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Autore: Oducchan    24/04/2009    4 recensioni
Quando il mondo s’apprestava ad addormentarsi
era allora che lui s’accendeva
Dove i toques* latini fluivano negli Atabaque africani,
dove le arti marziali si univano alla danza
nasceva l’armonia del corpo
e lui, il detective, cedeva il passo al Mestre
Un’arte chiamata Capoeira
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capoeira

Dedicata a princess21ssj

Perché, insomma, i piedi di L sono divini

Paga le conseguenze del feticismo che dilaga
quasi scordavo
L+Light=love
(c'aggiungerei Ryuuzaki+Raito=Rape, però vabbè...XD)

 

 

 

Capoeira

 

MoVe YoUr FeEt

 

 

Quando il mondo s’apprestava ad addormentarsi

era allora che lui s’accendeva

Dove i toques* latini fluivano negli Atabaque** africani,

dove le arti marziali si univano alla danza

nasceva l’armonia del corpo

e lui, il detective, cedeva il passo al Mestre***

 

Un’arte chiamata Capoeira

 

 

 

 

Ryuuzaki sbuffò, per la decima volta del minuto. Light, accanto a lui seppur non per sua volontà, alzò il capo dal libro che aveva appena preso dalla fornita biblioteca per gettargli un occhiata in tralice, confuso da quell’inconsueta irritazione.

-tutto a posto?- si azzardò a chiedere, con un sopracciglio lievemente inarcato.

L’altro non si curò nemmeno di prenderlo in considerazione. Rannicchiato nella posizione fetale che assumeva ogni volta che si sedeva su una sedia, aveva un’apparenza particolarmente irrequieta: si mordicchiava le unghie, senza sosta, aveva smesso di ingoiare dolcetti a sbafo, fissava il nulla con occhi sgranati e sospirava di continuo. E per finire, ma ben più catastrofico per la sua attenzione, tamburellava velocemente i piedi, agitando le dita scoperte in un continuo gioco d’accavalli. Più tentava d’ignorarlo, più lì correva la sua attenzione

-Ryuuzaki?- insistette, distogliendo a viva forza lo sguardo da quelle maledettissime gambe –mi stai ascoltando?-

All’improvviso, L scattò in piedi con un movimento istantaneo e repentino, iniziando a marciare con decisione verso le scale che portavano al soppalco del piano superiore; Light assorbì malamente lo strattone provocato dalle manette che li univano, rischiando di cadere dalla propria poltrona, e si ritrovò a saltellargli dietro per riprendere l’equilibrio cercando di non cascare a terra

-Yagami, muoviti. Vediamo come sono messe le tue capacità d’apprendimento-

 

Quello che Light non sapeva, ma scoprì in quel momento, era che L, il grande detective, aveva una passione particolare. Oltre ad adorare i dolci e le altre bizzarrie che erano il suo biglietto da visita, da una particolare indagine aveva tratto l’ultimo tratto che lo contraddistingueva e che il suo sospettato speciale aveva avuto modo di sperimentare sulla sua pelle: grazie a Naomi Misora, L era entrato nel mondo di un arte marziale brasiliana altamente particolare. Ogni sera, quando il resto del mondo s’apprestava ad addormentarsi, lui saliva in quella stanza per esercitarsi almeno un’ora. Un arte che univa il ritmo della musica all’eleganza del corpo.

La Capoeira.

 

-come, scusa?- rispose, al termine della spiegazione, sbigottito.

Ryuuzaki, che fino a quel momento era rimasto a scartabellare tra la pila di cd presente nella stanza spoglia in cui l’aveva trascinato, si voltò a guardarlo brevemente. No, la figura di Light Yagami non l’aveva mai convinto della sua innocenza, e nei primi tempi della loro collaborazione –più o meno reale- era stato interessante studiarlo. Ma da quando era uscito dall’isolamento preventivo il ragazzo aveva stampato in volto un’espressione da verginello indifeso e ignorante che proprio non gli andava giù. E ultimamente, tutte le sue brillanti teorie gli stavano crollando addosso.

-ho deciso che la insegnerò anche a te, come prevede il titolo di Mastre- senza aggiungere spiegazioni, estrasse una custodia dalla pigna, aprendola e introducendo il compact disc nello stereo. Subito, l’area fu pervasa dal suono di tamburi e dei berinbau ** sui cui s’imponeva un coro di voci che cantavano in una lingua europea. Probabilmente portoghese.

Poi iniziò. Light si ritrovò a fissarlo a bocca aperta, limitandosi solo a cercare di seguire i movimenti più sinuosi per impedire che le manette potessero attorcigliarsi addosso alla sua figura, rischiando di farlo inciampare: iniziò con una ruota, proseguì ruotando a mezz’aria le gambe in calci aerei, spostando il peso del corpo ora indietro, sul braccio, ora avanti, poggiandosi completamente sull’altro assumendo una posizione verticale. Un turbinio di gambe e braccia, di salti e piegamenti, di giravolte e volteggi, dominato su tutto dal movimento dei suoi piedi su cui, irrazionale, ricadeva la sua attenzione.

Quando però uno dei suddetti piedi gli arrivò nello stomaco, spedendolo a terra a tossicchiare l’aria espulsa malamente dei polmoni, dovette suo malgrado riconoscere che la cosa era particolarmente pericolosa, per i suoi gusti. L gli si avvicinò in silenzio, tendendogli un braccio per aiutarlo a rialzarsi, fissandolo con uno sguardo, come dire…beffardo.

-Quello era una bençao****- lo informò

-Me ne sono accorto- rispose, comprimendosi l’addome dolorante

-Prova tu, avanti-

-Nemmeno per sogno-

-Muovi i piedi, Light-

Per tutta risposta, il giovane fece per allontanarsi, avviandosi cupo verso le scale; sperava, in cuor suo, di convincere l’altro a seguirlo: perché doveva sempre essere lui, quello che si ritrovava trascinato a destra e a manca salticchiando come un ebete?  Però L non era della stessa opinione. Kira o non kira, il ragazzo lo intrigava troppo.

Lo fermò afferrandolo per il gomito

-che Batizado*** scapestrato - gli soffiò nell’orecchio –e io che volevo iniziarti alla lùna *-

-non so di cosa parli- ribatté il castano, cercando di liberarsi dalla presa divincolando il braccio –io torno giù a fare altre ricerche, tu fai quello che vuoi-

Frase stupida, e sbagliata. L fece un salto, piroettando su se stesso, e gli atterrò davanti, avvicinando il proprio viso a quello stupefatto –e un po’ atterrito- del compagno

-Light, dove sono o, sei anche tu- chiosò agitando il braccio e facendo tintinnare la catena che li univa – e tu ancora non hai fatto ciò che ti ho chiesto-

Esasperato, light fece l’unica cosa che il suo cervello gli ordinò di fare per farlo finalmente tacere: lo afferrò di prepotenza per i polsi, tirandoselo addosso, e gli chiuse la bocca con la propria. Ryuuzaki non sembrò né meravigliarsene, né infastidirsene; sorrise appena, malizioso e se lo strinse maggiormente addosso.

-muovi i piedi, Light-

-baka…-

 

 

 

 

 

 

Waaaahhh! Oddio, ho scritto realmente sta’ schifezza?

Però non la cancello perché questa cosa di L e la capoeira mi ossessiona troppo. Fate finta di non averla letta. Specie tu, capo. >///<

Partiamo con l’apparato delle note

La capoeria, immagino lo sappiano tutti, è una sorta di arte marziale brasiliana, che in senso lato viene considerata una danza, in quanto il movimento (prevalentemente delle gambe) avviene su una base musicale cantata e ritmata, e lo stile impiegato è particolarmente armonico.

*con toques si intendono i vari ritmi su cui si balla la Capoeira, e ogni scuola ha un proprio. In particolare la lùna, dal nome di un uccello (XD), ha un ritmo che dovrebbe richiamare un “discorso” tra un maschio e una femmina di tale animale. Può essere insegnato solo all’alunno formato. Vedete voi quel che volete vederci XD

**gli Atabaque e i berinbau sono degli strumenti utilizzati per fare il sottosfondo ritmato di questa “danza-lotta”. In particolare, gli Atabaque sono dei tamburi, mentre i berinbau sono una sorta di arco musicale, costituito da una corda tesa agli estremi di un ramo di bambù.

***Mestre è il grado più avanzato di capoireista, il “maestro” o insegnante. Il batizado è invece l’allievo che è appena entrato nell’apprendimento

****la bençao è una mossa che prevede un calcio portato con l’intera pianta del piede all’avversario astante.

Per ulteriori informazioni, cercate su wikipedia (io ho trovato tutto lì)

 

Per finire…sì, L sa davvero ballare la capoeira. Prova ne sono i calci che sferra a light

Olè. Ho finito. Grazie per l’attenzione

Besos

wolvie

   
 
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