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Autore: Gavriel    26/04/2009    1 recensioni
in un viaggio in aereo non capita spesso di conoscere persone interessanti, nè tanto meno amichevoli; soprattutto se sei un galeotto. questo è il racconto di due giovani che, senza parlare si scoprono molato più simili di quanto non siano...
Genere: Romantico, Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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racconto

Fight club


L'ora di punta : all'areoporto internazionale di Cracovia, fiumi di pendolari si accalcano per i corridoi tappezzati di  pubblicità propagandistiche.
La solita voce femminile annuncia la partenza del volo Kb4556  per Verona; mi alzai dalla poltroncina prese la sua borsa  e si avviò verso l'imbarco passeggeri. Era a disagio : intorno a lei impiegati grigi e lucidi si erano appostati in fila, dietro e davanti a lei , senza prestarle troppa attenzione.
Si guardò intorno, per vedere se c'erano dei controlli, ma solo valigette taieurs  e cravatte nere. Poi un piccolo lampo celeste: una testa bionda , ecomparve,tra fi fiumi di persone un ragazzo biondo, vestito con una specie di pastrano azzurro, che arrivava fino alle sue ginocchia; sla fila si aprì e lui sorpassò ogni persona della fila , e quando arrivò fino a lei si fermò e aspettò lì il suo turno, sereno.
-La sua carta d'imbarco e il codice , signorina
Silvia Sussultò, tirò fuori dalla borsa ilbiglietto aereo con la destra e lo pose alla hostess; poi in vece di mostrare il chip di idetifiazioe che doveva essere imiantato nel suo avanbraccio ,estrasse dalla tasca una tessea gialla e brontolò qualcosa a proposito della mutilazione e di una protesi in via di costruzione  ementre il suo braccio destro nascosto sotto il suo maglione rosso tremava, la hostess convinta la lasciò passare.
poco più in la il giovane chiaccherava amabilmente con la hostess , come se fossero due vecchi amici , e senza la carta d'imbarco e senza mostrare il chip passò anche lui.
Silvia si girò di scatto e quasi corse per salire sull'aereo, ma non riuscì a liberarsi della presenza che sentiva dietro le spalle. Arrivata entrò e scordandosi delle hostess che la salutavano trovò il suo posto , vicio la finestrino. Si girò con discrezione e lo vide: dopo aver ricambiato il sorriso alle hostess, si sedette tre file dietro di lei.sollevata, silvia tirò un sospiro e chiuse gli occhi mentre aspettava che l'aereo decollasse : aveva paura del decollo, e finì per addormentarsi.
dopo un po' si svegliò e aprì gli occhi.
non l'avesse mai fatto!
lo strano tipo era ora seduto accanto a lei.Finse di dormie ancora. da quanto tempo era lì? perchè aveva cambiato il suo posto?Per quanto tempo l'aveva vista dormire? Per un attimo si sentì come violentata: come poteva un estraneo coglierla così nel suo stato di più completo disarmo, mentre non controllava sè stessa?
ferita così nell'animo lo sguardo cadde sui suoi vestiti, un paio di pantaloni e una blusa a maniche lunghe, lisa, ma non sporca; dalle maniche un po'  troppo corte si intravedevao i polsi fasciati e gonfi: rotti. Le mani e le dita riportavano alcune abrasioni , in via di guarigione aveva le unghie pulite; senza dare nell'occhio silvia gettò un'occhiata furtiva alle sue di unghie, e vedendole nere e smangiucchiate serrò la mano a pugno.
che vergogna... pensò mentre  si soffermava sui suoi  lineamenti, affilati, guardava il film sullo schermino, ma il suo sguardo  perso , lontano , irraggiungibile, la sua spressione era serena ma tradiva una certa preoccupazione.
Forse anche lui era uno dei soppravvissuti alla grande epidemia che aveva messo in ginocchio il mondo circa un decennio prima , anzi, lo era di sicuro, la tossina  usata dall'ultima deliberazione ONU per ridurre la sovvrapopolazione in africa ha intaccato l'Europa e parte dell'Asia: affetti da una peste dilagante  i  due terzi del mondo morirono e l' ONU decise di  separare il mondo in due parti:i puri, muniti di chip nell'avan braccio che non erano mai venuti a contatto con il morbo e il resto dell'umanità rimasta che aveva superato la malattia(rari) o ne stava morendo.
Di sicuro avrà avuto in'infanzia felicissima, forse come lei, magari anche lui abitava in una piccola cittadina, in campagna e  forse anche lui aveva visto morire tutti i suoi amici , uno dopo l'altro e , con i suoi familiari sarà scappato dai controlli e dai posti di blocco e ora
come lei vuole far loro vivere una vita decente conquistando i chip che circolano come premi negli incontri di lotta; ora che ci pensava il chip di quella sera era di un uomo di mezz'età :proprio quello che serviva a suo padre, con apprensione guardò ancora il ragazzo: era messo davvero male, ma lei non avrebbe avuto nessuna pietà, come sempre.

l'aereo atterrò all'areporto di verona, il ragazzo si alzo, aprì il vano bagagli e le porse la borsa, la guardò con quei suoi occhi chiari: sapeva tutto anche lui Silvia si sentì sollevata.
In silenzio, uscirono insieme dall'aereo e si diressero verso il ritiro bagagli dove, piene di bollini rossi e di multe ritirarono le loro aste da combattimento alte più di due metri .
nella confusione generale si avviarono verso un ascensore secondario,segnalato come guasto e vi entrarono.
-fai pure tu
le disse. Silvia schiacciò una combinazione di tasti e l'ascensore cominciò a scendere rapidamente.
Si guardavano, in quella scatola di fero c'era una strana intimità.
-Io sono Cael , contrada del gufo
-Silvia, contrada del grifone
in quel momento le porte si aprirono e i due si ritrovarono al cenrto dell'arena, tra una folla in delirio. Che vinca il migliore.



ciao, mi rimuginavo dentro questa storia da molto tempo (ossia 10 minuti) e ho fatto un po' di fatica a  metterla giù perchè nella scrittura sono in genere molto pigra se volete recensite  ma siatee cattivi!
  
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