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Autore: K_atastrofe    03/08/2016    3 recensioni
Dove Youngjae ha bisogno di un modello per il progetto finale di arte, ma non ha amici che poserebbero nudi per lui. Ma Daehyun non è un amico. Non proprio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daehyun, Un po' tutti, Youngjae
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Love is a Collision
xlightless

 



«Mento alzato. Un po’ di più. Perfetto. Gira la testa un pochino verso la tua destra. Metti le mani sui fianchi.»

Youngjae siede in uno strip club, un quadernetto sulle gambe ed una matita nella mano. Lei sta indossando un bikini che copre di poco il suo seno e l’intimità. Le curve del suo corpo sono un po’ troppo angolari. Le sue ossa in posti che Youngjae non è sicuro debbano stare. Lei ha gli zigomi pronunciati, un mento aguzzo, un’espressione che va tra il disinteressato e la fiera seduzione. Le luci offuscate creano un effetto d’ombre sul suo corpo, cancellando qualsiasi imperfezione possieda la sua pelle chiara.

La matita di Youngjae libra sul foglio, sapendo che se anche si bloccase per un momento, lei se ne andrebbe lasciandolo con solo un busto nudo. Lo fa perché ha bisogno di riempire il suo portfolio per il suo progetto finale. Lo fa perché queste modelle sono state abbastanza gentili da lasciarsi fare un ritratto durante le loro prove. Lui lo fa perché non vuole assumere modelle, e comunque il barista del club.

E pensa che potrebbe anche farne uso di questa opportunità.

Modelle e strippers hanno molto più in comune di quanto la maggior parte delle persone possa pensare. Posano sotto falsi contesti. Vendono il loro corpo all’occhio del pubblico. Loro hanno da apparire attraenti, costantemente seduttive ed accattivanti. La personificazione della Lussuria stessa.

Youngjae non sa perché le strippers sono condannate quando i clienti continuano a ritornare in giacche e cravatte e scarpe di cuoio firmate. Quando i clienti dicono alle loro mogli Scusami, devo fare gli straordinari.

Il lavoro da sbrigare si sta accumulando molto in questa settimana.

Lo sai che il mio capo è un vero dittatore.

Lei rompe la propria posizione quando Youngjae finisce di sfumare i segni della matita per aggiungere profondità. Si accovaccia per guardare Youngjae, ma è comunque troppo in alto sul palco.

“Posso vedere?” domanda, la sua voce più dolce rispetto al rumore del basso. Le sue ginocchia sono unite, premute contro il seno. I capelli neri ricadono sulle sue spalle come una cascata.

Youngjae gira l’album, e lei sorride. Si alza di nuovo ed avanza più in basso del palco. Youngjae gira pagina mentre sale un’altra modella. Questa ha curve più morbide ed angoli meno duri. Ha un ciuffo di capelli di un rosso brillante che si intona con il bikini.

«Incrocia le braccia. Bene. Ora guardami.»

 




Youngjae è a conoscenza del fatto che il suo modo di completare il portfolio è inconveniente, ma il dipartimento di arte è incredibilmente frugale e non assumerebbe modelle.

E che Youngjae non abbia alcun amico che voglia posare nudo per lui non aiuta.

«Avresti dovuto fare ingegneria,» dice Junhong, sfogliando il quaderno di Youngjae.

«Dice il ragazzo che si diploma in danza moderna,» afferma Youngjae. Riprende il quaderno da Junhong.

Junhong si stende sul letto di Youngjae. «No, hey, la borsa di studio di danza paga per la mia educazione, ma mi sto diplomando anche in psicologia. Ma tu. Tu sei veramente bravo a matematica.»

«Solo perché sono bravo a matematica non significa che faccia schifo in arte,» dice Youngjae. «Da dove esce, poi, quello stereotipo?»

Junhong scrolla le spalle, ruba nuovamente l’album di Youngjae, e lo risfoglia. «Hai ragione. Questi bozzetti sono veramente belli, considerando che li fai, in quanto, un minuto?»

«Un minuto e mezzo. Forse se la donna è nuova, ma è piuttosto raro,» replica Youngjae. Si arrende all’idea di sprecare altre energie per riprendersi il quaderno. «Ma quello non è necessario.»

«Ma il fatto è,» Junhong si ferma e guarda un’altra pagina, girandola per mostrarla a Youngjae, «queste sono tutte donne. Non hai bisogno di diversificare il tuo portfolio un po’?»

Youngjae apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito, pensando. «Forse dovrei.»

Junhong fa cenno con la testa di sì. «Questo è quello che ottieni andando solo negli strip club. Ci sono solo donne mezze nude e niente uomini. Immagina la reazione dei tuoi genitori quando scopriranno che sprechi la tua educazione per disegnare strippers.»

«Almeno non mi sto drogando,» dice Youngjae.

Junhong si allunga per riporre l’album sul tavolo di Youngjae. «Puoi sempre andare in uno strip club per gay.»

Youngjae inarca un sopracciglio. «Esistono?»

Quando Junhong fa spallucce, Youngjae comincia a dubitare la sua credibilità. «Personalmente non ne conosco alcuno, ma sono sicuro che ce ne saranno almeno un paio in città. Possiamo andare a chiedere ad Himchan.»

Quando Junhong dice di Himchan, Youngjae comincia a dubitare delle sue inzioni.

 




Himchan ha una reputazione all’interno del campus. Le voci viaggiano di tanto in tanto. Lui è indubbiamente una troia. Un mostro nelle lenzuola. Lui è bisessuale. Lui è gay. Fa ottimi pompini. Gira senza mutande ogni giorno nel caso si faccia una scopata tra una lezione e l’altra.

Ogni cosa su di lui riguarda uno scandalo sessuale.

«Oh sì! Cazzo! Sì, là! Più forte!»

E Youngjae pensa che alcune di queste dicerie siano vere.

Youngjae sospira mentre Junhong si ferma proprio fuori della casa di Himchan. Nessuno dovrebbe esserci lì dentro – è la mezzanotte di un venerdì, il che significa che tutti sono ad una festa – ed Himchan sta scopando qualcuno.

Youngjae alza lo sguardo verso l’unica finestra con la luce accesa. «Dovremmo aspettare, o–»

Un urlo risuona nell’aria, interrompendo Youngjae, e non ci sono più suoni.

«Nah, hanno finito,» afferma Junhong. Apre la porta, portando con sé Youngjae. Aspettano nel salotto. Junhong siede sul divano in pelle, a gambe distese. Youngjae siede accanto a lui.

«Okay, ora puoi andartene,» dice una voce.

Un’altra voce farfuglia. E’ quasi troppo profonda. «Aspetta, ma, cos–»

«Shhh, rovinerai il momento.» Un’altra lunga pausa. «Ora vattene.»

C’è un leggero rumore di vestiti. L’abbottonarsi di una cintura. Veloci passi. Un giovane uomo scende le scale. Tiene un giacchetto sotto un braccio. La sua camicia alzata mostra la schiena. Una macchia di inchiostro scuro sbuca da sotto la manica della sua camicia. Vede Youngjae e Junhong seduti sul divano e arrossisce vistosamente. Si tira giù la camicia. Scappa dalla porta principale.

«Himchan! Ho una domanda per te!» esclama Junhong una volta che la porta è chiusa.

Dei passi scendono le scale, considerabilmente più lenti rispetto ai precedenti. Himchan raggiunge il salotto, con solo un paio di pantaloni da tuta indosso. Non ha una maglia sopra. Trasuda un’aura simile a quella delle donne nello strip club. Youngjae sente un intenso bisogno di disegnare Himchan. Forse potrebbe chiederglielo dopo.

«E’ meglio che sia importante,» risponde Himchan. Si passa una mano tra i capelli umidi. Sorpassa Youngjae e si siede accanto a Junhong. Profuma di vaniglia e sudore.

«Conosci qualche buon strip club per gay?» domanda Junhong.

Himchan ghigna. «Lo sai che ho bisogno di un pagamento, vero?»

Quando Himchan posa una mano sulla coscia di Junhong, Youngjae comincia a sentirsi così fuori posto. Junhong sorride.

«Sì, lo so,» dice.

Himchan picchietta la gamba di Junhong e si alza. «Bene, perché ho davvero bisogno con quel foglio di filosofia.»

Confuso, Youngjae fissa la schiena di Himchan mentre questi si avvia verso la cucina. Junhong, si alza, facendo cenno a Youngjae di seguirlo. Entrano in cucina per trovare Himchan che si tira fuori una ciotola di cibo dal frigo.

Junhong appoggia i gomiti sul tavolo. «Quale parte?»

Himchan mette la ciotola nel microonde, mettendo il timer a tre minuti. «Ho solo bisogno di qualcuno con il quale fare la ricerca. Quando avrò organizzato il tutto, potrò scrivere il tema.» Poi, spalanca gli occhi e si avvicina a Youngjae. Gli porge una mano. Youngjae la stringe timidamente. «Scusami. Non mi sono nemmeno presentato. Sono Kim Himchan, l’afrodisiaco reisdente.»

Youngjae batte gli occhi. Non vuole essere troppo maleducato, ma è ancora confuso dall’improvviso cambiamento di Himchan. «Yoo Youngjae, um, studente.»

Himchan regala a Youngjae un brillante sorriso. «Piacere di conoscerti, Youngjae.» Si volta verso Junhong. «Volevi sapere… cosa?»

«Strip club per gay,» dice Junhong. «Ne conosci qualcuno?»

Himchan accenna ad aver capitolo. Si siede in una delle sedie vicino al tavolo. «E’ difficile trovarli.»

Junhong scrolla le spalle. «Ne è valsa la pena tentare.»

Himchan sorride a Junhong con un’espressione mortificata. «Mi dispiace.»

«Ti aiuterò comunque con le tue ricerce,» afferma Junhong.

Himchan fa il giro del tavolo per andare ad abbracciare Junhong. Si allunga per carezzargli la testa. «Tu anima preziosa. Sei troppo puro per questo buco di merda.»

Junhong fa spallucce, ma sorride. «Ci provo.»

Himchan lascia Junhong, lo osserva, poi Youngjae. Lui volta lo sguardo da qualche altra parte perché non può guardare Himchan negli occhi.

«Perché ne cerchi uno, in ogni caso?» chiede Himchan.

«Nessun motivo in particolare,» risponde Junhong.

Himchan sta per dire qualcosa, ma Youngjae lo blocca, «E’ per il mio portfolio.»

C’è un barlume di curiosità negli occhi di Himchan mentre ripone tutte le sue attenzioni su Youngjae. «Illuminami.»

«Ritraggo le ragazze del club dove lavoro,» comincia a dire Youngjae. «Mi diplomo in arte, e questo portfolio è il progetto per l’esame finale.»

«E che c’entrano gli strip club per gay?» domanda Himchan, alzando un sopracciglio.

«Per ora ci sono solo donne nel mio portfolio,» replica Youngjae. Le sue guance bruciano perché nella sua mente, tutto era logico e completamente ragionevole. Una volta dette, invece, tutto suona così stupido. Comunque, continua.

«Mi è stato consigliato di diversificarlo–» Youngjae lancia un’occhiata a Junhong. «Aggiungere più ragazzi.»

Himchan posa il mento sul palmo della mano. «E’ tutto molto affascinante.» Si gira verso Junhong. «Hai un amico affascinante.»

Junhong alza le spalle con un sorriso sul viso. «Già, lo so.»

Himchan prende un pezzo di foglio e una penna dai contenitori della cucina. Ci scrive sopra qualcosa prima di darlo a Youngjae. Lo guarda per trovarci un nome e un numero. «E’ un mio amico. Non si farà problemi a posare per te per un paio di ore.»

Youngjae giura che il suo viso sia di una sfumatura di rosso ancora più scura, ma infila il foglietto nelle tasche. «Um, grazie.»

Himchan sorride, un sorriso compiaciuto di quelli che la sanno lunga. «Non è un problema.»

Poco dopo, Youngjae e Junhong escono dalla casa. Il freddo gli pizzica il naso. Youngjae infila le mani nelle tasche.

«Come conosci Himchan?» domanda Youngjae mentre si avviano verso la sua macchina.

«Abbiamo la stessa lezione di filosofia,» rispode Junhong. «Per questo ha bisogno di aiuto per il tema.»

Youngjae asserisce. «Si certifica in filosofia?»

Junhong accenna ad un sì. «Si diploma in musica tradizionale. E’ bravo con uno di quei tamburi, non mi ricordo il nome. La gente si fossilizza sugli scandali sessuali, ma lui è piuttosto figo.»

Youngjae realizza che faceva parte di quelle persone prima di incontrare realmente Himchan.

 




«Vorrei ricordarvi che i vostri portfolio hanno scadenza il prossimo mese.»

Il professore continua a parlare con voce monotona, dal podio. Youngjae sospira, le nocche premute contro la guancia, sorreggono la sua testa. Pensava che un professore di arte avesse più entusiasmo di un morto.

«Dovrebbe esserci un tema centrale e un titolo legato agli aspetti del realismo umano,» continua il professore. «Inoltre, non dimenticatevi della parte finale. Uno dei vostri bozzetti verrà trasferito su tela e i cinque migliori disegni saranno inclusi nell’Esibizione Artistica Annuale d’Inverno.»

Youngjae lascia che i suoi occhi si chiudano. Cosa deve fare oggi?

«Va bene, questo è quanto, la lezione è finita,» afferma il professore. Probabilmente ha realizzato che nessun’altro gli stava dando attenzione.

Youngjae si pente di aver scelto una lezione delle otto di mattina. E’ orribile. Si sveglia alle 7:45, si sbriga per essere presentabile, e sostanzialmente corre verso l’aula, con del caffè ed una barretta energetica in mano e uno zaino che gli dà fastidio alla schiena.

Youngjae esce dalla costruzione e raggiunge il cortile. Se ritorna ai dormitori, sicuramente si addormenterà e non farà nulla. Potrebbe andare a studiare in biblioteca. Non ha dei fogli da completare?

«Cazzo, è vero,» grugnisce Youngjae mentre si fa strada verso la biblioteca.

Trenta minuti dopo, Youngjae si siede ad un tavolo vuoto con una piccola pila di libri tra le braccia. Li posa con un affanno e tira fuori il computer dal suo zaino.

«Scusami, posso sedermi?»

Youngjae alza lo sguardo. E’ un giovane con indosso una felpa, una giacca e dei jeans. Ha degli occhiali spessi. Tiene un cappello in mano e i suoi capelli bruni aggrovigliati fuggono in direzioni a caso. Il suo zaino è sistemato solo su una spalla.

«Certo, fai pure,» risponde Youngjae, guardando il suo computer di nuovo.

«Grazie,» dice l’uomo, sedendosi di fronte a Youngjae.

Il silenzio che c’è non è così imbarazzante quanto Youngjae aveva originariamente pensato. Una cartellina è aperta di fronte all’uomo, ed i fogli sono sparsi. L’unghia del suo pollice resta in mezzo ai denti. E’ quasi piacevole, il modo in cui lavorano, isolati ma allo stesso tempo insieme. Youngjae riesce ad abbozzare una tesi. Guarda l’ora al lato dello schermo del compute. Sono quasi le dieci.

«Vado alla mia prossima lezione,» dice Youngjae, ma non sa perché l’ha detto ad alta voce. Sistema le sue cose e riprende la pila di libri in mano.

Il giovane alza lo sguardo, dandogli un’occhiata stanca. Accenna ad un sorriso. «Divertiti.»

Youngjae scuote la testa, con un sorriso sulle labbra. «Grazie.»

Mentre Youngjae esce dalla biblioteca, cerca nelle tasche il suo cellulare, ma trova anche il foglietto che gli dette Himchan lo scorso venerdì.

«Ah, giusto,» mormora Youngjae. Legge il nome (Jung Daehyun) e increspa le labbra. Dovrebbe davvero chiedere ad un completo sconosciuto di posare nudo per lui?  Ma Himchan ha detto che gli andrebbe bene. Ma come dovrebbe chiederglielo?

Youngjae, istintivamente, decide di messaggiare al ragazzo.

Ciao, mi chiamo Youngjae. So che non mi conosci, Himchan mi ha consigliato di chiedere a te. Ho bisogno di un piccolo favore per il mio progetto di arte.

Youngjae rimette immediatamente il telefono nelle tasche e comincia a camminare verso le scale. Non fa nemmeno dieci passi che il suo telefono vibra nella tasca. Sente le sue interiora attorcigliarsi. Tira fuori il cellulare. E’ un messaggio da Daehyun.

Hey. Certo, cos’è?

Youngjae guarda il messaggio. Come dovrebbe chiedere educatamente ad un estraneo di posare nudo per lui?

Possiamo incontrarci da qualche parte così che possa spiegarti in dettaglio? Preferirei dirtelo faccia a faccia.

Youngjae invia, le sue che tremano. Non avrebbe dovuto dare retta a Junhong. Avrebbe dovuto rimanere a disegnare donne. Almeno le ragazze al bar erano abituate a girare con quasi nulla addosso.

Il suo telefono vibra ancora.

Va bene. Quando e dove?

Youngjae deglutisce mentre digita una risposta. E’ quasi del tutto libero domani mattina.

Che ne dici del Matoki Coffee House domani alle 10?

Daehyun risponde quasi subito.

Fantastico! Ci si vede allora.

I nervi delle mani di Youngjae si rilassano in qualche maniera, ma non del tutto. Prende un respiro profondo, ma ciò non dissipa il masso che si è creato nel suo stomaco. Non ha ancora risolto nulla. Ha solo ritardato l’inevitabile.




Storia originale di: xlightless , da Ao3 (Archive of Our Own).
Ho avuto il dolce privilegio di tradurre questa meraviglia, aw. W la daejae :3
  
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