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Autore: Roas90    26/04/2009    3 recensioni
L'A.J Middle School in occasione delle vacanze estive, decide di organizzare una gita a Kamia. Riuscirà Kairi a scegliere tra Riku e Sora? Il moro capirà che il suo amore per la rossa non è altro che una dolce illusione? Naminé confesserà mai a Roxas il suo amore prima della fine delle vacanze? E il biondo cosa ne pensa di questo sentimento? Lo corrisponde, o ama un'altra persona? Tradimenti, rivelazioni, nuovi amici e nuovi amori.
Pairings non ufficiali: [Riku/Sora] [Aku/Roku] [Aku/Demy] [Riku/Kairi] [Sora/Kairi] [Roxas/Nami] [Roku/Kai] [Nami/Riku]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:

Allora, prima di proseguire nella lettura della storia, due note non fanno mai male, cosa dite voi? XD

1. Per prima cosa, la storia parlerà dell'Estate, che sta per venire, per la gioia di tutti noi XD non vi piace il mare? Ma è la stessa cosa, la scuola sta finendo, no? ;w; L'A.J Middle School parte per una gita che li terrà occupati per ben tre mesi....ovviamente ci saranno Sora, Riku, Kairi, Roxas e tutti gli altri.

2. Vi avverto da ora: la storia è anche Yaoi, ma non tutta per intero, è un misto e non sarà assolutamente Yuri. [Ri/So] [Aku/Roku] [Aku/Demy] [So/Kai] [Ri/Kai] [Nami/Roku] [Na/Ri]...

3. Il rating per ora è Arancione, dipenderà poi dai prossimi capitoli se si andrà ad alzare a NC17.

4. Non vi obbligo assolutamente a recensire o a mettere la storia tra i preferiti, ma se volete farmi delle critiche o quan'altro, oppure volete semplicemente fare i complimenti...sappiate che sono sempre ben accetti e che si impara dai propri errori.


Bene, per ora é tutto, vi lascio alla lettura!



Che guaio non capirsi - I


Sabato 31 Maggio. Quella mattina l'aria era afosa, quasi irrespirabile. Gocce di sudore che scendevano velocemente sulla pelle, il dolce suono del mare con le onde che si infrangevano sugli scogli, il sole che splendeva nel cielo, i gabbiani che volavano alti nel blu e le urla dei ragazzi dell'A.J Middle School: era Estate, nonché l' ultimo giorno di scuola.


Sora non era particolarmente felice. Indossava la sua solita felpa nera con i pantaloni e le scarpe scuri, mentre si lasciava chiudere la porta di casa sua dietro di sé, pronto ad un nuovo giorno di lavoro.


La sua casa non era altro che una piccola villa all'antica, con un giardino enorme e ben curato. All'interno aveva ben cinque stanze, esclusi cucina e bagno, dove la famiglia Hashizawa svolgeva le sue attività quotidiane.


Aveva preparato uno zaino enorme. Beh, era piuttosto raro che il professore portasse la sua classe in gita...specialmente in Estate! Tutto ciò puzzava di bruciato, ma il moro non ci pensava, perché era troppo contento di poter stare tre mesi con i suoi amici.


Doveva ammettere, però, che si era preso una bella cotta per Kairi. Sì, Kairi Misagi, quella ragazza dai capelli rossi e lisci, che portava sempre un vestito rosa e delle scarpe nere, con quei stupendi occhi azzurro mare, che lo salutava dovunque lo vedeva. Sono amici dall'asilo loro, si sono sempre voluti molto bene, ma non hanno mai approfondito, non hanno mai cercato di parlarne, mai.


Anche perché ora come ora Sora si era rassegnato: Itamura, quel ragazzo dai capelli argentei e gli occhi di un verde particolare, con il suo sorriso inconfondibile ed il suo fisico perfetto, faceva il filo a Kairi da un bel po'. La ragazza ha iniziato ad accorgersi di lui, ora escono addirittura insieme. Il moro non voleva immaginare cosa facessero in quelle uscite, anche se lo facessero, ma ciò lo faceva star male.


Ma era proprio questo il succo della questione. Come poteva competere con Riku, il ragazzo più voluto della scuola? Decise così di pensare anche al bene della rossa, che aveva avuto un'opportunità più unica che rara, e di guardare sempre avanti nel futuro.


C'era anche un'altra ragazza, Naminè. Assomigliava straordinariamente a Kairi, sebbene fosse la sua gemella. Solo che aveva i capelli biondi, ed indossava sempre un vestito intero color panna.


Era una ragazza così fine e raffinata, lei. C'era solo un piccolo particolare: era cotta di Roxas, un ragazzino che gli assomigliava molto. Lui aveva gli occhi azzurri ed i capelli biondi come lei. Indossava sempre una tuta blu e delle scarpe della Nike Sport. Sembrava davvero disinteressato a lei, non corrispondeva neanche lontanamente i sentimenti che la povera ragazza provava. Ma lei non mollava, ecco, era un esempio da seguire. Il suo motto? "Non mollare mai".


Precisamente, il motto di Sora era "Hakuna Matata"...beh, ecco, magari doveva rivederlo, cambiare un po' di cose...cambiarlo, ecco. Non pensarci, vivi alla giornata. Nella situazione in cui si trovava non gli trasmetteva un minimo di aiuto. Doveva stringere i denti ed andare avanti, per conquistare il cuore della sua bella.


Mentre pensava a tutto ciò era gia' arrivato all'entrata della scuola. Essa era piccola dall'esterno, ma il doppio di Castle Oblivion all'interno. Entrò a passi decisi e notò due figure scure fare rissa nel cortile.


Provò ad avvicinarsi, ma con scarsi risultati.


«Perchè...perchè mi stai facendo questo?» urlò una ragazza in preda ad una crisi di nervi.


Solo allora Sora capì la sua vera identità. Kairi, chi altri? La sua voce era inconfondibile, ma non era il momento di pensarci. Doveva intervenire.


«Potresti dirlo se ci fossi andata a letto...» iniziò l'altra, con un tono malizioso «Ma non preoccuparti, a breve potrebbe anche succedere.»


Chi era quell'altra ragazza? Naminé? No, lei non poteva essere. La sua voce era dolce, e di tanto in tanto si spezzava.


«Selphie...perchè? In fondo eravamo buone amiche, ci volevamo così tanto bene.» disse rassegnata la rossa.


«E' di tua proprietà Kairi? E no, ora mi rispondi! E' di tua proprietà?»


«No. Non è di mia proprietà. Ma tu sapevi che mi piaceva...mi piaceva davvero.»


«Itamura non è tuo! Non te lo sei comprato! E solo perché tu lo ami non mi rassegnerò!» urlò l'altra, perdendo il controllo di sé stessa.


Il ragazzo voleva intervenire. Ma non ce la faceva. Quindi ora il suo incubo si era avverato. Accidenti a quel Riku.


Si sfogò colpendo un albero svariate volte, finché dai suoi enormi occhi azzurri uscirono lacrime di dolore e le sue mani iniziarono a rovinarsi per la dura corteccia del pino.


Mah...infondo cosa glie ne importava? Poteva anche morire in quell'istante, sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Ma ricorrere all'autolesionismo non era una buona idea, specialmente perché non voleva davvero passare all'altra vita, solo morire per un po', giusto un annetto e tornare sulla Terra.


Ma sapeva che ciò non era possibile. Intanto le due ragazze si erano calmate, e stavano sedute sull'erba, che ridevano per lo sciocco motivo per cui avevano litigato. Non sarebbe stato certo un ragazzo a rovinare la loro amicizia, al contrario.


Ma se quel ragazzo era Itamura, allora sì.



Intanto, nella classe 2 A "silenzio" e "pace" erano due parole inesistenti nel vocabolario degli alunni. Battendo rumorosamente la stecca sulla cattedra, il professor Ansem fece il suo ingresso nel suo camice lungo e bianco: sembrava appena uscito da Grey's Anatomy.


«Contenenza!» ordinava, ottenendo scarsi risultati.


«Avete tutti con voi il materiale necessario?» chiese, stanco di quelle urla.


Gli alunni tacquero, e riposero i propri zaini sui loro banchi. Ce ne erano di tutti i tipi: gialli, verdi blu, della Sweet Years, della Nike, della Seven...


«Qualcuno ha visto Hashizawa?» domandò, non vedendolo tra i presenti.


«Sarà assente, professore. A quanto pare anche Kairi lo è...» ghignò un ragazzo dalla statura bassa con i capelli biondi e gli occhi azzurri, tutta la classe fece una breve risata.


«Niente commenti personali signor Momoya. Pare che anche Noshika se ne sia stata al caldo nel suo letto oggi.»


In quel momento, in classe irruppero tre ragazzi, che si scusarono del loro ritardo ed andarono a sedersi, come se niente fosse. Una, piena di lividi, e l'altra piena di graffi. Invece il moro aveva un'espressione assente da "Non può essere" ed una piena di rabbia come "Vaffanculo mondo".


«Hashizawa, Misagi, Noshika, voglio una spiegazione, e cercate di inventarvi una buona scusa stavolta.»


E le due raccontarono e raccontarono, finché non venne l'ora di partire finalmente per Kamia.


Si udì un "BEEP BEEP" assordante e rumoroso: appena tutti lo udirono scapparono via come belve feroci. Erano arrivati gli autobus, finalmente. Erano gialli, con una simpatica scritta "SCHOOLBUS", parcheggiati all'ingresso. E addio scuola, addio compiti, addio lavoro! Benvenuta, Estate!


Note di fine capitolo dell'Autrice


Rieccomi tornata a fine capitolo XD spero che la storia vi abbia incuriosito (Kamia è una città che ho inventato, in teoria dovrebbe trovarsi in Giappone XD ma non so se esiste davvero), se sì, lasciate un commento, anche per dire: "Ma com'è corto questo capitolo!". Beh, questo era solo l'inizio XD (sei mesi dopo: 0 recensioni) XD ovviamente sto scherzando, alla prossima *^*


In preda ad una crisi di nervi da notte-in-bianco-se-non-dormi-resti-sveglia nd Tutti che scoperta, Roas90.

  
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