9 , 14 , 21

 

 

Avevo 9 anni.

I ricordi sono sbiaditi, senza colore, come la pellicola di una vecchia fotografia…

Giravo per la sala comune con aria baldanzosa, mangiando una fetta di crostata al cioccolato. Le ragazze più grandi sparecchiavano la tavola, Roger chiacchierava piacevolmente con un’istruttrice e alcuni bambini giocavano e ridevano.

Uno di questi se ne stava in un angolo, con i suoi trenini ed i suoi robot, isolandosi dal resto della marmaglia Mi faceva un po’ pena, anche se mi doleva ammetterlo. Sembrava quasi un qualche fantasma che solo io potevo vedere: maglietta e pantaloni bianco latte, pelle biancastra da morto, capelli ondulati e chiarissimi, occhi grigi e persi nel vuoto.

Faceva paura, oltre che pena.

Parlava di rado con i bambini dell’orfanotrofio, ma i suoi interlocutori preferiti parevano essere me, Roger, Elle, Matt e forse Pamela…mi era antipatica quella ragazzina.

Spavaldo, mi avvicinai al bimbo cadaverico, Near, e gli chiesi se potevo giocare con lui.

 

-Uhm…va bene.- mi rispose lui, con un sorriso timido.

Iniziammo ad armeggiare con bamboline e robottini e sembrava che si divertisse molto a giocare con me. Poi si fermò all’improvviso, perquisendosi le tasche dei pantaloni.

 

-Che succede, Near?- gli chiesi.

 

-Beh…non trovo più il mio Giudice Oscuro.- si riferiva alla riproduzione in miniatura di uno dei suoi personaggi preferiti della tv.

 

-Il Giudice Oscuro…? Ah, sì! Devi averlo dimenticato in camera mia ieri pomeriggio…Vieni, andiamo a prenderlo.- mi alzai e gli offrii la mia mano. Ero un bambino molto buono da piccolo. Ero sì,prepotente, ma con gli amici ero davvero gentilissimo. Almeno fino a quel giorno.

Raggiungemmo la mia stanza e spingemmo la porta.

 

-Aha! Sapevo che ti avrei trovato qui!- dissi puntando un dito verso il comodino. Un Matt piuttosto confuso si voltò con lo sguardo di qualcuno che era stato colto sul fatto.

 

-Dai, Mello! Lo sai che ho il diritto di provare i tuoi giochi!- si lamentò indicando il mio gameboy, preso a tradimento dal cassetto.

 

-Cosa,cosa,cosa?! Ma quale diritto? Forza, dammelo subito! E poi, quel Giudice Oscuro che ti spunta dal taschino non è roba mia, ma di Near, quindi restituisciglielo!- gli ordinai facendo il superiore.

 

-Aspetta, fammi finire ‘sto livello e poi ne riparliamo.- ribattè lui buttando nuovamente gli occhi sul videogioco. Allora mi rivolsi a Near:

 

-Al mio 3 gli saltiamo addosso, ok? 1,2….3!- al mio segnale io e Near ci gettammo di peso su Matt che, con un gridolino, cadde sul letto trascinandoci con lui. Ci facemmo il solletico per 10 minuti o di più, ridendo di gusto. Non avevo mai visto Near divertirsi in quel modo.

 

-Ehi, fermi un secondo…guardate, i ragazzi hanno iniziato la partita!- esclamò Matt e si mise con la faccia schiacciata contro la finestra sopra il letto.

 

-Ah! Questa è la partita del secolo, devo segnarmi i punti.- dissi afferrando un block notes e una penna. Non dimenticherò mai quella scena così serena: io, steso sul letto mentre prendevo appunti, Near appoggiato su di me, un aeroplano giocattolo in mano, mentre cercava di guardare fuori dalla finestra e Matt, seduto ai piedi del letto, attento più che mai, con ancora il mio videogioco in mano.

Poi qualcuno bussò alla porta…e vorrei che non lo avesse mai fatto.

Urlai un “avanti” distratto e la porta si aprì lasciando entrare colui che consideravo il mio maestro di vita. Quando ci vide in quella buffa posizione, sorrise divertito.

 

-Ciao piccoli..che state facendo?-

 

-Guardiamo la partita Lawliet…ma stiamo perdendo!- mormorò Matt sconsolato.

 

-Mi dispiace! Vorrei vedere anche io l’esito della partita, ma è giunta la mia ora, ragazzi, e sono passato per salutarvi.- un altro sorriso.

 

-Noo…te ne vai di già?- chiesi dispiaciuto. Non avevo ancora capito la gravità della cosa, sapevo solo che Elle avrebbe lasciato Wammy’s House per un po’ di tempo, ma aveva giurato che sarebbe venuto a trovarci.

 

-Ho preso dei regalini, a voi che siete i miei preferiti.- così Elle ci distribuì tre pacchetti. Matt urlò di gioia quando aprì il suo e vide che era un gameboy nuovo di zecca, tutto per lui. Lo stesso feci io quando scartai il mio regalo ben dodici barrette di cioccolata fondente. Poi fu il turno di Near. Il suo dono era un puzzle di 1000 pezzi, completamente bianco, se non per una piccola L nera in alto a sinistra.

 

-Ma che razza di puzzle è, quello?- chiese Matt dando un morso alla MIA cioccolata, con MIO profondo disappunto.

 

-E’ un puzzle molto complicato e sono curioso di sapere se riuscirai a completarlo, Near. Inoltre lì in alto c’è il mio nome- disse Lawliet riferendosi alla L.

 

-Mi piace molto, grazie.- ringraziò il bambino sorridendo.

 

-Sono contento.- poi lo fissò mentre si attorcigliava i capelli su un dito.

-Diventerai un ottimo detective, ne sono sicuro.- aggiunse Gli diede un buffetto sulla guancia e poi si allontanò salutandoci con la mano.

…Un ottimo detective?! Near?! Buffetto sulla guancia?! Come mai riservava tutto quell’affetto per quel bimbo cadaverico?

Da quel momento iniziai a provare astio verso Near.

 

 

Ciao!

Questa ff avrà solo 3 capitoli, come se fossero i pilastri che sorreggono la vita di Mello, ciò che conta di più per lui: il passato remoto, il passato prossimo e il presente. ^^.

Tranquilli, non è una lezione di italiano J

Comunque ho voluto ricalcare i ricordi di Mello a modo mio.

In questa storiella non esiste Kira, Elle non muore e quindi Near non lo sostituirà.

Spero vi piaccia! Commentate? J

 

Mirokia