Cœur pur beurre et citron

 

Quel giorno faceva troppo caldo persino per muoversi, e Vash si era trovato un posticino comodo e tranquillo per rilassarsi dopo il lavoro incessante degli ultimi giorni.
Un lievissimo soffio di vento agitò le fronde dell’albero che faceva ombra alla panchina su cui era seduto, nel suo giardino; chiuse gli occhi e lasciò che quella leggera brezza gli scompigliasse i capelli e desse qualche secondo di tregua all’afa estiva.
Avvertì una presenza minuta avvicinarglisi e sedersi silenziosamente accanto a lui. Girò il capo quel tanto che bastava per intravedere le corte ciocche bionde di Lili, che teneva lo sguardo basso e con le mani stringeva una confezione di biscotti, probabilmente comprati quella mattina.
Per qualche minuto nessuno dei due disse nulla, e si sentì solo il dolce fruscio delle foglie sopra di loro; ma non erano silenzi imbarazzanti quelli che caratterizzavano gli attimi che passavano insieme, non erano tesi o nervosi. Svizzera e Liechtenstein erano in grado di tacere per ore, di stare seduti l’uno accanto all’altra senza dire una parola, e per loro quei momenti erano la cosa più dolce e ristoratrice che ci potesse essere.
Fu la sorellina a rompere quel tenero equilibrio che si era formato nella quiete di quel mite silenzio, con quella vocina docile e sottile che non sarebbe stata in grado di infastidire neanche il più irritabile degli uomini: «Non siamo riusciti a festeggiare il tuo compleanno, quest’anno...»
Sembrava quasi amareggiata, e il fratello arrossendo cercò di consolarla prendendole una mano con la sua. «Figurati, non…non era così importante.»
C’era un motivo per cui Vash Zwingli amava il silenzio: semplicemente, con le parole non era in grado di dire ciò che pensava; o perlomeno, quando doveva esprimere pensieri calmi e gentili. La ragazzina capiva, e senza dire nulla appoggiava la testa contro la sua spalla e chiudeva gli occhi, sorridendo appena.
Lili allungò verso di lui i biscotti, in un tacito invito a prenderne uno. Svizzera, nel prenderlo, rimase fermo a osservare la tenera forma a cuore del dolce, mentre la sorella ne masticava lentamente un altro.
La sentì stringersi di più a lui e sfiorargli appena il braccio; Liechtenstein sorrise, e gli parve che con quegli occhi zuccherosi e pieni d’aspettative gli dicesse: “Guarda, fratellone, quel cuoricino è come il tuo: è buono e dolce come il burro, ma ha quel lieve pizzico di limone che lo caratterizza e lo rende più asprigno…ma non per questo meno delizioso.”
L’elvetico sospirò, e diede un morso al biscotto. Portò un braccio oltre la spalla della sorellina e lasciò che questa si appoggiasse sul suo petto.
Non dissero più nulla.










Angolino del nulla da fare (a parte i compiti, le millemila recensioni di cui sono indietro, prendere un po' di sole che sono bianca come un cadavere...)
Siccome lunedì era il compleanno di Svizzera ma ovviamente io ero isolata dal mondo e non potevo farci nulla(?), ho deciso di scrivere comunque una piccola flashfic per questi due cosini teneri e pucciosi <3
Sì, sono fissata con i rapporti tra fratelli. E non sono sicura che il "pur" nel titolo sia corretto, probabilmente ci andava il "de", ma ho voluto ispirarmi al nome dei biscotti che mangiano.
<= questi biscotti. Che sono buoni. Se andate in Svizzera comprateli(?)
Moi moi! ^^