La pioggia nell'aria fredda. 
Il buio nella sera calma. 
Sola nell'oscurità. 
Nessuno, attorno. 
Nessuno. 
Tutti scappano quando piove. 
Se ne vanno. 
Si nascondono. 
Si rifugiano al caldo. 
Scappano. 
Corrono dove si sentono al sicuro. 
Perché la pioggia porta calma. 
Porta silenzio. 
Ed è quando non c'è rumore che si sentono i pensieri. 
Le emozioni. 
Quando non c'è rumore si è più vulnerabili. 
Più fragili agli occhi degli altri. 
Con una maschera in meno. 
Piove. 
Piove e la città sembra deserta. 
Un passo. 
Un altro. 
Un altro ancora. 
Il muro della vecchia stazione di fronte a me. 
Un nome, una frase, una data. 
In tanti hanno lasciato un segno del loro passaggio. 
Ed è bello immaginare le storie di quelle persone. 
Cosa simboleggiano le date. 
Se hanno ancora significato per chi le ha scritte. 
Se quei nomi racchiusi in un cuore hanno ancora un legame. 
Mi piace osservare le persone.
I loro movimenti.
I loro atteggiamenti.
Immaginare la storia dietro alle loro espressioni.
La ragione della loro felicità.
Il motivo della loro tristezza.
E penso che, in fondo, mi piacerebbe sapere qualcosa in più sulla sua, di tristezza
Sul suo sguardo freddo.
Sul suo innato autocontrollo.
Sul suo essere freddo, distaccato.
Mi piacerebbe conoscerlo.
Scoprire ciò che di lui ancora non so.
Capire il motivo della mia attrazione verso di lui.
Scoprire da dove nasce questo irrefrenabile desiderio di lui.
La penna fra le mie mani a scrivere freneticamente.
Le parole a sgorgare veloci dalle mie dita.
I miei pensieri a imprimersi sulla carta di un diario che mi appartiene da troppo tempo.
Le emozioni a riempire un'altra di quelle pagine piene di ricordi.
Quelle pagine piene di momenti da non dimenticare.
Quelle pagine piene di me.
E il diario che tengo fra le mani si fa pesante.
Scivola fra le dita.
Cade a terra con un tonfo sordo.
Si appoggia sul terreno con le pagine ancora aperte.
I miei pensieri rivolti al cielo.
Le gocce a cadere leggere.
A sbavare di poco l'inchiostro.
A confondere quelle parole ancora di più.
E i passi che si avvicinano non li ignoro. 
Non sono sola. 
E quegli occhi li riconosco. 
Quello sguardo intralciato dai capelli scuri. 
Quell'espressione fredda. 
Quel suo modo di guardarmi come se potesse leggermi dentro. 
Non sono l'unica ad aver bisogno di pensare. 
Non sono l'unica ad aver bisogno di restare sola. 
Restiamo soli insieme.
Si ferma davanti a me.
Mi osserva.
E io osservo lui.
Un contatto visivo che sembra non volersi spezzare mai.
E le sue mani si avvolgono attorno a quell'oggetto che le mie non sono state in grado di sostenere.
I suoi occhi si posano sul diario che tiene fra le mani.
Si soffermano sulla copertina consunta.
Sulle parole disordinate scritte fra le pagine.
Sull'inchiostro scuro.
E i miei pensieri si fanno affollati.
Troppo difficili da distinguere.
Troppo caotici per concentrarmi su uno di essi soltanto.
Troppo assordanti per sentire il ticchettio della pioggia.
Ma non rumorosi abbastanza per distrarmi dal suo sguardo freddo.
Pagine piene di me fra le mani.
Sentimenti profondi nascosti fra le pagine
Inchiostro nero a macchiare la purezza del bianco.
A riordinare pensieri confusi.
A calmare un animo tormentato.
Il mio diario. Nelle sue mani.
E la paura di mostrarmi si fa viva
Il desiderio di nascondermi arde dentro di me.
Pau ne piene di parole, di ricordi.
Troppe cose da nascondere e troppe poche da mostrare.
E il silenzio, quello tipico di me.si fa padrone di questa notte fredda.
Un silenzio troppo pesante fra di noi.
Un'aria troppo vuota.
Nulla dietro cui nascondersi.
Nessun luogo dove potersi rifugiare.
Dove poter scappare.
Da tutto.
Da tutti.
Da questa paura che mi infiamma il petto
Nessun luogo dove ritrovare la solitudine che amo.
Il silenzio pacifico che ho scelto di volere.
Un cielo cupo sopra di noi.
Un silenzio tormentato nell'aria.
Io e lui. 
Nero e bianco. 
Notte e giorno. 
Io e lui. 
Uguali nella nostra diversità. 
Vicini ma troppo lontani per toccarci davvero. 
Distanti senza esserlo davvero. 
Io e lui. 
Il suo sguardo freddo. 
Le sue mani calde. 
Una lontananza che vorrei annullare. 
E le sue labbra diventano la mia tentazione più grande. 
I suoi occhi il mio incubo peggiore. 
La sua anima la strada che voglio affrontare. 
E il freddo dei suoi occhi sembra sciogliersi un po'. 
Le sue labbra ad incurvarsi in un sorriso. 
Le sue dita a sfiorare il mio corpo. 
Lo spazio fra di noi ad annullarsi. 
E le sue labbra sfiorano le mie. 
Rompono le distanze fra di noi. 
E sento la sua lingua calda avvolgersi alla mia. 
Le sue labbra morbide prendersi il mio respiro. 
Il suo profumo inebriarmi i polmoni. 
E le sue braccia diventano un luogo sicuro dove rifugiarsi. 
Dove nascondersi quando si ha paura. 
E il mio cuore che batte rapido diventa il simbolo di un amore al quale mi voglio lasciar andare. 
Il suo sguardo quello dal quale non voglio più nascondermi. 
Le sue labbra la tentazione a cui non voglio più resistere. 
Il suo corpo quello che voglio imparare a conoscere. 
La sua voce la melodia che non voglio dimenticare. 
Non si sceglie di chi innamorarsi. 
Succede. 
Succede e basta. 
Succede. 
Nessuna ragione. 
Nessun motivo. 
Nessuna colpa. 
Succede. 
È un istinto naturale. 
Incontrollabile. 
Succede. 
Io e lui. 
Nero e bianco. 
Notte e giorno. 
Io e lui. 
Uguali nella nostra diversità. 
Vicini ma troppo lontani per toccarci davvero. 
Io e lui.
Troppo distanti per essere un noi, ma troppo vicini per non esserlo.