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Autore: Latiziachefangirlasempre    13/08/2016    3 recensioni
Un ballo la avvicina a Chat.
Un Natale la avvicina ad Adrien.
Ma se scoprissero chi si nasconde dietro la maschera solo con un semplice bacio? Alya e Nino sono molto soddisfatti del loro piano!
Questa è la mia prima OS. Vi prego siate clementi anche perché l'ho scritta in vari momenti della settimana.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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La danzatrice di Natale..

L’inverno era arrivato e con esso il Ballo della Neve e il Natale. A Marinette non dispiaceva poiché al Ballo poteva dimostrare le sue doti da stilista mentre a Natale si sarebbe divertita insieme ad Alya e a Nino a casa di uno di loro tre per festeggiare insieme il 24 dicembre, dato che per il 25 sarebbe stata con i parenti.. l’unica pecca? Adrien.
Come avrebbe affrontato il Natale a casa di Alya se ci fosse stato anche lui. In più non sapeva se il suo regalo fosse stato alla sua altezza, perché sì, aveva creato dei regali solo per i suoi due amici e per il suo amore: un maglioncino arancione e a strisce orizzontali color giallo per la mora e uno azzurro a strisce rosse con al centro un paio di cuffie per Nino. Per Adrien aveva deciso qualcosa di semplice..
Una felpa nera con cappuccio; sulla schiena presentava una stampa verde smeraldo di una zampa di gatto. Non sapeva assolutamente il motivo della zampa, ma la trovava un’idea carina in più paragonava Adrien a Chat Noir.. così, a caso. Ovviamente era tutto firmato con il suo nome.
-Marinette..- la richiamò Tikki –Perché sei triste?-
-Eh? Oh, Tikki. Ho tanta paura che i miei regali non piacciano ai ragazzi.- si spinse con la sedie verso l’altro lato della scrivania, dove teneva perfettamente piegati i capi di abbigliamenti.
-Ma sono bellissimi! Se non dovessero piacere ci sarei io che gli direi quando ti sei impegnata e..- ma la kwami fu interrotta dalla ragazza che la strinse in un tenero abbraccio.
Quel giorno, Marinette, si svegliò circondata da fogli svolazzanti di vari modelli di vestiti: uno a taglio cinese, un altro all’italiana.. ne aveva tanti e colorati. Alla fine optò per un vestito lungo e semplice color azzurro chiaro come i fiocchi di neve che erano previsti per quella sera.
Iniziò a tagliare a cucire il vestito e ne uscì una cosa davvero carina. L’abito era lineare e con un cinturino leggermente più scuro che separava la pancia piatta in due e  terminava con un fiocchetto al lato destro. La gonna continuava diritta ma senza fronzoli o altro.. la parte forte erano le maniche color ghiaccio che coprivano fino al polso per poi raggiungere il medio con un piccolissimo anello nelle due mani.
Lei era molto felice del suo operato, ma qualcosa la turbava. Pensava al giorno dopo..
-Marinette, ti sta squillando il telefono.- le disse Tikki mettendole il telefono davanti e quando la corvina ritornò alla realtà e rispose ad Alya.
-Pron?- non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che la mora, dall’altro capo del telefono la sgridò dicendole che tra cinque minuti sarebbe dovuta essere all’hotel. Marinette non se ne era accorta ma erano già le sette meno cinque e se non si fosse sbrigata avrebbe perso l’apertura della sala.
Si infilò il vestito e raccolse velocemente i capelli in un chignon semplice che lasciava scappare alcune ciocche. Prese una borsetta celestina e gli mise dentro il telefono e Tikki, mancava solo il biglietto e quando andò a cercare l’invito non lo trovò. Ci impiegò una buona mezz’ora prima di trovarlo e un’altra mezz’ora andò via quando i suoi genitori si dovettero ancora preparare, ma attese con pazienza per vedere quella meraviglia che era sua madre: vestito blu a taglio cinese con dei fiori nella parte bassa del lato integro dato che nell’altro lato c’era un piccolo spacco che arrivava poco più sopra della caviglia che mostrava le scarpe di un bellissimo blu cobalto.
-Marinette, grazie per lo splendido abito.- le aveva detto prima di uscire di casa. Lei per tutta risposta l’aveva abbracciata e le aveva sussurrato un prego all’orecchio prima di staccarsi.
Quando arrivò all’hotel ed iniziò a ricevere delle ramanzine dalla sua amica, lei iniziò a cercare duo occhi verdi.
-Mi dispiace, ma Adrien non è potuto venire. Aveva un servizio fotografico a Lille. Tornerà domani mattina e passerà la giornata con noi..- Marinette non l’ascoltò più poiché la sua attenzione era attirata da un paio di occhi verdi come smeraldi. Chat Noir la stava fissando.
Non riuscì a staccargli gli occhi di dosso e le sembrò che il gatto si stesse muovendo nella sua direzione. Adrien, appena l’aveva vista con quel vestito, si incantò e se non si fosse fermato avrebbe finito con i pensieri poco casti. Le sembrava la dea del ghiaccio e in più quegli occhi erano pieni di vita, quella sera.
Mosse alcuni passi verso di lei, un po’ dispiaciuto per non essere nei panni di Adrien e di non poter sentire quel tenero balbettio che l’assaliva quando parlavano.
-Buona sera, principessa.- la face girare e le fece il solito bacia-mano che fece sbuffare una divertita Marinette. La faccia della sua amica era quella che si aspettava spiegazioni.
-Chat.- disse con un ampio sorriso. In questo periodo aveva stretto tantissimo, però come Marinette e non come Ladybug.
Che il gatto si fosse arreso?
 -Principessa, sei bellissima. Ti va di ballare con un gatto nero e selvaggio come me?- la ragazza annuì e proprio in quel momento, dolci note di un lento valzer si diffusero nella grande sala. Per fortuna non c’era ancora nessuna traccia di Chloè.
Iniziarono a ballare sotto gli occhi stupiti di tutti. In fondo loro si aspettavano un Chat Noir con una Ladybug, non con una persona normale. Quando la bionda fece il suo ingresso nessuno la considerò poiché troppo presi dalla bellezza dell’unica coppia che ballava.
Marinette teneva la testa bassa, tutta rossa per via degli occhi che la stavano squadrando per trovare qualcosa che non andasse. Chat la fissava incantato, quella sera si era superata.. era una Dea o una principessa del ballo.
Il gatto rise piano in modo che solo la corvina lo sentisse. Lei alzò subito gli occhi e lo guardò male perché sapeva che si stava burlando di lei in qualche modo.
-Che c’è da ridere? Capisco che non sono molto brava, ma..- si fermò perché in quel momento Chat fece un sorriso che non sembrava lui.
Sembrava proprio.. no, era impossibile. Adrien non poteva essere Chat, insomma.. Chat era superficiale, odioso, vanitoso e altri aggettivi che evitò di pensare in quel momento. Adrien, secondo lei, invece, era dettagliato, coraggioso, simpatico, bellissimo, magnifico, irresistibile..!
-Il problema non sei tu, principessa. Il problema è quella biondina che continua a guardarti e che ti lincia con gli occhi. Ha una faccia troppo buffa.- se ne uscì indicando Chloè.
Era tutto vero: sembrava che volesse ucciderla solo con la forza del pensiero. Anche oggi doveva fare la figlia di papà, la corvina era certa che non esiste nessuna più odiosa della figlia del sindaco di Parigi. Ci scommetteva!
-Ma che le ho fatto di male? Ogni volta che la vedo mi fa sempre perdere le calma. Si vanta solo perché è la figlia di papà e sta sempre appiccicata ad Adrien.- strinse tra i suoi pugni la tuta del suo cavaliere.
-Adrien è il ragazzo che ti piace se non sbaglio.- Chat fece il sorriso più innocente che riuscì a fare mentre Adrien, sotto sotto, voleva proprio vedere come se la cavava la ragazza quando affrontava l’argomento tabù di Marinette. In fondo, lui, sapeva che la mora aveva una cotta per lui.
Se l’era lasciato scappare Nino durante una festa abbastanza noiosa.
-No.. cioè, sì.. cioè.. non lo so.- divenne rossa ed iniziò quel tenero balbettio che la caratterizzava. I due si muovevano ancora ma si stavano leggermente allontanando da tutto quello sfarzo di sala mentre altre coppie occupavano il padiglione da ballo.
-Non ti seguo.-
Adesso si trovavano in giardino, circondati da rose e da diversi altri tipi di fiori. La luna era la sola testimone insieme a quei grandi nuvoloni grigi che coprivano tutta la capitale francese. C’era freddo nell’aria ma i due ragazzi si riscaldavano a vicenda, corpo contro corpo, in una lentissima danza costruita dalla loro fantasia. Questo perché la musica non li raggiungeva più e loro stavano continuando quel valzer con una melodia silenziosa che si adeguava al ritmo del loro cuore.
-Cioè sì, è il ragazzo che mi piace , ma a quanto pare non vengo ricambiata.- si staccò da quell’abbraccio dolce del suo micio preferito. –A lui piace un’altra, me lo sento.-
Si strinse nelle leggere maniche del suo abito per poi restare a fissare una rosa. Chat studiava ogni suo movimento, incantato dalla bellezza della ragazza che aveva davanti.
Marinette si abbassò e sorrise, involontariamente, ma sorrise. Forse perché pensava a domani o forse perché l’immagine di Adrien si fece largo tra i suoi pensieri. A risvegliarla dai suoi pensieri fu Chat che la chiamò e che le mostrò un fiocco di neve stretto nelle sue mani nere. Iniziarono a giocare sotto quella forma di acqua come due bambini.
Ad un tratto, Adrien, smise e si mise a fissarla.
-Ho qualcosa che non va, Chat?- gli chiese mentre fissava quegli occhi che si erano incontrati milioni e milioni di volte ma che non si erano mai conosciuti.
-No, Marinette.. però..- il gatto non si sentiva proprio a suo agio in quella situazione.
-Però?-
Il gatto deglutì prima di prendere a muovere piccoli passi incerti verso la bella della serata. Si stava iniziando a pentire e poi glielo doveva dire per forza.. se non glielo avrebbe detto Plagg, una volta ritornato normale, sarebbe diventato il suo incubo peggiore. Più di quando già non lo era.
-Marinette.. io ti amo.- le disse piano per farle capire le parole. Dopo arrivò il bacio.
Era un piccolo bacio innocente, casto e puro. In quel momento, Adrien, non si sentiva Chat ma bensì lui stesso. Ecco perché il bacio era stato casto, altrimenti sarebbe stato passionale con i suoi certi istinti. Istinti che, tra l’altro, sentiva crescere dentro di se. Marinette provava le stesse cose ma aveva paura.. paura di lasciarsi andare troppo.
Paura di lasciarsi trasportare dai sentimenti e di poter dimenticare Adrien. Ma, alla fine, vinse l’istinto quando lui le poggiò le mani sulla vita e lei si strinse al corpo di lui con le mani dietro la schiena. Si alzò un po’ in punta di piedi ed iniziò ad approfondire il bacio.
Tikki sentiva tutto ed era felice per la sua padroncina, ma non abbastanza. Aveva paura che il ragazzo dietro la maschera di Chat Noir avrebbe fatto soffrire la sua dolce Marinette e questo era un pensiero che le occupava il cervello quando, la sera, sentiva la solita botola essere aperta dal gatto cessando le chiacchiere tra lei e la sua protetta.
-Chat..-
-Mari..-
Passarono altro tempo insieme, chiacchierando e ridendo. Prima della mezzanotte, Adrien, doveva tornare a casa e quando la tanta aspettata ora venne suonata dalle campane dovette scappare.
Ma non senza la sua ricompensa. Prima di andare lasciò un caldo bacio sulle labbra di Marinette che, dopo aver visto il gatto sparire tra i tetti della città, iniziò a sentire uno strano dolore al petto. Come se avesse tradito qualcuno. In effetti aveva tradito il suo amore verso Adrien ma quello non centrava, almeno così pensava.
Intanto, Adrien, era arrivato a casa sua e si era appena annullato la trasformazione.
-Sentito Plagg? Marinette mi ha ricambiato.- disse il biondo preso dalla felicità mentre si infilava nel suo comodo e caldo pigiama.
Il micio dovette deglutire di fatica per rispondere al suo protetto. Aveva appena finito pezzo di formaggio quando la sua tortura iniziò. Adesso avrebbe dovuto sorbirsi lo sclero del ragazzo per tutta la notte.
-Ricambia a Chat, non ad Adrien.- detto questo mandò giù un altro pezzo, ma non sentì nessuna risposta giungergli alle orecchie. Questo perché il biondo si era appena addormentato sul letto.
Plagg sorrise e dopo gli si avvicinò prendendo un lembo di coperta e portandogliela fino al collo per farlo restare al calduccio. Lo sentì muoversi e poi lo vide mentre si sistemava nella posizione fetale. Si fece largo tra le coperte e si posizionò di fronte al ragazzo.
Dall’altro lato della città una ragazza dai capelli corvini accarezzava la sua dolce kwami che, dopo la stressante serata, era crollata non appena aveva toccato letto. Si strinse nelle coperte al calduccio e l’ultima cosa che vide fu la finestra bagnata di acqua. Testimonianza che, fino a poco fa, c’erano dei piccoli fiocchi sempre di quella sostanza.
 
 

Erano solo le undici e un quarto quando il telefono la distrasse dal confezionamento dei suoi regali. La corvina rimase ferma con un fiocco appiccicato al centro della faccia. Alya, nel frattempo, stava perdendo la pazienza. Possibile che la sua amica stesse ritardando così tanto.
-Ora che arriva gli faccio una festa che la spedisco in Cina con un solo pugno.- continuava a dire la mora spaventando il suo ragazzo e facendolo nascondere dietro Adrien che adesso fungeva da scudo.
-Vai Marinette! Ce la puoi fare! Non arrenderti!- le continuava a gridare Tikki svolazzando da un lato all’altro.
-Finito!- esultò la corvina facendo un giro con la sedia mentre infilava il pacco verde dentro un sacchetto. Sbloccò il telefono e appena vide tutte quelle chiamate da parte della sua amica si affrettò a richiamarla.
Nessuno non poté non amare Marinette in quel momento dato che aveva salvato i ragazzi da due pugni in testa della mora.
-Finalmente, dove sei?- il tono della ragazza quattr’occhi faceva davvero paura.
-Ho perso tempo, arrivo subito. Dovevo sistemare un ultimo regalo.- Tikki sorrise dato che, appena sveglia, aveva visto la sua Marì a lavorare in un piccola fascina rossa a pois neri per lei. Era stata così carina che le aveva fatto un regalo in poche ore.
Marinette cercava di bussare al campanello anche se era impossibilitata dato che tra le mani teneva, in una mano, una torta e un paio di croissant e biscotti che suo padre aveva preparato per loro e, nell’altra, un sacchetto con tutti e tre i regali.
-Tikki..- sussurrò mentre vedeva la sua piccola premere quel dannato coso che voleva far sparire dalla terra. La borsetta fu chiusa nel momento in cui Adrien aprì.
-Grazie!- mimò con le labbra.
Aveva i capelli spettinati e la felpa bianca, dalle solite tre righe, alzate fino al gomito. Infatti la mora era da ora che se la stava prendendo con il povero Nino.
-Ehm.. prego?- sorrise mentre entrava. Andò subito in cucina dove posò i due vassoi con i cibi.
Iniziarono a chiacchierare e mangiarono con i piatti di spaghetti che la madre della padrona di casa aveva gentilmente preparato. Nino e Alya, durante la visione di un film di Natale, si addormentarono l’uno abbracciato all’altra. Marinette non stava guardando proprio niente. Era messa a gambe incrociate sulla penisola e pensava ad un certo biondo con la maschera.
Quando avrebbe voluto che Chat, la stessa mattina, la svegliasse con un bacio a fior di labbra. Si sentiva le labbre screpolate e le mancava il biondo. Sbuffò e fu così presa dai suoi pensieri che non sentì la coppia salire lasciandola sola con Adrien. Il biondo, da parte suo, stava lottando con tutte le sue forze contro il suo essere gatto per non baciare Marinette. Voleva sentire di nuovo le sue labbra sulle sue..
-Marinette, ci sei?- le chiese facendo finta di niente e lasciando perdere la fila di denti che era stampato sul suo labbro inferiore.
Per reprimere i suoi istinti, infatti, si era morso il labbro ed aveva lasciato il segno.
-S-sì.- balbettò imbarazzata quando si ritrovò il ragazzo a pochi centimetri dal suo viso.
Il biondo sorrise e si avviò verso la cucina dove prese il vassoio con i croissant e con i biscotti. Mentre mangiavano, parlavano di loro anche se Marinette sapeva praticamente tutto di lui.
-Assaggia questo al cioccolato!- disse la corvina tagliando a due parti il cornetto e porgendolo al ragazzo. Lui tenne ferma la sua mano docile e addentò il cornetto.
La ragazza, se prima era rossa, si mise a ridere poiché lo zucchero aveva creato dei baffi bianchi attorno alla sua bocca.
-Perché ridi?- gli chiese mentre diventava rosso.
-Vieni qui.- con un tovagliolo gli pulì tutta la faccia ma poi lui le fermò i polsi e caddero all’indietro facendo finire Marinette sopra di lui.
Rimasero in quella posizione per molto tempo e si addormentarono pure. L’uno sopra l’altro mentre si riscaldavano con i loro corpi. Lui che con le sue braccia le cingeva i fianchi mentre lei aveva i palmi sul petto di lui, come la testa. Quando si svegliarono erano le nove meno cinque.
Nel frattempo Nino era andato a prendere il vischio che gli aveva portato suo cugino qualche giorno fa, passando sotto quella tempeste di neve che si stava scatenando da quel pomeriggio e se non si fosse vestito pesante a quest’ora avrebbe avuto la brutta sorpresa del raffreddore.
Stettero tutto il tempo in salotto a giocare e a scherzare finché Marinette non andò in bagno. Quello era il momento esatto per fare la domanda al ragazzo.
-Adrien, non per farmi i fatti tuoi ma..- iniziò il ragazzo.
-Ti piace Marinette?- concluse la ragazza stringendo la mano a Nino.
-Beh.. non lo so nemmeno io. Sono confuso.- gesticolò.
Arrivò il momento della cena e ordinarono delle pizze per poi aprire i regali. Iniziarono dai regali di Marinette, dato che la mora non stava più in se.
Appena li videro, abbracciarono la corvina facendola cadere se non ci fosse stato il muro con la sedia dietro di lei. Passarono ai regali di Alya che aveva regalato un paio di cuffie a Nino, una maglia di Jagged Stone ad Adrien e un ciondolo a Marinette che conteneva una loro foto.
Anche Alya lo aveva. Poi gli diede una rosa.
-Non ci credo.. ti sei ricordata di quella cosa!- rise la corvina rischiando di cadere all’indietro.
-Per te poteva essere una battuta, ma è stato questo fiore ad aiutarmi.- rise anche la mora tenendosi la pancia.
Nino aveva regalato una collana e un paio di orecchini alle ragazze con le coccinelle per Alya e con un cuore per Marinette. Per Adrien aveva pensato ad un paio di scarpe che avevano visto l’altro giorno.
Gli ultimi furono i regali di Adrien: due maglioni uguali con A per Nino e con la N per Alya. Per Marinette aveva pensato a qualcosa di completamente diverso. Le aveva preso un biglietto da viaggio con, in allegato, un diario e un album messi insieme.
La ragazza lo guardò interrogativa.
-Devo partire per l’Australia e mi piacerebbe che tu venissi con me. Il diario serve per comunicare durante i miei servizi così che tu mi scrivi una cosa e io ti possa rispondere durante la mia pausa, l’album era in allegato.. sei libera di usarlo come vuoi.- sorrise imbarazzato grattandosi la nuca.
-Potei usarlo come album per i miei vestiti lì in Australia.- aveva le guance rosse come due peperoni.
Intanto che i due parlavano, Nino si era dato da fare e aveva sistemato il vischio sopra l’amico.
-A-adrien..- lo chiamò la ragazza di fronte diventando ancora più rossa.
-Oh.. il vischio..- abbassò lo sguardo diventando rosso anche lui. Era felice di poter ribaciare colei che l’altra sera era stata la sua dea del ghiaccio. Fu ripensando agli episodi di ieri sera che diventò un peperone preciso. Alzò di poco gli occhi e la vide sorridere mentre con gli occhi gli sussurrava che per lei andava bene.
Nel frattempo due esserini colorati stavano parlando della loro vita sulla terra e di quando stupidamente siano innamorati i loro possessori.
-Quindi Adrien si è messo a fantasticare su Marinette proprio quando era a tavola con suo padre?- scoppiò a ridere Tikki immaginando la scena. Lei era seduta mentre il micio era sdraiato e si regga solo con un gomito poggiato. Annuì.
-Suo padre non finiva di rimproverarlo. Ad ogni modo, quindi Marinette è Ladybug..-
-E Adrien è Chat Noir..- concluse lei per il gatto.
-Se solo lo sapessero.- e mentre loro continuavano a parlare i due ragazzi diminuivano le distanze.
A quel punto, Adrien, stufo di aspettare si avventò su di lei ed in quel momento iniziò una dolce danza di lingue che li fece sognare. Lui poggiò le sue mani sui suoi fianchi e li strinse forte mentre la ragazza allacciava la mani dietro la sua testa e si sollevava di pochi centimetri per via della sua bassezza.
Il bacio che doveva essere casto si stava trasformando in qualcosa di molto più. Lentamente lui iniziò a perdere quel controllo che lo aveva caratterizzato per tutto quel momento ed ora si trovava in preda a quegli istinti di Chat che lo spingevano a muovere le mani sopra la maglia della ragazza.
Nino, guardò la sua ragazza che si era messa a piangere. Roteò gli occhi e la spinse verso la porta.
-Alya, siamo di troppo.-
-No, voglio vedere!- ma la porta le fu chiusa davanti dal ragazzo che la guardava trionfante.
-Baciami e forse ti faccio entrare di nuovo.- indicò la porta su cui era poggiato. La mora respirò e si avventò sulle labbra di lui che ricambiò il bacio.
Marinette sentiva le mani del biondo e, allora, si lasciò andare anche lei. Mise le mani nei capelli del ragazzo e li strinse mentre le lingue si incontravano ed iniziavano a ballare incontrandosi, toccandosi e fuggendo.
Era tutto così magico e avrebbero continuato se solo non fosse mancata l’aria e quando si staccarono avevano le idee chiare. Fu in quel momento che i ragazzi aprirono gli occhi guardandosi meravigliati.
Si staccarono di poco per poi fissarsi. Parlarono contemporaneamente, ma prima Adrien accarezzò una guancia della ragazza con una sua mano e lei gli posò quella sua su quella del ragazzo. Aveva le lacrime agli occhi.
-Tu sei Chat Noir.-
-Tu sei Ladybug.-
Lo sussurrarono insieme mentre cercavano di scavarsi dentro con gli occhi.
Quella notte fu piena di magia e di amore, una serata che i nostri eroi non potranno mai più dimenticare. Una sera molto importante per loro.
   
 
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