Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Hermit_    07/08/2016    0 recensioni
[Crossover Percy Jackson/Death note]
Percy trasalì per la seconda volta. "Vuole dire che questo Kira potrebbe ucciderci perfino in questo stesso istante se sapesse il nostro nome?"
"Sì."
Il ragazzo deglutì. "Fantastico."
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

 

 

 

 

Mello e Near si erano rivelati molto più divertenti di come Percy avrebbe immaginato.

 

Discutevano continuamente. Il loro era un rapporto strano.

 

Senza volerlo Percy pensó a Nico e Will; Nico una volta gli aveva rivelato che si era preso una cotta per Percy, ma alla fine si era trattato solo di una profonda ammirazione. Insieme a Will, loro due erano decisamente diversi dai due detective; erano più teneri e si scambiavano molte più effusioni, inoltre non si azzardavano ad offendersi l'un l'altro, nemmeno per scherzo. Forse era solo perchè ne avevano passate tante, o forse perchè erano molto sensibili... Fatto sta che Mello e Near erano molto diversi: Mello non faceva altro che stuzzicare Near, sia con offese che con provocazioni, ma dopotutto si sapeva  che lo faceva solo per attirare la sua attenzione. D'altra parte,Near non si offendeva e anzi sembrava divertito anche se non lo dava a vedere, forse non tutti si prendevano le libertà che Mello si prendeva con lui. 

Ma.. Be', Nico e Will dopotutto si erano conosciuti solo verso i quindici anni, mentre loro due si conoscevano probabilmente da quando erano entrati alla wammy's house -scuola in cui si studiava per diventare il successore di L- verso i dieci anni se non di meno. 

Percy sorrise. La coppia più bella per lui era ovviamente quella che formava insieme ad Annabeth. Il loro rapporto era iniziato piuttosto male dato che si sopportavano a malapena essendo figli di due divinità che non andavano per niente d'accordo -Atena e Poseidone-, poi avevano iniziato a riconsiderare loro stessi e a trovare che formavano una buona squadra, e quindi alla fine erano diventati amici. Solo alla morte di Luke, ragazzo a cui Annabeth era molto legata al punto da amarlo, si erano finalmente dichiarati il loro amore. E ció corrispondeva all'età di 16 anni esatti. In effetti non erano passati tantissimi anni, eppure dopo tutto quello che avevano passato sembrava un eternità. 

Perso nei suoi pensieri, non si rese nemmeno conto che Mello lo stava guardando da più di cinque minuti. 

Gli restituì l'occhiata. "Qualche problema?" 

"Ti prego, dì alla tua ragazza di smettere di parlare." 

"Ma cosa..." Percy si girò a guardare Annabeth, e in effetti era vero: parlava animatamente di monumenti e cose varie con Near, che ascoltava in silenzio. 

"È una figlia di Atena, è normale per lei." 

"Come fai a sopportarla?" Quasi gemette il biondo, fissandolo.

"Ehm.." Se proprio doveva essere sincero quando Annabeth iniziava a parlare di architettura, monumenti o antichi edifici non la ascoltava proprio. Gli si annebbiava lo sguardo e pensava ad altro. Anche Annabeth l'aveva capito, e infatti era raro che parlasse con lui delle cose che tanto la entusiasmavano.

Quanto al resto... si trovavano nei pressi del Santuario Mei.. Mej.. Meiji che era un posto molto tranquillo,e stavano passaggiando nel Naien,un giardino in cui si trovavano gli edifici più sacri e per cui Annabeth stava letteralmente impazzendo. Sospiró. Non era normale che con tutto il casino che stava succedendo Mello e Near li stessero portando a visitare Tokyo e i suoi monumenti.

Avevano anche visitato Asakusa che era un quartiere non molto caotico pieno di templi e negozi. Percy si era anche comprato un souvenir che raffigurava Buddha e un portachiavi con la scritta "Siracusa".

Di mattina, invece, erano andati alla Tokyo Tower che lui aveva scambiato per la Tourre Eiffel, e quando erano saliti aveva potuto ammirare tutto il panorama che senza dubbio era stato fantastico. Una vista mozzafiato.

"Vuole tenere Near tutto per sè! Non ci ho parlato ancora per niente da quando siamo qua!" Ed erano là da più di cinque ore. E da quattro ore Mello si continuava a lamentare con lui.

"Che ne dici se passiamo a prendere qualcosa al bar?" 

Mello annuì cupo, e insieme si diressero alla caffetteria. Near e Annabeth nemmeno si accorsero della loro assenza.

Il biondo ordinó ovviamente una cioccolata, mentre Percy decise di chiedere direttamente qualunque cosa purchè fosse blu.

"Seriamente?" Gli chiese il semidio mentre il cameriere si allontanava.

"Sì,perchè?"

"Tu non sei normale,amico."

"Adoro il cibo blu. Mi ricorda casa; mia madre durante i grandi eventi mi prepara sempre cene o pranzi con cibo blu." Dopo di averlo detto Percy se ne pentì, non voleva assomigliare a un bambino sempre attaccato alla madre.

"È il tuo colore preferito?"

"Mio padre è Poseidone" rispose come se la risposta fosse ovvia.

"E mia madre è Nemesi. Cosa vorrebbe dire questo? Il mio colore preferito rimane il marrone."

Percy accennó un sorriso. "Ti ricorda la cacca che facevi da piccolo?"

Mello lo guardó come se fosse un alieno sceso in terra. "No.. Il cioccolato è marrone."

In quel momento arrivó il cameriere con il vassoio che conteneva una cioccolata e nella mano un.. gelato blu, al puffo probabilmente. 

Il cameriere posó la cioccolata sul tavolo e porse il gelato a Percy, disse qualcos'altro in giapponese e poi si allontanó velocemente.

"Ha detto che si scusa, ma non avevano nient'altro di blu" borbottó Mello che aveva la bocca già attaccata alla tazza di cioccolata.

Percy alzó le spalle. "Il gelato è buono."

"La cioccolata di più."

"I chupa chupa ancora di più." Intervenne una terza voce. 

I due ragazzi si girarono e videro che Near e Annabeth li avevano raggiunti.

La figlia di Atena si andó a sedere vicino a Percy. "Pensavate di esservi liberati di noi?" Chiese mentre Mello chiedeva allo stesso modo a Near "a te da quando piacciono i chupa chupa?"che si stava ingozzando come se non mangiasse da anni. 

"Ho scoperto che sono buonissimi." 

Mello sbuffó una risata. "Attento che ingrassi."

"Guarda che quello a mangiare cioccolata dalla mattina alla sera sei tu" ribattè prontamente Near ricevendo per risposta i ringhi del figlio di Nemesi. 

Percy si alzó in piedi. "Voi volete qualcosa?" 

"Un altro chupa chupa"

"Io prenderei un cappuccino. Vengo con te." Si alzó la ragazza.

Percy sorrise, grato. Non riuscivano ad avere un po' di intimità, quell'oggi.

"Come stai?" Le chiese una volta fuori dalla vista dei due detective, cingendole con un braccio la vita. 

Lei rispose con un bacio. "Bene. Tokyo è bellissima, non riesco più ad essere arrabbiata con Chirone per aver scelto proprio noi."

Percy non ci aveva mai pensato, ma dopotutto era ovvio che Annabeth covasse un po' di rabbia per quella partenza improvvisa. 

"Dopotutto,quando ci sarebbe mai capitato di venire a Tokyo?" Continuó.

"Be' potevamo scegliere Tokyo come luogo per la luna di miele" rispose beccandosi un pugno sul braccio. 

Il matrimonio tra loro era un argomento tabù, più per Annabeth che per lui. Diceva che voleva aspettare i trent'anni, ma lui era impaziente. Dopotutto già convivevano insieme..

Ordinarono le cose da mangiare al cameriere e ritornarono al tavolo.

"Ecco qui." Esclamó il figlio di Poseidone posando le cose sul tavolo.

Tutti iniziarono a mangiare, e lui prese il volantino che era sul tavolo, rigirandoselo tra le dita. Nel frattempo finì il gelato e pulì le dita sporche col tovagliolo.

Sul volantino c'era l'immagine del santuario Meiji, di un museo e di varie statue. 

"Mh" annuì Annabeth, guardando il volantino che lui aveva in mano. "Potremmo visitare il museo che c'è qui." Stranamente lei non la considerava una perdita di tempo passare la giornata così. Amava davvero Tokyo, si sorprese a pensare Percy.  Forse perchè stranamente non c'erano molti mostri in giro. 

"Questa qui è inquietante" esclamó all'improvviso.

"Percy.. È l'imperatrice Shokēn!"

"Ehm.. Dovrei conoscerla?"

Annabeth si limitó a sospirare, quindi Near riprese il discorso "è un santuario shintoista dedicato all'imperatore Mu.. Muso.."

"Mutsuhito" suggerì Mello compiaciuto. 

"Già. E all'imperatrice Shokēn. Niente di più."

Percy riflettè. Near poteva essere bravo o intelligente quanto voleva, ma sarebbe comunque rimasto un semidio dislessico e iperattivo. 

"Credo che al museo ci siano solo vecchi oggetti appartenenti ai due. Dopotutto il santuario fu distrutto nella seconda guerra mondiale e da poco ricostruito." Scosse improvvisamente la testa. "Non capisco. È come andare in chiesa quando sappiamo bene che in realtà non esiste nessun dio,ma solo divinità."

Percy rivolse ad Annabeth un occhiata. Aveva fatto una smorfia e adesso stava guardando in basso, probabilmente concordando con le frasi del finto Targaryen. Si sentì nervoso al pensiero, doveva intervenire.

"Magari... Magari potremmo comunque dare un occhiata." Disse sicuro anche se guardava solo Annabeth. Lei gli restituì uno sguardo grato, e gli prese la mano. 

"Giá."

 

In realtà il giro per il museo fu breve, e passarono lì dentro non più di mezz'ora. Il resto del tempo avevano passeggiato per il Naien, ad ammirare le piante del giardino. Percy le trovó molto belle, aveva anche scherzato insieme ad Annabeth mentre cercava di metterle all'orecchio un fiore di color blu. Non pensava sarebbe stato così rilassante quel pomeriggio. 

Ogni tanto lanciavano un occhiata a Mello e Near, i quali non sembravano altrettanto felici. Near giocava impassibile con il suo robot, e Mello se ne stava a braccia incrociate, senza nemmeno mangiare la cioccolata, con aria cupa. 

"Uh! Guarda!" Esclamó ancora ridendo la sua ragazza. "C'è una videochiamata di Piper. Rispondiamo?"

"Be',non vorrai ignorare la tua migliore amica." Rispose sorridendo.

Si andarono a sedere entrambi su una panchina mentre Annabeth teneva il telefono alzato per riprendere i loro volti.

"Ehiiilà!" Li accolse con felicità Piper, le braccia in aria. "Oh,c'è anche Percy! Ciao Percy!" 

Lui le rispose con un cenno della mano. 

Anche se erano passati poco più di sette anni,la sua amica diventava ogni volta più bella. Portava sempre qualche piuma infilata nei capelli, e  aveva sempre almeno qualche treccina che spuntava dai lunghi capelli castani. Era vegetariana, e cheeroke anche se suo padre era una star del cinema di New York e aveva ovviamente attirato l'attenzione della dea Afrodite. 

"Mi aspettavo di vedervi più tristi o abbattuti, e invece siete più grintosi di me al momento." Mise un finto broncio. 

"Siamo i semidei più potenti del campo mezzosangue, cosa ti aspettavi?" Ribattè in un tono finto altezzoso Annabeth. 

Piper rise. "Be' come ve la passate lì?"

Annabeth tornó seria. "Bene. Sai della missione,vero? Chirone te ne avrà parlato."

"Sì." Sembró voler aggiungere qualcos'altro, e tentennó solo per un momento."mi ha detto che Kira è un figlio di Giunone." Il suo tono era poco più di un sussurro,come se fosse un segreto che stesse svelando a nemici. 

"Già." Annabeth sospiró. "Lo è davvero. E abbiamo anche una vaga idea di chi sia Kira. Ma non sappiamo come dimostrarlo."

"Bah! State già ad un buon punto ragazzi, su con la vita." 

Era vero..prima stavano ridendo come matti, adesso la atmosfera era diventata pesante. 

"Come vanno le cose lì?" Chiese Percy. 

"Bene." Piper si giró dall'altro lato, come per controllare. Poi tornó a rivolgere l'attenzione a loro. "Qui tutto bene. Tutto normale." Alla parola normale le si incrinó la voce; Percy normalmente non se ne sarebbe accorto o avrebbe fatto finta di nulla.. Ma ora non poteva smettere di pensare alle parole di Annabeth secondo cui Jason e Piper erano ancora legati e si volevano ancora bene. 

"Jason è tornato dalla missione?" Chiese cauta la figlia di Atena. 

"Sì.. No. Dovrebbero essere già tornati, ma.." Sembró triste per un momento, poi raddrizzó le spalle e sorrise, "ma dopotutto non sono affari miei,no?" 

"Perchè non provi a chiamarlo?"

"Cosa?" Piper reagì in maniera inorridita. "Perchè dovrei? E poi sai che si arrabbierebbe, per lui queste chiamate attirano troppi mostri"

"Ma queste non sono vere e proprie chiamate!"

"Lo so, ma lui non lo capisce. È testardo." 

Annabeth sospiró, probabilmente rinunciando. Percy decise di non intromettersi, si iniziava a sentire il terzo incomodo.

In quel momento lei lo afferró per il braccio, sforzandosi di sorridere ancora. "Be',Piper, ci ha fatto piacere sentirti."

Anche lei sorrise. "Anch'io. Sapete.. Ero indecisa,non sapevo se potevo chiamare o se eravate occupati con il caso." Si strinse nelle spalle. "ma sono felice di averlo fatto. Ciaaoo"

Loro fecero appena in tempo a salutare che lei chiuse la chiamata.

"Cosa.." Cercó di chiedere Percy, ma il cellulare squilló ancora. "Insomma,cosa vogliono tutti?" Sbuffó.

"È.. È Elle. Non sa che non possiamo usare il cellulare?" Annabeth gli rivolse un occhiata timorosa. 

"Metti il vivavoce" rispose semplicemente Percy.  

Annabeth si affrettó a premere il tasto del vivavoce e a rispondere alla chiamata. "L?!"

"No." Dall'altro lato si udì un sospiro. "Sono Yagami. Soichiro."

"Cosa succede,Soichiro?"

"Elle è.." 

Dato che l'ispettore sembrava restio a continuare Percy si intromise. "Cosa,Soichiro? Cosa gli è successo?"

"È morto."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che dolci Mello e Near, eh? Dei, mi piacciono un casino anche se Mello è molto più rude e meno comico di come l'ho reso io hhah

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo,perchè è l'ultimo "leggero" della storia; nei prossimi arriviamo alla fine e sarà tutto più complesso. Pensatelo come un capitolo di passaggio lallala

Anyway, sorvolate sulla parte del cellulare,so che attira mostri (e io non ho fatto vedere che ne esce uno manco morta) ma mi era venuta l'idea di Piper e non volevo ritornare sui miei passi >.<

un salutooh

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Hermit_