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Autore: NerdiaInArkham    07/08/2016    1 recensioni
«Tim, sei tu?»
Joker Jr si gode lo spettacolo di Red Hood che cade in pezzi con un sorriso giocondo stampato in volto.
Diavolo, non se la sarebbe mai aspettata così divertente, la reazione.
Ride.
Ride forte, a lungo, e la sua voce riecheggia per tutto il tendone.
Per una volta non si ritrovava ad urlare “Il mio nome non è Tim”.
[ . . .]
« Chi è Tim? » dice, con voce melliflua, per poi scoppiare a ridere di nuovo.
Si sta burlando di lui.
Della sua faccia sconvolta, del suo credersi invincibile, del suo stupido ragazzino morto.
E' tutto andato, e nei suoi occhi si legge la realizzazione della verità.
JJ comincia a piangere dal ridere e deve togliersi un guanto per asciugarsi un occhio, scoprendo la pelle del suo colore naturale.
«Dovresti vedere la tua faccia, Jason» dice con convinzione il suo nome, lo evidenzia quasi, scandendo ogni sillaba. «Sei esilarante!»
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bat Family, Harley Quinn, Jason Todd, Tim Drake, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Aspetta.
Resta nell’angolo, appoggiato con la schiena e il braccio alle mura bianche.
Non riesce a respirare quasi, ma ci sta lavorando. Sono sei  mesi buoni che è lì.
Tutti ci sono stati, lì. Sua madre, suo padre. Forse è un rito di iniziazione, chi lo sa.
Fatto sta che aspetta una persona.
Lui arriva sempre.
Ogni giorno.
Allo steso orario.
Le stesse domande.
L’orario è quello. Non può sbagliarsi.
Poco dopo il rancio, qualche minuto, forse un’oretta.
È difficile calcolare il tempo. Ma non impossibile.
Quando hanno finito di ficcargli quello schifo in bocca – quante volte ha sperato di avvelenarsi, di trovarci una lametta dentro, lo ributtano in gattabuia e lui automaticamente striscia nell’angolo, come un verme, stretto nella camicia di forza.
E fissa la porta.
La fissa senza quasi battere ciglio.
Sorride appena, ma solo perché quello è l’unico divertimento di ogni giorno.
Ognuno ha i suoi hobby.
Ed eccolo! Eccolo! Non potrebbe essere più felice!
La porta si apre lentamente, e lui fa la sua comparsa come ogni dannato giorno.
Alto, imponente, un completo elegante, non da poco.
Bruce Wayne tenta di coprire la sua pateticità con il suo denaro, ma lui vede oltre quello. Vede la sua disperazione. Vede Batman. Vede i fantasmi di Batman.
L’uomo si avvicina, si abbassa davanti a lui e gli pone una mano sulla spalla, delicatamente.
Ecco, sta per dirlo. Come al solito. Sta per dirlo.
 
Lalala! Non ti sento! Non ti voglio sentire! Sta zitto!
 
«Tim»
 
È sempre la sua prima parola. È un classico. Lo odia. Lo odia. Dio, quanto cazzo  lo odia.
E la risposta di Joker Jr. è sempre quella, abituale, beffarda, acida.
 
«Il mio nome non è Tim»
 
Gracchia  il ragazzo, con la voce impastata, alzando gli occhi per incrociare lo sguardo dell'uomo.
Il suo è uno sguardo carico d'odio. Folle. Gelido.
Un debole sorriso increspa  le sue labbra secche nel pronunciare quel nome. La voce intrisa di vuoto divertimento. 


«Bruce.»

Riesce ad allontanare con una spallata la mano dell'uomo.
È così stordito da quel maledetto litio che vede ancora la stanza girare su sé stessa, e il volto di Bruce accanto a lui sfocato, sebbene provi a guardarlo in faccia per più di qualche secondo. Cazzo. Fa effetto ora. Fa effetto ora.

I rumori. 
Sente rumori ovunque.
All'esterno della stanza.
I matti che ridono. I matti che battono le mani. I matti che urlano tra loro.

Finisce per guardare dritto davanti a sé. A fissare quella porta traballante con sguardo vuoto e il sorriso spettrale congelato sul volto.

«Sei matto anche tu, Bruce?»

Biascicò, con lo sguardo perso nel nulla, sentendo ancora rimbombare nelle sue orecchie i rumori dall'esterno.

I rumori dei matti.
 
«Perché mi chiedi questo?» la voce di Wayne è seria, dura. O così sembra.
 
E ora arriva la prima domanda del giorno. JJ è curioso.
 
«Cosa ricordi del tuo passato? Cosa ricordi di quella notte?»
 
Oh, giusto. B. è convinto che in realtà JJ sia uno dei suoi protetti in calzamaglia sotto mentite spoglie.
Red Robin. Quello con le ali.
Quanto faceva schifo quel costume.
 
«So che prima di venire qui, qualche mesetto fa …»   JJ alza gli occhi verso il soffitto bianco, fingendo di pensarci sul serio. «Mi facevo i fatti miei nel Narrows. E poi zac, mi sono ritrovato qui.»
 
La storia è complessa, in realtà
Joker è scomparso da mesi. Una scappatella, certo, ma anche JJ e Harley hanno dovuto sparire un po’ dalla circolazione. Senza il Re di Gotham, Pinguino ha ripreso il controllo generale della città.
Avrebbero dovuto aspettare Joker, ma al rifugio che avevano scelto, all’acciaieria, erano finite perfino le scorte di cibo.
Si è ritrovato in gabbia perché era andato a caccia, già. Un motivo così stupido.
 
Bruce non muta la sua espressione.
 
«Ma tu, piuttosto …» continua il ragazzo, chinando il capo nella sua direzione con un sorrisetto beffardo, pronto a ridergli in faccia da un momento all’altro. «Come va in famiglia? I pettirossi? I pipistrelli? Quello col nome ambiguo? Il piccoletto? Oh, e l’altro? Timmy resusciterà mai come ha fatto lui? Sai, non credo.»
 
Non può farci niente, odia il fatto che lo confondano con Red Robin, morto chissà dove. Il problema è che non hanno mai trovato il cadavere di quel tipo col costume più ambiguo di una drag queen, ecco il problema.
Grazie alle domande di B. ha capito che ci sono un bel po’ di persone che lo vorrebbero far secco o metterlo sotto chiave per questa storia di Red Robin.
 
Nightwing.
Robin.
Black Bat.
Batgirl.
Blue Bird.
Red Hood.
 
Eppure credeva che l'ultimon fosse un criminale. Che cosa vuoi gliene freghi di quello scherzo della natura? Bah, non li fanno più i criminali di una volta.
Senza contare che non l’ha nemmeno visto in giro ultimamente. Che abbia fatto brutta fine? Un peccato, non era tanto male.
 
JJ sente un dolore al braccio e la schiena che urta contro il muro. Non tocca terra. B. lo sta squadrando, il suo è più un sussurro che una domanda brusca.
«Lui dove si trova adesso?»
 
Bella domanda. Vale dieci punti.
 
Lo fissa per qualche secondo dritto negli occhi. Può leggerglielo in faccia. È sicuro di quello che fa, è proprio convinto, è proprio confuso.
Fa quasi pena.
Così pena, povero Bats.  
Con la testa china di lato, può quasi sembrare che JJ stia pensando a cosa rispondere. 
Per lo meno prima che, con enorme disprezzo, non sputi della saliva sulla guancia dell'uomo, scoppiando a ridere subito dopo.

«Credi davvero che te lo direi se lo sapessi?» sibila, socchiudendo gli occhi con una punta di irritazione nella voce. «Se non se ne fosse andato all'improvviso chissà dove io non sarei dovuto uscire allo scoperto per mangiare
 
Odia anche suo padre per questo. Pinguino si è preso praticamente tre quarti di città, lui e Harley si sono dovuti nascondere come topi e lui dove cazzo  era? Il suo modello, suo padre, la sua figura da seguire che se la da a gambe di notte per motivi ignoti.
 
«Ora potressssssti  anche mollare la presa. Dopo un po’ non fa neanche più impressione» aggiunge dopo qualche secondo, ritornando alla sua classica espressione da beato folle e dondolando appena i piedi con fare infantile.
 
Detto fatto, JJ.
 
Cade a terra in ginocchio di fronte all’uomo che si asciuga la guancia con un fazzoletto preso dalla tasca. Il ragazzo potrebbe vedere di nuovo sul suo volto quell’espressione, quella di preoccupazione mescolata in malo modo alla durezza del portamento. Lo diverte.
 
«Non hai risposto alla mia domanda e svagare ti servirà a poco. Tornerò qui anche domani, lo sai perfettamente.»
 
Oh sì, capo!  Sei il mio hobby preferito!

«Non mi arrenderò con te. Non lo farò mai.»
 
Beh, in bocca al lupo. Ne avrai bisogno.
 
Gli dà le spalle, incamminandosi verso la porta. Ma si blocca di nuovo prima di proseguire, voltandosi verso il ragazzo.
 
«Cerca di non arrenderti anche tu.»  

B sta prendendo un granchio enorme.
Continua a tormentarlo. Sempre. Sempre. Ogni giorno che arriva è lì con lui per minimo un'ora.
Tim. Tim. Tim. 
Sente quel nome ovunque.
Glielo ripete sempre.
Gli sembra quasi che Tim gli parli davvero nel cervello, sussurrandogli insulti, dandogli del falso.

JJ fa una smorfia al pensiero, scuotendo la testa.

Il litio lo fa sentire più pazzo di quello che è.

Bruce si chiude la porta alle spalle, senza aggiungere altro. JJ torna placidamente al suo angolo, battendo la testa tra le due pareti.

Ridacchia.

Quando sarà libero la pagheranno tutti.

Dà un altro colpo.

Non vuole aspettare suo padre.

Tonfo.

Farà lui il suo lavoro se necessario. Li farà stare zitti lui.

Tonfo.

Batman.

Tonfo.

Robin.

Tonfo.

Nightwing.

Tonfo.

Batgirl.

Tonfo.

Black Bat.

Tonfo.

Blue Bird.

Tonfo.

Jason Todd.

Tonfo.




***
Breve angolo dell'autrice imbranata
Che dire, questa è solo un'introduzione, il resto verrà da sè tra un po'. Mi sento in dovere di mettere in chiaro che se sono al computer ora è solo grazie ai miei amici (e specialmente alla mia amica Jessika, senza la quale non mi sarei proprio messa all'opera, tanto è vero che gran parte della storia è frutto di nottate di headcanon e role. Ti voglio bene, nana) che mi hanno sopportato a botte di role e lugubrazioni mentali varie. 
No, ragazzi, se state leggendo ancora non sono sicura di saper usare bene EFP, ma ci si prova. Chi lo sa se questo prologo verrà mai pubblicato correttamente.
   
 
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