Film > L'Ultimo Dei Mohicani
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Autore: Assiage    04/08/2016    2 recensioni
Alice e Uncas, entrambi così giovani e stanchi, guardano verso un futuro insieme con speranza. Presto capiranno che la strada per la felicità non è mai facile...
Traduzione: eliana81
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alice camminò vivacemente verso il gruppo e posò le bende lavate sull'erba, sperando che il sole del mattino le avrebbe asciugate. Questa mattina sentiva ogni singolo dolore, sia nel suo corpo contuso che nel suo cuore.

Alice affondò lentamente nell'erba e comprese che in qualche modo si era intontita durante l'ultimo giorno. Tutto l'orrore della situazione stava finalmente penetrando.

La sua famiglia era a pezzi.

Suo padre era stato massacrato.

Lei e Cora non avevano assolutamente nessun altro al mondo, tranne questi uomini...

Il sole adesso era pieno nel cielo e gettava i suoi raggi su ciascuno. Colpì i riccioli scuri di Cora, illuminando i toni rossastri dei suoi capelli. Alice sentì il cuore dilatarsi mentre guardava sua sorella. Sentiva molto amore in quel momento; la Cora forte, coraggiosa che non fuggiva mai dal pericolo, ma il cui amore per la sorella minore oltrepassava tutti i limiti e le aspettative.

Alice sapeva che la sua venuta al mondo aveva portato un'ombra scura nel cuore di suo padre, mai sollevata, dato che lui aveva amato profondamente sua moglie. Non lo avrei biasimato per il fatto di detestare la mia vista, pensò Alice cupamente.

Ma no. Edmund Munro aveva amato entrambe le sue figlie con uguale intensità e non sembrò mai rammaricarsi per non aver generato un figlio maschio. Perdere mio figlio per uno dei molti sanguinosi conflitti d'oltremare dell'Inghilterra? Non scambierei un ragazzo per entrambe le mie ragazze. Lui era noto per il suo brontolare sugli avvenimenti durante le cene, cosa che faceva aggrottare le ciglia a quei gentiluomini Inglesi in segno di disapprovazione.

Questa era la sola cosa che il Col. Munro avesse mai detto che suonasse lontanamente "antipatriottica" nei confronti della Corona inglese. Uno Scozzese di nascita, egli si considerava un Inglese fino in fondo ed era stato piuttosto rigido nel suo modo di pensare.

Alice sorrise tristemente. Aveva amato molto suo padre, così come Duncan.

La voce di Cora la svegliò dalle sue fantasticherie. "Alice, hai fame? Nathaniel è andato a caccia nella foresta."

Alice annuì in silenzio e diede un'occhiata alla figura prona di Uncas. Il suo petto saliva e scendeva, ma almeno, anche se debole, lui era ancora vivo. All'improvviso si sentì come se fosse guardata e sapeva istintivamente che era ancora una volta Chingachgook, che la guardava attraverso occhi scuri, socchiusi. A quell'immagine, Alice distolse lo sguardo rapidamente, evitando di dare troppe attenzioni al figlio dell' anziano uomo.

Che cosa deve pensare? pensò lei nervosamente.

Lo sguardo dell'uomo non era sospettoso, ma nemmeno caldo. Alice non era sciocca. Anche se a modo suo, lei capiva il mondo. La gelosia del padre proteggeva i figli, non importa quanto fossero cresciuti, e quale figlio devoto non asseconderebbe un desiderio del padre?

Alice stessa non capiva cosa stesse succedendo o cosa stesse per succedere. Sapeva solo che i suoi sentimenti per Uncas erano forti, ma era esitante, in realtà riluttante a fare qualcosa. I mondi degli Indiani e dei Bianchi erano ancora lontani l'uno dall'altro, su sponde remote. La verità era, e Alice non si illudeva, che Cora era più coraggiosa di quanto lei potesse mai esserlo. Alice non pensava che sarebbe stata capace di fare ciò che era custodito nel suo cuore... unire il suo cuore con quello di un Indiano.

Un dolore riempì la sua anima in quell'attimo, come se una mano di ferro stesse spremendo la linfa vitale dal suo cuore. Lei non sapeva dove fosse il suo posto. Non più. Per tutta la sua vita, si era sforzata solo di compiacere suo padre, di cercare di riparare per aver privato sua madre della vita. Suo padre era stato un uomo coraggioso. Tutti i Munro lo erano.

Alice guardò in modo risoluto oltre le montagne lontane.

Non lo disonorerò adesso con un tale spettacolo vergognoso, decise Alice.

Così, soffocò i tonfi irregolari e dolorosi del suo cuore e andò a sedersi vicino a sua sorella.
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Uncas si svegliò al dolore e al dormiveglia, una costante palpitazione permeava dall'interno del suo corpo. C'era voluto tanto tempo per ricordare dov'era e perché. Ansimando e stringendo la ferita ancora in via di guarigione nel suo fianco, si mise a sedere lentamente. Chingachgook fu al suo fianco in un batter d'occhio.

"Stai fermo, figlio mio," Chingachgook parlò calmo, sostenendo il corpo di Uncas con il suo. Uncas scosse la testa, la sua gola secca.

"Mabei?" mormorò Uncas in Mohicano, chiedendo dell'acqua.

Chingachgook annuì il suo assenso. Prese una fiasca d'acqua e la porse a suo figlio. Uncas la ricevette e si guardò intorno attentamente. Il sole lo stava colpendo direttamente negli occhi.

"Wneeweh," disse. Grazie.

Dopo una lunga sorsata, i suoi occhi scuri giravano irrequieti, cercando colei che aveva perseguitato i suoi sogni febbricitanti. Il suo sguardo si posò sulla forma esile di Alice Munro. Si perse nella contemplazione di lei, la sua figura flessuosa, la pelle così bianca e delicata, e i suoi capelli dorati, non poteva fare a meno di guardarla meravigliato.

Lui aveva visto le colone bianche con gli stessi capelli di luna, ma lo stesso, li guardava intensamente. All'improvviso Alice alzò lo sguardo e catturò lo sguardo di Uncas, occhi azzurro cielo che incontravano occhi marrone scuro, e lei tenne lo sguardo di lui solo per un momento prima di guardare lentamente Chigachgook e di voltarsi.

Uncas si sentiva sconvolto. Aveva visto molto negli occhi tristi di lei. La luce che prima splendeva così brillante in essi mentre lo fissavano, adesso in qualche modo era diminuita. Non si era aspettato di provare affetto per una giovane ragazza bianca, ma qualcosa in lei lo sconvolgeva tremendamente.

Sotto molti aspetti, era una comune donna Yengeese, a volte sdegnosa e addirittura snob. Ma era anche contemplativa e possedeva una quiete d'animo che lui riconosceva. Lui ricordava la prima volta durante il tragitto verso il forte, quando il suo sguardo ancora una volta si era posato sulla ragazza bionda. Era inconsapevole di essere guardata e fissava l'orizzonte con una tale dolce tristezza. Gli ricordava, pensando che lei appariva così giovane e fragile, un grazioso fiore intrappolato in un covo di spine.

Lei era una matassa di contraddizioni che Uncas trovava intriganti e divertenti. Alzava il naso in su quando Uncas parlava a sproposito, eppure era affascinata dalla bellezza della natura e degli animali e non si era lamentata una sola volta.

Uncas comprese che la sua ostilità in realtà era paura, e paura di che cosa lui lo aveva capito, grazie agli sguardi costanti e timidi di lei nella sua direzione. In questo modo, mentre il suo rispetto per lei cresceva, si rese conto che quello di lei per lui faceva altrettanto, perché lei diventava più scontrosa e i suoi occhi raramente si staccavano dal suolo.

Quando lui la baciò al forte in un mossa così fuori carattere per lui, la sentì tremare. I suoi occhi tristi lo trascinarono su per quelle montagne in una corsa frenetica per salvarla. Dopo ciò, gli occhi di lei erano ancora spalancati ma non impauriti, e il suo sguardo era fermo. Adesso lo sguardo era freddo, ma come al solito Uncas vedeva oltre quelle pozze blu, oltre quella  ragazza aristocratica dalle buone maniere, oltre i confini del suo mondo... Gli occhi di lei avevano un dolore e un rimpianto nascosti. Il viso di lui conservava la sua solita maschera stoica, ma dentro, gli si torcevano le viscere.

A meno che lui non avesse frainteso, lei lo aveva appena respinto in una maniera molto sottile.
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Chingachgook osservò lo sguardo intenso di suo figlio rivolto alla ragazza di Luna Munro e di nuovo sentì crescere l'indecisione nel suo petto. Era uno sguardo minuzioso non lascivo, ma nemmeno così innocente. Ma rimaneva il fatto - che era una donna bianca.

Questo avrebbe dovuto porre fine alla questione ed era al di là della sua comprensione il motivo per cui Uncas sentisse questo trasporto nel suo cuore per la ragazza. Chingachgook sapeva cos'era l'amore. Certo che lo sapeva. I suoi brevi anni con Machooksis lo avevano lasciato con un agonizzante senso di smarrimento.

Il loro unico figlio, Uncas, avrebbe già dovuto essere sposato con una donna Delaware. Avrebbe dovuto generare dei figli. Ma lui non affrontò l'argomento con Uncas, o la giovane Munro.

Pungolare non era nella natura di Chigachgook, anche se si domandava che cosa vedesse Uncas nella ragazza. Immaginava che fosse considerata bella tra gli Yengeese, ma per lui, era bianca e malaticcia; i suoi capelli, i suoi occhi, la sua pelle... Era introversa e non sembrava possedere il forte spirito così tanto apprezzato dagli uomini di frontiera.

Lui avrebbe lasciato tutto ciò a Uncas, decise Chingachgook. Se si fosse presentato il momento giusto per parlare a suo figlio, allora avrebbe parlato. Ma il cuore di un uomo è affar suo. Lui soltanto pregò il Signore della Vita affinché indirizzasse suo figlio verso il sentiero giusto.

Improvvisamente, si udirono dei passi e Chingachgook allungò il collo per vedere il suo figlio bianco carico di 3 conigli morti poggiati con noncuranza sulla sua spalla.

Nathaniel sorrise a suo fratello per il sollievo di vederlo sveglio. Si asciugò il sudore dalla fronte e si sedette vicino alla ragazza Munro scura. Sembrava che il suo figlio maggiore avesse trovato una donna alla fine, e Chingachgook la approvava. Aveva una volontà di ferro ed era risoluta, una buona  compagna per il suo figlio bianco.

"Difficile da catturare?", chiese Uncas quando lui raccolse un coniglio morto, con il sangue che sgocciolava sul suo pelo marrone.

Nathaniel annuì, dando il suo solito sorriso affettato. "L'ho fatto alla vecchia maniera." Nel senso che aveva messo delle trappole per i conigli usando rametti o qualunque cosa potesse trovare nella foresta.

Dopo aver offerto una veloce preghiera di ringraziamento per i conigli e per il nutrimento, gli uomini lavarono, scuoiarono, prepararono i conigli e parlarono di quello che si doveva fare.

Supposero che il modo migliore per dirigersi a ovest sarebbe stato dirigersi prima di tutto verso l'affluente settentrionale del fiume Susquehanna. Da lì avrebbero incontrato degli Indiani amici per ottenere aiuto. A differenza degli Huroni che erano costantemente in guerra, i Lenape, per esempio, non erano alleati dei Bianchi, né loro nemici.

"Lenape...", disse Cora pensierosamente, pronunciando il nome. "Questa tribù è simile ai Mohicani?"

"Non proprio," rispose Nathaniel. "Voglio dire, suppongo ciò nel senso che siamo tutti Indiani e discendiamo dai Delaware, ma non siamo simili. Mio padre e mio fratello sono gli ultimi della nostra razza. Sono gli ultimi Mohicani."

"Cosa è successo agli altri?" chiese Cora curiosamente. " Mi scuso se sto curiosando troppo..."

Nathaniel mosse una mano rapidamente. " No. Chiedi pure. Il popolo di mio Padre fu sterminato da malattie come vaiolo, morbillo, vomito giallo, guerra, la carabina dell'uomo bianco."

Nathaniel esibì un ghigno sbilenco. "Adesso cade su Uncas il compito di trovare una donna e continuare la linea. Di generare un paio di forti figli Mohicani!".

Nathaniel e Cora risero. Uncas non alzò lo sguardo dal suo cibo e Chingachgook guardò la ragazza di Luna.

Le dita di Alice si congelarono sulla carne di coniglio e cominciò a fare tipici gesti nervosi in rapida successione. Picchiettò rapidamente le dita e si mosse, poi mise giù la carne, si schiarì la voce e si passò la mano sulla fronte. Chingachgook non si perse nessun elemento.

Sembrava a disagio.

Alzò lo sguardo e sorrise tristemente. "Con permesso, ma posso essere scusata?" chiese lei con la massima formalità.

Sua sorella e Nathaniel si guardarono e risero.

"Santo Cielo Alice", replicò Cora con un sorriso affettuoso. " E' l'ora del thè?"

Alice fece una breve risata, camminò velocemente verso il sentiero ombroso della foresta e sparì.

"Non allontanarti!" gridò Cora a sua sorella, poi, con Nathaniel, cominciò a  sgombrare il loro piccolo accampamento.

Chingachgook non doveva guardarsi dietro per sapere che il suo figlio minore presto avrebbe seguito la ragazza di Luna lungo lo stesso sentiero. Scosse la testa con un sospiro e aiutò il suo figlio bianco e la sua donna a sgombrare l'accampamento.
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Alice si lanciò in una corsa, finché fu sicura che nessuno la vedesse o la sentisse. Raccolse la sua gonna rosa strappata e si precipitò più profondamente nella foresta, finché si fermò presso un albero alto e vi si appoggiò. Il suo respiro era ansimante.

Quasi non ce l'aveva fatta. Un secondo di più con sua sorella, il suo nuovo amore, i loro scherzi spensierati, i discorsi su una moglie per Uncas... Alice afferrò la nera corteccia dell'albero maestoso mentre il suo cuore sembrava comprimersi di nuovo.

Non piangerò per un dannato selvaggio! Disse a se stessa fieramente e fu presa subito dal rimorso per i suoi pensieri e per il suo linguaggio rozzo. Chiuse gli occhi, fece un respiro enorme ed espirò lentamente... si calmò leggermente.

Alice si voltò e si accasciò contro l'albero, ammirando l'impossibile bellezza della foresta. Così tanti uccelli, alcuni familiari, altri che non aveva mai visto prima svolazzavano intorno agli alberi della foresta cinguettando allegramente. Il muschio pendeva pesantemente sugli ampi tronchi degli alberi. Ovunque c'erano colori verde e marrone. Alice inspirò profondamente e percepì l'odore intangibile della natura, della frontiera selvaggia. Da quando era solo una fanciulla, Alice era sempre stata incantata da tutte le cose libere.

Alice si raddrizzò velocemente. Sapeva che doveva togliersi Uncas dalla testa. Non poteva amare un Indiano.

"Ma adesso cosa faccio?" mormorò tra sé e sé.

In Inghilterra, Alice sarebbe stata sola e senza risorse. Nelle colonie, non voleva intromettersi tra sua sorella e il suo futuro marito... e non voleva essere vicina a Uncas. Non voleva essere presente quando avrebbe sposato una donna indiana e cominciato ad avere figli.

Lui era l'ultimo della sua stirpe, aveva detto Nathaniel. Alice aveva visto il modo sognante in cui Chingachgook guardava suo figlio. Alice riconobbe quello sguardo perché suo Padre spesso aveva la stessa espressione. Era uno sguardo che parlava molto in termini di speranza. Speranza per i loro figli, per il loro futuro. Un Indiano e una donna bianca... non era destino.

"Signorina Alice?" Una voce fece sobbalzare Alice e lei ansimò.

Voltandosi, vide Uncas in piedi con un po' di difficoltà. Era avanzato furtivamente verso di lei, silenzioso come un cervo. La sua camicia verde era sbrindellata e macchiata di sangue, appariva teso e stanco. Ma per Alice, era ancora bello come sempre. Lei scosse la testa velocemente.

Uncas la guardò con una calma imperturbabile. "Stai bene?" chiese.

"Grazie per avermi salvato la vita su quel promontorio, signore," fu la risposta di Alice. Uncas sollevò un sopracciglio nero alla parola "signore". Era molto tagliente e formale.

Ci fu una pausa ricca di significato mentre si guardarono l'un l'altra guardinghi. Uncas ignorò il suo ultimo commento.

"Quando eravamo al forte -"

Alice lo interruppe. "Quando eravamo al forte, sono successe molte cose. La paura che avevo provato mi ha portata verso un sentiero inappropriato e indecoroso per una signora. I miei nervi erano sconvolti."

Uncas la guardò con uno sguardo di incomprensione totale; non aveva compreso la metà di quello che aveva detto. Alice fece un respiro tremante mentre lui cominciò a camminare lentamente verso di lei, i suoi caldi occhi marroni fissi, intensi, su quelli di lei.

"Fermo lì!" disse duramente. "Dimentichi te stesso, signore!"

"La smetterai con questo signore?" disse, sembrando seccato per la prima volta. Lei ignorò ciò.

"Ciò che è successo al forte è stato.... in mancanza di una parola migliore, deplorevole. E' stato terribilmente insolente da parte mia esprimere una tale manifestazione di affetto per .. la tua razza."

Alice sentì l'atmosfera cambiare, un gelo improvviso ricoprirla, e proveniva direttamente dagli occhi di ghiaccio di lui. Lei incrociò il suo sguardo e lo tenne finché lui lentamente indietreggiò da lei.

Uncas sorrise freddamente e disse: "Sono venuto a dirti che presto ci metteremo in cammino". La sua faccia adesso era  totalmente priva di espressione. "Quindi, non perderti."

 
   
 
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