo era cosi. 
Hel non si sentiva ancora pronta per un contatto affettivo con lui, non riusciva ad andare oltre alla stretta di mano; agli occhi suoi quello era anche un passo sin troppo lungo della gamba. Eppure, quando si fermò a guardarlo come tempo addietro, la neo sposa poté vedervi un lampo di dolcezza e sincerità che la spinsero a saltargli addosso abbracciandolo.
Lui rimase così, sorpreso. Cosa doveva dire? Cosa doveva fare? Come doveva reagire? Il suo sguardo vagò da parte a parte, occhi duri all'apparenza ma che si scioglievano con una facilità che solamente la piccola donna riusciva ad applicare.
Vör allargò le braccia per poi richiuderle come ad abbracciarsi, Madguts, a guardarla, non riusciva a capire se avesse avuto le braccia indolenzite o era un modo per far arieggiare le ascelle. Mh, qualcosa mi dice che il rude Capo aveva puntato tutto sull'ultima ipotesi. La vichinga si batté una mano sul volto, un sonoro schiocco risuonò nella Sala provocando nella ragazza un sofferto 'Ahia...' che venne accolto con una risata da tutti i presenti. 
Gambedipesce, a sentire quella parola si voltò immediatamente verso di lei tirandola a se e, successivamente, abbracciarla.
Lei ripeté i medesimi gesti precedenti, andando, subito dopo, a stringere il fidanzato tra le braccia. Ora Madguts aveva capito quale problema aveva. 
La giovane dèa aveva compreso la difficoltà che aveva nel capire che doveva fare e glielo stava suggerendo. Esso chinò il capo, rivoltò l'attenzione verso la figlia e, con incertezza l'andò a stringere a se.
Solamente un sussurrato 'Mio padre....' detto da Hel fece addolcire ulteriormente l'aria all'uomo che andò a stringere ulteriormente la stretta rispondendo con un altrettanto sussurrato 'Mia figlia.'.  

"Forza Forza Forza voi due!
Avete tutta una vita per fare gli orsacchiotti abbraccio--- AHIA! Ma amore, perché tutta questa violenza?"

"Smettila di interrompere quei bei momenti.
La prossima volta che stiamo a letto ti farò pure di peggio, vedrai, porterai i segni in un posto nascosto!"

Iniziò a gran voce la Jorgenson che, dopo aver detto la prima frase nella serietà e cattiveria possibile andò a scemare nel malizioso lasciando tutti quanti di sasso.
I suoi compagni la guardarono inorriditi, perché mai donare immagini cosi cruenti e orrende cosi? Gratuitamente.
Hel si voltò verso Bruta, era letteralmente sconcertata da quel che udì. Non tanto per il contenuto della frase ma tanto per la mancanza di pudore con cui venne detta. Astrid e Hel si guardarono, chissà perché gli era venuto in mente il discorso che avevano fatto precedentemente insieme cosi, proprio come qualche minuto prima, le due rabbrividirono lasciando scorgere sui loro volti perfetti una chiara espressione di disgusto e ribrezzo.
Bruta alzò le spalle chiedendo che c'era di strano, infondo era vero, quel martire di Moccicoso, in rare occasioni, portava al di sotto degli abiti.... dei pantaloni, parecchi graffi e morsi che la biondina gli regalava in particolari momenti della loro vita sessuale. 
Il restante gruppo scosse il capo, esclamarono in coro che non era il caso e, soprattutto, l'occasione adatta per i loro siparietti ad alto tasso erotico. I coniugi Jorgenson si guardarono in silenzio, bastò un occhiolino di Moccicoso che far brillare di luce nuova la vichinga che, con finta aria rammaricata si allontanò.
Chissà perché, ma tutti, proprio tutti, sapevano già cosa stava architettando e, sinceramente, era meglio cosi. Non averli tra i piedi per qualche ora non avrebbe fatto del male a nessuno. Tufo guardò la sorella sconcertato, non riusciva minimamente a capire la delicata sfera psicologica della ragazza.
Da una parte riusciva a comprendere, durante il fidanzamento con Moccicoso aveva resistito sin troppo e ora che, aveva convolato a nozze con lui poteva dare libero sfogo a quella sua indole selvaggia; ma, dall'altra parte, il giovane Tufo si domandava il perché di tante cose.
Insomma, cosa gli costava resistere sino a sera? Cosa ci trovava di cosi eccitante nell'avere un rapporto con quel nano quasi barbuto che era il marito? Cos'era tutta quella fame che non poteva essere estinta con il cibo? 
Fece un profondo respiro. Non sarebbe mai riuscito a capire la sorella da single immaginatevi voi da sposata.
Ma tutto sommato, lui adorava la sorella cosi com'era. Un mondo a parte dal banale, uno di quelli tutti speciali e difficile da criptare; unico e inimitabile come solamente Bruta sa essere.
Ora che ci pensava meglio non sapeva minimamente cosa fare in tarda serata, quando il sole andava a dormire e dava il suo posto alla luna. 
Hiccup gli posò la mano sulla schiena, lo spinse delicatamente verso Hel che, una volta aver sciolto l'abbraccio dal padre l'afferrò per stampargli un dolce e lezioso bacio sulle labbra. 
Madguts alzò gli occhi al cielo, si stava domandando ancora cosa ci trovasse di bello in quel ragazzo. Questa era solamente una cosa che non gli era data sapere, quel che a Hel piace a Hel deve continuare a piacere. Infondo lui non era nulla per indirizzarla verso un altra vita, un altro uomo che non sia quello che amava; ecco, lui stava riconoscendo il fatto che non aveva più diritti sulla figlia.
A guardarla meglio; ora che erano usciti dalla Sala Meade per dirigersi alla futura abitazione dei due; con quella cascata di capelli dorati al vento, con quei occhi verdi accesi e brillanti, il sorriso sul volto e l'allegria esposta al mondo intero poté tranquillamente capire che con lui, lei, era veramente felice.
Quel Tufo aveva qualche strano potere che rendeva la figlia gioiosa di avere trovato qualcuno che la amasse davvero, come se lui fosse la risoluzione di tutti i suoi problemi.
Un sorriso comparve sul volto del Capo che guardò correre via i due coniugi. Come volevasi dimostrare avevano accettato di buon grado quella gara che vedeva fronteggiare il gruppo della sposa con quello dello sposo.

"State bene?"

"Mh?
Si. Sto bene. Perché questa domanda, giovane Capo di Berk?"

"Domanda di cortesia.
L'ho vista in silenzio e con un espressione poco rassicurante sul volto."

"Assomiglia a sua madre quando ride."

Disse di punto in bianco l'uomo che, seguendo a passi lunghi e ben distesi la corsa della figlia, si poté inebriare della sua risata che le riportò in mente la sua amata Loki. 
Hiccup corrucciò la fronte, detta all'improvviso a risposta di un altra risposta, lo lasciò alquanto perplesso. Solamente quando vide Hel davanti a Tufo che le bloccava l'entrata con la spada capì indubbiamente cosa volesse dire. 
Venne spontaneo, per indole curiosa, di porre numerose domande al Capo che, senza alcun problema andò a rispondere. Vederla li, mentre cercava di entrare nella sua nuova casa, il broncio prendere posto sul suo volto e Tufo che delicatamente si portò al suo fianco prendendole la mano, lo portò ancora una volta a sorridere. 
Usanze. 
Non sapeva come e tanto meno perché ma in quel preciso momento vide il Thorston come il perfetto uomo per sua figlia. Non voleva sottoporlo a prove, a domande, a indovinelli e quesiti, gli bastò vedere come le stringeva a se e come la guardava per capire che lui era quello giusto per la sua non più piccola Hella. 
Quando il Thorston scortò la vichinga oltre la soglia, l'uomo li seguì affiancato da Hiccup e Valka che, a sua volta, nascosto da tutti, era fiancata da Stoick.
Nel momento in cui entrarono all'interno dell'abitazione, Tufo estrasse di nuovo la spada che precedentemente aveva rifoderato; sapeva perfettamente cosa gli attendeva e voleva assolutamente metterci tutta la forza per far si che la fortuna ricadesse su di loro.

"Tufo, sai cosa devi fare."

Disse unicamente Hiccup che, cordialmente, andò ad indicare una delle colonne portati. Il ragazzo annuì, avere tutti quei occhi puntati addosso lo mettevano altamente a disagio. Diciamocela tutta, non erano gli sguardi attenti dei suoi amici, ma tanto quello vigile e severo di Madguts che lo intimoriva.
Un altro profondo respiro prese anima in quel posto, dove, con l'attenzione che la dominava, Tufo andò a conficcare la spada all'interno della colonna.
Si diceva che più era profonda era la fenditura causata dalla penetrazione della spada all'interno di essa e più fortuna attendeva la coppia di sposi, senza contare che quella era una dimostrazione di virilità che, accolta dagli dèi, si sarebbe tradotta come fortuna di avere abbondanza di figli generati tramite quella loro unione. 
Il rude vichingo si avvicinò al ragazzo che, a sguardo basso andò a stringere ulteriormente l'elsa della spada deglutendo. 
Trovava si piacevole parlare con lui, ma vederlo li, al suo fianco, incuteva sempre un certo terrore. 
Il Capo si morse il pollice, quel tanto che bastava per farvi uscire un rivolo di sangue e segnare, con meticolosità il punto in cui l'entrata della lama cessava. 
Quel compito, il mordere il dito sino a farne uscire il sangue, doveva essere svolto dalla moglie e, successivamente, lui avrebbe dovuto fare altrettanto con lei. Questo gesto, esistente da anni nella sua Isola, consisteva non solo il sancire la benedizione che i genitori davano alla coppia, ma fungeva anche come un rinnovo di matrimonio dei genitori stessi. 
Il Thorston estrasse la lama, la portò davanti a lui e la guardò in silenzio. Era riuscito ad arrivare a quattro dita dall'impugnatura, questo, non solo dimostrava a Madguts che abbastanza virile e forte per proteggere la figlia, ma che gli avrebbero donato anche dei nipoti. 
Hel a guardare il risultato si precipitò da lui, anzi, ammettiamolo, gli saltò letteralmente addosso congratulandosi con lui. 

"Possiamo dire che la festa può iniziare no?"

Disse a gran voce Hoss che andò ad esaltare i presenti che si sbrigarono a prendere sottobraccio la coppia di sposi che rideva divertita. 
Quella sarebbe stata la sua prima occasione per svolgere i compiti da neo-moglie e da donna di casa; che era prettamente dovuta a servire da bere agli ospiti. 
Hel, con la sua attenzione e con quei suoi occhi totalmente immersi in quelli del neo-marito, andò a versare dell'idromele all'interno della coppa di Tufo. Coppa che era munita di manici a sembianze di animale. 

"Ale I bring three, thou oak-of-battle,
Withe strenght blended and brightest honor;
'Tis mized with magic and mighty songs,
With goodly spells, wish-speeding runes."

Recitò a gran voce la ragazza che prese seriamente quella sua parte. Non si sarebbero mai immaginati che Astrid gliele avesse scritte su un foglio e che lei, ogni sera, trascorreva incalcolabili ore a recitarle nelle maniere più svariate e disperate. Arrivò persino al punto che lasciò tutto perdere perché non riusciva a memorizzare nessuna delle parole eppure, il giorno successivo, davanti a tutti quanti riuscì a annunciarle con solennità.
Tufo, una volta che ricevette la coppa dalle mani di Hel, la consacrò a Thor tracciandovi sopra con il polpastrello un martello. Dopo aver portato a termine questo, esso brindò a Odino e, dopo aver fatto un lungo sorso lo passò a Hel che, imbarazzata lo prese tra le mani andando a brindare alla dèa Freyja.
Bevendo insieme, dalla stessa coppa, i due confermarono ancora una volta quel legame parentale che aveva acquisito, diventando ufficialmente uno solo agli della legge e degli Dèi presenti.

"Gambe, hai visto Vör per caso?"

"E' uscita con noi dalla Sala e mi ha detto che doveva stare un attimo da sola."

"Non si sarà impressionata per il sacrificio animale?"

"Credo di si; quando è toccato alla scrofa aveva il cuore che batteva cosi velocemente che non riuscivo neanche a tenere il conto."

"Sono solo io che ho notato qualcosa di strano nei suoi occhi?
E' come se nel momento del sacrificio lei non fosse più lei."

"No, non sei solo Hiccup.
Anch'io l'ho notato e questa cosa non mi piace per niente."

"Credi che centri lui?"

"Non credo, sai?
In quel momento i suoi occhi erano altezzosi, compiaciuti più che altro. Come se si sentisse chiamata in causa da quell'avvenimento."

"Quel famoso libro non può dare certe soluzioni?
Chi l'ha scritto, da quel che mi hai detto, deve sapere molte cose riguardante Vör e la sua gente."

"Probabile, sino adesso non c'era scritto nulla di particolare."

"Dovremo consultare da cima a fondo questo testo, la risposta potrebbe essere scritta tra le righe."

Rispose Hiccup mentre, al fianco di Gambedipesce, ascoltava tutte le raccomandazioni e i consigli che Madguts stava offrendo ai due Thorston.
Sembrava essere alquanto restio a consacrare il ventre della figlia al Dio Thor, come se volesse ancora vederla nelle vesti della ragazza pura e casta il quale era.
I due neo coniugi si guardarono in silenzio, quella situazione era alquanto esilarante. Soprattutto il vederlo con quel martello in mano e l'aria severa in volto, senza parlare che gli occhi lo tradivano lasciando intendere quanto gli stesse costando concedere definitivamente la figlia ad un perfetto sconosciuto di cui sapeva ben poco. 
Valka era dietro ad Hiccup, si stava trattenendo spudoratamente dal ridere e di fare compagnia a tutti gli altri, marito compreso. 

"Papà...."

"Ah, e va bene...."

"Cosi va meglio. 
Ci hanno già istruito su quel che dobbiamo e non dobbiamo fare l'uno all'altro."

Il Capo tornò a vivere in quel momentaneo silenzio. 
Diamine se assomigliava a Loki, anche lei, al loro matrimonio, aveva detto la stessa medesima cosa alla madre. 
Deglutì. Tufo comprese immediatamente che c'era qualcosa che non andava, cosi, senza preavviso si alzò e si sporse verso di lui coprendo la bocca con la mano borbottando che doveva stare tranquillo e che sapeva perfettamente che per lui fosse difficile affrontare tutto questo e, che, soprattutto, nei suoi occhi rivedeva il bagliore di una vita passata.
Madguts retrasse la testa, tossì e andò a poggiare il martello sul grembo della sposa invocando la Dèa Frigg.

"Bring the Hammer the bride to bless:
On the maiden's lap lay ye Mjolnir;
In Vör's name Frigga then our wedlock hallow!"

Esclamò severamente l'uomo mentre le imposte dell'abitazione si spalancarono lasciando che una folata di vento invadesse la stanza improvvisamente.
I presenti si voltarono, non sapevano minimamente cosa stesse accadendo; l'unica cosa che vedevano era una forte luce e questa figura avvicinarsi con passo lento.
Valka e Stoick si guardarono con un sorrisetto sul volto, inutile dire che furono i primi a comprendere che quella fosse Vör.

"Non so cosa ha fatto, ma Frigg è qui...."

Disse a bassa voce Tufo che seguì silenziosamente i movimenti di quella eterea creatura che avanzava.
Ormai era tardo pomeriggio, di luce ben poca c'era e quella che si vedeva era solamente nata dalle fiaccole e dal falò interno della casa. La cerimonia, come ogni buon rito, aveva occupato il più della giornata e quell'accennato buio che si espandeva all'aria aperta era più che giustificata.
I suoi passi erano leggeri, solamente un vago freddo e una successiva vampata di calore si espanse all'interno dell'entrata. 
Hiccup e Gambedipesce strinsero gli occhi, li ridusero in due piccole fessure accese da quel verde smeraldo. 
Solamente quando la ragazza si fermò, posò a terra un barile e si avvicinò allegramente al gruppo capirono che era lei.

"Guai a chi tocca quel barile e questa gatta.
Se vedo qualcuno che li sfiora gli stacco la testa di netto, uh.
Hel, Tufo.
Questo è l'Idromele che dovrete bere per un periodo di quattro settimane. Come sapete il miele viene deposto dalle api e, questo, è associato alla fertilità e alla buona salute. 
Con i migliori auguri da tutti noi!"

"Un gatto? 
Perché un gatto?"

"E' tradizione donare alla sposa un gatto, porterà amore, felicità, gioia, fertilità e passione all'interno della coppia."

"E io che l'avevo scambiata per la Dèa Frigg!
Grazie mille Vör, sei stata davvero gentile."

"Invece è solo Vör.
Grazie anche da parte mia."

"Non è solamente Vör.... lei è....."

"Cosa mamma?
Cos'è lei?"

"Nulla caro, non ti preoccupare.
Vör è Vör ed è meglio di chiunque altra persona."

Il giovane Capo di Berk storse il naso.
La madre sapeva qualcosa che non voleva dirgli e, lui, per il bene sia della vichinga che dell'amico, doveva assolutamente sapere.
I festeggiamenti iniziarono e si sarebbero dilungati per la restante settimana. Quel posto si tinse letteralmente di colori e la sera, che avrebbe anticipato la grande notte, venne animata da danze frenetiche, musica, combattimenti e gare di insulti. Potrà sembrare scurrile eppure quella cosa rallegrò di gran lunga gli ospiti, soprattutto i tradizionalisti che amavano le cose fatte bene.
Alcuni presenti, invece, in un angolo, stavano recitando alcune Lygisogur, cioè una storia composta appositamente per l'occasione. Questa storia raccontava a proposito di personaggi famosi di quel periodo, erano attinenti al romanticismo e al sovrannaturale e, molto spesso, era associata al tema del matrimonio.
   
 
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