La scuola era una problema per
Minseok in questi giorni. Sembrava che ogni giorno diventasse
più difficile concentrarsi e interessarsi. Sapeva che avrebbe dovuto, perché aveva
già fatto domanda a diverse università e doveva
mantenere una media alta per essere accettato, ma ogni giorno che
passava, diventava un po' più indifferente, un po' meno
interessato a tutto ciò che non riguardasse il benessere di
Luhan. Per la maggior parte della sua vita, Minseok era stato la
più grande preoccupazione di tutti – dei sui
genitori, di Kyungsoo – e si era abituato a questo, lo aveva
interiorizzato, ma ora all'improvviso Minseok non voleva più
preoccuparsi per se stesso, quindi utilizzò tutto il suo
tempo e gli sforzi che prima avrebbe usato per pensare a sé,
per pensare a Luhan invece. Non aveva senso, perché non
c'era nulla che potesse fare circa la situazione dell'amico, non poteva
nemmeno parlare
con
Luhan, ma Minseok aveva abbandonato la razionalità.
Sarebbe potuto essere spaventoso, se Minseok avesse avuto la forza di
interessarsi per più di cinque secondi.
Aveva anche Baekhyun di cui preoccuparsi. Il più piccolo
andava spesso da lui quando si sentiva travolto, facendo capire a
Minseok, senza dirlo, che senza Chanyeol non aveva nessun altro da cui
andare, che nessun altro avrebbe capito. A Minseok piaceva passare del
tempo con Baekhyun, perché Baekhyun era troppo impegnato con
i propri problemi per preoccuparsi per Minseok. Baekhyun non lo
guardava allarmato, non gli chiedeva se si sentisse bene, non se
Minseok faceva un buon lavoro a nasconderlo. Passava una gran
quantità di tempo a ripassare le battute da solo, chiedendo
a Minseok di aiutarlo quando poteva, e Minseok andava spesso alle prove
dello spettacolo ora, per supportarlo e aiutarlo dove poteva. Era
meglio che essere da qualsiasi altra parte, comunque. Lo teneva lontano
da persone che gli avrebbero fatto delle domande.
Il 2 Aprile, una settimana dopo l'inaspettata partenza di Luhan,
Minseok rimase dopo le lezioni per altre prove della commedia, sotto
richiesta di Baekhyun. Il più piccolo sembrava esausto,
quasi quanto Minseok, ma cercò di sorridere mentre diceva a
Eunji che aveva fatto un buon lavoro con le sue battute e mentre
combatteva con l'ingombrante spada di Chanyeol. Minseok ammirava la sua
forza, sebbene il sorriso non raggiungesse mai i suoi occhi.
Quando
raggiunsero la scena in cui Baekhyun doveva cantare una canzone pensata
precedentemente per Chanyeol, però, il ragazzo
crollò visibilmente, la sua voce si spezzò a
metà del secondo verso, e non appena finì disse
agli altri attori che aveva bisogno di una pausa. Minseok si
alzò immediatamente, seguendo il ragazzo dietro le quinte e
alle scale che portavano fuori in corridoio. La porta era aperta, ma
stavolta non c'era nessuno nei corridoi, e rimasero seduto fianco a
fianco sugli scalini, e Minseok circondò le spalle esili di
Baekhyun con un braccio.
Il più piccolo prese un profondo respiro. “Sto
bene,” disse, ma la sua voce tremolante lo tradì.
“Ho solo paura che non saremo pronti in tempo.”
“Non devi mentire con me, sai,” disse piano
Minseok, lasciando che il più piccolo si appoggiasse a lui.
“È solo che è così
difficile,” rispose Baekhyun, perdendo il fiato per un
secondo prima di riprendersi. “Perché ho lavorato
così duramente a questo spettacolo e voglio che sia bello
perché significa tanto per me, ma tutto mi ricorda lui e ho
creato questo personaggio per lui e io non posso farlo bene,
nemmeno se imparassi le battute e le direzioni di scena, e vorrei solo
che tutto tornasse come era prima.”
“Ma anche prima era difficile,” gli disse
gentilmente Minseok. “Ricordi?”
Baekhyun tirò leggermente su col naso. “Vorrei che
tornasse tutto come era prima, tranne la parte in cui ero innamorato di
lui.”
“Ero?”
Baekhyun si morse il labbro. “Sono,” ammise.
“La parte in cui sono innamorato di lui.”
“Già,” disse con un sospiro Minseok,
accarezzando la spalla del più piccolo. Anche a lui non
sarebbe dispiaciuto poter tornare indietro nel tempo. “Sei
pronto a rientrare?”
“Penso di sì.” Baekhyun si
alzò, pronto a scendere le scale per tornare sul palco.
“Grazie, hyung. Sei... sei un rimpiazzo di Chanyeol
abbastanza buono.” Sorrise leggermente, ma il suo labbro
tremò, e Minseok aprì le braccia invitante, e
Baekhyun ci si tuffò dentro per nascondere il viso nella sua
spalla. La forza dell'abbraccio lo fece vacillare leggermente, e dopo
un attimo di silenzio, Baekhyun mormorò, “Non sei
soffice come al solito. Hai perso peso?”
Il commento era casuale, fatto per distrarlo dal fatto che Baekhyun
stava per mettersi a piangere sull'uniforme del maggiore, ma ottenne
una reazione forte da parte di Minseok – un terrificante mix
di paura e ansia e irritazione e trionfo. Spaventava Minseok,
più di un po', ma la scacciò via velocemente.
“Ah sì?” disse casualmente, e
spostò un po' del suo peso su Baekhyun perché si
sentiva leggermente instabile sui suoi piedi.
Un attimo di movimento distrasse Minseok dai propri pensieri, e
sollevò lo sguardo vedendo un'inaspettata figura in piedi in
corridoio, che li guardava con gli occhi spalancati. Chanyeol sembrava
tanto sorpreso quanto Minseok ad essere stati beccati, e li
guardò solo per un attimo prima di girare sui tacchi e
tornare da dove era venuto. Minseok si era irrigidito, e Baekhyun
sembrò notarlo, perché si mosse tra le sue
braccia e chiese, “Cosa?”
“Niente,” disse velocemente Minseok, distogliendo
lo sguardo dalla figura del più piccolo che si allontanava,
e tenendogli le spalle in modo che non si voltasse. “Andiamo,
torniamo dentro.”
Baekhyun sospirò e accettò, e Minseok gli
posò una mano sulla schiena per guidarlo sul palco. Baekhyun
riprese le prove, ma Minseok non riuscì a non pensare
all'espressione di Chanyeol quando li aveva visti. Era sembrato
così scioccato, all'inizio, come se non si fosse aspettato
di vederli lì (cosa ci faceva Chanyeol lì?), ma poi era
anche sembrato... tradito, in un certo senso. Agitato. Confuso. Minseok
non riusciva a capirlo.
Cinque minuti dopo, Minseok uscì dall'auditorium per
riempire la bottiglietta d'acqua e andare in bagno, e in qualche modo,
non fu sorpreso quando Chanyeol sbucò da dietro l'angolo per
affrontarlo. Rimase decisamente sorpreso, però, quando
Chanyeol lo intrappolò contro gli armadietti e
piantò una mano decisa accanto alla sua testa, usando il
vantaggio della propria altezza per guardarlo dall'alto in basso con
sguardo accusatore mentre ruggiva, “Cosa stavi facendo con
Baekhyun?”
Per Minseok, che aveva solo visto Chanyeol ridere, sorridere e fare
brutte battute, lo sguardo nei suoi occhi era decisamente
intimidatorio, e indietreggiò per un momento, spostandosi da
un piede all'altro per poi guardare Chanyeol e dire, senza nemmeno
pensarci, “E a te cosa interessa?”
Il proprio coraggio lo sorprese, e sembrò sorprendere anche
Chanyeol, solo per un momento, prima che il suo cipiglio tornasse e
dicesse, “Ti vedo sempre con lui. Perché?”
Minseok non si arrabbiava spesso, non seriamente, ma era sul filo del
rasoio in questi giorni, e aveva passato diverso tempo con un Baekhyun
davvero instabile ultimamente, ed era colpa di Chanyeol, e Minseok non era contento. “Senti,
Chanyeol,” sputò, la testa gli girava leggermente.
“Non so se la tua memoria riesce ad andare così
indietro, ma questa è colpa tua. Nemmeno in parte. Tutta. È colpa tua per
essere stato tutto quello che voleva Baekhyun, senza essere stato in
grado di fermarti. È colpa tua per avergli spezzato il
cuore, e per averlo lasciato con il nulla assoluto. Perché
sono sempre con lui? Oh, non lo so. Forse sto solo facendo del mio
meglio per raccogliere i pezzi del suo cuore infranto,
perché tu eri troppo spaventato e codardo per fermarti e
aiutarlo a farlo. Tu non hai il diritto di dire niente. Non hai nemmeno il diritto di guardarlo, perché hai rovinato
il suo spettacolo e tutto il suo duro lavoro e lui nemmeno ti odia, anche se dovrebbe farlo
perché non meriti Baekhyun, nemmeno per un
secondo.”
Chanyeol sembrò colpito, gli occhi sgranati mentre arretrava
leggermente. “Ma io—”
balbettò. “Lui è il
mio—”
“No, Chanyeol, lui è il tuo niente. Non è un tuo
possedimento. Pensi di poter fare quello che vuoi, usarlo per quello
che ti serve, per poi gettarlo via quando le cose si complicano? Pensi
che sia giusto? Hai avuto la tua chance, e hai rovinato tutto.
Gravemente. Quindi non chiamare Baekhyun il tuo niente.” Minseok spinse
debolmente il petto di Chanyeol, sentendo di dover far provare al
più alto qualche tipo di dolore ma senza riuscire a trovare
la forza.
Chanyeol non si mosse, ogni minaccia svanita dal suo viso mentre
guardava Minseok con gli occhi spalancati. “Ero
solo—sono solo—” Deglutì.
“Spaventato.”
Minseok prese un profondo respiro. “Lo so,” disse,
ed era vero. “Lo capisco, Chanyeol. Ma questo non rende
giusto quello che hai fatto.”
“Non sapevo cosa fare,” continuò
Chanyeol, con la voce più debole che Minseok gli avesse mai
sentito usare.
“Beh, vedi di pensarci bene,” mormorò
Minseok, stringendo con forza la propria bottiglietta.
“Volevo solo—” Chanyeol si morse la
lingua, interrompendosi.
“Volevi solo che le cose fossero qualcos'altro rispetto a
ciò che sono,” finì per lui Minseok.
“Ma non funzionano così le cose, quindi comincia a
reagire alla situazione, e cerca di non essere uno stronzo
già che ci sei, perché Baekhyun vale tanto quanto
te.” Sbatté le palpebre, sentendosi estremamente
stordito per un secondo, poi disse, “Penso che
vomiterò.”
“Cosa?” Chanyeol lo fissò.
“Devo vomitare.” Quasi inciampando sui propri
piedi, Minseok spinse via Chanyeol e si affrettò verso il
bagno.
Qualche minuto dopo, la voce esitante di Chanyeol lo raggiunse da
dietro la porta. “Stai bene?”
Minseok deglutì a fatica, sentendo il sapore di bile sulla
lingua mentre si sedeva sulla tavoletta, chiedendosi se sarebbe
riuscito ad arrivare al proprio armadietto senza vomitare ancora.
“Sto bene,” disse debolmente.
“È tutto sotto controllo.”
“Cosa?”
“Niente. Sto bene. Puoi andare.” Minseok prese un
profondo respiro. Aveva solo fatto male i calcoli. Aveva tutto sotto
controllo. Non c'era niente che non andasse.
Davvero.
La vita era piuttosto calma per Kyungsoo ultimamente. Praticamente
piatta, davvero. Cercava di tenersi impegnato, con niente con cui
distrarsi se non qualche sentore di preoccupazione per alcuni dei suoi
amici. Luhan era in Cina, Baekhyun aveva il cuore spezzato, Chanyeol
era completamente scomparso, e Minseok era sia preoccupato per Luhan
che sempre introvabile. Nessuno andava a fare visita a Kyungsoo, quindi
era abbastanza solo, ma immaginò che fossero tutti
impegnati, o avessero le loro ragioni per non passare. Kyungsoo aveva
iniziato a lavorare ai ferri nel frattempo, per tenere la mente lontana
dalle cose, ed era ridicolo, intrecciare sciarpe e cappelli proprio
mentre le temperature si alzavano, ma se ne fregò.
A volte, Kyungsoo si chiedeva se le persone – in particolare
Minseok – lo stessero evitando di proposito, ma poi si diceva
che era assurdo. Cosa aveva fatto di sbagliato Kyungsoo? Niente. Erano
solo impegnati. Non lo avrebbero evitato di proposito.
(Ma si sarebbero dimenticati di lui? No, anche questo era assurdo.
Doveva smetterla di pensare a queste cose.)
Sabato, per la prima volta in quasi una settimana, Kyungsoo ricevette
una visita. Non era chi si era aspettato di vedere, però.
“Oh, ciao Jongdae.”
“Hey, ciao Soo.” Jongdae sembrava a disagio, come
se non fosse sicuro di dover essere lì, o ci avesse
ripensato all'ultimo momento. Rese Kyungsoo leggermente agitato.
“Hai... bisogno di qualcosa?” gli chiese Kyungsoo,
accigliato.
Jongdae fece una piccola smorfia. “Hai visto Minseok-hyung di
recente?” chiese all'improvviso.
“Huh? Uh, no, non proprio. Ha detto di sentirsi un po'
giù, quindi non pensava fosse un bene venire a farmi
visita.” Kyungsoo cercò di fare un sorriso
convincente. Era una ragione logica.
Jongdae si accigliò ancora di più.
“È quello che ha detto anche a me,”
disse.
“Non... non gli credi?” chiese cautamente Kyungsoo.
Jongdae si grattò il collo agitato. “Non lo so.
È solo che... Minseok-hyung non ti mente mai,
vero?”
Kyungsoo sorrise leggermente. “Cerca di non farlo.”
“Quindi te lo direbbe se ci fosse qualcosa che non va,
giusto?”
Il sorriso cadde dalle labbra di Kyungsoo in un istante. “Che
vuoi dire?”
Jongdae si morse il labbro per un secondo, poi disse, “Si sta
comportando in modo strano ultimamente. Comincio seriamente a
preoccuparmi. Continua a dire di stare bene e che è solo
preoccupato per Luhan e tutto, ma non penso sia
così.”
“Come è che si comporta in modo strano?”
Insistette Kyungsoo. “Cosa sta facendo?”
“Non lo so,” rispose Jongdae, sospirando frustrato.
“Mangia molto cibo. E beve molta acqua.”
La paura attanagliò Kyungsoo come un pugno di ferro. No. No
no no. Non poteva accadere ancora. “Sta bene a parte
questo?” chiese debolmente.
“Per niente,” negò il ragazzo, e
Kyungsoo si sentì male. “Sembra stare molto
più male di quanto non voglia mostrare. Ha continui sbalzi
d'umore e sembra non riuscire mai a prestare attenzione a lungo quando
qualcuno dice qualcosa e ti risponde male se glielo fai notare.
Sembra... assomiglia tanto a come era quella volta, sai, e comincio ad
avere paura.”
Kyungsoo poté sentire il sangue abbandonargli il viso, e
anche lui era spaventato, era improvvisamente terrificato, ma allo
stesso tempo era arrabbiato. Era arrabbiato per non averlo
notato, per non aver fatto lo sforzo di controllare Minseok quando
l'amico non era proprio stabile al momento, per aver lasciato che le
cose arrivassero a questo punto e per non aver notato che forse era per
questo
che
il vicino non gli aveva fatto visita. Era arrabbiato con Minseok per
aver messo ancora tutti in questa situazione. “Vai a casa,
Jongdae,” disse, guardando dritto davanti a sé.
“Cosa?” Jongdae lo guardò stranito.
“Cosa?”
“Devo solo – devo risolvere una cosa.”
“Sai cosa c'è che non va?” chiese
Jongdae, quasi implorante.
“Io—ti prego, va' a casa.”
“Kyungsoo, se sai che succede devi dirmelo. È il
mio migliore amico, andiamo,” insistette il ragazzo, alzando
leggermente la voce.
“Jongdae, non ora. Devi andare a casa e lasciarmi
fare, e dopo potrai parlare con Minseok e farti dire tutto. Okay? Ti prego.”
Jongdae sembrò sorpreso dalla fermezza nella voce di
Kyungsoo, e i suoi occhi ebbero un guizzo pericoloso, ma poi
sospirò e si passò una mano tra i capelli prima
di dire, “D'accordo. Vado.”
“Grazie,” disse Kyungsoo, e a malapena lo vide
andarsene perché riusciva a pensare solo ad una cosa. Non
appena il ragazzo se ne fu andato, Kyungsoo marciò dritto
fuori dalla porta chiudendosela alle spalle – lasciando per
la prima volta casa da quando era tornato dall'ospedale, anche se non
ci pensò nemmeno – e ignorò il
campanello, decidendo invece di sbattere i pugni contro la porta di
Minseok. Si aprì un momento dopo, e Minseok lo
guardò sorpreso.
“Kyungsoo,” disse, gli occhi sgranati.
“Cosa—”
“Hyung.” Kyungsoo strinse i denti. “Cosa stai facendo?”
Minseok lo guardò a bocca aperta per un secondo, e Kyungsoo
odiò quanto spaventato sembrasse.
“Io—sono malato, dovresti—”
“Oh, io lo so che sei malato,”
sputò Kyungsoo. “Ma tu?”
Minseok deglutì e fece un passo indietro, e sembrava stesse
per chiudere la porta, quindi Kyungsoo si fece avanti per bloccarla.
Guardò il vicino dalla testa ai piedi, e faceva male vedere tutti gli indizi che si
era perso nella settimana passata. Quanto fosse magro e pallido il viso
di Minseok, e come indossasse vestiti larghi e spessi nonostante ci
fosse caldo in casa, e come il suo aspetto fosse stanco, instabile e
fragile. Faceva male, e turbava Kyungsoo, e lo faceva arrabbiare,
perché pensava che l'avessero superata.
“Sto bene, Kyungsoo, ho solo—”
“No, hyung, non stai bene,” disse Kyungsoo, facendo
un altro passo avanti e facendo arretrare l'amico. “Non osare dire di stare bene. Ci siamo
già passati prima, lo sai che non stai bene.”
“Non sono—” disse disperato Minseok,
tremando leggermente. “Non è così, non
sono—”
“Non mentirmi, Kim Minseok,” Kyungsoo era furioso.
“Sono così. Arrabbiato con
te. Non
riesco a credere
quanto
egoista tu sia in questo momento.” Minseok lo
fissò e scosse la testa, ma Kyungsoo si rifiutò
di lasciarlo parlare. “Non provare a negarlo, hyung. Sei così egoista, e così stupido, e come osi lasciare che Jongdae si
preoccupi per te? Sai quanto si è
spaventato l'ultima volta. Pensi che sia giusto? Pensi di essere
l'unica persona a cui stai facendo del male adesso? Come osi metterti
in pericolo, quando sei – quando sei l'unica persona che io ho.”
Singhiozzò leggermente, e poteva sentire le lacrime
bruciargli gli occhi e il petto gli faceva male, ma si
rifiutò di piangere. “Come puoi fare questo quando
non ho nessun altro? Cosa dovrei fare senza di te, huh? E pensi
– pensi di essere l'unico a preoccuparsi per Luhan? Cosa
credi che penserebbe lui? Minseok, mi stai ascoltando?
Non puoi farlo ancora, non puoi, non te lo
permetterò.”
Gli occhi di Minseok erano rossi e lucidi a questo punto, ma se li
asciugò furiosamente, distogliendo lo sguardo da Kyungsoo, e
disse, “Sto bene.”
Kyungsoo voleva prenderlo a schiaffi, o scuoterlo o qualcosa del genere.
“Non stai BENE, hyung! Non riesci a vederlo?”
Minseok continuava ad asciugarsi gli occhi, senza guardarlo, e a
indietreggiare, passo dopo passo. Scosse la testa ostinatamente.
“Preoccupati per qualcuno che lo merita, Kyungsoo,”
disse, con voce roca. “Preoccupati per Luhan.”
E fu quella la cosa che fece scivolare le lacrime lungo le guance di
Kyungsoo, perché Minseok non aveva idea, Minseok non capiva
cosa stesse facendo, non capiva mai. “Hyung, Luhan
è in Cina,” disse, e per qualche ragione sembrava
implorante. “È semplicemente in Cina, non si sta uccidendo.”
Minseok si morse il labbro e si diresse in camera, scuotendo la testa.
“Non lo sto facendo, sto bene,” disse, inciampando
sui propri piedi prima di arrivare alla porta. “Lasciami in
pace.” Poi scomparve dentro la stanza.
Kyungsoo si accovacciò a terra e si mise le mani tra i
capelli, chiudendo gli occhi mentre le lacrime gli cadevano dal mento
al pavimento. Tutto faceva male e la testa gli pulsava per la pressione
e le emozioni travolgenti, e non poteva farlo, non poteva lasciare che
accadesse, doveva fare qualcosa. Doveva far capire a Minseok.
Non sapeva quanto tempo ci volle, ma riuscì a tornare in
camera propria più tardi, tremando e prendendo dei lunghi
respiri, e gli ci vollero solo altri pochi minuti per vedere il foglio
di carta attaccato alla sua lavagna, con un numero scritto sopra.
Deglutì e afferrò il telefono.
Questa contava come emergenza.
Minseok rimase seduto nel balcone di camera sua per molto tempo, le
ginocchia poggiate sulla sua piccola sedia pieghevole, a guardare le
macchine che passavano sulla strada. Staccava i pelucchi attaccati al
proprio maglione, e non pensò a nulla, perché la
testa gli pulsava e stava avendo qualche problema a concentrarsi su
qualsiasi cosa oltre che Non sto male, Non sto male, Non
sto male.
L'immagine di Kyungsoo che gli urlava contro, di Kyungsoo che stava
chiaramente raggiungendo il punto di rottura, gli balenò in
testa, e si sentì nauseato per il senso di colpa e la paura
e la fervente negazione. Non sto male.
Non sapeva nemmeno come si sentiva circa tutto questo. Si sentiva
semplicemente terribile, in ogni significato della parola. Tutto
sembrava terribile, e Minseok non sapeva nemmeno cosa fare.
Tornò dentro solo quando nuvole grige oscurarono il cielo e
cominciò a piovergli sopra, e i suoi capelli si bagnarono
troppo per essere confortanti. Considerò brevemente di
restare lì, e lasciare che l'acqua gli si riversasse
addosso, che magari lo affogasse, o almeno che lo lavasse via, ma poi
cominciò a tremare e Minseok non riusciva nemmeno a punirsi
in modo appropriato.
“È
solo in Cina, non si sta uccidendo!”
Non
lo sto facendo.
Minseok si asciugò con la manica il naso che colava ed
entrò nella stanza, sfilandosi il maglione bagnato e
lasciandolo cadere a terra mentre lui si stendeva sul letto e allungava
un braccio sotto di esso per prendere una scatolina di cioccolatini. La
fissò per qualche momento, e la sua mano si
sollevò d'istinto sul proprio stomaco. Si morse il labbro,
guardando con incertezza il cioccolatino incartato, e poi rimise il
coperchio, proprio quando il telefono cominciò a squillare
con insistenza. Minseok lo guardò sorpreso, poi lo prese per
controllare lo schermo. Il numero era sconosciuto, e aveva quasi
rifiutato la chiamata, ma alla fine accettò e si
portò l'apparecchio all'orecchio.
“Pronto?”
“Seok-ah.”
Minseok si sedette immediatamente, gli occhi sgranati, e
sentì il fiato mancargli. “Luhan?”
La voce sull'altra linea fece un suono di assenso, e la
qualità del suono non era eccezionale ed era solo una voce,
solo una piccola voce lontana, ma il cuore di Minseok
sussultò come non faceva da oltre una settimana.
“Lu, oddio. Come stai? Stai bene? Tu – non hai mai
chiamato, e stavo incominciando a preoccuparmi, pensavo che
forse—”
“Mi
ha chiamato Kyungsoo.”
Minseok chiuse la bocca. Gli ci volle un momento per processare quelle
parole, e quando lo fece, deglutì a fatica. “Lui
– l'ha fatto?”
Ci fu un momento in cui tutto quello che si sentiva dall'altra parte
era un debole respiro, e poi Luhan disse, “Minseok, cosa stai
facendo?”
Immediatamente, la gola di Minseok si chiuse di nuovo, e la testa gli
pulsava e gli occhi gli bruciavano, e premette il telefono all'orecchio
desiderando di poter semplicemente sentire il suono della voce di
Luhan, e di non doversi preoccupare di quello che avrebbe detto o di
nient'altro. “Io non—non lo so,”
singhiozzò.
“Kyungsoo
mi ha detto alcune cose.”
Minseok stava andando in iperventilazione, era come se i suoi polmoni
non si espandessero abbastanza e non riuscisse a riempirli con
abbastanza ossigeno e continuava a fare dei piccoli respiri veloci che
sembravano piccoli singhiozzi. “Che tipo di cose?”
“Cose
che avrei preferito mi dicessi tu stesso,” disse Luhan, e la sua voce era
così triste, così delusa, e Minseok per un
momento desiderò spegnere il telefono. Ma questo avrebbe
significato non poter parlare con Luhan, e questo avrebbe fatto ancora
più male.
“Cosa ti ha detto?” Non voleva sentirlo e sapeva
che doveva
sentirlo
allo stesso tempo.
Riuscì a sentire Luhan prendere un profondo respiro. “Mi ha detto che ti
stai facendo del male, e mi ha detto di chiederti di spiegarmi.
Perché. Perché è accaduto la prima
volta.”
Minseok voleva piangere. Non voleva dirlo, non voleva nemmeno pensarci, ma sapeva che doveva farlo. Ma
questo non lo rendeva meno doloroso.
“Una
volta mi hai detto di aver avuto qualche problema dopo la diagnosi,” disse Luhan con cautela. “Che è
stato davvero brutto.”
Era stato Kyungsoo a dirgli che questo era quello che era accaduto la
prima volta, o aveva fatto quel collegamento da solo?
“Già,” sussurrò Minseok,
chiudendo gli occhi.
“Cosa
è successo, Minseok?”
Si morse il labbro così forte da sentire il sangue sulla
lingua. “Il – il problema è cominciato
molto prima,” disse, e la sua voce era tremante e sembrava
terrificata, persino a se stesso, ma forse non era una cosa negativa.
“Quando?”
Minseok ci mise un lungo momento per prendere il coraggio dire,
“Ero un bambino grassoccio.”
“Lo
so, ho visto le foto.”
Minseok sussultò. “L'ho odiato. Per tutta la mia
vita. Ma ero così... di costituzione. Avevo una dieta
normale e tutto, ed ero grasso. Mia madre non mi ha mai fatto mettere a
dieta, diceva che non era salutare per un bambino in crescita o che so
io. Ero insicuro, però, non lo so. Ero solo... odiavo chi
ero.” Prese un altro lungo respiro. “Proprio prima
che mi venisse diagnosticato il diabete, persi molto peso. Dimagrii
spaventosamente tanto, perché la mia glicemia era altissima.
Influenzò tantissimo il mio peso, ma era solo uno dei
sintomi. Dovevo andare spesso al bagno, bevevo come un matto, avevo
sempre fame, e perdevo molto peso. Non lo facevo di proposito. Ma
immagino che... che mi piacesse. Essere magro. Mi piaceva non essere
più ciccione.”
Deglutì a fatica, si abbracciò le ginocchia e
chiuse gli occhi, facendo una pausa per ascoltare il respiro regolare
di Luhan. Avrebbe voluto che il ragazzo fosse lì con lui.
“Quando ho cominciato a controllare la mia insulina e tutto,
però, l'ho ripreso. All'inizio non mi dispiaceva,
perché ero praticamente scheletrico. Ma continuavo a
riprendere peso, perché è un comune effetto
collaterale della terapia con l'insulina. E poi, non giocavo nemmeno
più a calcio, e dovevo mangiare molto. E le persone
continuavano a fare commenti. Oh, stai riprendendo peso!
Tutto quello che hai perso! Lo dicevano in maniera
positiva, perché la perdita di peso era stata spaventosa, ma
mi fece solo pensare che stessi ingrassando. Mi spaventò
tanto quanto la velocità con cui l'avevo perso. Volevo
perderlo di nuovo, ma non c'era molto che potessi fare al riguardo. Non
potevo mangiare meno, e non potevo fare più esercizio. Ma
poi mi ricordai come avevo perso tutto quel peso quando mi ero ammalato
all'inizio, perché i miei livelli di zucchero nel sangue
erano stati altissimi. Quindi smisi di prendere tutta
quell'insulina.”
“Minseok—”
disse
Luhan, sembrando spaventato. Minseok emise un debole suono di lamento,
e cercò di darsi un contegno.
“Pensavo di essere intelligente,”
confessò tremando. “Mentivo a mia madre sulle
cifre, fingevo che andasse tutto bene. Era molto pericoloso,
però. Non controllavo la mia glicemia, e c'erano molte cose
che potevano andare male. Non ci pensavo, però. Stavo
perdendo peso. Ero ossessionato con il contare le calorie e tutto.
È davvero facile per le persone con il diabete diventare
ossessionati con cose di questo genere, dato che il cibo e tutto sono
così importanti. Ma mi ammalai di nuovo, dopo un po'. Cercai
di nasconderlo, ma ovviamente alla fine le persone lo notarono. I miei
genitori si arrabbiarono molto, ovviamente, ma anche Kyungsoo. Non
l'avevo mai visto così arrabbiato in vita mia; pianse per
ore, a malapena respirava per quanto
singhiozzò. Fu – immagino che fosse la scossa di
cui avevo bisogno.”
Ci fu un lungo silenzio, e poi Luhan chiese, “E poi cosa
è successo?”
Minseok si strofinò il collo e si sforzò di
prendere profondi respiri, anche se il petto gli faceva male.
“Immagino che... molte cose siano cambiate. Mia madre e
Kyungsoo divennero molto protettivi. Kyungsoo mi controllava un paio di
volte al giorno – mi controlla ancora dopo la scuola. Mia
madre divenne molto rigida circa quello che mangiavo. Dovemmo fare
molti compromessi, e fu difficile. Dovevo mangiare una certa
quantità di cose, ma dovevo stare attento, molto attento,
perché eravamo spaventati che se avessi ripreso peso, ci
sarei caduto un'altra volta. Ero molto sensibile all'argomento. Mia
mamma divenne una sorta di specialista del regime, e io mi convinsi che
fosse solo perché mi voleva in salute. Il peso divenne una
cosa di cui nessuno parlava mai. Non volevamo nemmeno pensarci. Tutto
ruotava attorno alla salute, invece; cibo salutare, quantità
salutare di esercizio, e controllo della glicemia. Se avessi seguito le
regole, il peso non sarebbe stato un problema. Sia perdere che prendere
peso sarebbe stato pericoloso a quel punto, quindi divenne importante
mantenere lo stesso peso il più possibile. Kyungsoo mi fece
ogni sorta di tabella, ed erano davvero drastiche, ma mi tenevano la
mente lontana da... altre cose.”
“Non
l'ho mai saputo…” disse Luhan, con voce piccola e
spaventata. Minseok odiava quanto sembrasse spaventato. Era per questo
che non lo diceva mai a nessuno.
“Lo so,” rispose. “Ancora oggi evitiamo
di parlarne più che possiamo. Te l'ho detto, no? Parlarne mi
fa pensare a cose brutte, quindi non pensarci è l'opzione
più sicura per noi. Sono migliorato molto da allora, certo.
Non sono più così sensibile. A volte faccio un
così buon lavoro a non pensarci che quasi me ne dimentico.
Faccio cose che non avrei mai fatto in passato, come assaggiare cibi
non proprio salutari. Purché ne discuta con mia madre.
Riusciamo ad infilarlo nel regime. Questo è sicuro. In un
certo senso, il diabete è una buona scusa – tutto
può ruotare attorno al diabete, e non attorno al peso. Sono
migliorato davvero.”
“Ma
ora stai peggiorando.”
Minseok mandò giù il magone che aveva in gola. Se
n'era quasi dimenticato. “Già. Ma non è
la stessa cosa. Ultimamente, ho semplicemente... non mi importa
più. È stupido. Sono così stupido. Ho
smesso di controllare i miei valori e ho vagamente basato tutto solo su
come mi sentivo, non mi importava se le cose andavano fuori controllo.
Più la mia glicemia diventava incostante, più il
mio umore cambiava, e smetteva di importarmi ancora di più.
E mi arrabbiavo ogni volta che a qualcun altro cominciava ad importare,
perché io non volevo. E poi ho
ricominciato a prendere peso per tutte le schifezze che stavo
mangiando, e la mia reazione è stata estrema, e ho lasciato
che accadessero cose che solitamente non avrei lasciato che
accadessero. Ho convinto me stesso che non ci fosse niente che non
andava. Non so nemmeno più quale dei miei problemi
è causato da cosa ormai, e la cosa è davvero andata fuori controllo e non
– non so come rimettere le cose a posto. Non so come
rimettere me a posto.” Prese un profondo respiro, sentendo di
poter ricominciare ad annaspare da un momento all'altro.
“Sono così stanco di fingere che sto bene, che
posso essere forte abbastanza. Voglio solo poter smettere di pensare
che abbia importanza, come tutti. Non voglio più dovermi
preoccupare di nulla.” La sua voce si era fatta sempre
più piccola con ogni parola, e alla fine della frase si
ritrovò a piangere, le sue guance erano di nuovo bagnate, e
sapeva di sembrare e suonare ridicolo, raggomitolato sul suo letto a
tirare su col naso e dire quelle cose, ma allo stesso tempo, sentiva di
non essere ridicolo affatto.
“Minseok,
io – non so cosa fare,” disse Luhan, sembrando tanto
spaventato quanto Minseok. “Cosa dovrei fare?”
“Non lo so,” mormorò pietosamente
Minseok. “Non so nemmeno cosa dovrei fare io.”
“Vorrei
essere lì,” disse Luhan. “Vorrei potermi
prendere cura di te.”
Le labbra di Minseok si tirarono in un piccolo sorriso, nonostante il
cuore gli facesse male. “Anche io vorrei che fossi
qui.”
“Ma
non posso esserci,” riprese il ragazzo, e faceva
ancora più male. “E so che non vuoi
che ti importi, Seok-ah, ma devi farlo. Lo
sai, vero? Non puoi lasciare che siano gli altri a farlo per te. So che
è più facile fingere che non ci sia niente che
non vada, ma non puoi cambiare chi sei. Devi... affrontare la
realtà, lo sai?”
Minseok sussultò. Solo qualche giorno fa aveva detto con
rabbia a Chanyeol di smetterla di fuggire dalla verità e di
reagire alla situazione, e solo ora colpì Minseok che lui
per tutto questo tempo aveva fatto la stessa identica cosa.
“Lo so,” sussurrò.
“Ma
non devi neanche farlo da solo. Kyungsoo vuole aiutarti, i tuoi
genitori vogliono aiutarti, e sono sicuro che lo voglia anche Jongdae.
Devi essere responsabile, ma non devi esserlo da solo. È
importante parlare con le persone quando diventa difficile, sai. Ci
sono un sacco di persone che vorrebbero ascoltare.”
“Lo so.” Ed era così – Minseok
lo
sapeva – ma questo non lo rendeva
facile. Era difficile, essere sempre quello debole.
“Non
è niente di cui vergognarsi, Seok-ah,” continuò Luhan, come se potesse leggere
la mente dell'amico. “Hai un enorme peso
sulle spalle. E lo capiscono tutti.”
“Ce l'hai anche tu,” mormorò Minseok.
“Ce l'ha anche Kyungsoo.”
“Io
ho i miei genitori, e ho Yixing e ho te. E anche Kyungsoo conta su di
te, lo sai questo. Conta su di te più di ogni altra cosa,
anche se non lo dice mai a voce alta. Tutti gestiscono le cose in modo
diverso. Stiamo tutti lavorando sulle nostre cose. Anche tu devi
lavorare sulle tue.”
Minseok deglutì a fatica. “Lo
farò,” disse.
“Quindi
cosa pensi di fare?” chiese Luhan, sembrando deciso
e controllato, ma Minseok poté sentire il tremolio nella sua
voce.
Minseok spazzò via polvere invisibile dalla sua coperta.
“Andrò all'ospedale,” mormorò.
“È
così grave?” chiese Luhan, sembrando
immediatamente preoccupato.
“No,” gli assicurò Minseok.
“Ma probabilmente sono disidratato e di sicuro ho bisogno di
un controllo medico. Non è inconsueto, onestamente.
È successo altre volte in passato, per sbaglio.”
“Okay,”
disse
Luhan, più per rassicurare se stesso. “E dopo?”
“Io... ascolterò Kyungsoo. E mia madre. E i
dottori.”
“Che
mi dici di te?”
Le labbra di Minseok si sollevarono ancora. “Dipende da
quello che dico,” rispose. “Non è sempre
una buona idea ascoltare quello che dico. Guarda dove sono
ora.”
“Ma
non puoi sempre
aspettarti
che gli altri ti controllino. A volte devi prenderti tu cura di te
stesso. Gli altri possono aiutarti, ma ti devi anche aiutare da solo.”
Minseok sospirò. “Lo so.”
“Non
osare smettere di prenderti cura di te stesso Kim Minseok,” lo avvertì Luhan, e
il suo tono era leggero ma Minseok sapeva che era serio. “Altrimenti non ti
chiamerò più e Kyungsoo non ti parlerà
più e sarà colpa tua. Hai capito?”
Minseok annuì, poi si rese conto che Luhan non poteva
vederlo e disse, “Sì.”
“Bene.
Perché dico sul serio. So che è difficile e che
fa paura ma devi davvero, davvero prenderti cura di te. Se Kyungsoo mi
dovesse chiamare ancora per dirmi che non lo stai facendo,
dovrò arrivare dalla Cina per colpirti.”
Minseok rise piano. “Non credo che sarei contrario a
quest'idea,” disse piano.
Luhan rimase in silenzio per un lungo momento, e poi disse, “Mi manchi.”
Minseok si morse il labbro. “Mi manchi anche tu.”
“Ora
devo andare, okay?”
“Aspetta!” Minseok si sedette di scatto.
“Questa è la prima volta che mi chiami e l'unica
cosa di cui abbiamo parlato è quanto io sia incasinato.
Volevo parlare con te.”
Luhan rise leggermente. “Non era
così che immaginavo sarebbe andata la nostra prima chiamata,” ammise.
“Mi dispiace.”
“No,
no, non scusarti. È solo che – devo andare
davvero. Questa chiamata mi costerà un sacco sai, e non sono
proprio ricco.”
“Un altro minuto?” implorò Minseok.
Luhan rise deliziato, e Minseok sentì una sensazione calda
allo stomaco. “Un altro minuto.
Faccio partire il timer!”
Minseok emise un piccolo suono impanicato. Sessanta secondi per dire
tutto quello che voleva dire a Luhan? Da dove cominciare?
“Ah, okay, um. Come stai?”
Luhan prese tempo, e Minseok voleva quasi dirgli di parlare
più in fretta. “Sto bene. In un
certo senso è piacevole essere di nuovo in Cina. Non mi devo
preoccupare di dire sempre la cosa sbagliata. Posso rivedere i miei
vecchi amici. Ma è stato tutto molto... frenetico. E
stressante. Non proprio divertente.”
“Cosa pensi di fare? Sono preoccupato per
te…”
“Non
preoccuparti per me!” esclamò
allegramente, ma non lo aiutò. “Siamo solo... non
siamo ancora sicuri. Perché non sappiamo quanto
durerà questa situazione.”
Minseok deglutì. “Tornerai, vero?”
chiese, con voce debole.
“Ah,
Seok-ah…” Luhan sembrò
distintamente nervoso. “Non lo so. Non lo so
davvero.”
Minseok prese un profondo respiro. “Devi tornare se puoi,
okay?”
“Lo
farò. Lo prometto.”
Minseok si morse il labbro. “Quanto tempo mi manca?”
“Huh?”
“Al mio minuto.”
Luhan rise. “Venti
secondi.”
Minseok deglutì ancora, e le parole Ti amo danzarono sulla sua lingua, ma
le mandò giù. Non ora. Non era il momento.
“Parlami.”
“Cosa?”
“Voglio... voglio solo sentire la tua voce.
Parlami.”
Luhan fece un suono vago, e Minseok sarebbe voluto rimanere a parlare
con lui per ore. “Continuo a pensare
che mi piacerebbe portarti in Cina un giorno,” disse, e il cuore di Minseok
perse un battito. “Fa caldo qui in
questi giorni. Davvero caldo. Voglio farti conoscere i miei amici,
voglio farti assaggiare il cibo cinese. Vorrei fossi qui con me.” Fece una pausa. “Otto secondi!”
“Chiama ancora presto,” disse velocemente Minseok.
“Ci
proverò. Mi manchi! Ciao, Minseok! Prenditi cura di te!”
Minseok ebbe a malapena il tempo di dire, “Ciao,”
che la linea cadde. Fissò sconsolatamente il telefono, poi
vacillò quando un'ondata di nausea lo colpì. Oh,
giusto.
Gli ci volle un lungo minuto per decidere cosa fare prima. Poi, con
mani leggermente tremanti, si alzò dal letto e
uscì di casa, andando da Kyungsoo. Bussò piano,
poi entrò.
Kyungsoo era seduto in cucina, con la schiena rivolta verso di lui, e
non si girò quando Minseok entrò nella stanza. Il
maggiore prese un profondo respiro. “Hey, Soo,”
disse gentilmente, e il ragazzo rimase immobile.
“Io—sono... mi dispiace davvero, Kyungsoo. Non so
cos'altro dire. Mi dispiace così tanto.”
Kyungsoo tirò leggermente su col naso. “Avevi
promesso che non l'avresti più fatto.”
“Lo so,” disse piano Minseok, fissando il
pavimento. “Mi dispiace.”
“L'avevi promesso.”
“Mi dispiace. Vuoi... vuoi che me ne vada?” chiese
piano.
Kyungsoo scosse la testa immediatamente, asciugandosi gli occhi con la
manica. “Vieni qui.”
Minseok si fece avanti, ogni passo era leggermente esitante, e si mise
proprio dietro Kyungsoo, facendogli capire che era lì.
Kyungsoo si alzò, si voltò, e guardò
Minseok per la prima volta. I suoi occhi erano rossi e gonfi, e si
morse violentemente il labbro, e gli faceva male vederlo
così, sapere che era colpa sua. Ma poi Kyungsoo
sollevò le braccia, aperte in una preghiera silenziosa, e
Minseok sbatté le palpebre sorpreso.
“Soo—” disse, scioccato.
“Ho bisogno di un abbraccio, hyung,”
mugolò Kyungsoo, con gli occhi lucidi. “Per una
volta nella vita. Un abbraccio. Ti prego.”
D'istinto, Minseok si lanciò in avanti, chiudendo le braccia
attorno all'amico per la prima volta in tutta la sua vita. Il
più piccolo tremò contro di lui, ma lo strinse
forte, premendo il viso contro la spalla di Minseok, e Minseok sapeva
che questo abbraccio significa molto di più per Kyungsoo.
Questo era qualcosa di grande.
“Non puoi farti questo,” mormorò contro
la maglietta di Minseok, senza fiato. “Sei la cosa
più importante al mondo per me. Devi pensare anche a
me.”
Minseok deglutì a fatica, sentendo Kyungsoo stringere i
pugni, e il suo cuore battere velocemente contro il proprio petto.
“Mi dispiace,” mormorò, chiudendo gli
occhi.
“Non lasciarmi andare,” sussurrò
Kyungsoo, e Minseok sentiva che non parlava solo dell'abbraccio.
Come che fosse, la promessa di Minseok fu, “Non lo
farò.”