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Autore: Levi_Yamato    03/08/2016    1 recensioni
Alec, uno shadowhunter appartenente alla famiglia Lightwood, conosce lo stregone Magnus Bane ad una festa. Lo stregone lo colpirà subito, ma un'enorme minaccia rischia di distruggere Idris e tutto il Mondo Invisibile, così Alec, Magnus e altri amici dovranno fare ciò che è sempre stato ritenuto impossibile da tutti, e forse entreranno in gioco anche i sentimenti...
Fanfiction che sto scrivendo su Wattpad col nome di Arija17797
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alec aprì gli occhi perché qualcuno stava bussando. Sbuffò e si alzò, poi andò ad aprire, trovandosi davanti Jace, il suo parabatai.

-Che vuoi?- chiese Alec assonnato.

-Allegro di prima mattina, vero?- rise Jace, guardando i capelli arruffati del fratellastro e i suoi occhi blu, ancora più profondi di prima mattina. Invece lui era vestito di tutto punto, con i capelli portati all'indietro e la solita faccia di bronzo. -Comunque sono qui per dirti che stasera ho voglia di andare a trovare un po' di vampiri,- Alec sbuffò:

-C'è un motivo in particolare?- chiese, ma conosceva già la risposta. No. Jace andava a caccia per sfogarsi, e per questo spesso si cacciava nei guai. E Alec e Izzy, sua sorella, dovevano accompagnarlo per evitare che gli accadesse qualcosa di grave. -Va bene, va bene, ci sto,- disse. Jace sorrise:

-Sapevo di poter contare su di te,- e così dicendo andò via. Alec scosse la testa e tornò dentro chiudendo la porta: si cambiò, e indossò da subito la sua tenuta da combattimento, in modo da non doversi cambiare più tardi. Scese di sotto per fare colazione, e al tavolo trovò seduta la sua intera famiglia, più Jace, Clary e il vampiro Simon. Si sedette anche lui, non prima di aver lanciato una gelida occhiata ai genitori: Maryse e Robert erano seduti vicini, ma erano rigidi e non si parlavano, se non per chiedersi a vicenda di passarsi qualcosa che si trovava dall'altra parte del tavolo. Erano ridicoli, pensò Alec: tutti lì sapevano che i due non erano affatto in buoni rapporti, e che avrebbero voluto solamente divorziare, ma non lo facevano per non disperdere i ragazzi tra Alicante e l'Istituto. Alec sbuffò e cominciò a mangiare.

-Jace, stasera mi leggi una storia?- la voce squillante di Max infranse il silenzio che si era creato.

-Stasera non ci sono piccolino, ma domani sì, ti leggerò una storia,- Jace sorrise e Max battè le mani.

-Perché, dove andate oggi Jace?- chiese Maryse. Jace alzò le spalle:

-In giro,- rispose vagamente, e la donna strinse le labbra in una sottile linea severa, ma non replicò. Jace si alzò:

-Bene,- disse, -Ci vediamo dopo,- sorrise e si allontanò fischiettando con le mani in tasca, e Alec alzò gli occhi al cielo. Quando finirono di mangiare, si alzò e Izzy lo raggiunse:

-Quindi, pronto per la festa?- chiese al fratello, e lui si bloccò.

-Festa?- chiese stranito e la sorella rise.

-Sì Alec, festa. Stasera non andiamo a combattere.

-Ah no?- il ragazzo era confuso.

-No. Raphael con il suo clan dà una festa a casa di uno stregone... il Sommo Stregone. E ci hanno invitati,- spiegò lei.

-E io che stavo andando a preparare le armi,- sbuffò Alec, e la sorella rise nuovamente.

-Vatti a cambiare, cammina,- gli disse, e andò via, con la lunga cascata di capelli neri sciolti sulle spalle. Alec borbottò qualcosa di non proprio gentile nei confronti di Jace e tornò in camera. Si mise una delle sue solite, grigie felpe sformate e un paio di Jeans strappati con le scarpe da ginnastica. Sapeva benissimo che Izzy sarebbe inorridita a vederlo in quello stato per andare alla festa del Sommo Stregone, ma sai quanto gliene importava. Scese di sotto e si scontrò con Simon:

-Ehi Alec,- il vampiro sorrise gentilmente, con i capelli riccioluti che rilucevano alla luce del sole che entrava dalle finestre.

-Simon,- rispose Alec con le mani in tasca. -Sai qualcosa della festa di stasera?- gli chiese. Simon scrollò le spalle:

-Questo stregone ha indetto una festa e ha detto a Raphael di invitare chi voleva. Ci saranno anche licantropi e fate credo,- rispose.

-Ma chi sarebbe questo stregone?- Simon fece una faccia pensierosa:

-Aveva un nome strano... mi pare Bone... o Bane... ah sì! Bane, Magnus Bane,- ricordò. Alec annuì:

-Okay, grazie Simon,- il vampiro non fece in tempo a rispondere che Alec aveva già voltato l'angolo del corridoio. Magnus Bane... sì, ne aveva sentito parlare e aveva letto quel nome nei libri di storia, ma non aveva mai avuto l'occasione di incontrarlo. Sarebbe stato interessante, si disse, conoscere qualcuno di quel calibro. Arrivò in palestra, aveva voglia di allenarsi, ma non fece in tempo a prendere l'arco che sentì dei passi. Si girò seccato: lui preferiva sempre allenarsi solo, o se proprio doveva solo con Jace, ma quello non era Jace. Era Max.

-Fratellone, cosa fai?- gli chiese saltellando fino a lui.

-Cercavo di allenarmi Max, sai bene che non puoi stare qui,- rispose Alec rudemente.

-Non posso stare qui da solo,- precisò il bambino. -Ma ora ci sei tu, quindi posso,- Alec sbuffò: quel bambino era insopportabile. Fece qualche tiro su diversi bersagli, beccando il centro su tutti.

-Woooow,- fece Max ammirato, gli occhi pieni di ammirazione dietro gli occhiali troppo grandi. Alec alzò gli occhi al cielo. Lui era il contrario di Jace: al suo parabatai gradiva essere ammirato, quindi quando si allenava gli piaceva stare con Max. Invece ad Alec seccava solamente, e spesso lo mandava via in modo non molto gentile.

-Max, se devi stare qui non parlare,- gli disse mentre andava a riprendersi le frecce.

-Uffa,- sbuffò Max sedendosi a terra, e Alec si sentì un po' dispiaciuto per lui.

-Perché non vai da Jace?- gli chiese.

-Ci provato, ma stava in giardino a pomiciare con Clary,- disse il bambino: faceva ancora fatica ad accettare la presenza di Clary lì, probabilmente perché prima Jace ogni suo momento libero lo dedicava a lui, invece ora c'era solo lei, e Max si sentiva messo da parte. Alec lo guardò a lungo:

-Va bene, allora stà qui, ma non disturbarmi okay?- disse arrendendosi. A Max gli si illuminarono gli occhi:

-Promesso! Grazie fratellone!- disse, e Alec, dentro di sè, sorrise. Passò tutto il giorno ad allenarsi, fino a quando non venne l'ora della festa, e si incontrò con Jace, Clary, Izzy e Simon nell'atrio:

-Alec, non crederai di venire così vero? È una festa a casa del Sommo Stregone!- esclamò Isabelle, indicando la felpa sformata e i jeans strappati. Alec alzò le spalle, ricevendo qualche commento non proprio dolce da parte della sorella. Si incamminarono per le strade della città fino ad arrivare davanti ad una casa, da cui proveniva un chiasso terribile, tra musica e voci. Jace bussò ed entrarono: la casa era un putiferio totale. C'erano fate truccate e svolazzanti, licantropi riluttanti, vampiri alti e impassibili. Si avvicinò a loro un ragazzo sulla quindicina, dai capelli corvini e l'abbigliamento completamente nero, con una giacca di pelle a coronare il tutto.

-Ragazzi, buonasera,- li salutò Raphael, agitando il bicchiere che aveva in mano pieno di liquido rosso. Alec non capì se era vino o forse qualcosa di peggiore, ma preferì non scoprirlo.

-Raphael, buonasera,- sorrise Jace. -Sai dove possiamo trovare il nostro ospite? Vorremmo ringraziarlo dell'invito, sappiamo che gli stregoni e gli Shadowhunters non sono mai stati in perfetti rapporti,- Raphael indicò la parte opposta della sala con la mano che reggeva il bicchiere, usando l'indice: stava puntando un uomo bellissimo, dai tratti orientali ma la pelle scura. Aveva i capelli nerissimi coperti di glitter, e stava in boxer, con una camicia bianca e una vestaglia nera aperta e toccava terra. Pareva senza età, il portamento disinvolto e lo sguardo enigmatico. Li vide e andò verso di loro:

-Bene bene bene, sono questi gli Shadowhunters e il vampiro di cui mi parlavi Raphael?- chiese. Aveva la voce provocante, ma non profonda.

-Sì Magnus. Loro sono Jace, Alec, Clary, Isabelle e Simon,- rispose Raphael, indicandoli mano a mano che li nominava.

-Mh,- Magnus li guardò a lungo, soffermandosi su ognuno, con i suoi occhi dalle pupille verticali che li squadravano in ogni particolare. -Bene,- disse infine sorridendo. -Siete i benvenuti, divertitevi,- fece un cenno e se ne andò. Raphael sorrise soddisfatto.

-Bene, ora torno ai miei affari. Voi... fate ciò che volete,- fece un gesto con la mano e se ne andò. I ragazzi rimasero perplessi, ma piano piano si divisero, andando ognuno in posti diversi a parlare e a divertirsi. Alec però non aveva voglia di socializzare: lo stregone lo aveva abbastanza stupito. Cavolo, per una persona importante come lui si aspettava magari un vecchio anziano con la lunga barba bianca e la voce roca da saggio decrepito. Non un uomo così, così... bello? Forse. O forse più affascinante che bello. Alec era seduto su uno sgabello solitario in un angolo della sala quando Magnus gli andò accanto, sedendosi sullo sgabello vicino.

-Strano,- disse. Alec corrugò le sopracciglia e lo guardò.

-Strano cosa?- chiese, cercando di non pensare al fatto che lo stregone fosse ancora in boxer neri attillati che non lasciavano molto spazio all'immaginazione.

-Di solito alle mie feste tutti si divertono,- spiegò Magnus, bevendo dello spumante dorato dal suo bicchiere. -Anche i più solitari se non trovano gli amici trovano qualche donna con cui passare la nottata in modo abbastanza divertente,- Alec non rispose. Oramai da anni sapeva che a lui non piacevano le donne. Un tempo aveva una cotta per Jace,ma quando lui si mise con Clary, capì che non c'era speranza e aveva mollato. Questa cosa la sapeva solo Izzy. Magnus lo guardò: -O uomini,- aggiunse. Alec rise nervosamente:

-Diciamo che non sono un tipo che va con persone a caso giusto per far passare l'insonnia, ecco.

-Non dirmi che tu sei uno di quei ragazzi che blaterano continuamente cose sulla "relazione seria" e che si basano sul "ti amerò per sempre",- lo stregone continuava a guardarlo.

-E anche se fosse?- chiese Alec. -Lei è immortale, è ovvio che non abbia mai avuto una relazione seria, no?-

-Hai ragione, ma comunque voi mortali non capirete mai il significato del "per sempre". Semplicemente perché non potete viverlo,- ribattè lo stregone. -E comunque ti prego, dammi del tu. Il tuo nome completo?- Alec non sapeva perché glielo avesse chiesto, ma arrossì ugualmente:

-Alexander Gideon Lightwood,- disse.

-Oh, un Lightwood!- Magnus sembrò notare solo ora l'anello che Alex portava al dito, con inciso sopra lo stemma della sua famiglia. -Avrei dovuto immaginarlo. Ho conosciuto molti tuoi antenati sai?- raccontò.

-Interessante,- rispose Alec. Avrebbe solamente voluto che tutto questo finisse, si sentiva le guance in fiamme. -Ehm, io devo andare in bagno,- disse allora, e non era nemmeno propriamente una bugia.

-In fondo a destra,- gli spiegò Magnus, indicandogli un corridoio. Senza nemmeno ringraziarlo, Alec corse ed entrò chiudendosi dentro, per poi guardarsi allo specchio: l'immagine gli mostrava un ragazzo sudato, con le guance rosso fuoco e gli occhi blu che erano della tonalità degli oceani più profondi. Il ragazzo scosse piano la testa per riscuotersi dallo shock del momento e si sciacquò il viso. Non sapeva il perché di quella reazione che aveva avuto, ma non gli era piaciuta per niente. Uscendo controllò, e notò con sollievo che Magnus si era allontanato dal suo posto, quindi tornò a sedercisi. Poco dopo venne raggiuto da Izzy:

-È bello,- gli disse lei, senza preavviso. -Lo stregone intendo. Dovresti farci un pensierino,- Isabelle era da quando Alec si era rassegnato per Jace che cercava al fratello un buon partner, per risollevargli il morale. Ma non ci era mai riuscita fino a quel momento.

-Può anche essere bello, ma è immortale. Pensa a come dovrebbe essere invecchiare con lui che rimane sempre giovane, e poi morire con lui che resta qui. Di sicuro gli è già capitato, e secondo me deve far male,- ribattè Alec. Izzy scrollò le spalle:

-Dipende dai punti di vista,- disse solo. Restarono lì qualche ora, poi decisero di andarsene. Magnus venne a salutarli:

-Bene ragazzi, vi inviterò anche la prossima volta magari,- disse. Poi mentre nessuno vedeva, prese Alec per un braccio: -Torna a trovarmi, okay bellezza?- lo lasciò e gli sorrise, e Alec divenne così rosso da parere una parte della tappezzeria di Magnus.

Si svegliò la mattina dopo. Quel giorno doveva essere un giorno di riposo, di cui lui aveva assolutamente bisogno, era completamente confuso e frastornato, per colpa di quel dannatissimo stregone. Ma chi era, ma chi lo conosceva? Però doveva ammettere che era bello, su questo non c'era alcun dubbio. Cercando di pensare ad altro scese, ma non aveva fame, quindi passò davanti alla sala dove stavano tutti facendo colazione, ma si scontrò con il padre:

-Alec, guarda dove vai!- esclamò Robert Lightwood. Alec si scusò, ma la sua attenzione venne attratta da una figura incappucciata accanto a loro.

-Signor Lightwood, se mi consente, ora che ci penso, suo figlio ha diciotto anni, quindi può assistere al nostro incontro. È bene che anche i giovani sappiano i problemi del mondo che li circonda,- disse la voce di Magnus Bane, e Alec guardò il padre implorante: non poteva sostenere un incontro con loro, era fuori questione.

-Mh, sì è vero, i giovani non devono essere tenuti all'oscuro,- disse Robert Lightwood, guardando il figlio. -Alec, seguici,- disse solo, e continuò a camminare per i corridoi. Alec, quando fu sicuro di non essere visto, diede una piccola testata al muro, poi li seguì maledicendo ogni nome di angeli che ricordava. Andarono nella sala dove si tenevano gli incontri più importanti, e Alec intuì che doveva trattarsi di un qualcosa di grosso: c'erano i rappresentanti di tutti i Nascosti. Luke Garroway per i licantropi, Raphael Santiago per i vampiri, Magnus Bane per gli stregoni e il rappresentante delle fate, di cui Alec non ricordava il nome. C'erano anche altri Shadowhunters oltre ai suoi genitori, probabilmente venuti lì apposta da Alicante.

-Posso chiedere perché questo incontro non si è tenuto ad Alicante? Proprio in questo Istituto dovevamo venire?- chiese Raphael acidamente. Mentre tutti erano seduti impettiti, lui era stravaccato sulla propria poltrona, con le gambe accavallate e il braccio destro sullo schienale, con un'espressione annoiata. Uno degli Shadowhunters alzò gli occhi al cielo:

-Perchè Alicante non è più un posto sicuro. Sta accadendo qualcosa lì, e questo incontro si sta tenendo solamente per chiedere rinforzi a questo Istituto,- disse.

-Ah, stia zitto Blackthorn,- lo zittì Raphael. Alec si aspettava che lo Shadowhunter protestasse, ma probabilmente erano tutti così abituati ai modi per niente rispettosi del vampiro che oramai non ci facevano più caso.

-Bene, allora. Siamo qui oggi per discutere dei problemi di Alicante. Sta accadendo qualcosa di strano,- disse Robert. -Le barriere non funzionano più, ci sono strane scomparse in tutte le fasce d'età e in tutta la città, ma le guardie non hanno fatto entrare o uscire nessuno.

-Perché lo dite anche a noi Nascosti?- chiese Raphael. -Non ci è permesso entrare ad Alicante. Non sono questioni di nostra competenza.

-Beh, da oggi sì. Vi sarà permesso, solo a voi rappresentanti ovviamente, di entrare ad Alicante, perché sarà lì che vi porteremo,- disse Maryse, e il rappresentante delle fate impallidì:

-Ma... ma cosa c'entriamo noi? Non abbiamo...-

-Hylki, non vi stiamo accusando. Dobbiamo organizzare le difese, e se sarà necessario dovremmo portare tutti i Nascosti e gli Shadowhunters della città lì,- intervenne Blackthorn.

-Tutti i Nascosti? Ma avete la più pallida idea delle conseguenze?- Magnus aveva ancora il cappuccio, ma il viso era ben visibile.

-Bane, se avete qualcos'altro da suggerirci fate pure,- Robert lo guardava.

-Non ho niente da suggerirvi, ma se portate i Nascosti lì e i rapimenti continuassero, quanto tempo credete che occorra perché questi cominceranno ad accusare voi di essere i rapitori?- lo stregone aveva la mano chiusa a pugno sul tavolo.

-Ripeto, se avete altro da suggerirci diteci pure,- Robert guardava Magnus con un'espressione che non ammetteva repliche, e Magnus fu costretto a zittirsi. -Bene. Domani partiremo per Alicante per controllare la situazione. Potete andare,- Alec sospirò di sollievo e uscì ma, proprio mentre si stava ripromettendo di fare sempre colazione da quel giorno in poi, sentì una voce che lo chiamava:

-Alexander!- si girò. Suo padre lo stava raggiungendo, con Magnus alle calcagna. Alec si chiese cosa avesse fatto di male nella vita e, come al solito, cercò di non guardare Bane in faccia. -Figliolo, ovviamente tu domani partirai con noi, lo sai vero?- Alec guardò il padre, e poco ci mancò che gli cedessero le ginocchia.

-Io?- il ragazzo guardava il padre allibito.

-Ci sono altri Alexander qui?- replicò Robert acido, e Alec scosse velocemente la testa. -Ovviamente ti è vietato parlarne con gli altri, anche con Isabelle. Dirai loro che devi andare da qualche parte per mio conto. Ora per favore, accompagna il signor Bane ai cancelli, grazie,- Robert se ne andò, e Alec fu tentato di chiamare la sua spada angelica e deturpargli quell'espressione odiosa dal volto. Si girò e cominciò a camminare, facendosi seguire da Magnus:

-Dimmi, Alexander,- "Ora ci si mette anche lui" pensò Alec, odiando il modo in cui lo stregone pronunciava il suo nome. -Sei in buoni rapporti con i tuoi genitori?-

-Non sono cose che vi riguardano credo,- ribattè Alec.

-Perdona la mia curiosità, era solo per attaccare discorso. Voi Shadowhunters siete sempre così noiosi, ma vi iniettano un siero antidivertimento o cosa?- Alec stava per mollargli un pugno in faccia.

-Ci divertiamo solo con le cose per cui secondo noi vale la pena divertirsi,- rispose, sperando di averlo zittito. Ma si sbagliava.

-E tra queste c'è anche il fatto di nascondere ai genitori il proprio orientamento sessuale?- chiese Magnus, e Alec si gelò sul posto. Come aveva fatto a capirlo? Il ragazzo dubitava seriamente che lo stregone sapesse leggere nel pensiero, quindi lo guardò:

-Come avete fatto a capirlo?- gli chiese gelido, e Magnus alzò le spalle.

-Ragazzo, io ho secoli alle spalle. Sono andato con donne e uomini, che siano stati vampiri, licantropi, Shadowhunters o semplici mondani. Riconosco un ragazzo gay quando lo vedo, e riconosco anche quando i genitori non ne hanno la più pallida idea,- rispose. Alec lo guardò e si appoggiò al muro:

-Non posso dirlo. Probabilmente mi disconoscerebbero sapendolo, a maggior ragione se sapessero che fino a sei mesi fa ero innamorato del mio parabatai,- Magnus lo guardò:

-E se sapessero che stai con uno stregone?- Alec lo squadrò a lungo.

-Stai dicendo che...-

-Mi hai colpito da subito,- disse Magnus scrollando le spalle. -Mi piacerebbe avere una relazione con te,- erano arrivati ai cancelli. -È stato un piacere Alexander. Sei un tipo interessante,- disse. Alec lo guardò. -Magari avremo tempo per conoscerci meglio ad Alicante... spero,- continuò lo stregone, poi andò via. Alec rimase lì, fermo, senza sapere cosa fare.

·Beeeeene, finalmente sono riuscita a pubblicare il primo capitolo. Per favore, se vi piace mettete una stellina, e se non avete nulla da fare a che un commentino, positivo o negativo che sia, per aiutarmi a migliorare :)

Scusate eventuali errori. ♡·

   
 
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