Nick su FFZ e su EFP (in caso differissero): Ronnie Stregatto
Titolo: Bianca Sofferenza
Pacchetto: Americano
Fandom: Fairy Tail
OTP: Mest/Wendy
Presenza di OC: no
Genere: angst
Avvertimenti: //
Rating: verde
Note personali: questa storia è ambientata in un punto imprecisato del futuro quindi Wendy è oramai maggiorenne. È venuta fuori un po' corta ma rispetta le limitazioni, quindi spero che tu la possa accettare.





Bianca Sofferenza


"Non c'è bisogno che tu vada in missione."
Mest sospirò finendo di preparare la sacca da viaggio: era la terza volta che affrontavano quella discussione e Wendy aveva tirato fuori tutta la sua testardaggine per cercare di convincerlo a non partire, tutto perchè la ragazza aveva una brutta sensazione. "Ce n'è bisogno, invece" ribattè buttandosi la sacca in spalla. "Ci sono dei progetti che richiedono denaro: voglio poter comprare una casa abbastanza grande per noi due."
"Allora permettimi di accompagnarti."
"Wendy, ne abbiamo già parlato: uno di noi deve rimanere a Magnolia per controllare i preparativi."
"Lucy e le altre ragazze si sono offerte di occuparsene mentre siamo in missione."
"Non credo che..." Gli occhi di Mest saettarono da una parte all'altra mentre l'uomo cercava un modo delicato per esprimere il suo pensiero. "Non credo che sia... saggio... affidare interamente a loro questa cosa... Davvero, Wendy, è meglio se resti in città!"
"Ma..."
"Inoltre devi an cora trovare il vestito giusto, no?"
A questo Wendy non seppe cosa ribattere. Imbronciata, puntò lo sguardo sulle sue scarpe azzurre in cerca di una soluzione mentre un sorriso vittorioso iniziava a far capolino sul volto di Mest.
"Tranquilla" mormorò l'uomo sollevandole gentilmente il mento in modo da poterla guardare dritta negli occhi, "andrà tutto bene." Le sfiorò le labbra con le proprie in un bacio leggero. "Non vedo l'ora di vederti indossare quel vestito, sai?"
A quelle parole Wendy non riuscì a non arrossire nonostante la preoccupazione non fosse passata. Nella speranza di calmarsi, strinse con forza le mani di Mest tra le sue. "Stai attento, ti prego."
"Ci vediamo quando torno" sorrise lui sporgendosi ancora una volta per rubarle un ultimo bacio prima di andarsene. "A presto."



Chiuse la porta della sua stanza al Fairy Hills a chiave e fu completamente sola. Le parole inutili delle altre ragazze, gli sguardi preoccupati di Charle... chiuse tutto fuori da quella piccola stanza e il silenzio la travolse, denso e rumoroso nella sua assenza di suoni. Trasse un profondo respiro nel futile tentativo di calmare la tempesta che l'agitava da dentro e mosse dei passi leggeri verso l'armadio per poi aprirlo lentamente, facendo attenzione a non rompere quel silenzio con il cigolio delle ante.
Eccolo lì, in tutto il suo bianco splendore.
Una fitta le trapassò il cuore ma si costrinse a non richiudere lo sportello dell'armadio: aveva bisogno di vedere quell'abito. Le dita afferrarono delicate la stoffa leggera, giocando pigramente con le rifiniture prima di decidersi a salire verso la gruccia.
Estrasse l'abito dall'armadio come se potesse infrangersi da un momento all'altro e lo adagiò sul letto, osservandolo con una tale intensità che una piccola area remota del suo cervello si meravigliò di non vederlo prendere fuoco.
Dopo pochi minuti -o qualche ora, non saprebbe dirlo con certezza- si accorse che il semplice guardarlo non le bastava più. E allora si sfilò con un unico movimento il completo nero e lungo che la copriva, dimenticandolo per terra mentre lentamente e quasi con timore iniziava a indossare quello bianco.
Impiegò molto tempo a capire come aggiustarsi da sola quel pomposo vestito, tanto diverso da quelli più semplici che portava di solito, e non si accorse che quell'interminabile giornata stava volgendo al termine fin quando la luce del sole morente non illuminò la stanza di un arancione caldo e gentile.
La ragazza sollevò lo sguardo sullo specchio davanti a sè, perdendosi a rimirare l'immagine che esso le rimandava: un corpetto candido le stingeva il busto lasciandole scoperte le spalle nivee e valorizzando il seno oramai prosperoso con la lucentezza di alcuni piccolissimi brillanti intessuti nella stoffa, la gonna le accarezzava morbida le gambe magre nascondendole in soffici pieghe, i guanti bianchi le coprivano le braccia esili fin sopra il gomito e il velo cadeva leggiadro sui lunghi capelli blu lasciati liberi sulle spalle.
Avrebbe voluto che lui avesse potuto vederla indossare quell'abito: era sicura che gli sarebbe piaciuto moltissimo nella semplicità del suo genere. L'avrebbe accolta al suo fianco con quel sorriso gentile che le riservava sempre e le avrebbe stretto la mano per darle forza.
"Oh, Mest..."
Il suo riflesso si offuscò mentre le lacrime le annebbiavano la vista prima di scivolare calde sulle sue guance e le gambe non la ressero più: Wendy cadde in ginocchio, la gonna candida afflosciata per terra. Nascose il viso tra le mani mente i primi singhiozzi cominciavano a sfuggirle dalle labbra.
"Perchè...? Perchè non mi hai permesso di venire con te in quella missione? Avrei potuto... Forse avrei potuto..."
Le parole le si ruppero in gola.
Nonostante Charle e gli alti compagni della gilda si fossero tutti stretti attorno a lei, Wendy non si era mai sentita così sola. E quella volta Mest non avrebbe potuto aiutarla a rialzarsi, non avrebbe potuto consolarla, non avrebbe potuto proteggerla. Non le sarebbe stato accanto. Mai più.