Cap.2 Pesca
“Siamo
bloccati” sussurrò Goku. Alzò il capo,
l’odore di salsedine gli punse le
narici, il vento gli fece aleggiare i capelli neri a cespuglio intorno
al suo
viso facendo muovere le foglie della palma. Infilò le mani
nella sabbia e
socchiuse gli occhi.
“Probabilmente
hai ragione, è opera di Lourth”. Aggiunse con voce
rauca.
“Non
perdere
tempo come un babbeo. Dobbiamo trovare il modo di lasciare questo
posto!”
ordinò Vegeta. Si voltò e sollevò un
sopracciglio, guardando Goku osservare il
cielo stellato.
“Le
nostre
mogli saranno preoccupate. E anche il piccolo Vetrunks. Ti
muovi?!” domandò
alzando la voce il principe dei saiyan.
“Rilassati.
C’è la stessa barriera che ha usato Freezer
ultimamente, non possiamo lasciare
questo posto neanche usando metodi alternativi ai poteri”
sussurrò Goku. Si
alzò in piedi, avanzò e si sedette sulla
battigia. Infilò le mani nella sabbia
bagnata e la compattò creando una collinetta.
“Addio
ai
tuoi ragionamenti da uomo adulto” sibilò Vegeta.
Chiuse gli occhi, inspirò ed
espirò passandosi la mano sul viso. Abbassò la
mano e vide Goku mettere una
pietra sulla sommità della sua torre di sabbia.
“Schiarisciti
le idee e pensa a come sventare il complotto”
ribatté Vegeta. Si arrampicò
sulla palma, tirò una serie di calci alle foglie, si
sentirono degli schiocchi
e le guardò precipitare a terra, ci furono dei tonfi e la
sabbia si alzò.
“Conosco
un
solo modo per schiarirmi le idee” disse Goku. Si
sfilò i vestiti rimanendo
ignudo, si mise a correre e si tuffò in acqua. Il principe
dei saiyan conficcò
le foglie nella sabbia e unì le cime creando una cupola. La
guardò franare e
sospirò, indietreggiò e si massaggiò
il collo. Uno schizzo d’acqua lo colpì in
pieno, digrignò i denti e si voltò di scatto
tenendo i pugni chiusi.
“Vegeta,
vieni anche tu a farti una nuotata!”. Lo invitò
Goku. Vegeta si girò, lo guardò
e avvampò. Si voltò, corrugò la fronte
e sbuffò.
“Sei
nudo,
idiota” ringhiò.
“Dai
Vegeta!
Giochiamo un po’!” gridò il Son.
Schizzò nuovamente l’acqua e Vegeta
sbuffò.
“Tu
giochi un
po’ troppo. Hai abusato spesso del supersaiyan God da quarto
livello contro
Baby. Se non avessi sabotato ogni suo attacco saresti stato battuto
ugualmente”
si lamentò.
“Dai, che quella
volta ti sei vendicato di
tutto ciò che ti ho combinato negli anni. Però mi
dispiace di averti colpito,
non eri totalmente in te” ribatté Vegeta. Si
sedette sui sassi levigati,
immergendosi nell’acqua. Vegeta si spogliò,
rimanendo in boxer e si voltò.
Entrò in acqua, incrociò le braccia e si sedette
accanto a lui.
“Contento?”
domandò. Goku ridacchiò e piegò di
lato il capo.
“Ti
vergogni
a stare nudo?”. Lo punzecchiò.
“Ti
ricordo
che sono un saiyan con conoscenze mediche. Ho ancora le siringhe di
Nameck e
posso usarle contro di te” ringhiò il principe dei
saiyan. Goku si sporse e
indicò una biscia d’acqua nera che emanava un
bagliore violaceo nuotando a
quattro braccia da loro.
“E
io ti
lancio addosso quella cosa che striscia” sussurrò.
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Freezer
scattò un paio di foto ai boxer blu a cuoricini amaranto che
Vegeta indossava.
Cell gli mise una mano sulla spalla e annuì, le iridi rosa
gli brillarono.
“Nemmeno
i
mal di pancia che Kid Bu ha causato a Ub mentre erano un
tutt’uno erano epici
come questo momento” sancì. Janenba
tirò un pugno sul capo di entrambi,
evitando le aureole che aleggiavano sopra le loro teste.
Grugnì, gettò indietro
la testa e lanciò un verso stridulo. Freezer
digrignò i denti e si massaggiò la
calotta ossea violacea.
“D’accordo,
d’accordo, ora andiamo a omaggiare il grande
Lourth” si lamentò.
“Figliolo,
togliti quelle cuffie!” si sentì gridare Re
Yammer. Il demone Saike sospirò e
si tolse le cuffie. Affondò in una delle poltroncine
vermiglie che ricoprivano
il terreno del pianeta dei Kahioshin, l’erba ondeggiava mossa
dal vento.
“Me
lo
merito di ascoltare un po’ di musica dopo aver rimontato qui
il maxischermo” si
lamentò.
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“Non
credevo
…”. Disse Goku, ansimò sbattendo un
paio di volte gli occhi.
“…
che anche
tu …”. Tossì un paio di volte, le iridi
erano arrossate e le gocce d’acqua
scendevano lungo il viso.
“
… sapessi
trattenere …”. Boccheggiò,
spalancò la bocca e ingoiò delle boccate
d’aria.
“…
per tutte
questo tempo il respiro sott’acqua”. Concluse il
Son, Vegeta sbatté i piedi
allargando le braccia rimanendo a galla.
“Anche
se
siamo senza poteri abbiamo una resistenza non umana” disse.
Scosse il capo, una
serie di goccioline si staccarono dai suoi capelli a fiamma neri dalle
ciocche
grandi tre dita.
“Però
non
abbiamo possibilità di pescare niente in queste
condizioni”. Aggiunse. Goku
sorrise, chiuse gli occhi e negò.
“Guarda”
disse. Nuotò fino a riva, uscì fuori
dall’acqua e vi immerse solo il
fondoschiena, l’acqua gli sbatteva contro i glutei.
Dimenò la coda, un pesce
abboccò e Goku sollevò la coda. Staccò
il pesce e lo sbatté ripetutamente
contro una roccia sulla sabbia. Vegeta impallidì,
deglutì un paio di volte e
negò con il capo.
“Pazzo
suicida! Hai idea quanto fa male quello che hai fatto! Non te ne frega
niente
della tua coda?!” gridò con voce stridula.
Nuotò fino a riva, gattonò sulla
battigia sentendo le gambe tremare e deglutì un paio di
volte. Osservò Goku
pescare altri due piedi, si sedette e rabbrividì guardando
il Son pescarne
altri due.
“Urca,
a me
non fa male. E di solito quelli che pesco sono dieci volte
me” spiegò Goku. Il
viso di Vegeta divenne bluastro e scosse il capo. Le labbra di entrambi
erano
violacee e una serie di piccoli calli erano comparsi sotto i loro
polpastrelli
rendendoli grinzosi e semi-trasparenti.
“Secondo
me
ti manca qualche venerdì” borbottò il
Briefs.