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Autore: Bloodlines    07/08/2016    1 recensioni
Questa storia è il semplice frutto di una mia improvvisa ed alquanto malsana idea, ovvero di inserire i personaggi di The Walking Dead in un universo alternativo, precisamente quello in cui non sono presenti zombie, ed i protagonisti si ritrovano ad indossare i panni di semplici ragazzi con età da college. Solita stupidata da quattro soldi, penserete. In un certo senso lo penso anche io, ma sentivo il bisogno di provare. Per la comprensione di alcuni avvenimenti e del comportamento di determinati personaggi è consigliata la lettura del fumetto. Ovviamente, seppur riproposti in chiave del tutto nuova, la storia presenterà degli spoiler della trama originale.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Glenn, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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« Merda. » 

Perché le sue giornate iniziavano sempre in quel modo? Con la sveglia che gli trillava nelle orecchie, i calzini infilati al posto dei guanti e quell’eloquente “ merda ” ripetuto all’infinito. Testa di cocomero, lo chiamavano i suoi genitori, e probabilmente avevano ragione a definirlo tale. Non che Glenn avesse intenzione di ammetterlo davanti a loro, ma riconoscerlo era già un passo avanti. Con lo spazzolino infilato tra i denti ed una dose generosa di dentifricio che gli cola dalle labbra, il ragazzo asiatico si appresta a svaligiare il suo armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi. Non ha mai curato più di tanto il suo aspetto, gli basta un semplice maglione, un paio di jeans sgualciti e la sua giacca. Oh, ed il cappello, ovviamente. Quello non può mancare, il suo adorato cappello con visiera, completamente inadatto alla stagione invernale, ma che Glenn si ostina a tenere posato sul capo per tutto l’anno. Glielo avevano regalato i suoi genitori molto tempo prima e nonostante con il passare degli anni sia diventato piuttosto stretto, Glenn non lo ha ancora abbandonato. 

« Merda. » 

Ripete il ragazzo, mentre la sveglia riprende a suonare, ricordandogli che avrebbe dovuto essere già pulito e pettinato dieci minuti prima. Gli piacciono i Fall Out Boy, cosa che lo ha spinto ad impostare una loro canzone come suoneria, ma in quel momento darebbe qualsiasi cosa per zittirli. Sa benissimo di essere in ritardo, non ha bisogno che sia uno stramaledetto cellulare a ricordarglielo. 

« Lo so, mi sto preparando. » 

Si affretta a dire Glenn, non appena nota che sua madre ha sporto il capo attraverso la porta della sua stanza. La metà dei suoi coetanei ha già preso una casa per conto proprio, mentre lui continua a convivere con i suoi genitori, che lo trattano come se avesse ancora sei anni. Con grande riconoscenza da parte di Glenn, sua madre non pronuncia alcuna parola, limitandosi a scuotere il capo e richiudersi la porta della stanza alle spalle. Dopo essersi infilato i jeans, il ragazzo si catapulta in bagno, bevendo l’intero contenuto di un biccher d’acqua per poi rispedire il tutto nel lavandino. Il sapore del dentifricio alla menta gli stuzzica ancora la lingua ed il palato, una sensazione che Glenn adora, ma su cui non può assolutamente permettersi di soffermarsi in quel momento. Gli occhi a mandorla di Glenn incontrano il suo riflesso nello specchio ed un ragazzo di diannove anni con i capelli scuri e spettinatissimi ricambia il suo sguardo. Primo giorno di college e non ha ancora imparato a svegliarsi in tempo per evitarsi tutto quel baccano mattutino. Sa benissimo di essere un disatro, glielo ripetono tutti in continuazione, ma non può di certo cambiare da un giorno all’altro. Dovrebbe sentirsi privilegiato nel poter proseguire la sua istruzione al college, considerate le difficoltà economiche dei suoi genitori, ma oltre ad essere un disastro, Glenn è anche un ragazzo piuttosto autosufficiente e non ci aveva messo molto a convincere sua madre a lasciargli pagare di propria tasca la rata del college attraverso qualche lavoretto pomeridiano, che avrebbe prosciugato il suo tempo libero tanto quanto lo avrebbe fatto lo studio. 

« Ma’, hai visto i miei calzini? Li avevo appoggiati qui ieri sera. » 

Esclama Glenn dal bagno, sbracciandosi per trovare quei maledetti calzini. Sono tra gli indumenti più complicati da trovare, quando servono, insieme alle mutande. 

« Oh sì, li ho messi in lavatrice. » 

« Cos-- non erano sporchi! » 

Sbotta il ragazzo, maledicendo mentalmente lui e sua madre, prima di tornare in camera sua e riprendere a setacciare i cassetti del suo armadio. 

***

Dieci minuti per posizionare tutti gli indumenti sulle parti del corpo giuste, cinque per la colazione, due per sorbirsi lo sproloquio di suo padre sulle responsabilità che avrebbe dovuto affrontare ed eccolo lì, a calpestare sonoramente l’asfalto con le sue converse malconce e gli auricolari infilati nelle orecchie. Il suo cuore batte all’impazzata e per lui è un piacere non poter guardare la sua espressione, perché con ogni probabilità - malgrado la situazione - scoppierebbe a ridere in maniera isterica. Responsabilità. Responsabilità significa anche arrivare in orario il primo giorno per non perdersi nessuna spiegazione, nessun dettaglio e nessuna anticipazione, eppure tutti i suoi compagni saranno già lì riuniti nel cortile della prestigiosa “ Alexandria Academy,” mentre lui è ancora per strada a pregare le automobili di investirlo. Magari a bordo di un’ambulanza sarebbe arrivato prima, seppur con le ossa rotte. La sola nota positiva consiste nel fatto che il giorno successivo, si sarebbe risvegliato direttamente in uno degli alloggi del college e magari, se avesse continuato a sonnecchiare, ci avrebbe pensato il suo compagno di stanza a tirarlo giù dal letto. Chissà se avrebbe beccato qualcuno abbastanza simpatico--

« Ehi! Stai attento, coglione! » 

Perso nei suoi pensieri, Glenn si ritrova ad urtare qualcuno, rischiando di trascinarlo insieme a lui diritto sul marciapiede. Il brusco richiamo dello sconosciuto, misto alla puzza di alcol di cui sono impregnati i suoi indumenti lo inducono ad arrestarsi. 

« Scusa-- ritardo-- io-- » 

Biascica l’asiatico, mentre il ragazzo lo squadra con sospetto. Non sarebbe stato in grado di spiegargli tutta la situazione e dubita che a quel tizio importi qualcosa, dunque Glenn si limita a rivolgergli un cenno di scusa e riprendere il suo cammino, troppo impegnato a correre per notare la disgustosa bruciatura presente su gran parte della guancia dello sconosciuto. La strada sembra ripetersi all’infinito, come se Glenn non avesse percorso nemmeno mezzo metro da casa sua, ma la salvezza gli si presenza davanti sotto l’aspetto dell’enorme e minacciosa struttura del college. 

« Sì, cazzo. » 

Esclama Glenn, seriamente tentato di prendere per mano l’anziana signora che lo ha appena oltrepassato e mettersi a ballare con lei. Ci è riuscito, ha raggiunto la sua meta, al diavolo i calzini introvabili e tutte le stramaledette complicazioni contro le quali si era battuto quella mattina. Ed è proprio un bel tempismo, quello del suo cellulare, che trasmette ai suoi auricolari il ritornello di “ Immortals.”
Responsabilità, che ci provino pure ora a dirgli che non è in grado di gestirle.


Note.

Glenn sarà il protagonista principale del racconto? No. La storia, per il momento, sarà narrata attraverso gli occhi di ben tre personaggi diversi. Glenn mi è sembrato il personaggio più adatto ad introdurre la storia. 

Per quale motivo il primo capitolo è così corto? È una semplice prova. Mi è piaciuta, probabilmente scriverò subito il secondo, ma per il momento ho preferito evitare di strafare. 

È necessario aver letto il fumetto per capire bene la storia? Sì e no. Molti personaggi della serie televisiva, nel fumetto hanno una caratterizzazione completamente diversa ( gli esempi più eclatanti sono Carol, Andrea e Tyreese ) e questa storia segue la caratterizzazione cartacea. Per questo motivo, molti fan della serie potrebbero trovare lacune cose strane ed inaspettate, come l’assenza dei personaggi di Daryl, Sasha, Merle e tutti gli altri presenti esclusivamente nella serie. Ciò nonostante, questo non impedisce anche a chi segue soltanto il telefilm di potersi godere la storia allo stesso modo. 

 
  
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