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Autore: Kevan Reed    03/08/2016    0 recensioni
In un regno lontano, una strega malvagia, Cressida, rapisce la giovane Ewy per assorbirne la sua rara bellezza rendendo la strega bella e giovane portandola nel suo castello. Allen, un guardiano di porci nonché amante della bella fanciulla compie una missione di salvataggio per liberare la sua amata dalle grinfie della strega. Intrufolantosi nel castello scoprirà che prima di arrivare alla megera dovrà affrontare i suoi quattro apprendisti che oltre a difendere la torre di Cressida custodiscono i quattro pezzi dello scettro supremo di Staven. Una volta messi insieme lo scettro diventerà un'arma molto potente in grado di sconfiggere la strega.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.

LA TANA DEL DRAGO
 


Allen, Vivian e Riccio fissavano quasi con stupore che nella sala grande era rimasta una sola porta. I primi tre apprendisti erano stati sconfitti e ora rimaneva l’ultimo. Un altro apprendista e sarebbero riusciti a completare lo scettro di Staven, l’oggetto che avrebbe potuto sconfiggere Cressida una volta per tutte.
L’ansia e l’agitazione che Allen provava pensando a quello che lo aspettava dietro la quarta porta era tanta e non riusciva a stare fermo, per quanto Riccio cercasse di farlo distrare con le sue solite battute il ragazzo pensava e ripensava senza sosta.
- Allora ragazzi, penso che dovremmo parlare dell’ultima porta. - disse Vivian guardando preoccupata il ragazzo e il fantasma.
- Ok. Dicci tutto. - rispose Allen seduto sul pavimento con le gambe incrociate.
- Credo che dovremmo escogitare un piano, uno stratagemma per far cadere in trappola l’apprendista. - disse lei con tono da maestrina.
- Vivian è impossibile escogitare un piano. Insomma, abbiamo affrontato un uomo albero, una strega del mare e uno scheletro enorme. Esseri ben lontani dalla logica e dalla normalità. Non sappiamo cosa troveremo lì dentro! - disse Allen titubante. Vivian sapeva che Allen aveva ragione ma non per questo trovava inutile prepararsi all’ultima sfida.
- Andiamo? - chiese Riccio con il suo solito sorriso smagliante.
- Si. Forza! - disse Allen alzandosi da terra.
I tre con decisione aprirono la porta e, anche se un filo di insicurezza li tirava indietro la varcarono e se la chiusero dietro.
 
Un caldo asfissiante faceva sentire Allen e Vivian senza ossigeno nei polmoni. L’afa era talmente pesante che non riuscivano respirare. L’unico ad essere rilassato era Riccio ma...lui era un fantasma.
I tre si erano ritrovati catapultati su una montagna ma era una montagna strana. Il terreno circostante era arido, privo di flora e fauna. La terra coperta da qualche macigno qua e là, si presentava spoglio. Il cielo era pregno di un fumo denso che usciva dal terreno e non si riusciva a capire se fosse giorno o notte. Non c’erano ne strade, ne sentieri e l’unica cosa che i tre compagni d'avventure potevano fare era percorrere la salita che li avrebbe portati alla cima della montagna. C’era un insolita puzza di zolfo nell’aria che accompagnava l’afa, il che non faceva presagire niente di buono.
- Quest'orribile odore di zolfo non è per niente un buon segno. - disse Allen insospettito.
- Pensi anche tu a quello che penso io? - chiese Vivian.
- Credo di si ma spero di sbagliarmi. - rispose Allen.
Riccio era andato in perlustrazione per fare il punto sulla situazione. La sua capacità di volare glielo permetteva ed era felice all’idea di rendersi utile. Era sparito per qualche minuto ma ritornò velocemente per raccontare ai ragazzi quello che aveva visto.
- Ragazziiii! - urlò Riccio volando verso di loro.
- Che c’è? Cos’hai visto? - chiese Vivian.
- Dietro quella collinetta c’è una scalinata che porta lassù in cima. - disse il fantasmino con fare euforico.
- Bene allora andremo di là. - disse Allen decidendo per tutti.
La scalinata era ripida e faticosa e con quel caldo torrido Allen e Vivian presto si ritrovarono piuttosto affaticati e sudati. Lo stesso non si poté dire di Riccio che stava piuttosto bene. Per smorzare un po’ i toni Vivian iniziò a fare domande a Riccio sulla sua vita da essere umano.
- Allora Riccio. Eri chiamato così anche da vivo? - chiese la fata.
- No. Riccio è un soprannome che mi hanno dato gli altri fantasmi al cimitero. Mi chiamavo Tucker all’epoca. - disse Riccio sorridente.
- E’ un bel nome Tucker ma penso che Riccio ti sia addica di più. - intervenne Allen sorridendo a sua volta - E come..sei morto? - continuò.
- Mi venne la malaria un’estate. Stetti male per giorni e morii nel sonno. - disse tirando un sospiro malinconico.
- Mi dispiace. - disse la fata con il cuore pieno di tristezza.
- Beh si, ma sapete una cosa? Mi piace la mia vita da fantasma. Posso fare quello che voglio e senza essere visto. - disse ridendo com’è suo solito fare.
Terminata la ripida salita, i tre avventurieri con grande stupore si ritrovarono davanti ad un castello; Non era un castello come quello di Cressida o qualsiasi altro ma era un tutt’uno con la cima della montagna che si rivelò essere un vulcano e i presentimenti di Allen e Vivian furono in un attimo realtà. Dal cratere del vulcano dov’era posizionata anche una torre molto alta usciva un fumo ancora più denso di quello che fuoriusciva dal terreno la puzza di zolfo era diventata ancora più pesante.
- Ecco spiegato lo zolfo... - disse Allen coprendosi il naso.
- Un vulcano!! - affermò Riccio osservando la torre che si ergeva dal cratere. Allen senza esitare si incamminò verso l’interno seguito da Vivian e Riccio. L’ingresso del castello non aveva nessuna porta, sembrava piuttosto l’ingresso di una caverna.
Una volta entrati i tre si guardarono attorno ispezionando ogni centimetro di quel luogo. C’era solamente una grande sala all’interno; Il pavimento alternava mattoni a pezzi di terreno da dove sbucava qualche roccia. Il pavimento si interrompeva al centro della sala da dove poi iniziava un ponte, sia nella parte sud che nella parte nord, che portava ad un grande spiazzale sospeso in aria. Sotto di esso, il magma che ribolliva nervoso come se stesse per esplodere da un momento all’altro. Le pareti del castello erano in marmo che si interrompeva qua e là lasciando spazio alla parete del vulcano. Il cratere serviva da lucernario lasciando filtrare un tenue e debole fascio di luce.
- Ragazzi, l’ultimo pezzo. - disse Allen indicando lo spiazzale sospeso in aria. Proprio al centro c’era l’ultimo pezzo dello scettro che fluttuava in aria racchiuso da un aura argentata.
- Vado. - disse Riccio che scattò veloce come una saetta verso al centro della sala cercando di recuperare il pezzo. Era davvero molto vicino finché improvvisamente, una barriera potente venne lanciata contro di lui rispedendolo indietro con la stessa velocità che ci mise lui per volare fino a lì.
Riccio cadde confuso ai piedi dei due ragazzi che con occhi attenti cercarono di capire da dove provenisse quella barriera e soprattutto chi fosse stato ad attivarla.
Oltre allo spiazzale più in là del ponte nord, da una porta uscì un essere avvolto da una tunica nera. Era un uomo molto strano; il volto era grigio privo di qualsiasi rossore presente sulle guance, i capelli erano neri portati all’indietro ma la cosa che lasciò di stucco Allen e i suoi amici erano gli occhi. In lontananza riuscirono ad osservare con attenzione quegli strani occhi gialli simili a quelli di un serpente; Erano abbastanza sinistri e si poteva benissimo percepire quanto tutto ciò che lo riguardasse, emanasse crudeltà.
- Pensavate fosse così ssssemplice? - disse l’essere, sibilando.
- Il quarto apprendista suppongo... - disse Allen di rimando.
- Io sono Drakum, il ssssignore del Vulcano e apprendista di sua maestà la Regina Cressida. - rispose Drakum presentandosi.
- Senti, abbiamo già ucciso quei tre matti dei tuoi amichetti. Trasformati adesso, sfidiamoci e facciamola finita. - continuò Allen abbastanza sfrontato. Drakum si mise a ridere, una risata perfida e priva di qualsiasi emozione.
- Hai fegato ragazzo ma non ti aiuterà. - rispose l’apprendista e ad un tratto si curvò in avanti agitandosi a più non posso. Stringeva in denti talmente tanto da sembrare che potessero frantumarsi da un momento all'altro. Iniziò ad agitarsi finché la sua tunica si strappò; La sua pelle iniziò a ricoprirsi di squame e la sua statura aumentò a dismisura. Al posto del sinistro uomo in tunica adesso al centro della sala c’era un enorme drago che sbuffava fumo dalle narici e che era pronto a uccidere i tre avventurieri. Allen e i suoi amici rimasero a bocca aperta per qualche secondo ma una volta ripresosi Allen capì che non c’era tempo da perdere; si sfilò la sacca e da lì tirò fuori una spada e uno scudo. Allen non riusciva a credere che finalmente stava impugnando la spada che aveva sempre sognato. Si era allenato tanto con la scopa sognando di essere un cavaliere, che ora poteva dare realmente prova del suo coraggio.
- Come ti ssssenti adesssso piccolo uomo? Fai ancora lo sssfrontato? - disse Drakum sogghignando.
Allen seppur tremando impugnò la spada e partì all’attacco del feroce drago. Corse più veloce che poteva e il drago fece lo stesso. Stavano per raggiungersi quando Drakum iniziò a sputare fuoco e Allen prontamente si riparò dietro lo scudo. Sentiva la pelle quasi bruciarsi dal fuoco che colpiva lo scudo e così iniziò la dura la lotta.
Nel frattempo Vivian stava pensando ad un modo per sconfiggere Drakum e chiamò a sé Riccio per farsi aiutare.
- Riccio. Ascoltami attentamente…- disse Vivian.
- Dimmi tutto! - rispose Riccio.
- Renditi invisibile e vola verso il drago. I draghi hanno sempre un punto debole, un foro dove poter colpire e dobbiamo scoprire dove si trova. Solo così Allen lanciando la spada all’interno di esso potrà ucciderlo. Scopri qual'è, io intanto lo distrarrò. - Disse la fata al fantasma. Riccio non ebbe bisogno di ascoltare altro e partì verso il drago.
Vivian corse in aiuto di Allen che era visibilmente inferiore al potete Drakum. La fata così, agitando le mani, fece apparire delle sfere fatte d'acqua che lanciò contro al drago. Il drago non sembrava averle minimamente sentite addosso perché stava ancora lottando contro Allen ignorando la presenza della fata. Le giornate passate ad impugnare la scopa come fosse una spada sembravano essere state utili perché muoveva la spada con grande abilità. Schivava colpi di fuoco e colpiva ogni tanto le squame che però non si scalfivano neanche di un millimetro.
Un colpo di coda, che Allen aveva schivato, colpì la fata lanciandola indietro. Vivian non era stordita dal colpo e si rialzò subito dopo. Mentre si stava riavvicinando al drago Riccio apparve davanti a lei facendola sobbalzare.
- Ho scoperto il punto debole. - disse sorridente Riccio.
- Dov’è? - chiese Vivian con gli occhi sbarrati.
- Sulla testa. Proprio al centro della testa c’è un grosso buco. - rispose.
- Riccio sei stato bravissimo. Adesso però devi distrarlo così che io possa dire ad Allen cosa fare. - continuò Vivian a impartire ordini come una vera leader.
Riccio come prima, scattò nuovamente verso il drago per distrarlo. Vivian corse verso Allen e lo trascino verso di sé.
- Che c’è? - chiese infastidito Allen da Vivian che interruppe la sua lotta.
- Conosco il punto debole del drago. Sulla testa ha un foro e non devi fare altro che infilzare al suo interno la spada. - disse Vivian ansimando.
- Ok. So cosa devo fare. - disse Allen osservando il drago.
Drakum era rivolto verso Riccio, che lo stava tenendo a bada con i suoi soliti scherzi e le sue solite battute, opposto ad Allen. Il ragazzo corse verso lui puntando alla coda. Così velocemente salì sopra di essa e iniziò ad arrampicarsi su per la schiena. Drakum si accorse che qualcuno stava camminando su di lui e iniziò ad agitarsi con ira funesta. Allen cercava di avanzare su per la testa e di rimanere aggrappato alle squame contemporaneamente. Stava salendo molto lentamente rispetto all’inizio ma riuscì ad arrivare alla testa e con grande forza si lanciò verso il punto debole del grosso bestione con la sua spada che riuscì a direzionare nel punto giusto, con precisione. Allen riuscì a sentire la spada che trapassava il cranio infilzando il cervello. Drakum cadde a terra, morto, facendo capitolare Allen ai piedi di Vivian.
La battaglia era stata vinta e Vivian, seguito da Riccio, guardarono Allen con fierezza. Vivian aveva potuto osservare quanto coraggio risiedeva nell'animo del guardiano di porci durante tutto il loro viaggio. Non si era mai arreso alle avversità e tutto in nome dell’amore. Lui si alzò da terra e notò gli sguardi dei suoi amici posati su di lui.
Vivian appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e gli sorrise.
- Allen, hai vinto anche questa lotta. Sei stato bravissimo. Sei un vero eroe!! - esclamò lei.
- Io? No. Non ce l’avrei mai fatta senza di voi. Io sono solo un umile contadino. - rispose lui imbarazzato.
- No Allen. Sarai anche un contadino ma il coraggio non è una cosa che si può apprendere durante la vita. Lo si ha dentro da sempre. E’ questo che fa di te un eroe. Non ti sei mai arreso durante tutte queste prove. Pur di salvare Ewy eri anche disposto a morire. Hai un cuore puro e questo ti fa onore. - disse Vivian.
- E’ vero Allen. Sei formidabile e un cuore puro così non ce l’ha nemmeno il più impavido dei cavalieri o il più carismatico dei Re. - Intervenne saggiamente Riccio.
- Devo dire che è sempre stato il mio sogno poter sconfiggere un drago con una spada e non pensavo si sarebbe mai realizzato. - disse il ragazzo sogghignando.
Improvvisamente la terra iniziò a tremare. La lava stava per risalire su, traboccando fuori dal vulcano. I tre spaventati da quella nuova minaccia, corsero verso la porta che era appena apparsa. Riccio afferrò l’ultimo pezzo dello scettro e in men che non si dica attraversarono il portale tornando nuovamente alla sala d’ingresso.
Anche la quarta porta si distrusse sotto i loro occhi ma avvertirono qualcos'altro nell’aria; Un insonne malanimo era percepito nell’aria ed era un chiaro segno che Cressida avvertì l’assenza dei suoi apprendisti. La porta che conduceva nella sua torre cambiò d'aspetto. Era diventata una semplice porta. La magia che proteggeva quell’ingresso si era dissolta e adesso ad Allen toccava la sfida più grande di tutte, l’ultima. La battaglia finale. 

 


 
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