Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Horse_    06/08/2016    3 recensioni
«Damon è interessato a una cosa che ti appartiene.» continua Giuseppe, godendosi le reazioni di Grayson.
«Non capisco. Vi ho dato qualsiasi cosa, ogni tipo di codice possibile.»
«Qualcosa ancora ti appartiene.» mormora il maggiore dei Salvatore.
Damon si alza in piedi, in un movimento così repentino che fa sussultare Grayson. Si mette una mano in tasca e poi ne tira fuori un pezzo di carta. Il capo famiglia dei Gilbert assottiglia gli occhi per capire meglio di cosa si tratta.
Una foto.
«Io non ne sono d’accordo.» inizia Giuseppe. «Ma se questo può far sotterrare l’ascia di guerra tra me e mio figlio mi trovo costretto ad accettare. Tu ti troverai costretto ad accettare.»
Quando Damon apre interamente la foto e la mostra a Grayson il cuore di quest’ultimo si ferma. L’uomo diventa pallido e comincia a sudare freddo e il suo corpo inizia a tremare.
Quella è la foto di sua figlia.
«Graziosa ragazza, devo dire. Come si chiama, Elena?»
[...]
«Perché proprio lei? Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, perché proprio lei?» sussurra Grayson con gli occhi leggermente lucidi.
Era sua figlia, la sua bambina.
«Mi piacciono le sfide e questa è veramente allettante.» gli risponde.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                               IllegaLove.  

                                                                           | Fourth Chapter |





Elena continua a fissare le sbarre di fronte a se, come se queste potessero scomparire da un momento all’altro e darle una via di fuga. Si alza dal letto con stizza e si guarda attorno. E’ come se fosse chiusa in gabbia. Le finestre sono sbarrate e la porta è chiusa a chiave. Se fosse una strega molto probabilmente potrebbe utilizzare il water, ma, visto che non lo è, è confinata in quella stanza. 

Stanza bella, spaziosa, ma che non è la sua e non la sentirà mai sua. Il colore che predomina è il nero, con qualche accenno di rosso qua e là, per la maggior parte sulle coperte e sul tappeto. Al centro della camera c’è un enorme letto a baldacchino con cuscini e coperte rosse, un armadio, completamente vuoto, di colore nero, una scrivania nera con una sedia altrettanto nera e l’unica cosa che spicca, su questa, è un cuscino nero. C’è anche una libreria, o almeno ci assomiglia. Potrebbe esserlo, solo che non ci sono libri.

Zero.

Decide di andare alla porta, per vedere se Damon l’ha aperta, ma la trova ancora chiusa a chiave. Mette l’orecchio sulla porta, per capire se sta arrivando qualcuno o se gli ospiti se ne siano andati. Il nulla. Prima ha sentito delle urla e delle voci concitate, è riuscita a captare qualcosa, ma non ci ha capito poi molto. Una era sicuramente quella del suo aguzzino, l’altra di un uomo. Non un uomo giovane, era pesante e forte. Elena aspetta qualche secondo ancora in piedi accanto alla porta, come se questa potesse aprirsi da un momento all’altro e far sbucare fuori i suoi amici che urlano buon compleanno come se fosse uno scherzo, ma, più i minuti passano, più si rende conto di quello che le sta realmente accadendo e crolla sul pavimento ritrovandosi seduta. Si prende la testa tra le mani. Si accorge che non è più il suo compleanno e che quello che le sta accadendo non è uno scherzo, ma la cruda realtà.

E’ stata rapita da un pazzo e non sa nemmeno per che cosa. Nella sua vita non ha fatto niente di male. E’ sempre stata una ragazza modello, brava a scuola, buone amiche e persino una brava figlia e una brava sorella. Quello difficile è sempre stato suo fratello Jeremy. 

I suoi genitori erano sempre stati orgogliosi di lei e, molto probabilmente, non l’avrebbero più rivista.

Ha cercato di dimostrarsi il più forte possibile, ma ora, tutto quello che riesce a pensare, è solo al fatto di essere stata rapita.

Un singhiozzo la scuote e diventa il preludio di tanti.

 

































 

                                                                              * * *

 



































 

Damon si lascia cadere sul divano e si versa l’ennesimo bicchiere di bourbon. 

Sarebbe dovuto rimanere in Australia ed allontanarsi completamente dal mondo invece di tornare indietro. L’ha fatto per suo fratello, perché aveva bisogno di lui, e alla fine si è trovato in mezzo a cosa più grandi di lui. Nella vita aveva avuto tanto male, ma ne aveva fatto anche tanto.

E’ tornato per una promessa e ci spera, ma, in cuor suo, sa che suo padre non la manterrà. Si alza dal divano svogliato e va nel suo studio, nell’ala est della casa -studio dove solo lui può entrare e dove non fa entrare nessuno. Appoggia il bicchiere, ormai finito, sul tavolino di vetro di fronte alla scrivania, poi, dopo aver fatto il giro, si siede sulla poltrona di pelle nera. Apre il secondo cassetto alla sua sinistra e tira fuori alcune foto, foto che rappresentano i pochi momenti felici della sua vita.

Il viso di lei lo fa sorridere leggermente. Se n’è andata, è vero, ma Damon sa perché l’ha fatto e come suo padre c’entri in tutto questo. Se n’è andata portandosi via la parte più bella di lui, quella più pura, quella che lui avrebbe amato fino alla follia. 

Nell’esatto momento in cui richiude il cassetto la porta del suo studio si apre. Damon alza di scatto la testa pronto a fulminare chiunque abbia osato interromperlo e, soprattutto, entrare nel suo studio, ma, quando capisce chi è, il suo sguardo si ammorbidisce leggermente.

 

“Non dirmi che l’hai fatto.”

 

La voce del ragazzo esce insicura e forse speranzosa. Il giovane ragazzo si toglie la giacca e la lascia sulla sedia di mogano vicino alla libreria e scruta l’altro, dagli occhi azzurri, in attesa di qualche risposta.

 

“Quante volte ti ho detto che questo è il mio studio e che nessuno può entrarci?”- gli domanda Damon.

“Non sono nessuno.”- ribatte l’altro incrociando le braccia al petto. Damon lo osserva per qualche istante, poi scuote la testa. -“Non dirmi che hai ceduto al suo ricatto.”

“Sono qui ed è abbastanza ovvio che cos’ho fatto.”

 

Ha sempre avuto la vita facile suo fratello. Mentre Damon è stato obbligato fin da ragazzino ad immischiarsi negli affari del padre, macchiandosi indelebilmente la fedina penale, il suo fratellino ha sempre avuto vita facile. E’ sempre stato quello buono, gentile, intelligente e bravissimo a scuola. Lui si è potuto allontanare dallo schifo di famiglia in cui si trovava con la scusa dello studio, laureandosi in medicina con voti altissimi, mentre il maggiore è stato costretto vivere nell’ombra e, quando ha capito che era ora di andarsene, per il suo bene e quello di lei, Giuseppe aveva ben pensato di scatenare il putiferio rovinandogli la vita.

 

“Perché, Damon? Perché?”- gli domanda il fratello con voce flebile. 

“Solo perché tu hai una vita perfetta questo non significa che anche la mia lo sia.”- sottolinea tagliente il maggiore.

“Avrei potuto aiutarti!”- controbatte Stefan.

“Come? Ci sono io in mezzo a questo schifo, non tu.”- sottolinea il ragazzo dagli occhi cerulei. -“Perché sei qui?”

“Perché sei ancora in tempo per tornare indietro. Potremmo… Trovare una soluzione.”

 

L’ultima frase gli esce titubante e Stefan si maledice. Vuole aiutare veramente suo fratello, ma sa che da solo non potrebbe mai farcela. Non ci riuscirebbero neanche in due, ma vale la pena provare. Stefan sa quello che suo fratello ha passato e molto probabilmente passerà e si sente in colpa perché ogni cosa è ricaduta su Damon. 

Stefan ha solo avuto la fortuna di essere cocco di papà, molto più disciplinato del maggiore e di non aver scelto una donna malata.

 

“Non c’è nessuna soluzione. Ha detto che, dopo aver fatto determinate cose, mi lascerà libero.”

“Sai che non lo farà mai.”- ribatte Stefan. -“Andiamocene via, tu e io.”

“Io sono immischiato in questa cosa, non tu.”

“E io sto cercando di aiutarti, ma tu non lo vuoi. E’ così difficile?”- gli domanda Stefan.

“Si che lo è.”- gli risponde Damon alzandosi dalla sedia. -“Ti conviene andare a casa prima che possa tornare, non voglio che ti trovi qui.”

“Permettimi di parlarci, posso convincerlo.”- continua Stefan.

“A fare cosa?”- gli domanda Damon. -“Stef, va a casa.”

 

Stefan lo guarda per qualche altro secondo, poi gli da le spalle e, dopo aver afferrato la giacca, esce stizzito dallo studio del fratello maggiore. 

Gli da sui nervi.

 

“Signorino Stefan, vuole qualcosa?”- gli domanda la domestica sbucando dalla cucina facendolo trasalire.

“Non ce n’è bisogno, grazie Isabel.”- le risponde a tono Stefan.

 

Damon, intanto, segue il fratello e si ferma a qualche metro da lui appoggiato al muro.

 

“E’ meglio così, credimi, è meglio per tutti.”- gli dice.

“Potresti vivere felice e almeno rivedere lei, ma non vuoi farti aiutare, è questo il problema.”- ribatte Stefan.

“Perché so che un giorno la rivedrò. Ora è meglio che tu vada.”- gli risponde Damon.

 

L’occhio di Damon cade sulle carte lasciate sul tavolino e spera con tutto il cuore che suo fratello non le veda. Stefan sa tutto di Damon, o quasi. Per esempio non sa del matrimonio, praticamente illegale, a cui Damon è andato appena incontro. 

Ma Stefan nota quelle carte praticamente subito e, prima che il maggiore possa portargliele via, le ha già in mano.

 

“Non sono affari che ti riguardano, dammi quella carte, Stefan.”- ringhia Damon tentando di sottrargli i fogli.

 

Stefan intanto ha già captato le informazioni più importanti e, una volta realizzato il guaio in cui si è cacciato suo fratello, spalanca la bocca e le carte gli cadono dalle mani.

 

“Chi è Elena Gilbert?”- gli domanda tetro per poi correggersi. -“O forse dovrei dire Elena Salvatore?

“Non sono affari che ti riguardano, fratello.”- sbotta Damon raccogliendo le carte dal pavimento.

“Ho capito perché avevi fretta di mandarmi via e non era per papà.”- lo accusa Stefan. -“Che cosa diavolo stai combinando?”

“Ripeto, non sono affari tuoi.”

“Certo che lo sono. Chi è questa ragazza?”- tuona Stefan. -“Che cosa stai combinando? Sono carte per un matrimonio, Damon!”

“E’ una cosa tra me e Giuseppe, non tra me e te.”- ribatte il maggiore incrociando le braccia al petto. -“Fuori, Stefan. Non obbligarmi a mandarti fuori con la forza.”

“Non stai facendo altro che combinare casini. Spero non sia quello che sto pensando perché andrai a finire in guai molto grossi.”- tuona Stefan per poi chiudersi la porta della casa del fratello alle spalle.

 

Damon si passa una mano tra i capelli esausto. In un solo giorno ha dovuto incontrare una ragazza difficile, nonché sua moglie, suo padre e suo fratello. 

A ridestarlo dai suoi pensieri è una cameriera che lo avvisa di aver appena preparato la sua vasca. Damon, prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle, si assicura, andando al piano di sopra, che la porta della camera della ragazza sia ancora chiusa a chiave.

Non sente nessun rumore all’interno. Pensa qualche istante su cosa fare, ma alla fine decide di dedicarsi al suo bagno.

 











































 

                                                                            * * *


































 

E’ mattina quando si sveglia. Lo capisce dalla poca luce che filtra dalla finestra sbarrata e dall’ora dell’orologio. Si accorge in un secondo momento di essersi addormentata per terra contro la porta. Si tira su in piede e si stiracchia e sente che le ossa le fanno male a causa della posizione scomoda in cui è dovuta stare. C’è il letto, ma alla fine è crollata lì. Si trova ancora in quella stanza dal giorno prima ed ha ancora addosso gli stessi vestiti. Si sente sporca ed ha assoluto bisogno di farsi una doccia, ma non sa con che cosa cambiarsi. Dentro l’armadio non c’è nulla e il suo aguzzino non si è degnato nemmeno di darle dei vestiti puliti, cosa di cui ha realmente bisogno. 

Non può nemmeno uscire dalla camera per chiedere almeno qualcosa, è costretta a rimanere lì senza poter fare nulla. Elena decide almeno di andare in bagno a risciacquarsi la faccia in modo da svegliarsi e avere pulita almeno quella. 

Lo stomaco comincia a brontolarle, visto che è da quasi un giorno che non mangia. E’ stata rapita, non le danno da mangiare -molto probabilmente perché l’uomo di casa si è dimenticato di lei pensa- e dei vestiti puliti. 

Sospira stancamente e si siede sul letto, unico posto comodo. Prende tra le mani il ciondolo che ha al collo, l’unica cosa che ha della sua famiglia. Lo guarda e sorride tristemente. Non li vede da quasi due giorni, ma è come se non li vedesse da molto più tempo. Sta quasi per chiudere nuovamente gli occhi perché, visto che non ha nulla da fare, l’unica cosa plausibile è dormire, quando la conversazione avuta al suo compleanno con suo padre le balza alla mente.

Suo padre, ricorda, sembrava molto preoccupato e ha continuato a ribadire che non l’avrebbe fatta uscire di casa, come se sospettasse qualcosa. Le ritornano alla mente anche le ultime conversazioni dei suoi genitori e le parole di Jeremy di come fosse preoccupato per loro e di come, secondo lui, ci fosse qualcosa in grado di turbarli.

E’ lì che Elena comincia a collegare un po’ di cose e una strana consapevolezza si fa strada in lei: la ragazza capisce che suo padre le abbia nascosto qualcosa. La ragazza non sa ancora che suo padre sa perfettamente che fine ha fatto, ma non può nemmeno appellarsi a qualcuno perché verrebbe ucciso e non può permettere che venga fatto del male anche a Miranda e a Jeremy, per quanto voglia salvare la figlia.

 

“Buongiorno raggio di sole.”

 

La voce di Damon le arriva chiara e improvvisa, tanto da farla sobbalzare sul posto. 

 

“Ho interrotto qualcosa?”- le domanda il maggiore dei Salvatore appoggiandosi allo stipite della porta. Il suo sguardo si fa curioso. -“Quello che cos’è? Non ci avevo fatto caso prima.”

 

Elena non gli risponde, si volta dall’altra parte. La ragazza ha capito che non vuole liberarla e che vuole solo farla innervosire, quindi ha deciso semplicemente di non rispondergli.

 

“Siamo ritornate a non parlare, vero?”- domanda Damon più a se stesso che a lei. -“Ma forse è meglio così, sai solo dirmi lasciami andare.

 

Damon vede la ragazza irrigidirsi ed Elena vorrebbe con tutto il cuore prenderlo a schiaffi, ma decide di non farlo perché comunque non risolverebbe nulla. Certo, si toglierebbe una gran bella soddisfazione, ma non risolverebbe comunque nulla se non farlo arrabbiare.

Si è già accorta di come sia bipolare e non vuole peggiorare la situazione.

 

“Okay, Elena, puoi anche non parlarmi, ma sei ancora in grado di ascoltarmi e vedere.”- la rimbecca Damon chiudendosi la porta alle spalle e tirando fuori da dietro alla schiena delle carte, quelle carte. -“Per cui ora mi ascolterai, anche perché non puoi fare altrimenti.”

 

Damon, con molta grazia, si siede sul letto della ragazza, ancora seduta, ma a qualche metro di distanza da lei. Il cuore di Elena batte all’impazzata a quella improvvisa vicinanza, un po’ per paura e un po’ perché si sente strana. L’uomo mette le carte sul letto e le spinge verso la ragazza, in modo che questa possa vederle. 

 

“Ecco, puoi leggere. Sai leggere, vero?”

 

Damon le sorride sghembo ed Elena stringe i denti. Da una parte non vuole leggere quelle carte, ma dall’altra sa che lui non se ne andrà se prima non leggerà quelle carte. Così inizia a leggere il primo foglio, ma, dopo poche righe il mondo le crolla addosso. Alza di scatto lo sguardo sull’uomo e questo le sorride divertito capendo lo stato d’animo della ragazza. 

Con il presente dichiaro l’unione in matrimonio tra Damon Salvatore ed Elena Gilbert, divenuta Elena Salvatore.

Le mani della ragazza iniziano a tremare mentre continua ad osservare quelle carte. Sono autentiche. O almeno lo sembrano.

E’ stata rapita ed ora si trova sposata con uno psicopatico?

 

“Credo che tu abbia capito che cosa sia appena successo.”- le dice Damon noncurante e tira fuori dalla tasca un sacchettino di velluto blu facendolo cadere sulle carte. -“Ora, questa cosa non piace né a me e né a te, ma, per comune convivenza”- e per volere di mio padre. - “dovremmo farlo. Le terremo solo in luoghi pubblici.”

 

Damon apre il sacchettino ed immerge la mano dentro, per poi tirarla fuori con due fedi d’oro. Gli occhi della ragazza si spalancano terrorizzati.

 

“Se tu ti comporterai bene lo farò anche io. Mi intrighi, ma allo stesso tempo il mio obiettivo non sei tu. Succederanno molte cose da ora in avanti, l’unica cosa ufficiale ora è che siamo sposati. Dovremmo fare un brindisi, no?”- le dice Damon porgendole una delle due fedi.

 

Elena rimane immobile. Non muove nemmeno un muscolo e non ha nessuna intenzione di prendere quella fede.

 

“Ricordati, se tu ti comporti bene lo farò anche io, intesi. L’unica cosa in cui non ti posso obbligare è indossarla qui. Quando parteciperemo agli eventi sarai obbligata a portarla e, ovviamente, farai qualsiasi cosa io ti dico. Quel giorno non è oggi, per cui”- Damon si alza dal letto e appoggia la vede sul tavolino accanto alla libreria vuota. -“puoi fare anche a meno di prenderla. ” 

 

Il silenzio cala sulla stanza e il respiro di Elena si fa sempre più affannoso. Vorrebbe non parlargli, ma deve sapere.

 

“Che cosa ti ho fatto? Qual è la mia colpa?”- esala la ragazza.

 

Damon la guarda negli occhi e ci legge terrore all’interno.

 

“L’unica tua colpa è essere figlia di tuo padre.

________________________________________

 

Buon fine settimana a tutte :)

Perdonatemi per il ritardo, ma ultimamente sono stata molto impegnata ed è estate, quindi devo trovare del tempo per concentrarmi anche su altre cose.

Ringrazio le due ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e spero di trovare anche altri pareri, positivi e negativi sono sempre ben accetti. 

In questo capitolo viene introdotto anche il personaggio di Stefan. Per quanto i due siano fratelli hanno avuto stili di vita e destini completamente diversi. A Damon è toccata la parte brutta della vita ed è obbligato, per una serie di ragioni che verranno svelate, a lavorare per il padre che, da come avrete capito, fa tutto fuorché opere di bene, mentre Stefan ha potuto vivere la parte bella della vita, anche se comunque è legato anche allo schifo.

Stefan scopre quello che ha fatto il fratello, perché lui era a conoscenza di determinate cose, ma non del rapimento di Elena, e si infuria con il fratello. Sbucherà ancora e sarà molto importante sia per Elena e sia, alla fine, per Damon. 

Il rapporto tra Damon ed Elena è ancora conflittuale, ma sarà ancora per un po’ così, ma, d’altronde, non può essere diversamente. Damon ha rapito Elena per volere del padre e perché nutre un interesse per lei, ma la vede come una sfida e un mezzo, anche, per raggiungere quello che ha perso in passato (perché Damon ha un passato veramente travagliato), mentre Elena, giustamente, è terrorizzata. E’ stata rapita e vive nel costante terrore che le possa capitare qualcosa. Sta cominciando a collegare un po’ di cose e arriverà praticamente da sola alla verità e sulla doppia vita del padre. Damon, finalmente, le svela quello di cui si parla dal prologo, ovvero il matrimonio, e, ovviamente, ne rimane scandalizzata. La questione verrà tirata fuori altre volte.

Grazie ancora, alla prossima ^^

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Horse_